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materiali didattici - filosofia

 

Dibattito sul copernicanesimo
pagina a cura di Francesco Fiordalisi

WB01472_.gif (437 byte) agli studenti è stata fornita una scelta antologica di brani degli autori interessati al dibattito
WB01472_.gif (437 byte) alla fine del lavoro di routine sull'argomento (spiegazione, studio del manuale, lettura e commento dei brani) sono stati invitati a immaginare un dialogo che avesse come protagonisti gli autori in questione
WB01472_.gif (437 byte) l'unica condizione posta è stata quella di rispettare il loro pensiero (per il resto libertà assoluta)
quelli che seguono sono i risultati di questo lavoro degli studenti
WB01472_.gif (437 byte) i brani di riferimento sono tratti da La rivoluzione scientifica: da Copernico a Newton, a cura di Paolo Rossi, Loescher, Torino, 1973 e sono di  G.J. Rheticus (pagg. 144-145), A. Osiander (pagg. 186-188), J. Keplero (pagg. 191-196), R. Bellarmino (pagg. 196-199). G. Galilei (pagg. 199-202), R. Descrtes (pagg. 203-205), nonché le pagg. 52-54 di G. Bruno, La cena delle Ceneri, Mondadori, Milano, 1995). Gli stessi brani si trovano anche in L. Ardiccioni - G. Zappitello, Antologia filosofica in quaderni, 2/I, La filosofia del Rinascimento e la Rivoluzione scientifica, G. D'Anna, Messina-Firenze, 1998, pagg. 84-93

WB01472_.gif (437 byte)ovviamente sono benvenuti commenti e critiche,
ma soprattutto ci piacerebbero nuovi dialoghi .

WB01472_.gif (437 byte) Comincia a leggere da dove vuoi libro1.wmf (3806 byte)
Ciani | De Michele | Leoncini | Mazzoni | Rinaldi | Marini | Jacopo Marini | Cavini

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Dialogo sul copernicanesimo.

BRUNO: Copernico, secondo la mia volgare et commune opinione, fu molto più grande di tutti i Tolomei e di quanti sulle orme di questi si mossero. Lui si liberò da alcuni presupposti falsi de la commune e volgar filosofia. Si è tenuto ben saldo in mezzo alla corrente di quanti, legati alle vecchie credenze, tentavano di travolgerlo. Tuttavia il discorso di Copernico è più matematico che naturale; rende più spedito e più comodo il calcolo teorico, ma non riesce ancora a fornire l’esatta e naturale struttura dell’universo. Copernico è l’alba del nuovo giorno che sarà illuminato…

BACON: Io non vedo un cambiamento radicale nel modo di pensare con l’introduzione di queste teorie riguardo ai moti sistematici del mondo. Anche Copernico in fondo cerca negli antichi una conferma delle sue ipotesi. Copernico è solo una correzione, un aggiustamento, ma non mette in discussione i principi primi, fondamentali, non è rilevante ai fini del rinnovamento del sapere. Le rivoluzioni scientifiche nascono con altri principi, in altro modo.

BRUNO: Il tuo ragionamento è per me irrazionale: come non rendersi conto di qualcosa di terremotante come la teoria eliocentrica, sposta tutto, tutta la concezione dell’uomo nell’universo. Un po’ di te?

BACON: No, ma se hai della cioccolata?

BRUNO: Si, te la porto…..Bacon: le scoperte di un astronomo come Copernico devono coinvolgere e coinvolgono immediatamente il filosofo e il teologo. Per questo io penso che nell’universo esiste un’unica sostanza eterna, non c’è distinzione fra potenza ed atto l’universo non può divenire qualcosa che già non sia. L’unicità e l’infinità dell’universo fanno scomparire le differenze per far coincidere gli opposti. Il sapere millenario che si è strutturato sulla certezza di punti di riferimento indiscutibili, adesso cambia, deve cambiare.

BACON: Buona la cioccolata..

BRUNO: Grazie ma rispondimi, non cambiare discorso..

BACON: Sono d’accordo, siccome l’universo non è più un insieme chiuso e armonico di sfere perfette, la conoscenza non ha più un orizzonte che la chiuda ma infinite possibilità di crescita indefinita.

BRUNO: Quindi solo in un numero infinito di mondi finiti può realizzarsi l’infinita grandezza di Dio, non c’è ragione di credere che egli abbia voluto fare solo uno o più mondi finiti. Ma ciò toglie la libertà a Dio non può essere tale quale non è, non può essere altro che quel che non può. Potenza e atto sono concetti applicabili ad enti mutabili e Dio non fa parte di questi. La volontà di Dio riassumendo non è libera ma coincide con la necessità.

BACON: Io suppongo quindi che l’aspirazione a conoscere la natura e a dominarla, non richiede nessun patto con il diavolo ma anzi mette in pratica l’originale progetto divino. E’ necessario riconoscere alla luce del peccato originale, la supremazia della religione in campo morale ma è altrettanto importante prendere coscienza degli effetti che quel peccato ha prodotto e continua a produrre sulla nostra facoltà di conoscere. La scienza è uno strumento quindi che l’uomo deve utilizzare per realizzare la fratellanza e il progresso.

BRUNO: Innanzitutto dobbiamo eliminare la superstizione dalla nostra mente. E credo anche che l’uomo possa elevarsi e farsi Dio, ne ha le facoltà. Però l’uomo deve inventare un sistema più che di ragionamento, di vita che lo porti soprattutto a ragionare e non a osservare, le sue prove sono o sillogismi dimostrativi.

BACON: Sono d’accordo riguardo al fatto di instaurare il dominio dell’uomo nel mondo, tuttavia credo che il metodo dimostrativo sillogistico-deduttivo, può essere applicato solo nei campi etici ma è assolutamente inutilizzabile per la conoscenza del mondo naturale. L’induzione cioè l’osservazione, l’esperimento non è una semplice enumerazione ma è un’interpretazione ed attraverso un’esclusione dei fatti interpretati ciò ci porta alla verità. La logica deve sciogliere i nodi del mondo.

BRUNO: Non sono totalmente d’accordo, comunque adesso è ora di andare….

BACON: Arrivederci Bruno, è stato un piacere…

BACON: Anche per me..

 

ANDREA CIANI IV B

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Dialogo filosofico fra sei uomini, un asino e un taglio di carne suina.

Tutto ciò si svolge in purgatorio, anche se sono sconosciute le ragioni che hanno portato questi spiriti a ritrovarvisi insieme

 

BRUNO: Le sofferenze sul rogo non hanno fatto che alleviare i tormenti che ho meritato di subire dopo la morte a causa dei miei peccati, e anche voi, ser Copernico, che avete avuto il coraggio di opporvi ai più potete vedere le vostre teorie rispecchiate nel vero.

COPERNICO: Dunque era vero! Mio caro Osiander, non ipotesi, come tu la chiamasti, ma realtà era il frutto delle mie osservazioni; ammira i movimenti celesti dei pianeti tutti intorno al sole e la via ellittica che solcano nel cielo.

OSIANDER: Oh Niccolò, confido che sia sufficiente la mia mortificazione affinché tu mi conceda il perdono, ma ben tu sai che non per odio del vero, ma per amore della tua incolumità mi accinsi a fare ciò che solo il coraggio che non ho mi avrebbe impedito.

 

Si volgono i tre odendo un accento esotico carico di biasimo.

 

TOLOMEO: Imperscrutabile è davvero la volontà di colui che creò la terra centro dell’universo, ché, come è consuetudine nei vostri barbari anni, l’amore che solo avrei condonato a costui, presuntuoso e fallace osservatore del creato che è cosa troppo perfetta per lasciarsi comprendere dai suoi occhi, è quello delle fiamme che avrebbero dovuto riscaldare il suo cuore sul rogo.

BRUNO: Riconosco come legittima la vostra reprimenda, se la rivolgete a quell’asino ignorante che tradì il frutto della vita del suo amico, giacché la viltà che fu sua accollò all’altro; infatti l’eroico furore che è la ricerca della verità non può venir meno neppure di fronte alla morte. D’altronde non c’è giustizia nella vostra parola se accusate il vostro collega polacco di fallacia, poiché egli ebbe il merito di migliorare le osservazioni da voi fatte, e non commise altro sbaglio se non quello di non riuscire a staccarsi completamente dalle credenze dei cosiddetti sapienti aristotelici.

OSIANDER: Mi dispiace di essere così male accolto in questo luogo di perdono, ma probabilmente ciò è dovuto all’inadeguatezza del mio ingegno, non illustre abbastanza per poter appieno comprendere le parole di uomini saggi come voi, e quindi scusandomi per la mia impertinenza mi recherò altrove giacché Dio perdona anche gli asini ignoranti.

TOLOMEO: Le mie azioni saranno simili nel risultato ma non nella ragione a quelle di questo insignificante pusillanime, dal momento che lo sdegno verso la vostra superbia mi spinge via, e non la viltà che pervade costui dopo come prima della morte.

 

Una voce appetitosa di salume scaturì da uno spirito a forma di pancetta.

 

BACON: Siete tutti degli ignobili sofisti e cavillatori incapaci della rivoluzione di cui il sapere umano necessita.

 

Al fianco del salume stava lo spirito di un illustre matematico, seguito da un gruppetto di docenti universitari che spettegolavano polemicamente alle sue spalle.

 

GALILEO: Finalmente ha abbandonato questo luogo l’astronomo del senso comune, il meno adatto a comprendere la realtà delle cose: egli è come il popolo, che può raggiungere il perdono di Dio pur non arrivando a capire la sua creazione. Come può egli dar torto a messer Copernico, che è in qualche modo l’iniziatore di un nuovo pensiero?

DOTTORE: Dunque Galilei fu ben dissimulata la tua falsità nel giorno del processo, e sì che tutto smentisti. Ma in cuor tuo mai accettasti il sapere del Filosofo, che pur dicevi di apprezzare. E’ anche vero che affascinanti erano alcune tue scoperte, e quasi incline sarei stato a crederle, se solo le avesse esposte Aristotele.

 

Tuonò una voce proveniente dal sottosuolo.

 

ARISTOTELE: Braci ardenti il mio avello, e come lame affilate in quelle che furono le mie membra martoria il mio spirito lo stolto blaterare di coloro che non solo non rispettano, ma addirittura oltraggiano colui di cui dicono l’insegnamento sia per loro fonte di sapienza. Ahi noi, sapienti di un tempo, chiamati spiriti magni da coloro che con la luce del proprio ingegno non giammai un castello, ma neppure una latrina sarebbero degni di rischiarare.

BRUNO: Giusto è il parlar del Sapiente: è cieco balbettare anche il più tonante discorso del felsineo dottore che non già comprende, ma soltanto imita la dottrina di Aristotele. Gli odierni dibattiti filosofici non sono che lo sciocco starnazzare dei due mendicanti ciechi che riscaldano i gradini dell’arcivescovado di Napoli, l’uno guelfo, fermamente convinto della propria fede politica, e l’altro ghibellino - non meno accesso, si badi! – disposti ad uccidersi a bastonate per idee che non comprendono.

BACON: Idoli, Idoli! Ma non vera sapienza.

GALILEO: Oh sciocco dottore bolognese! Falso è il tuo giudizio su di me, ma così infondato che non me ne curo, giacché un abisso separa gli aristotelici da Aristotele che avrebbe cambiato i suoi libri in favore dei nuovi risultati della ricerca scientifica.

BACON:    Aristotele, Platone, Parmenide, tutta feccia, ingannevoli millantatori!

ARISTOTELE: Più oltre non sopporterò le ingiurie di questo sordido figuro. Plato! Parmenis! Venite e fate di costui libagione! BACON PER TUTTI!

 

In conclusione, il saporito Francis venne divorato dai tre spiriti magni, che a pasto sì gustoso non erano certo avvezzi, nelle oscure profondità del Limbo.

 

GIUSTINO DE MICHELE IV B

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Dibattito sul copernicanesimo

1921, Italia

La prima guerra mondiale è finita da pochi anni e l’Italia sta vivendo un periodo di transizione che la porterà alla seconda guerra mondiale. L’Italia è un immenso campo incolto dove sorgono, qua e là, alcuni piccoli agglomerati cittadini. In mezzo a questi campi, fra strade appena segnate e boschi tenebrosi, cammina un uomo, Arnolfo, un semplice contadino che, durante la guerra, aveva perso tutto. Egli non sapeva né leggere né scrivere, ma andava, o meglio era andato finché aveva avuto una casa, regolarmente in chiesa. Una volta sentì dire che era iniziata una moda in città, secondo la quale le donne avrebbero sostituito la gonna con i pantaloni ed egli affermò "Una donna non indosserà mai i pantaloni, quanto è vero che il Sole gira intorno alla Terra!!". Dio, che era un accanito sostenitore del copernicanesimo, udì quest’affermazione e, irritato dal fatto che dopo quattro secoli, non si era ancora capito come "andava il mondo", decise che Arnolfo avrebbe dovuto comprendere. Così Dio mandò a chiamare San Pietro, Catone e Minosse, rispettivamente guardiani di Paradiso, Purgatorio e Inferno, e chiese loro un elenco aggiornato dei loro regni. Ricercò in questo elenco quei personaggi che avevano acceso e tenuto vivo il dibattito sul copernicanesimo, li mandò a chiamare e li fece condurre nella sala congressi del Paradiso. Dio, sebbene sostenitore del copernicanesimo, aveva fama di essere imparziale e quindi era suo dovere dare spazio alle due concezioni avverse. A questo punto inviò in Terra un angelo che prese Arnolfo, mentre dormiva, e lo portò a cospetto di Dio. Dopo le presentazioni di rito, Arnolfo si accomodò a capotavola, di fronte a Dio, e il dibattito ebbe inizio.

 

Rheticus: Fino ad ora si è a lungo dibattuto e si è cercato di spiegare interpretando in differenti maniere i fenomeni quali il movimento diretto, stazionario e retrogrado, con il sistema tolemaico, senza riuscirci a pieno. Il mio maestro Copernico dimostra che tutti questi fenomeni possono essere spiegati mediante il moto uniforme del globo terrestre. In tutto questo è presente sicuramente qualcosa di divino, poiché la vera intelligenza delle cose celesti dipende dai movimenti uniformi e regolari del solo globo terrestre.

Osiander: E’ senz’altro vero che la teoria copernicana riesce a far quadrare i conti, ma è altrettanto vero che l’astronomo ha il compito di comporre, mediante un’osservazione diligente ed abile, la storia dei movimenti celesti e quindi cercarne le cause. Ma l’astronomo, poiché non è possibile cogliere le cause vere, è costretto a immaginare ed inventare delle ipotesi qualsiasi sulla cui base questi movimenti possano essere calcolati con esattezza conformemente ai principi della geometria.

Copernico: Assassino, traditore! Io mi ero fidato di te e mi hai ricambiato così? Sei cosciente che per causa tua sono morto? Non sarei stato colto da infarto se solo non avessi mai ricevuto quella copia della mia opera e non avessi letto quella prefazione! Sai che hai acceso un dibattito che poteva far anche morire le mie idee? Meriteresti l’Inferno!

Dio: Copernico calmati! Spetta a me decidere le sorti delle anime, comunque, per la cronaca, il tuo amico Osiander c’è già all’Inferno.

Copernico: Perdonami, mi sono lasciato prendere la mano.

Bruno: Io credo che Osiander sia un asino ignorante e presuntuoso! Non so se era tuo intento salvaguardare l’autore, so soltanto che così facendo hai reso i lettori prevenuti verso l’opera del mio caro Copernico, sminuendola.

Dio: Oh Giordanino! Ti metti anche te ad offendere? Non ti sembra un po’ eccessivo? Per la tua tendenza iraconda, per il caratteraccio, stai ancora scontando una pena in Purgatorio, quindi è bene che righi dritto, intesi?

Bruno: Intesi! Ma ora vorrei continuare. Ho trovato testimonianza di alcuni che ritengono che la concezione astronomica di Copernico fosse un’ipotesi motivata solo dalla maggior semplicità dei calcoli. Se ciò fosse stato vero, Copernico avrebbe capito veramente poco dell’Universo. Ma Copernico non si limitò solo a dire che la Terra si muove, egli dice anche che le opinioni dei filosofi sono molto lontane da quelle del popolo, indegne di essere seguite. Egli voleva condurre ad un’opinione comune sia i filosofi, sia gli astronomi, per questo gli si deve concedere la libertà di porre la Terra in movimento, per fare dimostrazioni più ferme rispetto a quelle fatte dagli antichi. Da queste parole non si può trovare riscontro che egli dubiti di quello che ha affermato, egli infatti nel suo primo libro non solo fa ufficio di matematico, ma anche di fisico, per dimostrare il moto della Terra.

Keplero: Ed io non posso che appoggiarmi a quanto detto da Giordano. Egli mi dette fiducia fin dall’inizio, in quanto notavo una perfetta concordia fra le opinioni copernicane e i fenomeni celesti. Inoltre egli spiegava e dava ragione a fenomeni che altri avevano dichiarato inspiegabili, togliendo ogni motivo di meraviglia che risiede sempre nel non conoscere le cause.

Copernico: Vi ammiro e vi ringrazio molto miei amici. Ma dimmi Keplero, cosa ne pensi dell’opera di Rheticus?

Keplero: La sua opera, la Narratio, credo possa spiegare come la meraviglia rispetto ad un fenomeno non sia altro che una conseguenza dell’ignoranza delle cause. Ma sono in disaccordo con coloro che affermano che tu sia arrivato alla dimostrazione in modo accidentale, che conclude qualcosa di vero partendo da false premesse.

Copernico: Ma ciò è un’infamia, una menzogna!

Bruno: E’ intollerabile e assurdo…

Dio: Basta! Fate silenzio, non credo che Keplero abbia concluso il suo intervento! Prosegui, per favore.

Keplero: Infatti, stavo per dire che credo che se fosse arrivato a una conclusione vera, partendo da false premesse, non sarebbe stato in grado di poter difendere la sua asserzione. Ritengo che egli possa dimostrare tutti i fenomeni che appaiono nei cieli, sulla base della sua ipotesi. Copernico nega le antiche ipotesi, ma non quelle che forniscono una stabile causa delle apparenze e che si accordano con l’osservazione. Aggiungo, infine, che può accadere che una medesima conclusione risulti da due premesse differenti per la specie in quanto appartenenti al medesimo genere e che in virtù di questo genere accada ciò di cui si tratta. Tolomeo se dimostrò alcuni fenomeni, non lo fece ricorrendo ad un termine medio falso e accidentale, bensì egli sbagliò la formulazione della legge logica, in quanto ritenne che certe cose si verificassero per la specie quando invece avvengono per il genere. Le ipotesi di Copernico sono più consone nei confronti della natura, rispetto a quelle di Tolomeo, la natura ama la semplicità e l’unità, in essa non c’è niente di inutile o superfluo.

Dio: Ed ora ha parli il nostro cardinale Bellarmino che ha, ormai da molto, la mano alzata. Parla pure, ma mi raccomando niente offese, ricorda che sei in Purgatorio per quella tua tendenza all’ingordigia e per la contraddizione della teoria copernicana, quindi, dopo che hai esposto la tua teoria, cerca di capire ciò che hanno detto gli altri e di convincerti che sia la verità, chissà se non ti permetterà di fare un passo verso la Salvezza?

Bellarmino: Per ora, caro Dio, non per essere arrogante, ma per far capire meglio al nostro Arnolfo la questione, perché credo che questo sia lo scopo di questo incontro, parlerò delle idee che avevo promosso e sostenuto quando ero in Terra, e delle quali ancora non sono riuscito a staccarmi a pieno. La mia Salvezza ora non è importante. Credo che quello che è il mio pensiero lo abbia esposto in una epistola inviata al signor Galileo e a Foscarini, mio amico. Mi sento in dovere di dire che era conveniente accettare le idee rivoluzionarie da un punto di vista matematico, perché sposare la causa di Copernico era pericoloso in quanto poteva irritare filosofi e teologi e poteva nuocere alla Santa Fede. Contraddire le Scritture voleva dire anche andare contro i Santi Padri, interpreti delle stesse, e la Chiesa non poteva tollerarlo. Non era tollerabile nemmeno dire che questa non era materia di fede, perché è evidente che se compare all’interno delle Sacre Scritture è parte integrante di esse e negare la veridicità di questo aspetto, voleva dire negare la veridicità delle stesse. E infine, se la teoria di Copernico fosse vera si dovrebbe trovare un modo per non contraddire le Sacre Scritture, dettate dallo stesso Spirito Santo, e questo non è stato trovato…

Galilei: Ma questa è una mala interpretazione di quello che avevo detto! Mi rendevo conto che queste idee erano pericolose per me, ma era mio dovere mostrare al mondo la loro veridicità. Io non ho mai negato l’esattezza delle Scritture, ho solo detto che, per alcuni aspetti, era doverosa un’interpretazione non letterale. Infatti anche i Santi Padri non interpretarono alla lettera tutto il Vecchio Testamento. Se non avessero fatto ciò, il nostro Dio, poteva apparire iracondo e vendicativo, e potevano essergli attribuiti altri aggettivi tipici degli uomini!

Dio: Giusto! Verissimo!

Galilei: Ciò non era chiaramente possibile. Allo stesso modo andavano e vanno interpretate le Scritture per quanto riguarda questioni che, come questa, dicono come vadia il cielo.

Bellarmino: Scusa Galileo, ma non credo a quello che hai detto, inoltre volevo aggiungere un’ultima cosa. Se la teoria di Copernico fosse vera, come stavo dicendo, con quello che hai detto non è affatto vero che tu non vai contro quanto affermato nelle Scritture. Inoltre ritengo impossibile dimostrare che il Sole stia nel centro dell’Universo e la Terra nel cielo, e in questo caso non si deve contraddire l’interpretazione dei Santi Padri. L’errore che volevi dimostrare con l’esempio della barca, della relatività del movimento quindi, non può accadere perché, come colui che è sulla barca si rende conto che è lui che si sta muovendo e non la terra, così è chiaro per noi che è il Sole che si muove e non la Terra. Nessun saggio ha pertanto il bisogno di correggere tale errore, perché tale errore non esiste.

Galileo: Come al solito, la tua mente è ottusa come un angolo di 179°! Ho ribrezzo della tua chiusura a innovazioni e della tua taratura mentale! Quindi non per te, in quanto inutile, ma per il nostro Arnolfo, continuerò a parlare del mio pensiero. Come stavo per dire, prima che tu mi interrompessi, Copernico non fu solo ad appoggiare la sua teoria, egli fu, infatti, indotto a pubblicare la sua opera da un tuo collega, Tiedemann Giese, vescovo di Kulm, e di Nicolas Schoeberg, cardinale di Capua! Copernico, finché rimase nelle vesti di astronomo, si era rifatto alla teoria di Tolomeo, se non che si mise nei panni del filosofo e si rese conto che, sebbene questa teoria fosse giusta se analizzata nelle singole parti, tuttavia questa veridicità andava perduta quando si tentava di dare una visione generale, che riunisse i vari aspetti. Così iniziò a cercare una costituzione dell’Universo veritiera, e la trovò in questa teoria eliocentrica. Una volta raggiunta questa teoria egli era turbato e combattuto sul da farsi: non sapeva se era conveniente e giusto pubblicare la sua opera, ma i tuoi colleghi, come ho detto in precedenza, lo spinsero a farlo, e lui lo fece.

Dio: Mi sembra che il dibattito possa concludersi con questa affermazione. Ringrazio voi tutti per l’attenzione e il tempo prestati da voi generosamente (anche perché non vi era possibile rifiutare e non credo che questo tempo conti molto rispetto all’eternità). Ora potete tornare ognuno al regno di appartenenza. Ma prima sentiamo un po’ quello che ha compreso il nostro umile Arnolfo su tutto questo.

 

Tutti i partecipanti al dibattito rivolsero lo sguardo verso Arnolfo, che fino ad ora era rimasto silenziosamente nell’ombra. Egli stava toccando con una mano la superficie levigata del tavolo di noce cui erano riuniti. Quando avvertì che Dio e gli altri lo stavano fissando e che stavano aspettando una sua risposta chiuse gli occhi, pensò per alcuni istanti. Poi aprì improvvisamente le palpebre, guardò dritto in faccia Dio e iniziò a parlare.

Arnolfo: Il discorso è stato lungo, ma credo di aver afferrato il concetto. In definitiva questa riunione porta a concludere che prima o poi sarò costretto, mio malgrado, a vedere le donne con i pantaloni, vero?

 

Il dialogo è stato costruito da

Emanuele Leoncini

La cornice è stata ideata da

Emanuele Leoncini

Ci scusiamo verso tutte le persone religiose per questa mera e forse inutile impersonificazione di Dio e per le sue idee copernicane.

Speciali ringraziamenti per il calzolaio di Sambuca che ha, a sua insaputa, prestato il nome per il nostro simpatico contadino

Speciali ringraziamenti anche a San Pietro, Catone e Minosse che ci hanno fornito gentilmente i personaggi per questo dibattito

Ringraziamo infine gli angeli del Paradiso che con infinita gentilezza hanno annullato il loro incontro di canto, per far avvenire questa discussione

Speciali ringraziamenti anche al prof. Ardiccioni che, oltre ad aver offerto il materiale per rendere il dibattito più interessante e veritiero, ci ha anche offerto l’occasione per comporlo ed articolarlo in modo personale e originale

La storia di Arnolfo è di pura invenzione, eventuali riferimenti a fatti o eventi reali sono del tutto casuali

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DIBATTITO SUL COPERNICANESIMO

 

Rheticus – Keplero – Galilei – Osiander – Bruno – Bellarmino – Descartes

 

RETICUS : "Io credo fermamente nella teoria di Copernico poiché egli è il primo e l’unico che è riuscito a spiegare il moto retrogrado dei pianeti e in quanto le sue affermazioni, dimostrate matematicamente, sono contraddistinte dalla loro semplicità, armonia e perfezione, che sono le principali caratteristiche di un progetto divino."

KEPLERO: "Io sono d’accordo con te, nell’affermare che la tesi copernicana rispecchia la realtà effettiva dell’universo, in quanto, al contrario della visione tolemaica (confusa e complessa), è semplice e chiara, e giacche la natura ama la semplicità e rifiuta tutto ciò che è superfluo e inutile, essa non può altro che rispecchiare la realtà divina. Inoltre Copernico riesce a dare una spiegazione chiara a tutti i fenomeni celesti e a chiarire ogni dubbio su tale questione."

GALILEI: "Anche io penso che la concezione tolemaica dell’universo sia troppo complessa e artificiosa (una mostruosissima chimera) e credo inoltre che Copernico abbia seguito il metodo deduttivo, in quanto riscontrò nei fenomeni celesti l’esattezza dei suoi calcoli matematici. Tengo a sottolineare pure che egli è da considerare un contemplatore della natura, intento a cercare la verità attraverso fermissime dimostrazioni e sensate osservazioni, piuttosto che un puro astronomo."

OSIANDER: "No , non sono affatto d’accordo con te Galileo, perché Copernico non è nient’altro che un buon astronomo, in quanto compito dell’astronomo è osservare il cielo e i fenomeni celesti e cercare di formulare delle ipotesi che siano verosimili alla realtà, ma che non potranno mai essere reali. Per questo Copernico non è altro che un fervido immaginatore, che piega i calcoli matematici alla realtà celeste."

BRUNO: "Non è affatto vero quello che dici, tu sei solo un asino ignorante e presuntuoso, e Copernico è riuscito attraverso calcoli matematici a cogliere la pura e semplice verità celeste."

BELLARMINO: "No , vi state sbagliando tutti, perché la teoria di Copernico è solo una supposizione, e come tale deve essere intesa. Finché essa non sarà dimostrata in modo convincente, le Sacre Scritture non potranno essere riviste o reinterpretate. Inoltre il Concilio ha proibito di reinterpretare le Scritture senza il comune consenso dei Santi Padri."

DESCARTES: "Ciò che tu affermi è vero , infatti tu stesso Galileo sei stato processato dalla Chiesa per le tue convinzioni rivoluzionarie, però questo non significa che ciò sia giusto. Io stesso infatti ho bruciato le mie opere copernicane per paura di essere accusato e processato."

 

TOMMASO MAZZONI IV B

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Lo Scienziato Incauto

1584, XVIII secoli dalla nascita di Aristotele, Galileo Galilei e il giovane Giovanni Keplero si dirigono insieme sulla collina dove si trova la tomba dell’antico filosofo.

GALILEO: M’avean detto che un’era un viaggio rilassante quello pe’arrivà fin qui, ma ci teneo a portar omaggio a sì gran fiolosofo.

KEPLERO: Sai, Galileo, pensavo che tu ritenessi Aristotele non più di un mediocre pensatore, ogni tuo insegnamento contrasta completamente con la scienza aristotelica!!

GALILEO: Caro Giovanni, tu sa’ che io un’posso far a meno di celebrarlo per il su’grande rigore scientifico, ma forse tu’gnori quanto io lo stimi per l’aiuto che m’ha recato nella richerca di metodo giusto da seguire. Secondo la mi’conoscenza quello giusto si basa sull’importanza delle esperienze e sulla necessità delle dimostrazioni ma già secondo la conoscienza d’Aristotele la logica ella dovea porre le condizioni della realtà e allo stesso tempo garantirne la veridicità attraverso delle prove.

 

Un uomo, anch’egli alla tomba di Aristotele, scoppia in una risata quasi isterica.

 

GALILEO: (rivolto verso Keplero) Icche gl’ha costui da ridere ?

BACON: Rido perché hai detto un mucchio di stronzate !! (continua a ridere e poi con tono irrisorio) Mi dispiace che voi poveri stolti non sappiate leggere ciò che scriveva Aristotele, ma voglio essere così gentile da illuminarvi, com’è che lui giustifica il sillogismo attraverso l’esperienza sensibile ? (retoricamente) Forse ricorrendo al metodo induttivo, all’ epagoghé ?

GALILEO: (quasi arrabbiato) Chi tu se’ te pe’ rivolgerti a noi con un tono così superbo?

KEPLERO: Credo che egli sia Francis Bacon.

GALILEO: (verso Keplero) Bacon ? (verso Bacon) Un’tunn’eri quello che daa a Aristotele di "deprecabile sofista"? Un’tunn’eri te quello che dicea che un’bisognaa guardare gli antichi ? O come mai ora tu se’ qui a dimmi che l’è staco lui i’primo a usare il metodo induttivo ?

BACON: Beh...

KEPLERO: Ma guarda che ignorante presuntuoso e incoerente !!

BACON: (è molto irritato e dà uno spintone a Keplero) Stai zitto tu che pensi di fare la rivoluzione spostando il centro dell’Universo!

GALILEO: (gli dà un pugno in faccia e parla quando Bacon è ormai a terra) Eh tu mi sembri più bischero te, che tu la vo’ fa’ collo sperimentalismo empirico, pensando che la natura ella sia tutt’eguale !

KEPLERO: (cercando di calmare Galileo) Ei, Galileo, guarda chi sta arrivando laggiù. Mi sembra il cardinale di Montepulciano, quello che crede ancora che Copernico sia solo un matematico e un fifone.

 

Il cardinale Bellarmino raggiunge la cima della collina seguito da una decina di persone.

 

CARD. : (vedendo Bacon a terra) Che cosa mai è accaduto qui ?

GALILEO: ... uno scambio d’opinioni, (ironico) cardinale.

CARD. : Non c’è che dire, avete un bel modo di discorrere voi e per di più in un luogo sacro.

KEPLERO: Ma per quale motivo, Eccellenza, un membro così ragguardevole del Clero, se posso permettermi, viene alla tomba di un pagano ?

CARD. : (alla folla indicando Bacon) Aiutatelo.(verso Keplero) Vede signor ?

KEPLERO: (meravigliato di non essere stato riconosciuto) Keplero.

CARD. : Vede signor Keplero anche gli uomini di Chiesa sanno apprezzare la poetica e la filosofia e riescono a capire l’importanza di tali facoltà intellettive.

GALILEO: (sarcastico) Sì, come gl’hanno capito quella di Copernico.

CARD. : (riconosciuto Galileo cerca di non considerarlo) Caro signor Keplero, lei è ancora molto giovane e sarebbe meglio per lei e per il suo futuro che frequentasse il meno possibile persone di tali oponioni (getta un’occhiata di disprezzo verso Galileo) perchè non fanno altro che nuocere alla religione cristiana.

GALILEO: (ostentando calma e pacatezza) Vede Eccellenza, io mi son’ sempre consideraco un ottimo cristiano, un fedele seguace della dottrina di Cristo, ma questo lo deo proprio fare.

(lo colpisce ripetutamente al volto).

Il cardinale Bellarmino, dimostrando grande ingegno, prese l’occasione al volo e fece finta di essere morto. Galileo fu processato per il suo omicidio dal Sant’Uffizio, gli fu offerto un patteggiamento, secondo il quale avrebbe dovuto dichiararsi colpevole dell’omicidio di Bellarmino: ciò era sufficiente alla Chiesa per screditare ogni sua teoria scientifica .

Alla fine del discorso che lo scienziato toscano recitò per ammettere la sua colpevolezza disse "eppur si mosse, dopo che l’ebbi colpito".

David Rinaldi IV B

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Dibattito sul copernicanesimo

Campanella – Bruno – Bellarmino – Osiander – Copernico

Copernico e Bruno nello studio di Copernico.

DRIIN

COPERNICO: Chi è?
BRUNO: Sono io.
COPERNICO: Oh, Giordano entra.
BRUNO: Come va?
COPERNICO: Abbastanza bene, sto riscrivendo i sette assiomi…
BRUNO: Che sei impazzito, se ti becca l’inquisizione sono affari tuoi…

DRIIN

BRUNO: Chi sarà?
COPERNICO: Ora si guarda…

Copernico guarda dall’occhiolino della porta, vede Osiander e Bellarmino…

COPERNICO: Porca vacca, si parla del diavolo…
BRUNO: Non saranno mica quelli dell’inquisizione?!?
COPERNICO: Bingo! Ci sono Osiander e Bellarmino…
BRUNO: Mmmmmh…Sento puzza di bruciato, meglio chiudersi in bagno!
COPERNICO: Prego, entrate.
BELLARMINO: Bando alle ciance, non fare il furbo, dicci dov’è Bruno, l’hanno visto entrare in questa casa.
COPERNICO: Non so di cosa sta parlando…
OSIANDER: Io e te bisogna fare un discorsino.
Bruno in bagno sta ascoltando attentamente
BRUNO: Ma senti quell’asino presuntuoso…
COPERNICO: Mi dica, Osiander…
OSIANDER: Senti, le tue teorie eliocentriche non sono proprio teorie, sono solo ipotesi, vero?
COPERNICO: No no guarda che non sono ipotesi, sono scientificamente provate

Copernico prende alcuni fogli con disegni e conti

OSIANDER: Brucia questi scarabocchi, sennò i luterani mi chiederanno la tua testa…
BELLARMINO: Insieme a quella dell’amico Giordano…
BRUNO: (Dal bagno) Ma senti bellini tutti e due, con quell’atteggiamento sofistico, vogliono parare da tutte le parti, se è nero non è bianco e viceversa, mentre per loro è tutto grigio.

DRIIN

COPERNICO: Chi è?
CAMPANELLA: Scusi, ha per caso visto Galileo?
COPERNICO: (Imbarazzato) Non so nemmeno chi sia.
BELLARMINO: Bono anche quello…
CAMPANELLA: Scusi, ma chi c’è di la?
COPERNICO: No, nessuno, due inquisitori.
CAMPANELLA: Ah, scusi ma ho fretta, arrivederci…
OSIANDER: Fermati, Fermati, Bellarmino, quello è Campanella…
BELLARMINO: Madonna bona, piglialo piglialo.

Escono tutti e due di fretta.
Bruno esce dal bagno

BRUNO: Oh Niccolò, tutto ok?
COPERNICO: Si si… Via libera!
BRUNO: Va bene via, ci si risente.
COPERNICO: Si mi raccomando stammi bene…
BRUNO: (si tocca) Si si, ma non gufare…

Bruno esce dalla stanza.
Il giorno dopo viene arrestato, poi processato e condannato al rogo… il suo ultimo pensiero fu rivolto alle ultime parole di Copernico…

MARINI ________

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Dibattito sul copernicanesimo
Bellarmino, Osiander, Rheticus, Keplero, Galileo, Descartes.

 

Rheticus, Bruno, Keplero, Galileo, Descartes seduti ai banchi della scuola serale.

 

KEPLERO: I’ che c’era per oggi?

RHETICUS: E c’era da leggere il "De revolutionibus orbium caelestium" di Copernico.

KEPLERO: Ie unnò mica letto, i che diceva?

RHETICUS: E dice che la terra gira intorno al sole, semplice no?!?

KEPLERO: Davvero, finalmente l’hanno capito, così ci si libera dell’oneroso e inutile apparato di tante numerose sfere grazie a questa semplice tesi.

BRUNO: Scusate, ma unnò capito chi è quell’asino ignorante e presuntuoso che ha scritto la prefazione

….(intanto entra il prof. Osiander)

OSIANDER: Ripeti un attimo?

BRUNO: I che l’ha scritta i profe?

OSIANDER: Certo, per farvi capire che Copernico ha fatto un’ipotesi, infatti non ha niente a che fare con la situazione reale dell’universo.

BRUNO: Io non ci verrò più a scuola con un profe che non capisce un c…..

GALILEO: E c’ha ragione, perché quelle di Copernico non sono ipotesi, ma teorie di un contemplatore della natura intento a cercare la verità attraverso sensate osservazioni e fermissime dimostrazioni; mene vado anch’io perché voglio seguire questo stesso metodo, fondato sulle sensate esperienze e sulle dimostrazioni necessarie.

DESCARTES: Gliè vero Galileo, aspettami che ora mi metto a fare una ricerca per capire chi c’ha ragione, anche e io unn’avrei mai pubblicato quel libro perché se ti piglia l’inquisizione…

Mentre gli studenti escono adirati dall’aula entra il cardinale Bellarmino.

OSIANDER: Era l’ora che t’arrivassi.

BELLARMINO: Indo vanno quelli?

OSIANDER: Non sono d’accordo sulla mia prefazione al "De Revolutionibus".

BELLARMINO: La tua? Credevo l’avesse scritta Copernico, ecco perché un ci capivo nulla; comunque ci vorrebbe una dimostrazione vera.

OSIANDER: Ma che…

BELLARMINO: Forse t’hai ragione, unnè possibile che la terra giri intorno al sole.

OSIANDER: Bravo, t’hai capito finalmente.

JACOPO MARINI , IV B

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Dialogo sul copernicanesimo

 

Personaggi:
Niccolò copernico
Francis Bacon
Galileo Galilei
Giordano Bruno
Due ufficiali

24 maggio 1543 -- a casa di Niccolò Copernico

Tutti : Cin, cin ! ! ! Al De rivoluzionibus ! !

Bacon : Buono questo vino, dove l’hai trovato Galileo ?

Galileo : Me l’ha regalato un tizio di Montalcino prima che andassi a Padova, non c’è male, vero ?

Copernico : Ma...... ragazzi speriamo bene, e se poi mi becca l’inquisizione ?

Bruno : Di cosa hai paura ?! Loro non potranno fare niente contro la scienza che avanza ! Tutti anche la Chiesa dovrà prendere atto della Verità ! E’ la Terra che gira intorno al sole nell’Universo infinito e immobile !

Copernico : Ma quale Universo infinito e immobile ?

Bacon : Ehi, ehi, Bruno, acquieta il tuo eroico furore, Niccolò ha ragione, non è facile avere a che fare con della gente piena di idola come quelli, prima o poi ci rimetti la pelle.

Copernico : Grazie per il conforto.....

Galileo : No dai non ti preoccupare, al massimo abiuri ogni cosa, e intanto continui i tuoi studi, che te ne frega, e poi noi e molti altri con un po’ di cervello ti crediamo.

Bruno : No ! Non lo fare ! Meglio farsi torturare fino a crepare che rinnegare tutto ! Un peccato mortale al cospetto di Dio immanente ! ! !

Bacon : Immanente ?

Copernico : Purtroppo Giordano ha ragione.....

Bruno : Bravo ! Sei proprio un artefice della civiltà !

Copernico : No, ma vedi a me andrebbe bene anche abiurare ogni cosa,

(Bruno scandalizzato, cerca di replicare ma Bacon gli tappa la bocca)

solo che qualche annetto fa Osiander, il mio editore mi mandò una lettera dove mi invitava a ritenere le mie idee solo ipotesi matematiche, ma io mi feci prendere dai sentimenti e feci sapere al papa che ero fermamente convinto delle mie idee... sono nei guai ?

Galileo : Beh, a questo punto direi proprio di sì, ma forse se provi a negare adesso può darsi che ti torturino solo un pochino e non ti ammazzino.....

(Copernico sbianca)

(Bussano alla porta, Bacon apre)

Bacon : Era il postino, c’è un pacco per te Niccolò.

(Copernico lo scarta parzialmente ripresosi)

Copernico : Ah, che bello finalmente il mio libro stampato ! Guarda belli i miei calcoli sono riportati alla perfezione ! Com’è elegante questa rilegatura ! ..................... Ma cos’è quest’introduzione, io non l’avevo fatta.

(La legge)

Oh mio Dio ! ! ! Chi ha potuto fare una cosa del genere ! ! ! Io non ho mai ritenuto le mie idee ipotesi ! Il mio libro è tutto vero ! Mi hanno ingannato ! Osiander, LUI mi ha ingannato !

Bruno : LUI ! Quell’asino presuntuoso ! Traditore dell’autore !

Galileo : Ehi, calma, guarda le cose dal lato positivo, in questa maniera Osieander forse ti ha salvato ; può darsi che l’iquisizione ti lasci stare.

Copernico : Sì.... è vero...... forse hai ragione.....ma...... bho..... io.........

(Ribussano alla porta, Bacon ritorna ad aprire : sono due ufficiali dell’inquisizione)

Copernico : No ! ! ! Lo sapevo mi hanno già tro

(E muore sul colpo)vato !

Ufficiale : Abbiamo un mandato di inquisizione per Giordano Bruno.

Bruno : Con quale colpa sarei incriminato ?! 

Ufficiale : Eresia.

Bruno : (Mentre lo trascinano via) Voi siete solo dei volgari pedanti, io sono nel giusto ! Accetterò il mio destino solo per amore del Vero ! Avete più paura voi ad arrestarmi che io ad esserlo !

Ufficiale : Risparmia i tuoi discorsi al cardinale Bellarmino.

Bruno : Ragazzi, addio, vi prometto che vi manderò delle lettere !

Bacon : No, non importa, tanto chi ci capisce niente nei tuoi scritti ?

(Gli ufficiali e Bruno se ne vanno)

Galileo : Francis, e noi che fine faremo ?

 

SARA CAVINI IV B

 

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