CURIOSITA' SU GALVESTON BAY
Si sente spesso dire riguardo a questa città insulare di 62.000 abitanti (un
tempo nota come la "Wall Street del Sudovest") che è il luogo giusto
da visitare in un giorno di pioggia. I turisti che puntano direttamente verso la
spiaggia senza degnare la città di uno sguardo, si privano di un'esperienza
interessante: Galveston non solo offre strutture ricreative, bei negozi e
spiagge attrezzate, ma anche una prospettiva storica unica nel suo genere.
Non fosse per l'ostilità della natura, oggi Galveston potrebbe essere il fulcro
dell'industria locale al posto di Houston. Dopo un esordio piuttosto losco nel
1817 (era il rifugio della banda del pirata Jean Lafitte), verso la fine del XIX
secolo Galveston cominciò a dar prova di avere le potenzialità per diventare
una delle più importanti città del Sud.
Lafitte, nato in Francia, probabilmente nel 1780, diventò presto una figura
leggendaria nella vicina New Orleans, dove agli inizi dell'ottocento aveva
fondato insieme al fratello Pierre, un vero e proprio impero del contrabbando
sullo sfondo di complicati intrighi internazionali. Più tardi si schierò con
gli Stati Uniti nella guerra contro la Gran Bretagna, diventando l'eroe della
battaglia di New Orleans (1814) insieme ad Andrew Jackson. Dopo la guerra le sue
attività "commerciali" cominciarono a dar segni di declino ed egli
cercò nuove opportunità ad Ovest. Appoggiò i ribelli venezuelani nella guerra
contro la Spagna, un paese che odiava, e, così sembra, fu una spia
doppiogiochista nei servizi segreti spagnoli con il numero 13-bis. La sua
lealtà sembrò sempre rivolta agli Stati Uniti, in favore dei quali tradì gli
inglesi nella guerra del 1812. Ma probabilmente non fu comunque il loro alleato
più fidato. Pare che il cervello della banda fosse suo fratello, ma Jean aveva
una personalità che "colpiva". Nel 1817 i due fratelli fondarono il
villaggio di Campeachy sull'isola di Galveston. Costruirono un forte chiamato
Maison Rouge, allestirono una flotta si 1000 uomini e cominciarono ad attaccare
le navi spagnole che incrociavano nel Golfo del Messico. Agirono indisturbati
fino al 1820, quando la Marina degli Stati Uniti li cacciò da quelle acque.
Espulso dal territorio texano, Lafitte salpò verso Isla Mugeres, al largo dello
Yucatan, e scomparve senza lasciare traccia. Galveston, il covo della banda
sulla costa texana, era un posto tutt'altro che raccomandabile: la popolazione
era formata da delinquenti, prostitute e schiavi, e l'alcool scorreva a fiumi.
Il maggior problema, per Lafitte, era costituito dagli indiani: una volta
quattro dei suoi uomini ebbero l'insana idea di rapire una squaw; per tutta
risposta i Karankowas li uccisero, li fecero a pezzi e se li mangiarono. Nel
1820 un uragano distrusse molte navi. Per rifarsi delle perdite, Lafitte mise
all'asta, a New Orleans, tutti i neri di Galveston, compresi gli schiavi
liberati. Fu un uomo crudele, ma in un certo senso una figura romantica e
sconcertante, l'ultimo pirata del Golfo.
Galveston, la vecchia roccaforte dei pirati, crebbe come porto durante la
Repubblica fino a diventare la più grande città dello stato. Durante la guerra
civile, la città, pur avendo subito un lungo assedio, rimase nelle mani dei
Confederati, fatta eccezione per un periodo di pochi mesi nel 1862; la Marina
dell'Unione entrò nel porto in ottobre, toccò terra a Natale e fu ricacciata
il giorno di Capodanno del 1863. Il 19 giugno 1865, Galveston fu conquistata
dalle forze dell'Unione e tutti gli schiavi furono messi in libertà. Da allora
l'anniversario di quell'evento storico, chiamato "Juneteenth", viene
celebrato con gioia dalla popolazione di colore del Texas. Galveston continuò a
crescere, ma fu ben presto superata nel numero di abitanti da San Antonio e
Houston. Quasi tutta la produzione di cotone passava per il porto di Galveston.
Ancor oggi si possono vedere i magazzini per il cotone e i silos per i cereali,
e l'acqua in alcuni tratti della baia è ancora gialla per lo zolfo. Tra il 1870
e 1900 Galveston fu fulcro di attività commerciali. Aveva la luce elettrica, il
telegrafo (il primo del Texas), una fabbrica di birra, una facoltà di medicina
e alcune suntuose dimore costruite coi profitti ricavati dalle attività
commerciali. Molte residenze avevano il pianterreno sollevato rispetto al
livello stradale; ma prima che venisse costruita la diga marittima per
proteggere la zona dai continui allagamenti, le abitazioni dovevano
necessariamente sorgere ad almeno due o tre metri sul livello del mare.
Improvviso e secco come un colpo di frusta, l'uragano del 1900 oscurò il
bagliore sfolgorante di Galveston nel giro di poche ore. Scaricò la sua furia
sull'isola l'8 e il 9 settembre, conquistando un posto negli annali degli Stati
Uniti come il più catastrofico disastro naturale che la storia ricordi. Il
numero delle vittime oscillò tra le 5.000 e le 8.000. L'intera isola fu
sommersa da onde alte fino a due metri e sferzata da venti che a tratti
superarono i 160 km orari.
Nulla poteva ostacolare la forza dell'uragano: il punto più elevato di
Galveston raggiungeva appena i due metri e mezzo. Ci fu un momento in cui
l'acqua si sollevò di quasi un metro e mezzo in quattro secondi e 600 ettari di
case furono letteralmente spazzate via. La distruzione fu così completa e
terrificante che molti pensarono di abbandonare per sempre la città; ma la
maggioranza dei cittadini rifiutò di arrendersi e con ostinazione e
perseveranza, fece ritorno per ricostruire le case distrutte ed emergere una
diga marittima alta cinque metri a salvaguardia dei futuri uragani. La diga
attuale è lunga 16 km, larga 5 m alla base e 1,5 m alla sommità.
Nel frattempo Houston non si fece sfuggire l'occasione di attirare su di sé le
attenzioni prima riservate a Galveston. Intorno al 1890, il governo federale
aveva speso milioni di dollari per attrezzare Galveston di un porto d'alto mare.
Ma già intorno al 1900, Houston, sua eterna rivale, aveva al proprio attivo un
maggior numero di abitanti e migliori collegamenti ferroviari. E non solo:
utilizzando il denaro federale, la città costruì un canale nel Buffalo Bayou
fino al fiume San Jacinto e da lì fino al Golfo. Così Houston diventò un
porto, mentre Galveston continuò a perdere d'importanza fino a diventare per
tutti "quella città insulare a sud di Houston".
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