diu marmellu


dì marmellu
dì sposellu
dì du dià
lecca piatti
sciacca pieuggi

dito marmello (della marmellata !?!, il mignolo)/ dito sposello (della fede nuziale, l'anulare)/ dito del ditale (il medio) / (dito) lecca piatti (l'indice)/ (dito) schiaccia pidocchi (il pollice)
(San Pietro)
 

Questa filastrocca viene detta accompagnata da un gioco gestuale fatto con le mani, con intendimento didattico, mostrando ai bambini le varie dita; è conosciuta in molte varianti in una vasta area e riportata da diversi autori.
Ho mantenuto dal testo raccolto la forma piatti anche se sorgono dubbi di "italianizzazione" (forse anche per consonanza con la rima) più corrispondente sarebbe jatte (il suono della fricativa palatale sonora preferiamo renderlo, per leggibilità e per consuetudine, alla francese j piuttosto che alla genovese x o alla scientifica z con pipetta) o almeno, anche italianizzando, piäti.
In molte versioni liguri il leccare è peraltro riferito al mortaio e non ai piatti, come in questa versione savonese riportata nell'articolo Cantilene d'altri tempi nella rivista A Campanassa, (Savona 4-1979):
diu marmellu, diu sposelu, lungu de spâ, schiacca pigheuggi, lecca murtâ
(dito "marmello", dito sposalizio, lungo di spada, schiaccia pidocchi, lecca mortaio)
o ancora analogamente, ma con ordine ancora diverso e invertito rispetto alla versione urbasca, in questa lezione spezzina riportata da Schmuckher in Folklore di Liguria vol.I (Carige, Genova 1989):
saca pioci, leca mortao, dao didao, da l'aneo, dido dido minineo
(schiaccia pidocchi, lecca mortaio, del ditale, dell'anello, dito dito mignolo)

Nell'area piemontese analoghi giochi di riconoscimento delle dita, per quanto riscontrato e pur sfruttando eguali meccanismi mimici e ritmici, hanno struttura letteraria molto differente
 


 
 
Daulisjin-a daulisjian-a
Diu marmellu
Se a liaza
Una vota
u iera un re
Vaggu zù
Daulagnun buttazun
Tupulin
U cieuve u cieuve
Muncarvigni
Durmicciu durmiva
Sutta a rocca dra Marasca
Musca tavagnin-a
Pregna 'l sun
S.Barbara e S.Scimun
Daugnarin
I l'è la ciù bela chi l'an faccia
Tirindindin
Fa ra nanna poponin
Baciccia
Daula daulagna

 
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a cura di Anselmo Roveda