La corrente
artistica denominata Action Painting si può collocare in un contesto più ampio
che è l'espressionismo astratto. L'espressionismo astratto nasce negli anni '40
negli Stati Uniti, ed è frutto di una peculiare situazione storica e sociale.
Dal punto di vista artistico, cominciava a farsi sentire l'influenza delle
avanguardie europee come il surrealismo, il cubismo, l'espressionismo, il
dadaismo e l'astrattismo. Inoltre, la presenza di artisti come Mondrian e Leger, emigrati in America a causa della guerra, contribuì
sicuramente a fare sentire più tangibile la novità dell'arte contemporanea.
Storicamente,
l'imminenza e poi l'effettivo conflitto mondiale, pur non toccando gli U.S.A. direttamente, fece sì che aumentasse
il senso di inquietudine e disagio che già aveva generato l'espressionismo
europeo all'inizio del secolo. Bisogna poi aggiungere quel particolare periodo
della storia americana che è stato la Depressione, un momento di crisi
economica e proibizionismo dovuto al crollo di Wall Street nel '29 che
indirizzò molti artisti verso ideologie di stampo comunista e rivoluzionario,
anche se, non c'è traccia di questo
interesse nelle loro opere. Questo però significò, per gli espressionisti
astratti, un avvicinamento anche all'ambiente dei murales messicani di Orozco,
Rivera e Siqueiros; un tipo di arte primitiva e maggiormente slegata dalla
tradizione europea. Questa generazione
prese forma solo negli anni Quaranta quando gli artisti presi in
considerazione avevano tutti trenta-quarant'anni; tuttavia, alcuni di loro si
erano coagulati già nel decennio precedente in gruppi indipendenti come l'
Unione degli Artisti o il Comitato d'Azione degli Artisti, che ebbero come portavoce la rivista d'arte
radicale Art Front, che era in
stretto contatto con l'Europa e che aveva, nel pittore e giornalista russo John
Graham, uno dei più accaniti sostenitori dei futuri espressionisti astratti. I
contatti di Graham con Pollock e De
Kooning e la conferenza tenuta da Leger a New York nel '35 -poi pubblicata su Art Front- furono sicuramente fondamentali per la formazione dei nuovi
artisti americani.
Ci fu inoltre
un'organizzazione governativa , la WPA -Work Progress Admnistration- che si
occupò di fornire commissioni pubbliche per gli artisti emergenti, i quali
dovettero però adattarsi, per necessità, alle esigenze della committenza. Nel
frattempo il pittore tedesco Hans
Hofmann, la cui formazione era avvenuta a Parigi al fianco di Matisse,
fondò nel '33 una scuola d'arte in cui propugnava le sue personali teorie
derivate dalle più moderne avanguardie; in contrasto con l'ufficialità della
WPA, la scuola di Hofmann diffondeva una concezione dell'arte molto libera e
provocatoria, e non era raro che molti di quelli che lavoravano per la WPA
seguissero poi le lezioni di Hofmann. Hofmann, utilizzando la tecnica del dripping in opere come Effervescenza del '44, anticipò le
soluzioni formali dell' Action Painting e di Pollock in particolare.
Nel '36 fu inoltre
fondata l'associazione "Artisti astratti americani", composta da
molti di coloro che avevano collaborato al WPA e che si occupò soprattutto
dell'organizzazione di esposizioni vòlte a far conoscere maggiormente i maestri
europei. Tuttavia, grosse personalità come Gorky, Pollock e De Kooning
preferirono sempre tenersi fuori da un movimento preciso e dai vari gruppi
d'azione artistica e/o politica il cui unico scopo era quello di mietere
proseliti.
Nei primi anni '40,
lo scoppio della guerra e la caduta di Parigi aveva fatto sì che il mondo si
trovasse privato improvvisamente del suo principale centro artistico. La
diaspora degli artisti, di cui si è già parlato, fu causa di fermento negli
Stati Uniti; e a questo punto appare la fondamentale figura di Peggy Guggenheim, allora moglie del
surrealista Ernst. Fu lei a costruire nel 1942 la galleria "Art of this
century" a New York, creando così un luogo che riempisse il vuoto lasciato
dai café europei e soprattutto parigini. Inoltre, la fine del WPA
rendeva ancora più urgente la presenza di un ente in grado di fare del
mecenatismo. Il ruolo della galleria Guggenheim fu per questo importantissimo:
anche se non si formò mai una vera e propria idea di "movimento
all'europea", servì in qualche modo a rafforzare l'identità dell'avanguardia
americana e a darle un supporto forte, oltre che un ulteriore contatto con
l'Europa (non bisogna dimenticare che Peggy Guggenheim aveva aperto, nel '38,
un'altra galleria a Londra -la Guggenheim Jeune- con il supporto di artisti
come Duchamp e lo stesso Ernst). Nonostante la chiusura di "Art of this
century" nel '47, ormai i giochi erano fatti, e la personalità di Pollock
in particolare era pronta a fare il salto di qualità.
Usualmente, si
segna come vero e proprio inizio dell'Action Painting la mostra che Jackson
Pollock tenne alla "Art of this century" nel 1943. Anche se non aveva
ancora raggiunto la maturità artistica delle opere per cui è famoso, non sfuggì
agli occhi della critica più attenta il potenziale innovativo della sua
pittura: si trattava, in definitiva, della prima vera espressione artistica
originale americana, una sorta di punto di non ritorno. Ma, assieme a Pollock,
vi furono numerose personalità che contribuirono a questo evento, tra cui è
doveroso citare De Kooning, Tobey e Kline, pur lasciando indietro altri nomi
degni di nota.
Willem
De Kooning era di origine olandese e quindi maggiormente estraneo
all'ambiente americano. La sua pittura anarchica e multiforme lo aveva reso
famoso nell'ambiente artistico newyorchese fin dagli anni '30, molto prima di
esporre in una sua personale nel '48. Collaborò con Gorky e, per breve tempo,
con Leger; le sue influenze furono molto eterogenee, dal surrealismo, al
cubismo, a Duchamp, che egli ammirava molto. In realtà, lo stile di De Kooning
fu sempre molto personale, e quando anche appaiono riferimenti più o meno
chiari -si veda ad esempio Mirò in Elegia, 1939- non si ha mai
l'impressione di una sterile imitazione, bensì di una rielaborazione dinamica.
De Kooning amò anche molto la carta, su cui lavorava usando smalti neri e
bianchi, sfogando il proprio impulso espressionista (Luce d'agosto, 1946). Fu in quel periodo che De Kooning trovò le
maggiori affinità con Pollock: entrambi si dedicarono alle più libere
sperimentazioni non solo formali, ma anche per quanto riguardava i materiali e
le tecniche, secondo il più assoluto disprezzo delle convenzioni. A tal
proposito De Kooning disse, nel '51: "Ad alcuni pittori, me compreso, non
interessa su quale sedia sono seduti. Non c'è neppure bisogno che sia comoda.
Essi sono troppo nervosi per scoprire dove dovrebbero sedere… Piuttosto, essi
hanno scoperto che la pittura - di qualunque genere e di qualunque stile - per
essere davvero pittura, in effetti, è oggi un modo di vita […] Ecco dove sta la
sua forma. Il fatto di essere libera sta esattamente nella sua inutilità.
Quegli artisti non vogliono conformarsi. Vogliono solo essere ispirati."
Con questa dichiarazione, inoltre, si nota in De Kooning l'ulteriore pregio
della capacità di analizzare il proprio tempo: infatti, fu lui il primo a
capire l'importanza di Pollock per la storia dell'arte.
Mark Tobey (1890-1976), invece, rappresenta
un'ulteriore diramazione della corrente dell'action painting, anzi, arriva a
risultati alternativi rispetto alla violenza del gesto di Pollock e De Kooning.
Decisivi per la formazione del suo stile furono i viaggi in estremo oriente,
specialmente quello in Cina del '34
dove ebbe modo di studiare calligrafia. Calligrafica è infatti l'aggettivo più adatto a definire la sua pittura,
sempre gestuale e veloce, ma fatta di segni minuti che si addensano sulla
superficie pittorica in maniera suggestiva. Sulle prime, dopo un esordio
abbastanza confuso tra post-cubismo ed espressionismo, Tobey si rifaceva a temi
figurativi urbani, come ad esempio studi di folla, città illuminate, ecc. Poi
si diresse decisamente verso un'astrazione totale, salvo poi, alla fine degli
anni '50, concedersi una parentesi dove riprese i suoi studi di calligrafia,
con la serie Space rituals che si
rifaceva alla pittura giapponese Kumi, con inchiostro su seta. Dopo questo
ciclo di opere, caratterizzate da un'estrema misura nel ritmo e nel gesto che
le rendono particolarmente gradevoli (vedi anche Movimento bianco, 1957) Tobey tornò al suo tipico stile.
Chi invece
trasformò la calligrafia orientale in gesto violento e dinamico fu Franz Kline (1910-62). Kline può essere
chiamato a rappresentare la seconda generazione dell'Aciton Painting, che
emerse a ridosso della prima, la quale aveva già cominciato a generare un nuovo
accademismo, creando uno "stile" a cui adeguarsi. Lo stesso Kline
deve molto ad alcune soluzioni formali dei lavori dell'action painter Robert
Motherwell, in cui si riscontra una particolare attenzione al ritmo lineare.
Kline operò sempre esclusivamente con bianco e nero, riducendo la sua pittura a
pochi gesti di straordinaria forza; l'importanza di questo tipo di pittura è
proprio l'estrema capacità di sintesi, la capacità di esprimere significati
complessi contando su un repertorio limitato di segni.
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