Sotto l'influenza
di Picasso e Mirò, tuttavia, l'arte di Pollock subì una momentanea deviazione.
Nel periodo dal '40 al '46, infatti, emerse fortemente il suo interesse per la cultura
dei pellirosse, che si tradusse in una reinterpretazione dei loro simboli ed
archetipi. In questo si può notare anche l'influenza di Jung (Pollock fu in analisi junghiana dal '39 al '43, nel tentativo
di liberarsi da alcolismo e depressione), che sosteneva l'importanza
dell'inconscio collettivo e dei suoi miti. Appartengono a
questo periodo opere come Male and female,
The she-wolf, Guardians of the
secret, Stenographic
figure, Pasiphae. L'influenza di Mirò si fa sentire
soprattutto in Male and Female, del
'42, e Stenographic figure, ma
l'irrequietezza dell'artista vibra soprattutto in Pasiphae e The she-wolf,
dove Pollock sembra abbandonare qualsivoglia tentativo di mettere ordine, per
mostrare invece le viscere della figura, che si avvia a diventare pura materia.
Un'ulteriore svolta
durante questo periodo di transizione si ha col già citato sodalizio con Peggy Guggenheim. Nel '43 la mecenate,
oltre a inserirlo nel grande circuito artistico organizzandogli la prima
personale nella sua galleria, gli commissiona il gigantesco Murale. Ritorna la composizione
orizzontale di matrice bentoniana, ma emerge anche un senso del ritmo che
precorre Blue Poles e che aveva già
fatto capolino in Composition with
figures and banners. Da questo momento la pittura di Pollock si fluidifica,
diventa gestuale (cfr. Gothic, Night mist), e abbandona la figura,
preparandosi all'informale.
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