12^ tappa - domenica 30 giugno
ROVIGO TRIESTE (conclusa a PIERIS) 139 chilometri
SASSAIOLA SUL GRUPPO,
TRA IL CAOS VITTORIA ASSEGNATA A COTTUR
Si parte, in questa domenica 30 giugno, alla volta dellitalianissima Trieste; lasciando ai comprimari le scaramucce mattutine, come da copione daltronde. Bevilacqua, poi, vince il traguardo a premi di Padova, Giannino Piccolroaz, invece, simpone a Ponte di Brenta; Malabrocca, in seguito, si mette in luce in più di una circostanza. Lenfant du Pays Bevilacqua è pronto a porsi successivamente in bella evidenza transitando per primo anche sulle fettucce occasionali di Dolo e di Mestre. Poco oltre Cervignano Piccolroaz, Cottur, Pasquini ed Antolini inscenano un nuovo attacco, sono comunque presto controllati. La tappa scivola via divertente e battagliata, poi dimprovviso avviene un episodio da condannare: un giovane, posto sullalto rispetto alla strada, lancia un grosso masso sui corridori. Pasquini e Crippa (maglia bianca) cadono, il primo è ferito ad una gamba. Poche centinaia di metri oltre nuova e più abbondante pioggia di sassi sul plotone. Paura, molta paura, qualche ammaccatura e voglia di ritornare indietro. Sono in molti a fermarsi, alcuni si riportano verso il posto di blocco sito a Cervignano. Sono solo sedici i coraggiosi che proseguono verso la stadio di Trieste. Lo stato maggiore del Giro difende questi corridori, per motivi di ordine pubblico, comunque, ha già deciso di neutralizzare la tappa a Pieris, poco prima del luogo della sassaiola, con tutti gli atleti classificati a pari tempo. La Wilier (squadra di casa) compatta; ed è proprio il triestino in forza agli alabardati, Giordano Cottur, ad anticipare di una trentina di metri il drappello, conquistando una platonica affermazione.
Note: A distanza di anni gli avvenimenti di Pieris verranno ricordati come una delle pagine più tristi della storia del Giro dItalia, malgrado i quotidiani dellepoca tentassero di gettare acqua sul fuoco, minimizzando laccaduto.
ORDINE DARRIVO
CLASSIFICA GENERALE
I PRECEDENTI DEL GIRO A TRIESTE
1909 1940
Nota a Margine
Domenica 30 giugno 1946
A volte lesito sportivo di una competizione viene doppiato da avvenimenti esterni che possono condizionare, sia emotivamente che sportivamente, il risultato del campo. E quel che accadde il 30 giugno 1946 è uno di quei fatti che fanno storia a se. Ma che cosa accadde in quel centro ai confini della Zona A? Un gruppo di spettatori, che i giornali depoca battezzarono esaltati sostenitori di Tito, volevano che Trieste fosse annessa alla Jugoslavia e pensarono di usare il Giro dItalia per creare clamore attorno alla protesta. Misero infatti al centro della strada un barile, una certa quantità di pietre grandi quanto un mattone, chiodi e tesero, per concludere lopera, pure del filo spinato. Appena sopraggiunto il gruppo fu costretto allo stop, cosicchè gli atleti divennero bersagli di una fitta sassaiola. Molta paura, qualche ammaccato, addirittura qualche pallottola esplosa in aria dagli agenti di polizia al seguito del Giro per mettere paura agli autori della vile imboscata. Fuggi fuggi generale, addirittura un comunicato delle Nazioni Unite parlò di parecchi colpi darma da fuoco sparati contro i ciclisti e di un agente ferito. Non ci fu mai, ufficialmente, né conferme né smentite. Qualcuno urlò: Qui ci ammazzano tutti! Torniamo allIsonzo!, ma il buonsenso poi prevalse, la tappa in modo ufficioso giunse al traguardo, ed il giorno successivo, dopo il riposo, il Giro dItalia riprese la sua marcia davvicinamento a Milano
TAPPE: |
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