Trieste, 28.08.2000
 

Egregio Sig. Montanelli,
alla fine della seconda guerra mondiale un’intera parte d’Italia, al suo confine orientale, fu disintegrata in larga misura svuotata di un popolo e di una cultura, e alterata in tutte le sue parti, compresa quella che, dopo la mutilazione, rimase all’Italia.
Ed è onesto riconoscere che su tutto ciò la sinistra italiana – di cui io mi sento parte – non ha avuto, purtroppo, niente da dire. Quando ha parlato, quasi sempre, avrebbe fatto meglio a tacere. La parte maggioritaria della sinistra italiana è stata colpevolmente cieca di fronte a questa realtà, come di fronte ad altre realtà consimili di altre parti d’Europa; e, per quel che riguarda la storia passata della mia parte politica, non voglio sottrarmi a questo giudizio. Più in generale, e anche in conseguenza dell’atteggiamento della parte maggioritaria della sinistra, ma non solo, su tutto ciò non vi è stata una riflessione della Repubblica: ci sono stati – e molto tardi – sussulti e discussioni su fenomeni di particolare efferatezza quali le foibe carsiche e istriane (anch’essi rimossi fino a qualche anno fa dalla nostra storia), ma non c’è stata mai una riflessione complessiva – a partire dai valori della democrazia repubblicana – su queste vicende. Sono vicende che riguardano gli esuli istriani, fiumani e dalmati, dispersi ora in tante comunità nelle città italiane, e in altri paesi; vicende che riguardano i “rimasti” in Jugoslavia, e che per decenni sono stati sottoposti, ancora fino a poco tempo fa, a ostilità e repressioni; vicende che riguardano la stessa Trieste, dove si sono accumulati più che comprensibili risentimenti e rancori nei confronti di un’Italia che aveva rimosso una tale tragedia nazionale e collettiva.
Oggi abbiamo visto bene tutti, italiani, croati e sloveni, e tutti gli europei, le conseguenze degli etnonazionalismi e delle pulizie etniche. Abbiamo compreso fino in fondo il carattere irrimediabilmente perverso di tutti i sistemi ideologici totalitari. Abbiamo imparato. Abbiamo compreso il valore sempre irrinunciabile della democrazia liberale e dei diritti umani. Perciò oggi, probabilmente, si possono aprire pagine nuove anche in tutta quest’area dell’Adriatico settentrionale.
Così come ci deve essere consapevolezza delle responsabilità che oggi ha l’Italia nei confronti della cultura e degli italiani della costa orientale dell’Adriatico. Mi riferisco alla minoranza italiana che vive in Slovenia e in Croazia, ma anche a qualcosa di più profondo, ai segni di una cultura veneta e italiana che ha connotato in profondità l’Istria e le coste dalmate. Rifiutando fino in fondo nazionalismi e irredentismi che hanno pesato nel passato, non dobbiamo essere meno severi sul conto di quelli altrui.
Sarebbe importante che il Parlamento della Repubblica, accogliendo l’appello inviatole nelle scorse settimane dal professor Camerini, senatore dell’Ulivo di Trieste, per un equo e definitivo indennizzo dei beni abbandonati dagli esuli istriani, desse un alto e significativo contributo, di giustizia e di futuro. Non si tratta, di un’iniziativa che mira soltanto a risarcire le vittime, ma di un atto che intende segnalare l’assunzione della piena consapevolezza, da parte della Repubblica, del costo che hanno pagato gli italiani del confine orientale, una storia che deve diventare parte della coscienza nazionale.
Le chiedo di sottoscriverlo e, se lo riterrà – come spero – opportuno, di darne notizia sul Corriere della Sera. Lo chiedo a lei, per l’autorità che le deriva dal non avere certamente commesso in questo campo gli errori che furono commessi dalla mia parte politica nel passato e perché la sua adesione, accanto a quella di esponenti della sinistra italiana e triestina, del Sindaco di Trieste Riccardo Illy e di quello di Gorizia, l’istriano Gaetano Valenti (F.I.) , potrebbe testimoniare che  la volontà di chiudere davvero un capitolo doloroso della nostra storia corrisponde a una esigenza democratica e nazionale del Paese, non a mere esigenze di immagine di una parte politica.

Stelio Spadaro
Segretario dei DS di Trieste
 
 
Lettera a Silvio Delbello
Risposta a Franco Juri
Lettera a Paolo Mieli
Lettera a Indro Montanelli
Lettera ad Azeglio Ciampi
La Venezia Giulia e l'Italia nell'integrazione europea

 
 
Indietro