TERZO ITINERARIO: PIAZZA SAN DOMENICO

 

Partite dall'incrocio fra Via Roma e Corso V. Emanuele. Seguite quest'ultimo in direzione del mare per alcuni metri e imboccate la prima viuzza sulla vostra sinistra. Questa Via Pannieri, pittoresca e animata, attraversa Piazza Caracciolo dove c'è il più antico mercato di Palermo; essa sbocca a Piazza 5. Domenico. La vasta piazza è dominata dalla colonna dell'Immacolata, eretta nel XVIII secolo e sormontata da una Statua della Vergine. Di fronte, si erge la facciata della Chiesa di 5. Domenico di stile tardo barocco (1726), fiancheggiata da due campanili (aperta dalle 9.00 alle 12.00). Iniziata nel 1300, ingrandita nel XV secolo, e rimaneggiata nel 1640 da un architetto domenicano, essa ospita le tombe di numerosi personaggi celebri della Sicilia. All'ingresso due acquasantiere del 1500. La quarta cappella di destra, consacrata a 5. Giuseppe ha una ricca decorazione di marmi del 1600. Nel transetto di sinistra, Madonna del Rosario, dipinta da Vincenzo di Pavia (metà del XIV secolo) circondata da scene dei Misteri della Passione. Due belle casse d'organo in legno dorato nella parte superiore della navata centrale. A sinistra della facciata, al n. 1 di Via Gagini, potrete vedere nell'edificio dell'antico convento dei domenicani, un chiostro del XIV secolo a tre fiancate. Sui capitelli figurano gli stemmi delle famiglie che hanno contribuito alla sua costruzione. Da Piazza 5. Domenico si potrebbe raggiungere rapidamente il Museo Nazionale d'Archeologia, ma vi consigliamo di fare il giro seguente: costeggiate sulla destra la Chiesa di 5. Domenico fino a Piazza Giovanni Meli e imboccate a sinistra Via dei Bambinai per visitare al n. 4 l'Oratorio della Confraternita del Rosario di 5. Domenico (chiedere al guardiano al n. 10). Nel vestibolo, Cristo in legno del XVI secolo G. Serpotta ha decorato l'interno con belle statue allegoriche. Sulla colonna dorata della seconda statua a destra, si nota una lucertola, simbolo dell'artista. Sull'altare pittura di Van Dyck (1628) che rappresenta la Vergine del Rosario con 5. Domenico e le Sante Patrone di Palermo. Sotto la cupola, dei personaggi si inchinano come se fossero al teatro. Nel soffitto, incoronazione della Vergine di Novelli. Continuate per Via Bambinai, poi per Via Squarcialupo fino a raggiungere la Chiesa di 5. Zita dell 369, ricostruita dopo l'ultima guerra. All'interno, nel coro dietro l'altare, pala in marmo raffigurante la Natività e scene della vita di 5. Zita, opera di A. Gagini (1515); a destra del coro, sontuosa cappella del Rosario interamente decorata di marmi con sculture di G. Vitaliano. Sul lato sinistro della chiesa, al n. 3 di Via Valverde si apre l'ingresso dell'Oratorio della Confraternita del Rosario di Santa Zita (suonate presso la casa del guardiano). L'Oratorio è all piano. L'interno è magnificamente decorato con stucchi realizzati dal 1688 all 718 da G. Serpotta e dai suoi allievi; statue allegoriche, angioletti e bassorilievi dei Misteri del Rosario. Sulla parete dell'ingresso, rappresentazione della Battaglia di Lepanto. Notate la raffinatezza di esecuzione dei due bambini seduti. Sull'altare maggiore, Vergine del Rosario con Santa Caterina e 5. Domenico di Carlo Maratta. Su ogni angolo della navata, panchette in ebano con applicazioni di madreperla. Proseguendo per Via Valverde si sbocca in Via Roma. Imboccate Via Bàra che fiancheggia il lato destro delle Poste Centrali (1933) e conduce a Piazza Olivella dominata dalla Chiesa di 5. Ignazio del XVII secolo.

IL MUSEO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA

Attiguo alla Chiesa, il Museo Nazionale d'Archeologia occupa gli edifici di un antico monastero del XVII secolo (aperto da martedi a sabato dalle 9.00 alle 14.00; la domenica e i festivi dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso il Luned i') La riorganizzazione in corso di numerose sale non permette di vedere tutte le collezioni. Si arriva prima in un piccolo chiostro del XVII secolo ornato da una fontana con una statua di Tritone; dopo, in un grande chiostro dove sono esposte opere romane. La maggior parte degli oggetti raggruppati nei tre piani del museo provengono dagli scavi effettuati in Sicilia. Particolarmente interessanti sono le metope dei templi di Seilnunte. Quelle del tempio C rappresentano la quadriga di Helios; Perseo assistito da Athena che massacra la Gorgone dalla quale nasce il cavallo Pegaso, Eracle che punisce i nani Cercopi. Quelle del Tempio E ci mostrano Eracle che lotta contro le Amazzoni, Era che si presenta a Zeus seduto che le scopre il viso, Atteone assalito dai cani sotto gli occhi di Artemide (Diana) e Atena che lotta con un gigante. Bisogna vedere anche le collezioni efrusche provenienti da Chiusi (dal VII al I secolo a.c.). Ma il pezzo più importante di questo museo èl'Ariete di Siracusa, meravigliosa opera ellenistica in bronzo dell'inizio del III secolo a.c. Uscendo dal museo, potreste imboccare la continuazione di via Bara che conduce in Piazza Verdi sulla quale si erge il più vasto Teatro d'Europa (7730 m2), il Teatro Massimo costruito fra il 1875 e il 1897 dagli architetti Basile padre e figlio. Fiancheggiando il teatro sulla sinistra e prendendo la terza via a sinistra, Via Favara, si arriva alla Chiesa di 5. Agostino del XIII secolo. Essa non ha conservato della sua costruzione primitiva che un portale sormontato da un rosone del XIV secolo. L'interno è decorato con stucchi di Serpotta (1711). Nella parte inferiore della navata, a sinistra, si apre una porta su un piccolo chiostro. All'angolo della chiesa, Via 5. Agostino vi permette di vedere il portale laterale attribuito a Gagini. Questa via, molto animata, sbocca in Via Maqueda, che si seguirà per ritornare ai Quattro Canti.

L'INESAURIBILE PALERMO

Queste tre passeggiate vi hanno permesso di vedere l'essenziale, ma restano ancora molte cose da scoprire. Palermo possiede non meno di ottanta chiese e di 50 palazzi monumentali Non tutti hanno lo stesso interesse, e il loro stato di abbandono ci ha spesso costretti ad eliminarli dai nostri itinerari. Per avere una idea completa della città, bisogna girare attraverso il dedalo di viuzze e penetrare nei vecchi quartieri o per lo meno in ciò che ne resta, avendo i bombardamenti dell'ultima guerra distrutto i più pittoreschi. Per arrivare nel quartiere moderno che inizia da Piazza R. Settimo, seguite la Via Roma, dopo Via E. Amari dove si gira a sinistra per sboccare sulla Piazza R. Settimo che continua fino a Piazza Castelnuovo. Queste due piazze formano il centro della città moderna, dominato dal Teatro Politeama, vasto edificio neoclassico in stile pompeiano, costruito nel 1874, che ospita la Galleria d'Arte Moderna. Ingresso sul lato sinistro in Via F. Turati, 10 (aperto dalle 9.00 alle 14.00; domenica dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso il Lunedi'; ingresso gratuito). Questo museo accoglie opere di artisti siciliani del XIX e del XX secolo. Davanti alla facciata del teatro si estende Piazza Castelnuovo fiancheggiata da palazzi moderni. Al n. 35 l'Ufficio dell'EPT (Ufficio di informazioni Turistiche - ff. 586122).

I GIARDINI DI PALERMO

Tra queste due piazze e sulla destra si apre il Viale della Ubertà, arteria elegante fiancheggiata da giardini: a destra Villa Bordonaro e Giardino Inglese, a sinistra un altro giardino pubblico nel quale si trova una statua equestre di Garibaldi. Palermo ha altri giardini pubblici come la Villa Giulia e l'Orto Botanico, situati all'angolo di Via Lincoln e Via Ponte di Mare, alla fine del Foro Italico. Villa Giulia, che risale al XVIII secolo, contiene ancora molte fontane tra le quali: il Genio di Palermo del Marabitti. L'Orto Botanico, attiguo alla Villa Giulia, occupa una superficie dii O ha. Questo parco botanico, allestito nell 785, contiene una grande varietà di piante e fiori europei e tropicali usati in medicina e nelle industrie chimica, tessile ed alimentare. Per visitarlo, chiedete al guardiano che vi accompagnerà, indicandovi le specie più rare. lì curioso edificio centrale, in stile egizio, è dovuto a un architetto francese: Léon Dufourny.

RICORDI NORMANNI

Il quartiere sud della città permette di vedere anche due chiese, abbastanza lontane l'una dall'altra. La loro visita può essere effettuata eventualmente al momento dell'escursione a Bagheria e Solunto. San Giovanni dei Lebbrosi. Uscite da Palermo per Corso dei Mille che inizia da Via Lincoln, a sinistra della Stazione Centrale. Il Corso attraversa il Fiume Oreto vicino al vecchio Ponte Dell'Ammiraglio, non più in uso dopo che il corso del fiume è stato deviato. La sua costruzione è stata realizzata da Giorgio d'Antiochia nel 1113. Subito dopo Piazza Scaffa, imboccate la prima via a sinistra, Vicolo 5. Capello, che conduce a San Giovanni dei Lebbrosi. Questa chiesa arabo-normanna fondata da Ruggero nel 1070 e terminata sotto Ruggero Il, è una delle più antiche del periodo normanno. Essa faceva parte di un lebbrosaio e di un castello arabo oggi scomparsi. L'interno è a tre navate separate da pilastri con cupola su pennacchi e tre absidi. S. Spirito, sul lato destro della Stazione Centrale imboccate Via Oreto e girate a destra in Via G. Palermo, che sbocca davanti al Policlinico. Proseguite poi per Via del Vespro, che, dopo avere attraversato un passaggio a livello, sbocca in Piazza 5. Orsola, davanti al Cimitero. La chiesa è all'interno del cimitero, sulla sinistra dell'entrata principale. Questo bell'edificio normanno (aperto dalle 9.00 alle 12.00) è stato costruito nel 1178 da Gualtiero Offamilio. Le fiancate e il transetto sono decorati da archi a sesto acuto con intarsi di pietra lavica. L'interno, recentemente restaurato, è molto austero. Vi si notano tre navate, separate da colonne, e una copertura ad armatura con tracce di pittura della decorazione originale. Nel coro sopraelevato, crocifisso di legno del XV secolo. Questa chiesa ha un valore storico poiché fu sul suo sagrato che, il martedi di Pasqua del 1282 all'uscita dei Vespri, i palermitani si sollevarono contro gli angioini.

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