7^ tappa - sabato 26 maggio
TERNI – ROMA - 290 chilometri
Si parte in perfetto orario per i 290 chilometri
della Terni Roma, pilotati dagli uomini della Ganna; i primi a dare battaglia
sono Bizzi e Leoni verso Piediluco, ma il loro è un attacco che non porta
frutti consistenti. Anche la seconda fuga di giornata, firmata da Corrieri e
Martini, non è dotata di maggior fortuna. Nella sua Rieti Leoni vince il
traguardo a premi, mandando in visibilio i suoi concittadini adottivi (il forte
velocista è infatti nativo di Gualdo Tadino). Si sfiora poi Cittàducale ed il
Terminillo sotto ad un cielo limpido, il caldo si fa opprimente; c’è intanto da
registrare un breve tentativo portato da Fazio, Zampieri e Cremonese. Dopo il
terzetto appena citato è la volta di Marinelli, Scudellaro, Pinarello e Gestri,
ma ancora una volta nulla di fatto. Al chilometro 62 si attacca la non
impossibile salita che conduce ai mille metri di Sella di Corno, si scollina in
gruppo; e sempre compatti i girini raggiungono L’Aquila. Durante
l’attraversamento del capolluogo abruzzese cade Giudici, per fortuna senza
gravi conseguenze. La strada poi ricomincia a salire ed il plotone s’allunga
sotto alla spinta degli uomini di classifica. Bobet rilancia l’azione con uno
scatto imperioso, Coppi risponde immediatamente. Si transita al bivio di Rocca
di Cambio con il plotone dei migliori composto da una trentina di elementi,
guidano l’offensiva ancora Louison e Fausto, con la collaborazione portata da
Astrua e Salimbeni. Tra gli uomini in momentanea difficoltà ci sono pure
Pedroni, Frosini, Martini, Soldani, Petrucci, Pezzi, Leoni e Minardi. La salita
dopo il traguardo di Rocca di Mezzo, vinto da Salimbeni, si addolcisce e
ricomincia l’arcinota lunga teoria di forature; vittima, tra gli altri, anche
Bartali. La strada diviene poi asfaltata ed in prossimità del Gran Premio della
Montagna di Monte Bove scatta Koblet con a ruota Zappon, rispondono Coppi,
Bobet ed alla loro ruota ad uno ad uno il resto dei battistrada si riporta
sull’attaccante. Lo sprint che vale i punti della famosa classifica è tutto per
il solito volitivo Pasotti. La discesa è ancora una volta una vera e propria
ecatombe di pneumatici; al termine di questa la situazione è nuovamente mutata:
Vincenzo Rossello e Moresco, due liguri, guidano la tappa con 25” di vantaggio
su Bobet, Maggini, Padovan e Magni; a 35” Kubler, Koblet e Pedroni; a 45”
Zampini ed a 1’ e 05” il gruppetto di Coppi composto da una decina di unità.
Ancora qualche chilometri di bagarre, quindi i venti atleti sparpagliati in un
minuto tornano compatti. Come si può notare la maglia rosa di Schaer non è
presente tra i primi. Van Steenbergen e Magni si dimostrano molto attivi. A
Tivoli, duecentoquarantaduesimo chilometro, Bartali che fino a quel momento
navigava con Van Steenbergen, Giudici e Crippa, in un secondo drappello, è
costretto ad un nuovo stop. Comunque Ginettaccio ha sette vite ed in breve
rientrerà. Alle porte di Roma, poi, gli atleti in avanscoperta si danno
battaglia per il successo di tappa: comincia Vittorio Rossello che da’
l’impressione ai più di potercela fare; ma sono Moresco e Menon prima, quindi
Vitali, Maggini, Pasotti e Salimbeni poi a riacciuffarlo. Alle spalle di
questi il gruppo degli inseguitori pare volersi fermare, lasciando così
spazio ai sette fuggitivi. Può sembrare impossibile la non corsa di Coppi,
Bobet e soci, ma la Gazzetta dell’epoca riporta tanto. Il vantaggio dei sette
acquisisce proporzioni macroscopiche, marciano a tutta fino all’ultimo
chilometro, quindi preparano una volata senza favoriti (il solo Maggini
parrebbe il può esperto e veloce). Lo sprint che ne consegue è bellissimo:
Menon rompe gli indugi e parte lungo, Pasotti sorpreso, rimonta ma il veneto è
abile e potente nel contenere il ritorno del pavese. Menon è in visibilio, ha
vinto contro ogni pronostico una delle frazioni più prestigiose dell’intero
Giro. Schaer, intanto, cede 4’ e 15” e le insegne del primato a Van
Steenbergen; si saprà solo più tardi il motivo della defaillance dell’elvetico:
una foratura nel momento topico della frazione.
ORDINE D’ARRIVO
1° Angelo MENON Italia gs.Stucchi chilometri 290 in 8 ore 50’04” media: 32,268
2° Alfredo PASOTTI st
3° Luciano MAGGINI st
4° Moresco st - 5° Vittorio Rossello st - 6° Vitali st - 7° Salimbeni st - 8° Padovan a 11’ 35”
9° Bartali a 11’ 46” - 10° Conte st
CLASSIFICA
GENERALE
1° Rik VAN STEENBERGEN Maglia Rosa
2° Schaer a 1’ 37”
3° Magni a 1’ 47”
4° Coppi a 2’ 17”
5° Astrua a 2’ 34”
Maglia Bianca: Elio Brasola
PERSONAGGI
Volti noti e meno noti che
hanno caratterizzato la storia del Giro
ANGELO “LINO” MENON
Nato a Santa Lucia (Verona) il 29 ottobre 1920. Completo. Alto 1,70 chilogrammi 67.Naturalizzato francese nel 1952. Professionista dal 1940 al 1955. 19 vittorie. Anno e Squadra: 1940/1945 Indipendente, 1946 Wilier, 1947 Lygie, 1948 Benotto, 1949/1950 Individuale, 1951 Stucchi, 1952/1955 Accasato in equipe regionali francesi.
Vittorie
1940 Coppa Volta Mantovana
1940 Circuito dei Colli Berici
1941 Giro dell’Adige
1941 Coppa Zardo
1946 Giro del Medio Polesine
1946 Coppa Martiri di Guastalla
1946 Coppa Ursus a Bolzano
1946 Prima tappa Grenoble Torino Grenoble
1947 Tappa Giro del Canal
1947 Giro del Canal (classifica finale)
1949 Tappa Giro di Catalogna
1950 Tappa Giro del Nord Africa
1951 Tappa Roma Giro d’Italia
1951 Tappa Taza Giro del Marocco
1951 Tappa Marrachesh Giro del Marocco
1951 Tappa Giro del Nord Africa
1951 Tappa Giro del Nord Africa
1952 Lussemburgo Nancy
1953 Tappa Giro di Alsazia e Lorena
Piazzamenti al Giro d’Italia
1948: 11° - 1951: 32°
Piazzamenti di rilievo
1947 3° Giro del Veneto
1950 2° Giro d’Algeria
1951 3° tappa Foggia Giro d’Italia