"Il giorno 8 settembre del 1799, sacro alla solenne festività, fu un giorno di infinita contentezza ed esaltazione del popolo fontanese.

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Parea che questo Castello andasse a nuovi luminosi destini.
Gli abitatori dei monti e delle vicine Castella e Città accorsero giulivamente e qui era una folla di gente meraviglisa. Il sacro tempio, ove si venerava l'Augusta Immagine, vedevasi elegantemente e nobilmente addobbato. Col dolce vedere poi accoppiavasi un soave ascoltare, imperocché nella celebrazione della Solenne Messa, giocondissimi suoni e canti uscivano dagli armonici petti e dagli appositi istrumenti di suonatori e musici valentissimi. Una dotta orazione panegirica fu recitata dal sacerdote Boschi Faentino, e non mancarono gli strepiti di numerosi mortai, non poetici allusivi componimenti, ne quanto parea poter utile a rendere pomposi e magnifici i sacri riti della religione. Ma poiché tutte le religiose cerimonie furono compiute, si venne a quei festeggiamenti e spettacoli che più allettano la moltitudine".
Dopo avere precisato che i cavalli berberi erano molto ricercati per queste manifestazioni - erano presenti anche a Lugo per le feste preparate in onore di Pio IX - per le loro caratteristiche somatiche e per la loro spiccata vitalità, passiamo ai modesti festeggiamenti dell'8 settembre 1800, modesti perché le casse erano vuote e perché erano crollati tutti gli entusiasmi con l'inopinato ritorno del governo franco-cisalpino
Si auspicò, tuttavia, che, al compimento dei cinque lustri, nel
1825, si potesse assistere a qualcosa di grosso e memorabile, invece i pubblici Amministratori decisero di impiegare la maggior parte della somma prevista per tale occasione nei restauri di cui necessitava la chiesa di San Pietro, cioè la Parrocchiale, di proprietà comunale.
Secondo il Vesi (8) la decisione non fu ben vista "dalla religiosa pietà dei fedeli". E fu, forse, questo malcontento popolare a fare approvare la proposta di obbligare ogni anno l'Amministrazione Comunale ad accantonare una certa somma - che fu stabilita in scudi cinque - da prelevare poi intatta per i festeggiamenti venticinquennali. Dice però il Cortini (9) che tale accantonamento, definito facoltativo, fu abolito nel
1894 "sotto l'influsso di una prevalente politica laica".
La situazione finanziaria del momento fu chiaramente delineata in una lunga relazione inviata il 15 settembre al Gonfaloniere degli addetti all'organizzazione, relazione di cui si riportano alcune parti (10):
"Nel giorno 21 luglio p.p. fossimo noi onorati da questo Consiglio Comunale di amministrare l'apposita spenderia destinata a condecorare la festa che ogni 25 anni si solennizza in questo paese, di portare cioè processionalmente l'Immagine della B.V. sotto il titolo della Consolazione, di ragione Comunale, per la quale venne assegnata la somma di sc. 72:30… Però tenue era la somma destinata a questo titolo… talché proponessimo piuttosto di riattare la chiesa di proprietà del Comune in ora ad uso parrocchiale, ove più necessitava e l'avanzo impiegarlo nella solita festa annuale della B. V.

suddetta con qualche differenza dell'ordinario, alla qual proposta il Consiglio ebbe la compiacenza di annuire. ... 
Ci accingessimo all'opera, ma quanto mai disuguale, riesce la teoria dalla pratica in simili casi! I lavori hanno importato una spesa di imprevisti casi ed inevitabili superiore del triplo. Reimpianto di fondamenti sconnessi e riattamento di muri, imbiancatura di tutta la chiesa divisa in 12 cappelle, il riparo del Campanile che minacciava ruina, accomodatura dell'Organo e degli Arredi Sacri... hanno assorbito l'assegno non solo destinatoci, ma pur anco oltrepassato tale somma. Infatti, qual funzione poteva mai farsi nell'unico tempio visibilmente ruinoso, tutto lacero e guasto?

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