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       PATRIZIA DONNICI



 

POESIE DELL'AMORE
 
 

Non seppellire la dolcezza
nel castigo del tempo
e nelle ombre della sera
un vento leggero ti parlerà di me

Non seppellire la dolcezza
nel castigo del tempo.
 

Alga

Nuda, in abbandono
aderente alla sabbia va e viene
in ascolto di familiari lamenti
sciabordìo di parole evocate
staccate dal fondo
slegate dal vento dell'onda
la sua memoria é capelli di salsedine intrisi
ombre fragili di smarriti cavallucci
marini.
 
 

Affinché nulla vada perso

Sei così lontano - il tuo corpo non proietta alcuna ombra -
nuvola di pensieri sfiniti
senza lo specchio del cuore
occhi sempre più ansiosi di rivelare l'azzurro
e mani che scavano nella terra a seppellirne l'incanto.

Ed io non so che dire
fili silenti muovono la mia anima
separata
esile ballerina su una fune troppo elastica
per poter danzare.

Ad un dio che sappia danzare
dedico le parole soffi di nuvole
che pur nascondono l'incandescenza del cielo
fino a non avere voce.

E so che le trasformerà in sentenze bibliche
per ridare nuovo colore alla terra.

Miele e locuste - voglio cantare -
per insegnare la misura a coloro che hanno freddo
il deserto all'innamorato più cieco
per vagare.
 

Ludibrio

Fra il primo bacio e l'ultimo
ci saranno tante morti
da celare agli occhi dei bambini
da nascondere il capo sotto l'ala rimasta
simbolo di antico dolore, sprofondare
volto e rabbia a tutti denti nella terra pietosa
- braccia accoglienti del mondo -
non ci sarà nessuno a godere dell'orrendo spettacolo
a bere il rantolante raccapriccio, solo
un infinito senso di amore potrà baluginare
- qualche volta - dal cielo
a ricordarmi del mio nome, del sentiero da non smarrire
durante l'erranza immonda, dell'uomo che al mio fianco
perdura a sopportare tutto questo:
io non proferirò parola che chieda pietà né conforto
possiedo lame affilate dal tempo
e la speranza appuntata sul cuore.
 
 

La ripetizione di me stessa

Ti aspetto, il cespuglio inaridirà
e le bacche del bosco raggrinziranno
ma io ti aspetto, con la fiducia dei sentieri
conducono al nuovo, telaio intessuto di canti
Era così bianca la luna la sera del nostro saluto
penetrava immensa d'anima
e l'albero della fonte era ricolmo di suoni
tutto vero, palpabile di sublime bellezza:
perché allora vedevo con gli occhi tuoi
e sentivo con le tue orecchie...
 

La casa degli amici

Vieni, accostati
ho trovato una casa
di accogliente quiete
con le finestre seriamente
aperte sullo stradone
con un gatto affettuoso di nome Ivan
Ci sono oggetti che mi legano
senza averli più in possesso
e raccontano una storia antica
molto intensa
È la semplicità che adoro
qui, più di ogni cosa
la vita essenziale, vera
delle case dei poveri
il letto cigola
l'amore si accovaccia pulito
su lise lenzuola
e il silenzio dipinge di bianco
il soffitto.
 

Distanza

Giunge il sonno al tuo fianco levigato
dal fresco della notte
ti ascolto e dal tavolo alle tende alla luna vago
sognando di sognarti - cavallino d'argento -
solcare il mio corpo terra molle
in riva all'acqua.
 

Madrigale

Ti accordo l'ora più bella del sole
che muore
ì madrigali sul far della sera
hanno ali di echi lontani
e possono apparire le fate nel prato
scrutare danzare svanire nell'ora del mondo
segreta

Ti accordo la voce del vento che tace
con gli ultimi canti del giorno
e l'odore
l'odore é miscuglio di muschi di gelso di sole

Ti accordo il pallore di piccoli fiori nel verde
il silenzio dei rami nel cielo

Ti accordo la notte vicina
l'ora profonda per sognare un bambino.
 

Aprite le porte

Aprite le porte a San Giusto
egli giunge
si avvicina con passo grave
lungo la via del rosso papavero
dell'erba verde nascondiglio
di scherzosi fanelli
incede deciso dietro l'eco
di farneticanti cuculi
lascia il fiume alle spalle
e secoli
di oscuro cammino
gli stivali delle sette leghe
non conoscono la sua fatica
ma il suo amore è più lieve
di un girotondo di lucciole.
 

Sete

Se solo piovesse
per liberare
sotto l'acqua
gli umori caldi
estremi
del sesso nostro
fiamma.
 

Paura

Mi sono persa lungo l'arco
definito
di una poesia che dice il mio nome
sogno desideri carnali
e tremo
al pensiero di mare dei tuoi occhi
angeli nascosti di pacata dolcezza
acqua pura
per annegare la morte.
 

Primo comandamento: non dimenticare

Risalito dal profondo
rigurgito dolce di amore mal sopito
attraverso lunghi anni di maschile solitudine
ti ho incontrata
nei tuoi gesti affannati, viva
inquietudine di perle sull'abito azzurro
candore, di respiri cantati
al tempo che amavi
la mia timidezza adolescente

Le stagioni avvicendandosi
generosamente mi lasciavano annegare
dentro la notte dei tuoi occhi
fino alla separazione
senza un grido
bianco pilastro il dolore sulla soglia
del pianto
grondante l'amore, poi si placava
nelle forme composte del lutto
nera benda sugli occhi della memoria
- poteva soffocarci -
 

Infine

Infine
nel giorno svelata
l'immagine ancora intatta al presente
ha dischiuso l'irrisolta preghiera
la porta serrata - era ora - del mio pudore
bambino
e l'anima incontro con i fiori venire
alla tua casa.
 

Amore

È ora che mi parli di te
baluginoso verde fogliame coprente
i mille elementi dell'albero
attesa di paura ripiega le ali stanche
la voce riecheggia tenera
nella vicinanza che non può arrendersi
lasciare andare il morso che fugge
lontano da ogni ventre di accoglienza
la carezza é puntata su dolci rughe
dell'ansia, nel tempo che sempre vuole
balaustre incantate della pazienza
io sorrido di confuso amore
incrocio il filo a piombo degli anni
di verdi primavere e sento
la tua parola ricoprirmi d'incenso.
 
 

Risveglio amoroso

Se, nel parlare dell'alba
il cuore aprisse le mani
bisognerebbe nasconderci alla notte
ché non arrivi col suo sudario di stelle
ché non chiuda i calici fioriti
ma ché sia sempre per noi l'alba rosata
del primo giorno, d'amore ancora cieco d'innocenza
un sorriso quasi immotivato
adagiando il capo sul cuscino
volevamo ricordare la frescura
della notte a veglia, il suo bisbiglio
che si perde quando il mattino é fiamma
e ci conduce al ristoro
di lenzuola intorno ai fianchi
carezze d'aria e soffice abbandono
al silenzio dell'amore...
 

(Del futuro dell') Amore

Forse, se tu lo vorrai
il sogno domani sarà fatto di carne
di sfera in sfera il mondo
tornerà in sintonia con le stagioni
e per un poco, granello ìnfinitesimale
del più ricolmo abisso del tempo
le lenzuola cederanno
al peso rìcomposto, di me e di te
il vetro di una finestra di campagna
accoglierà fiato di bocche
sussurrante l'unico nome.
 

*

"Io soltanto con le parole
e questa é veramente solitudine".
 

Mantello della notte

Intimorita dal frastuono del giorno
mi ripiego su me, ostrica di righe concentriche
e serro l'uscio della notte
perché dispensi un adagio di sogni
lievi, dal viso al pianto
nella carezza del tuo ritorno
inaspettato, invidiato dagli spettri del sonno

e da allora ricongiungo, nel mattino
le onde del tuo pensiero all'anima mia
e sopravvive la notte
baci e stelle.

Mani

E tu ancora torni
sento il tuo richiamo
scintillare di aria e di senso
oltre le coltri assopite, della paura:
ci sono angeli, a schiere
sostengono il peso del cuore
e poco lontano le tue mani insonni
io ti amo.
 

I consiglieri

Mi chiedono di abbandonarti
di metterti alle strette con un ricatto
innanzi a nuvole di vetro
di darti un ordine sensato
che rimpicciolisca di molto
il linguaggio nostro, l'anima
perché tieni a bada il nostro amore
come un pauroso fanciullo
che odia mutare l'ambiente
il suo ritmo piatto e sicuro

Ma il tuo pensiero giunge fin qui,
a volte più concreto dei corpi
e cancellarlo sarebbe crudele
come mani inavvertite che distruggono
una tela di ragno.
 

Scongiuro

Se dovesse accadere di non toccarci più
avrebbero sopravvento i flutti marini
a distruzione dell'opera nostra che avanza
fiducia per fiducia

Se le tue mani non arrivassero più
- per fatalità ed altro ancora - a toccare le mie
la nuda terra non basterebbe per sprofondarvi l'anima
e tempesta di meteore dovrebbe intervenire a seppellirci
(bolidi celesti anestetici del dolore)

Non basterebbe - se i corpi nostri si allontanassero -
tutta l'acqua dei fiumi terrestri
per spazzare i detriti di ciò che avremmo perso
l'inquinamento soffocherebbe ogni residuo d'urlo
Se un giorno mi dirai di no - per la probabilità possibile
passo d'amore - chiamerò la forza dei fulmini
a incendiare i boschi della terra
e ciò non basterà a cancellare le nostre orme,
eterne, teneramente affiancate nel non-ancora del presente.
 

Sulla via del ritorno

Lungo il percorso solito
la vecchia automobile ti riporterà qui
come nulla fosse - gli anni trascorsi
le veglie il pianto... -
Quando l'attesa ripone le ali
e ogni viso si adagia sul nero suolo della notte
(l'abisso ormai amico consolava l'inutile cortéo)
Quando i pensierì si congedano
dalla voglia del sonno disfatto sul cuscino
Quando l'abitudine mi rassegna
alla luce livida degli specchi
tu ritorni
Il tuo letto sarà profumato
dall'inchino al sole del glicine
e riconoscerà morbidezza di notti passate
accoglienza di incredule mani
gli occhi rifiuteranno di cedere al sonno
e attenti vagheranno
in adorazione delle tenebre...
 

Risveglio amoroso

Se, nel parlare dell'alba
il cuore aprisse le mie mani
bisognerebbe nasconderci alla notte
che non arrivi col suo sudario di stelle
ché non chiuda i calici fioriti
ma ché sia sempre per noi l'alba rosata
del primo giorno,
d'amore ancora cieco d'innocenza
un sorriso quasi immotivato
adagiando il capo sul cuscino
volevamo ricordare la frescura
della notte il suo bisbiglio
che si perde
quando il mattino é fiamma
e ci conduce al ristoro
di lenzuola intorno ai fianchi
carezze d'aria e soffice abbandono
al silenzio dell'amore.
 

Vistarenni

L'auto scivola sotto la luna
il corpo mio sotto il tuo corpo nasce
nulla da dire solo dare
sentirsi riamati
il vento increspa il fiume
sulla via del ritorno
Vistarenni illuminata
la casa buia si confonde con la notte
riconosco la sua finestra piena di luce
tante volte ho percorso la strada
mai mi era apparsa così calma
scivola sotto gli occhi
possiamo avvistare la cometa
accarezzare il suo ventre rosa
saremo fatti di luna quel giorno
e viaggeremo su pesanti carri
scivoleranno sotto i corpi
le loro grandi ruote
ci condurranno? si toccheranno
i corpi insaziabili
d'una perversa attesa
avranno permeato il sogno
io rinasco tua figlia tua sposa
lunga vita al re
dicono le betulle lunga vita
borbotta il mare
soavemente scoscese le colline piangono
e ridono, la luna le guarda
d'un'incantevole seriosità.
 

Solo alcune cose

Solo alcune cose annoterò
il fatto di sentirmi
e di essere più viva del vento
il fatto che il dolce e l'amaro
abitano la mia bocca
e sentieri d'oro s'aprono sotto i miei piedi

sono morbide le mani dei miei figli
qualche volta mangerei le loro guance
dormo affondata in soffici cuscini
e nel sogno ci sono le tue mani

intonano tremanti
veri e propri poemi per me sola:
"ella ebbe tutto ciò che bramava il suo cuore...".

Mio signore 

Tu, mio signore e padrone
mi rivesti di tiepide messi
io t'intono al profumo di lavanda
canti e sogni: posare per un poco il viso
sulla tua ruvida giacca
ricordando rughe d'età densa, vissuta
bevendo il sorriso
corposo d'anni e amore
perché l'amore e gli anni
addolciscono gli occhi
ed il sonno coperto di tegole rosa
si placa, posando accanto al tuo desiderio
fino al mattino
di piante fiorite oltre il vetro
della tua calda sete che mi accende.

Non so

Non so cosa dire, amore, al tuo cospetto
forse che l'amore si può dire?
vegliare é esser vivi
pensieri seri concreti rassicurano le notti
io ti propongo di essere con me
un grido di piacere che trafigge
un sogno tenero che bacia
quando le lucciole arrivano dal prato
e dicono: vivi! vivi!
non vedi che sei viva?
e piedi e mani affondano nel cuore
esistente e puro il sangue freme
io ti ho vicino e tutto é solenne
ho sentito il tuo corpo
nutriva nei vestiti una tenera attesa
e la musica é un amplesso
arriva in ogni angolo di me
io sono selvaggia
forse antiquata ma vera e tesa
tutta fatta di gioia
come un gatto randagio
che pregusta la sua preda.
 

Sverginare l'onda 

Sverginare l'onda lieve
che proviene da te
ti amo annusando candele odorose del tempo
cogliendo lievi germogli
per sottrarli al disincanto.
Tu non meriti tanta dolcezza?
E perché?
Io non ho limiti
né pudore alcuno.
Assecondo con leggerezza
il pensiero depositato sul dorso
delle tue mani
riconobbi il paradiso delle tue labbra protese
e da quel giorno la mia prigione consiste
nel guardarle senza sfiorarle
Finché il sole risplenderà sulla terra
io voglio guardarti
nel modo che tu vorrai
attraverso altissime grate
appuntite
attraverso debolissimi fori del cuore
ci saranno altissime urla
dondoleranno le alte cime degli alberi
ma i nidi non si danneggeranno
Sverginare l'onda lieve d'affetto
che proviene da te
neutralizzare il tuo eterno rimprovero:
perché mi ami? Perché?
 

Ribelli le labbra

Ribelli le labbra
mani che aprono e chiudono
leggere carezze
a fior d'anni
di primavere sepolte
succhiare seni e radici
per rinvenire poi in te
succhiare i venti
di una tale allegria
sempre così incerta
sempre attenta a non toccare quel punto
tu, me, la neve che si assiepa
leccarla
in timide carezze
mordicchiarsi come in gioco
perdonarsi il male che affonda
in me
in te
mentre crescono le rose d'inverno
pascendosi
del nostro amore a fil di penna
devastato come un campo di battaglia
amore a fil d'anima
succhia e risucchia morbidezze...
 
 

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