GIRO D’ITALIA 1948
31^ Edizione
MAGNI,TRA LE POLEMICHE, PRECEDE DI UN’INCOLLATURA CECCHI
Il 31° Giro d’Italia doveva essere una festa dello sport, si doveva assistere ad un altro appassionante duello Bartali-Coppi, magari si doveva rivelare allQuelle ’attenzione generale qualche giovane di talento ed invece suscitò numerose polemiche. diatribe, verbali e scritte, che cancellarono anche ldi ’incertezza del risultato, se si pensa che dopo quasi 4.000 chilometri corsa ed oltre caso 124 ore di battaglia, Magni e Cecchi, primo e secondo, furono divisi dall’inezia di undici secondi. In ogni questo Giro piacque, in modo velato d’accordo, ma piacque. A Torino prima tappa bellissima e vittoria di Cottur, un abbonato. Seguono altre frazioni elettrizzanti: Ricci vince a Genova, Maggini a Parma, a Viareggio la rivelazione Casola ed a Siena il solito Leoni. Roma incornicia nuovamente la dirompente volata di Casola, mentre Pescara incorona Bevilacqua, cuore d’oro. Bis di Leoni in quel di Bari, poi nella successiva maratona ciclistica, con approdo a Napoli, si assiste ad un primo passaggio di consegne: la tappa è di Logli, ma la “rosa” passa dalle spalle del vecchio Cottur a quelle del talentuoso Ortelli. De Zan s’impone a Fiuggi, mentre la successiva Fiuggi Perugia arride ad uno straniero, quel Keteleer compagno d’avventura alla Bianchi di Fausto Coppi. Intanto Ortelli ostenta sicurezza. Quando ci si avvicina alle battute decisive, il pubblico si spacca in due colorite fazioni: Coppiani e Bartaliani, quasi gli avversari non potessero resistere (ed esistere) allo strapotere dei due fuoriclasse. Intanto a Firenze è primo Conte, a Bologna Pasquini, ed ad Udine ancora Conte, ragazzo di casa. In quest’ultima frazione la sfortuna si accanisce contro la maglia rosa (Ortelli), una foratura lo costringe alla resa. A bocce ferme è opinione diffusa credere che, senza quello spiacevole incidente, il faentino avrebbe con ogni propabilità vinto il Giro d’Italia. Segue la prima tappa dolomitica, da Udine ad Auronzo, primo è Rossello e Cecchi scalza Magni, che nel frattempo si era instaurato al vertice della generale. Vive l’incertezza. Mancano ancora le due tappe più impegnative ed attese e si assiste all’annunciata apoteosi coppiana, primo e solo a Cortina ed a Trento; ma in questa terz’ultima giornata di Giro avviene il fattaccio: la giustizia sportiva penalizza Magni per via di spinte ricevute in salita; il toscano (che aveva approfittato di una foratura di Cecchi per vestirsi di rosa) salva il primato per una manciata di secondi, ma il pubblico, e soprattutto Coppi, inveiscono contro il campione pratese e l’organizzazione del Giro, troppo leggera, a suo modo di vedere, la penalizzazione. Una parentesi antisportiva che inquina la massima gara nazionale, e che adombra, in modo ingiusto, l’impresa compiuta dal vincitore; inoltre si registra pure l’abbandono di Coppi e tutta Bianchi, per protesta contro lo stato maggiore. I successivi successi di Bertocchi a Brescia e di Magni a Milano finiscono per passare in secondo piano
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