Paul Jackson
Pollock nacque a Cody, nel Wyoming, il 12 gennaio 1912. Passò l'infanzia e l'adolescenza
in quello che si può tranquillamente definire il Far West: in Arizona, in
California e, appunto, nel Wyoming. Suo padre, LeRoy, fino agli anni '20
esercitò con alterne fortune la professione dell'agricoltore, finchè non
ricevette un incarico statale come agrimensore. LeRoy Pollock era un uomo molto introverso e solitario, al contrario
della moglie Stella McLure, donna energica che era il vero capofamiglia.
Jackson, ultimo di
cinque fratelli, nel 1925 si iscrisse
alla Manual Arts High School di Los Angeles, che frequentò fino al '29 e da cui
venne espulso con altri studenti per
aver pubblicato un giornale dove veniva criticato lo stereoptipo del
giovane americano medio, e di conseguenza le istituzioni che lo proponevano.
Nel frattempo aveva lavorato col padre e col fratello Sanford a rilevamenti
geologici nel Gran Canyon. Dopo un iniziale tentativo con la scultura, sulle
orme del fratello Charles, pare che fu grazie all'esperienza del Canyon che
Pollock si scoprì davvero artista. La natura gli appariva in tutta la sua
grandezza e violenza, scatenando suggestioni poi tipiche della sua pittura. Di
sicuro, in quel frangente iniziò la dipendenza di Pollock dall'alcool, che lo
accompagnò per tutta la vita. Si trattava comunque di un'espressione del disagio
profondo che tormentava il pittore; degli anni di Los Angeles, oltre
all'interesse per la psicanalisi junghiana (che tentò di utilizzare come
rimedio all'alcolismo) e le filosofie indiane, si ricorda un Pollock alquanto
disadattato; sembra che egli avesse molto sofferto della disparità di carattere
dei genitori, ricavandone forti complessi.
Con Charles,
Jackson Pollock si trasferì a New York per continuare gli studi di arte nel
1929. Grazie agli insegnamenti di Thomas Benton, maestro del realismo regionalistico
americano, che assunse nei suoi confronti un atteggiamento paterno, Pollock
acquisì fiducia pur mantenendo quell'irrequietezza che lo portava a frequenti e
avventurosi viaggi da New York verso il West.
Dal '38 al '42
lavorò per il Federal Arts Project, un ente governativo, ma con scarso
interesse e altrettanto scarso successo. La sua prima importante esposizione fu
nel '39 alla McMillar Gallery di New
York, ma il vero successo arrivò con la già citata esposizione all'Art of this
Century di Peggy Guggenheim, che gli firmò un contratto per cinque anni e gli
commissinò un grande dipinto per la sua casa di New York. Inutile dire che il
supporto della Guggenheim, assieme a quello del critico Clement Greenberg, fu
fondamentale per l'ascesa di Pollock al rango di artista di prim'ordine.
Nel 1940 Pollock
sposò la pittrice Lee Krasner e con lei si trasferì, nel '46, a East Hampton,
Long Island, una zona rurale vicino a New York. Da lì alla sua morte, per Pollock
fu un susseguirsi di esposizioni e successi in tutto il mondo: New York,
Milano, Venezia, Parigi, Zurigo. Contemporaneamente, però, si aggravava il
problema dell'alcolismo, che contribuiva al logoramento dell'uomo già consumato
dall'iperattività creativa. Quella con la dipendenza dall'alcol fu una lotta
che Pollock portò avanti strenuamente, conscio dell'effetto deleterio che aveva
su di lui. Era però destinato a soccombere, e probabilmente anche questo
contribuì -anche se probabilmente in maniera meno massiccia di quanto si
sarebbe propensi a credere- alla crisi creativa degli ultimi anni. In quel
periodo Pollock intrecciò anche un relazione con la studentessa d'arte Ruth
Kligman, accelerando il deterioramento dei rapporti con Lee che lo lasciò, partendo
per Parigi. L'11 agosto 1956, tre settimane dopo la partenza della moglie,
guidando in stato di ubriachezza mentre accompagnava Ruth e un'amica a una
festa, Pollock morì schiantandosi contro un albero.
Home | Contesto storico
| Vita | Formazione
artistica | Fase
totemico-archetipica | L’informale
| Parole
| Informazioni utili
| Bibliografia e
crediti | Links |
Speciale:The Stone Roses | E-Mail | C.O.Z.