Progetti e studi di architettura

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TEMPIO

 

Le cappelle di sinistra

1. La prima cappella è detta della "Madonna dell'Acqua" perché vi si venera una pietà di scuola tedesca del XV secolo, invocata per ottenere la pioggia; ma originariamente era dedicata ai martiri. Sui pilastri sorretti da elefanti sono scolpite dodici figure di sibille e di profeti entro nicchie; entrambi i dadi sovrapposti agli elefanti recano il profilo di Sigismondo. Anche queste opere sono da attribuire ad Agostino di Duccio con l'aiuto di collaboratori, ma per quanto riguarda il programma iconografico di questa parte del Tempio è documentato l'intervento di Roberto Valturio e di Poggio Bracciolini nel 1454. Il sarcofago innicchiato nella parete di sinistra, sormontato da un ricco panneggio goticheggiante, fu dedicato da Sigismondo ai suoi antenati e discendenti; era quasi compiuto il 18 dicembre 1454, ad opera di Agostino stesso. Avrebbe dovuto essere collocato sotto uno degli arconi della facciata, e perciò tanto i suoi fianchi quanto il suo coperchio, nella parte posteriore, benché non visibili nella collocazione attuale, sono scolpiti; sulla parte nascosta del coperchio anzi è un bel profilo di Sigismondo, incorniciato da un solenne distico. I due bassorilievi sulla fronte del sarcofago rappresentano il trionfo di Minerva e il trionfo di Scipione, e "stavano a dimostrare i due aspetti fondamentali dell'immortalità: la Saggezza e la Gloria" (Chastel). L'azzurro e l'oro di questa cappella sono frutto di rifacimenti ottocenteschi.

2. La sagrestia, oggi "Cappella dei Caduti", attigua al la cappella della Madonna dell'Acqua, ha un bel portale marmoreo con quattro eroi biblici; quello della cella delle Reliquie, di fronte, ne ha uno simile, ma con i quattro evangelisti: è evidente l'intenzione di contrapporre "eroi" dell'antico e del nuovo Testamento.

3. La cappella che segue è detta dei giochi infantili per i bassorilievi dei pilastri, rappresentanti scene divertenti di giochi di fanciulli (si noti anche qui la corrispondenza di soggetti e di tecnica con la cappella di fronte, detta d'Isotta), eseguiti sempre da Agostino di Duccio, probabilmente nel 1455, che vi rivela uno straordinario gusto per il grottesco ed il caricaturale, e riconferma il notevole interesse già dimostrato negli altri bassorilievi per l'arte di Donatello. In origine la cappella doveva essere dedicata al culto dell'Angelo Custode, ma fino all'inizio dell'Ottocento vi fu venerato Galeotto Roberto Malatesta, fratello di Sigismondo, considerato beato dalla voce popolare fin dal momento della sua morte (10 ottobre 1432).

4. La terza cappella è detta delle arti liberali perché reca sui pilastri le raffigurazioni appunto delle arti liberali e delle scienze del "trivio" (grammatica, retorica e dialettica) e del "quadrivio" (aritmetica, geografia, musica e astronomia). Queste sono tra le ultime opere lasciate a Rimini da Agostino (verso il 1456), e dimostrano in modo forse apparentemente diverso dalle altre il singolare interesse dell'artista per l'arte classica ed il suo compiacimento per le forme idealmente astratte. Le figure sono sapientemente modellate e ridotte a pure linee e semplici volumi, su un fondo levigato che dà l'impressione di una "spazialità rarefatta, non più percorsa e infittita dalle raffiche e dai vortici" (Brandi), com'era invece nella cappella di fronte. Per la loro compostezza classicheggiante, per il candido marmo in cui sono stati scolpiti, per la presenza di "misteriose" lettere ornamentali sui bordi delle vesti delle figure, gli antichi scrittori pensarono che questi bassorilievi provenissero dalla Grecia.