SECONDO ITINERARIO: DAI QUATTRO CANTI AL MARE

 

Prendendo i Quattro Canti come punto di partenza, seguite sulla destra il Corso Vittorio Emanuele che continua fino al mare passando davanti alla chiesa di San Matteo (XVII secolo). All'interno quattro statue del Serpotta. Subito dopo il crocevia di Via Roma, imboccate a destra la Via P. Paternostro che conduce alla Chiesa di 5. Francesco d'Assisi (aperta dalle 9.00 alle 12.00). Questa splendida costruzione del XIII secolo fu spesso rimaneggiata specialmente dopo il terremoto del 1823 e i bombardamenti dell 943. Un restauro recente le ha restituito il suo aspetto originale. Sulla facciata, bel portale gotico del XIV secolo a linee spezzate, sormontato da tre affreschi e da un rosone. All'interno, le tre navate sono separate da arcate gotiche. Nel soffitto, volte triangolari in legno dipinto. Nella navata centrale, statua di G. Serpotta, e sulla navata laterale, cappelle gotiche e rinascimentali di cui la maggior parte contenenti statue e rilievi della scuola del Gagini. Nel coro, stalli del XVI secolo e nell'abside di destra, cappella dell'Immacolata in marmo policromo. Sulla sinistra della chiesa, al n. 5 di Via Immacolatella, rivolgendovi al guardiano potrete vedere l'Oratorio di San Lorenzo. Decorazioni di stucchi dovuti al Serpotta, con dieci statue allegoriche e scene di vita di San Lorenzo e di San Francesco. Nei due lati della navata, sedili ad intarsio incastonati con madreperla e avorio. Sull'altare si trovava una grande tela del Caravaggio del 1609 "la Natività" rubata nell 969. Ritornate in Corso Vittorio Emanuele e proseguite sulla destra fino a Piazza Marina, la cui fontana del 1698, detta del Garraffo è sormontata da una statua dell'Abbondanza. Il centro della piazza è occupato dal Giardino Garibaldi costituito in massima parte da magnifici Ficus Magnolias sotto i quali numerosi busti di statue mutilate sembrano essere stati oggetto del giuoco del tiro al fantoccio. Questo giardino meriterebbe di essere meglio tenuto e preservato. Bisogna farne il giro, cominciando dalla destra, per vedere molti monumenti interessanti ma spesso malandati. Nel primo lato della piazza, la Chiesa di 5. Maria dei Miracoli del 1547, attribuita a F. Gagini. Al n. 46, il Palazzo 5. Cataldo ornato da belle finestre gotiche. Più lontano al n. 60,il Palazzo Chiaramonte dell'inizio del XIV secolo. Questo beIl'edificio è in corso di restauro da più di dieci anni; speriamo che sia valorizzato poiché è ricco di ricordi storici. Andrea Chiaramonte, ribellatosi al Re di Aragona, fu decapitato davanti alla sua facciata e, nel 1535, Carlo V vi riuni' il Parlamento Siciliano. A sinistra, all'angolo con il Corso V. Emanuele, si erge la Chiesa di 5. Maria della Catena il cui nome deriva dalla catena che chiudeva un tempo l'ingresso al porto durante la notte. Questa chiesa eretta nel XV secolo, presenta una sintesi degli stili gotico-catalano e rinascimentale. Si trova al sommo di una scalinata e prima dell'ingresso vi è un portico dalle arcate abbassate che ospita un basso-rilievo di B. Gagini. L'interno (aperto dalle 9.00 alle 12.00>, a tre navate separate da colonne a capitello, possiede delle belle volte gotiche. Nella seconda cappella a destra, più profonda delle altre, altare a baldacchino della scuola del Gagini. Nella terza, Madonna e Angeli, rilievo del 1400. Nel coro, sarcofaghi del XV secolo. 

LA KALSA, GRANDEZZA E DECADENZA 

Costeggiate dall'esterno il lato destro della chiesa per passare sotto Porta Feilce, unico resto importante di questo quartiere storico molto danneggiato nel corso dell'ultima guerra. Si sbocca in seguito al Foro Itailco, largo viale in riva al mare e che seguirete sulla destra. Questa passeggiata molto famosa nel XVIII e nel XIX secolo è stata allargata dopo i bombardamenti e si presenta ora come un vasto terreno non ben delimitato. A 400 metri circa, lasciate il Foro Italico superando a destra, la Porta dei Greci che si apre su Piazza della Kalsa, deformazione della parola araba "Khalcsa" che significa eccellente o scelto; poiché questo quartiere, vicino al mare, era prima quello del sultano e della sua corte. Oggi, si presenta piuttosto sotto l'aspetto di isolati insalubri circondati da strette viuzze. Ma questa parte di Palermo, pittoresca e popolare, nasconde numerosi monumenti, testimoni del suo antico splendore. Bisogna passare, in fondo alla piazza, davanti alla facciata barocca della Chiesa di 5. Teresa del XVII secolo, per seguire il seguito la Via Torremuzza, sulla destra, fino alla Chiesa della Pietà. La sua sontuosa facciata, ispirata alla scuola barocca di Roma, minacciava di crollare e ha dovuto essere consolidata con un muro di calcestruzzo. Il suo ingresso si trova in Via Alloro. L'interno contiene degli affreschi di Borremans (nel coro), bellissime tribune e cancellate in legno dorato. Nella terza cappella a sinistra, Pietà di Vincenzo da Pavia del XVI secolo.

LA GALLERIA NAZIONALE DELLA SICILIA 

Proseguendo per Via Alloro si arriva al Palazzo Abatellis costruito tra il 1490 e il 1495 da Matteo Carnalivari. Questo palazzo, che ospita la Galleria Nazionale di Sicilla, possiede una elegante facciata di stile gotico-catalano rinascimentale ornata di belle finestre. È sormontato da due torri merlate abbellite da scarichi per le acque. Un ricco portale sormontato da blasoni dà su un cortile quadrato con portico, loggia e scala all'aperto. Questo museo (aperto dalle 9.00 alle 14.00; domenica dalle 9.00 alle 13.00; chiuso il lunedi') permette di visitare l'interno di un palazzo siciliano e di ammirare una collezione di opere eccezionali presentate con gusto indiscutibile. In sedici sale sono radunate sculture e pitture di gran pregio. Tenuto conto della ricchezza artistica della Sicilia, si potrebbe temere un ammassamento di opere disuguali, dal momento che ciò avviene troppo spesso. Ma non è vero, anzi al contrario. Vedrete al pianterreno una selezione delle più belle sculture dei Gagini e di Laurana, artisti di cui troverete le opere nella maggior parte delle chiese tanto la loro produzione è abbondante. Una sala intera è dedicata all'esposizione del "Trionfo della Morte", splendido affresco di artista anonimo risalente al XV secolo e proveniente da Palazzo Sclafani. Fra le opere esposte al primo piano, interamente riservato alla pittura che va dal XVI al XVIII secolo, bisogna segnalare l'Annunciazione di Antonello da Messina (1430-1479), la sua opera più celebre, dipinta attorno all 473.

LE PIETRE RACCONTANO LA STORIA 

Al di là del museo si erge la Chiesa della Gancia dedicata a 5. Maria Degli Angeli e costruita sull'area di un ospizio. La sua sobria facciata del XV secolo, ornata di due portali gotici, è stata concepita nello stile spoglio delle chiese conventuali. L'interno, attualmente in restauro, contiene nella seconda cappella di sinistra una natività di Vincenzo da Pavia e, nella sesta cappella di sinistra, due rilievi di A. Gagini: Discesa ai Limbi e San Michele. È da questa chiesa e dal convento vicino che Francesco Riso, organizzò invano, nell 860 una insurrezione contro i Borboni. Con tredici dei suoi compagni, egli fu giustiziato. Due congiurati che si erano nascosti nelle tombe della chiesa riuscirono a fuggire qualche giorno più tardi praticando un'apertura nel muro chiamato in seguito "Buca della salvezza". Imboccate poi la prima strada a sinistra, Via della Vetriera, che conduce in gran terreno non delimitato. Sullo sfondo, si vede, in un giardino, l'abside della Chiesa della Magione, dedicata alla Santa Trinità. L'ingresso, sulla Via Magione, è preceduto da un portale barocco. In fondo ad un viale di lauri si erge la sobria facciata di questa chiesa a tre portali e arcate cieche, costruita dal cancelliere Matteo Ajello, intorno al 1150, in pieno periodo normanno, per un convento di cistercensi. Molto danneggiata dai bombardamenti essa è stata ammirabilmente restaurata. L'interno è a tre navate con colonne sapraelevate e arcate triangolari. Nell'abside di sinistra, bel portale del rinascimento. Chiedendo al guardiano, si possono vedere i resti di un chiostro del XII secolo. Via Magione, di fronte alla chiesa, conduce in Via Garibaldi. A destra, al n. 23 comincia la lunga facciata del Palazzo Aiutami-cristo, costruito dal 1490 al 1495 da M. Carnalivari. Della costruzione originaria non restano che il portale e qualche finestra, ma bisogna penetrare nel secondo cortile per ammirare il bel portico a loggia e colonne. Via Garibaldi continua fino a Piazza della Rivoluzione, cosi chiamata a ricordo dei primi movimenti rivoluzionari contro il regime borbonico nel 1848. Al centro, fontana con il Genio di Palermo. Proseguite per Via Aragona che passa davanti alla facciata classica della chiesa di San Carlo, e, al primo incrocio, girate a sinistra nella Via Alloro, per raggiungere Piazza Dei Vespri. Una lastra commemorativa sulla destra indica l'area del palazzo dove Jean de Saint-Rémy, governatore angiomo di Palermo, fu assediato con la sua guarnigione il Martedi di Pasqua del 1282.1 francesi massacrati durante l'insurrezione dei "Vespri Siciliani" furono seppelliti nel palazzo. Proseguendo per Via Alloro si passa davanti alla chiesa di 5. Anna con la sua monumentale facciata del XVII secolo ornata di statue (a destra, resti del cortile dell'antico convento), e si raggiunge Via Roma. Seguendola sulla destra si arriva al Banco di Sicilla, n. 185, che ospita il Museo Archeologico defla Fondazione Mormino (visita su richiesta durante l'orario di apertura della Banca). Questo museo raccoglie delle collezioni di ceramiche preistoriche e greche, di terracotte e diversi oggetti provenienti da scavi finanziati dalla fondazione Ignazio Mormino. Vi è anche una collezione di monete coniate in Sicilia.

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