... E perché dimenticata non fosse la rinomata ricorrenza del vigesimo quinto anno, e deluse non

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rimanessero le aspettative del Comunale Consiglio e di Mons. Vicario Capitolare... pensassimo di fare una colletta, per la quale destinate due probe persone ne assunsero l'incarico... e cosi fossimo in impegno di fare una decente festa che si effettuò con l'intervento dello stesso Monsignore che, con universale soddisfazione, cantò la mattina dell'8 la Messa Solenne, non che l'Inno Ambrosiano in ringraziamento all'Altissimo pel felice e prospero ritorno in questa nostra Provincia tra i più benemeriti fra i Principi del Sacro Romano Impero l 'Ecc. mo Sig. Cardinal Agostino Rivarola Legato a latere della medesima, pel quale si fece in precedenza al lato esteriore della porta della Chiesa in mezzo al panno l'Epigrafe in grandi caratteri esprimente
ANNO XXV RECURRENTE
FONTANENSES
DEIPARAE CONSOLATRICIS
SOLLEMNIA CELEBRANT
ET DEO OPTIMO MAXIMO
AUGUSTINI PRINCIPIS RIVAROLAE
SAPIENTISS. PROVIN. ROMANDIOLAE MODERATORIS
PRO REDITU OPTATISSIMO
GRAT'IAS AGUNT MAXIMAS
VI IDUS SEPTEMBRIS A. MDCCCXXV
Queste nostre particolari e le altre tante indefesse premure praticate a questa pia e devota azienda... non ci hanno lasciato prevedere che tutte le spese hanno necessariamente prodotto nella prefata nostra Amministrazione lo sbilancio che risulta dal rendiconto...
Obbl.mi Servitori D. Brunetti e Annibale Bertazzini
Nonostante, dunque, la mancanza del contributo comunale, pur con una colletta e una rimanenza passiva, la festa del 1825 raggiunse una certa solennità. Il fatto che il Cortini nel suo opuscoletto non accenni alle feste del 1850 è forse determinato dalle carenze degli archivi comunale e parrocchiale. La pubblica Amministrazione era di certo ancora scombussolata dagli avvenimenti politici legati alla costituzione e al crollo della effimera Repubblica Romana.
A leggere il Galeotti (11), sembra che l'imolese fosse ancora in preda alle gesta della Squadrazza, ma, prima la Repubblica stessa, poi il restaurato Stato
Pontificio, ne avevano già arrestato o disperso le forze principali.

Solenni furono invece le celebrazioni del 1875 che coincisero con l'arrivo di un nuovo concerto di tre campane per il campanile della chiesa di San Pietro nella quale si era concluso un lungo periodo di importanti restauri. Se l' 8 settembre 1900 è da ricordare quasi unicamente per l'aspetto sacro e devozionale dei festeggiamenti, grandiose furono al contrario le manifestazioni del 1925 per il carattere giubilare che assunsero, anche per la concomitante celebrazione dell'Anno Santo. A ciò si aggiunga il fatto che la Chiesa dei Serviti, in cui era custodita la Sacra Icona, abbandonata l'instabile chiesa di S. Pietro, era divenuta parrocchiale (12).
E fu per queste feste giubilari che l'arc. Don Giuseppe Dalpozzo incaricò il Cortini di scrivere il libretto più volte citato e che fa testo fino a quell'anno.

CONTINUA

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