4^ tappa - martedì 22 maggio
GENOVA – FIRENZE 265 chilometri
Da Genova a Firenze col passo del Bracco poco dopo il
via per 265 chilometri di sostanziale trasferimento; la partenza viene data
alle 10 in punto. Le strade dopo il via sono quelle calcate il giorno
precedente verso Nervi e Recco. Subito una caduta di una dozzina di atleti, tra
gli altri protagonisti Isotti, Herdrickx, Baroni, Marinelli, Soldani e Logli. A
fatica comunque tutti riprendono la strada per la Toscana. La rampa della Ruta
non provoca sussulti ed il plotone compatto s’avvia ad affrontare il Bracco,
quota 615 metri, unico Gran Premio della Montagna della giornata, posto dopo
una sessantina di chilometri di gara. Ma prima della salita suindicata sono
posti un paio di traguardi a premio, vinti rispettivamente dal veloce Casola e
da Corrieri. La tanto attesa rampa non provoca selezione, i contendenti si
limitano a dettare il ritmo ed a vedere Pasotti sprintare in vetta per il
traguardo della Montagna. A tre macchine dal minuscolo pavese scorrono rapidi
Koblet, Coppi e Giudici. Nella lunga discesa che succede al valico anche gli
staccati hanno modo di rientrare. Sono le tredici ed il Giro d’Italia giunge al
rifornimento di La Spezia (chilometro 108), Pezzi, protagonista ieri, e
Fachleitner accusano guasti al mezzo meccanico derivanti da una caduta. Koblet,
intanto, opera un allungo, più che altro per saggiare le condizioni di forma
degli avversari, ma i nostri Casola, Grosso e Maggini, sono prontissimi a
rispondere allo svizzero. Bartali, respirando aria di casa, si alleggerisce di
un paio di lustri, ed a Migliarino, da solo, cancella il tentativo di fuga.
Tocca poi a Bobet riaccendere la miccia, il plotone si assottiglia, ma nessun
pezzo da novanta accusa difficoltà; ed anche questo velleitario tentativo si
spegne. Si avverte l’entusiasmo della gente toscana e la verve non può mancare;
ci prova Vitali, un paio di chilometri di celebrità poi tutto termina. Ciò che
non è riuscito ai campioni più acclamati riesce a Rossi e De Santi; scacco
matto nelle vicinanze di Pisa. All’ombra della Torre pendente il loro vantaggio
s’aggira sui trecento metri. A Cascina lo scarto è salito ad 1’ e 25” su
Cremonese e Biagioni, plotone ad 1’ e 40”. Pontedera, traguardo a premi vinto
da De Santi, vantaggio pressochè invariato. Si registrano poi un paio di
defezioni importanti in seno al gruppo, mancano infatti Martini ed Impanis, in
non perfette condizioni. Ancora premi ad Empoli, e questa volta sono per Rossi.
I due inseguitori del tandem di testa si rialzano, mentre il grosso accusa 3'’e
10”. Ormai è evidente che la tappa odierna è decisa, i pesci grossi vigilano
senza forzare, Pedroni fora e rientra rapidamente; intanto Firenze attende
trepidante l’epilogo. Magni, Bartali, Soldani, Petrucci, Logli, Bartolozzi,
Baroni e Ciolli sono incitati a gran voce dai loro corregionali, mentre Martini
compie un mezzo miracolo, non può arrendersi difronte al suo pubblico, e,
sputando sangue, riaggancia il gruppo della maglia rosa. Ormai la cronaca vive
di episodi marginali. La pista del C.S. Fiorentino brulica di pubblico ed
attende Rossi, figlio di Toscana, e De Santi, discendente di un’Italia sportiva
che lo ha adottato per via di quel suo carattere battagliero che è pregio di
pochi eletti. Lo sprint tra i due è incertissimo: i contendenti sono appaiati e
vi rimangono a lungo, un testa a testa infinito risoltosi solo negli ultimi
dieci metri, con un urlo di gioia per De Santi e di rabbia per Rossi. A tre
minuti ecco il gruppo regolato da un pimpante Magni ancora e sempre in maglia
rosa.
ORDINE D’ARRIVO
1° Guido DE SANTI Italia gs.Benotto chilometri 265 in 7 ore 45’35” media: 34,150
2° Dino ROSSI st
3° Fiorenzo MAGNI a 3’ 08”
4° R.Zanazzi st - 5° Petrucci st - 6° Padovan st - 7° Casola st - 8° Bartali st
9° Conte st - 10° Baroni st
CLASSIFICA
GENERALE
1° Fiorenzo MAGNI Maglia Rosa
2° Soldani st
3° Bresci st
4° Astrua st
5° Pezzi a 30”
Maglia Bianca: Pedroni