I Vangeli secondo la Filosofia Iniziatica

O.M AïvanhovQuesto sito, "no profit", ha finalità di divulgazione ed approfondimento filosofico e culturale. Il proposito è quello di fornire ai nostri visitatori elementi e spunti di riflessione per una lettura approfondita dei Vangeli e per un approccio alla conoscenza della Filosofia Iniziatica.

Tra le interpretazioni date da alcuni filosofi, segnaliamo, soprattutto, in questo sito, quella del filosofo e pedagogo Omraam Mikhaël Aïvanhov, il quale ha proiettato con le sue opere una nuova luce sulle parabole dei Vangeli, evidenziandone, i contenuti pedagogici, psicologici, kabbalistici. Egli dimostra tramite una lettura che si avvale della scienza iniziatica che quanto rappresentato effettivamente nei Vangeli non si esaurisce in un passato lontano ma riguarda tutte le vicende e le esperienze possibili della nostra vita interiore.

 

Pagina Facebook di studio e condivisione del pensiero di Omraam Mikhaël Aïvanhov

 

Il Vangelo può essere, quindi, una grande fonte di arricchimento in quanto possiamo ritrovare in esso, concretamente, verità e metodi suscettibili di essere utilizzati per il nostro percorso quotidiano di perfezionamento.

 

L'Arcangelo Michele Il fine di un insegnamento iniziatico, ricorda Aïvanhov è quello "di insegnare agli esseri umani come ritornare verso la casa del Padre, "l'alto rifugio" menzionato nel Salmo 91: "Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido"...Le peggiori difficoltà e le peggiori sofferenze, per l'uomo, cominciano nel momento in cui egli crede di essere il solo padrone del proprio destino, che non esistano né Provvidenza né entità luminose per guidarlo e sostenerlo. Così taglia tutti i legami con il Cielo, e allora non è più un figlio di Dio al riparo dalle preoccupazioni. Non appena smette di fare affidamento sul Padre e sulla Madre celesti, tutte le sofferenze incominciano ad abbattersi su di lui, e si sente solo. Egli deve capire che è colpa sua: il Cielo non lo ha abbandonato; è lui che ha abbandonato il Cielo. Per risolvere i vostri problemi, per essere sempre aiutati, nutriti e illuminati, non dovete mai tagliare il legame con il Cielo, perché il Cielo non lascia mai che un suo figlio pianga in solitudine."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L'insegnamento dei Vangeli

Afferma Aivanhov nell'opera dal titolo "Voi siete dèi", Vangelo di Giovanni 10, 34 che "Gesù è stato il più grande rivoluzionario tra gli inviati di Dio, è stato il primo a trasgredire tutte le antiche usanze ed ha espiato sulla croce l'audacia che aveva avuto di affermare che era figlio di Dio e che tutti gli esseri umani sono figli e figlie di Dio. L'insistenza con la quale Gesù sottolineava la filiazione divina dell'uomo scandalizzava e irritava gli scribi e i farisei al punto che un giorno tentarono di lapidarlo. Ma Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?" Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio". Allora Gesù ricordò loro un versetto dei Salmi: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi?

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Pensieri di O.M Aïvanhov sui Vangeli

"Dedicate almeno qualche minuto al giorno per introdurre in voi l'armonia. Chiudete gli occhi liberando il pensiero dalle preoccupazioni quotidiane e indirizzandolo verso le vette, verso le fonti della vita che dissetano tutto l'universo. Quando vi rendete conto di aver fermato il flusso dei pensieri, dei sentimenti, delle immagini che vi attraversano, pronunciate interiormente la parola "grazie". È la parola più semplice, ma allenta tutte le tensioni perché nel ringraziare vi mettete in armonia con il Cielo e uscite dal cerchio ristretto del vostro io limitato per entrare nella pace della coscienza cosmica... Rimanete il più a lungo possibile in questo stato, e quando ritornerete in voi, sentirete che nuovi elementi, molto preziosi, si saranno introdotti nel vostro essere: la serenità, la lucidità, la forza".

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"La maggioranza delle religioni ha presentato il Signore come un essere implacabile, vendicativo, geloso, che vede tutto e punisce anche il più piccolo sbaglio. In realtà, il Signore non ci punisce, non vuole nemmeno vedere i nostri errori, non ha il tempo di occuparsi di questo. Egli è tutto amore, non vive che nello splendore, ma ha fondato il mondo su alcune leggi e se non le rispettiamo sono loro che ci puniranno. Supponiamo che abbiate fatto una sciocchezza per cui vi sentite agitati, e pregate: attraverso questa preghiera sentite che sfuggite ai vostri tormenti, vi elevate e arrivate fino al Trono di Dio. Persino se siete polverosi e laceri, Dio vi dice: ""Entrate, siete i benvenuti!"" e ordina che veniate lavati e ben vestiti, vi invita alla sua festa e voi siete felici e nella pace. Quando ridiscendete (perché certamente sarete obbligati a ridiscendere in quanto non è possibile mantenersi a lungo in alto), di nuovo i tormenti ricominciano... E continueranno finché non comprenderete come dovete correggere i vostri errori."

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Imparate a soddisfare unicamente la natura divina nelle altre persone, cioè la loro anima e il loro spirito. Non mettetevi al servizio delle loro ambizioni, dei loro desideri egoistici... Mi direte: "Si, ma se dobbiamo preoccuparci di soddisfare unicamente le loro tendenze generose, altruiste, avranno certamente problemi con tutti; marito, moglie, figli, amici...saranno furiosi!" Lasciate che lo siano, e servite solo il loro lato divino. Gesù diceva: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti e tu, che sei vivo, seguimi!" Se si interpretano queste parole in senso lato, si possono fare scoperte interessanti. Perché uomini e donne hanno tanti problemi fra di loro? Perché "seguono i morti". La loro natura inferiore infatti, deve essere considerata morta, e se cercano tanto di accontentarla e di soddisfarne i capricci, finiranno col morire anche loro. Gesù non intendeva parlare dei morti nei cimiteri; quelli stanno dove debbono stare, daltronde la loro anima è viva. I morti di cui parlava Gesù sono gli esseri che non hanno nessuna vita spirituale; sono questi i veri morti, e non si deve cedere di fronte alle loro richieste.

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Nella Genesi è scritto che una notte Giacobbe si addormentò con la testa su una pietra e durante il sonno vide in sogno una scala che univa la terra al cielo, e su questa scala gli angeli salivano e scendevano. Egli ebbe in tal modo la rivelazione dell'ordine cosmico, della gerarchia degli esseri dalla pietra fino al trono di Dio, che la tradizione cabalistica ha rappresentato con l'Albero sefirotico, l'Albero della Vita.* La maggior parte degli esseri umani vive nel dubbio e nello smarrimento, e non riesce a ritrovarsi, proprio perché non ha imparato a rispettare la gerarchia che l'Intelligenza cosmica ha stabilito nell'universo fin dall'eternità, e che per la vita interiore è indispensabile conoscere. Tenendo costantemente presente dentro di sé l'idea di un ordine, di una struttura, l'uomo è costretto ad agire in conformità ad essa, perché capisce che anche lui deve trovare il proprio posto nell'armonia universale."

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È una vocazione dell'uomo partecipare al lavoro di Dio. Gesù diceva: "Il mio Padre Celeste lavora e io lavoro con Lui." Anche noi possiamo partecipare a questo lavoro per la realizzazione del Regno di Dio sulla terra. Che questa realizzazione sia vicina o lontana, non deve avere molta importanza per noi. Quello che conta è che, dal momento in cui partecipiamo a questo lavoro gigantesco, nobile, divino e vi mettiamo tutte le nostre forze e le nostre energie, noi ci stiamo avvicinando alla Divinità. È molto importante sapere per quale scopo si lavora, dove si mettono le proprie energie. Coloro che partecipano a imprese disoneste si impregnano, senza saperlo, di impurità che li sconvolgono e così finiscono per distruggersi; mentre coloro che partecipano a imprese celesti aggiungono, ogni giorno, delle particelle di luce ai loro corpi sottili. Grazie al lavoro per la realizzazione del Regno di Dio sulla terra, questo Regno comincia a stabilirsi prima di tutto in loro stessi".

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"Quando Gesù disse ai suoi discepoli: "Se avrete fede come un granello di senape, direte a questa montagna: spostati da qui, ed essa vi obbedirà", è chiaro che parlava di una montagna simbolica. La montagna rappresenta i problemi, le grandi difficoltà della vita che gli esseri umani possono spostare, cioè risolvere, superare, soltanto con la fede. In uno, due anni o dieci anni, pietra dopo pietra, riescono a trasportare queste montagne. Credono però che sia un lungo lavoro e vorrebbero andare più in fretta. In questo caso, allora, fate come le formiche che riescono in poco tempo a trasportare delle vere e proprie montagne di semi che, in proporzione a loro, sono delle vere montagne! Come fanno? Una formica non lavora mai da sola, ma insieme a tante altre. La conclusione da trarre è che, nell'isolamento e nell'egoismo, non si potranno mai trasportare le montagne. Nel corso della storia, quando gli uomini si sono riuniti per lavorare insieme, sono state realizzate grandi cose. Trasportare le montagne significa far cadere gli ostacoli che si oppongono alla venuta del Regno di Dio."

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È detto nel Vangelo che Gesù, avendo preso con sé i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, li condusse su un'alta montagna. Là "fu trasfigurato davanti a loro; il suo viso risplendeva come il sole e le sue vesti diventarono bianche come la luce." Questa trasfigurazione era una irruzione, sul piano fisico, del corpo spirituale di Gesù, quel corpo che la tradizione iniziatica chiama il corpo di gloria, il corpo dell'immortalità. Alcune persone hanno potuto vedere il corpo di gloria di certi Iniziati o mistici, mentre erano in stati di rapimento o di estasi: il loro viso splendeva e la luce scaturiva da tutto il loro essere. Grazie a questo corpo gli Iniziati possono spostarsi nello spazio e agire a distanza sulle creature per aiutarle; e possono farlo anche se il loro corpo fisico è logoro, malato, poiché il corpo fisico e il corpo di gloria sono due realtà completamente diverse. Il corpo di gloria è sempre presente, vivo, luminoso ed è per mezzo suo che l'Iniziato può raggiungere le creature attraverso lo spazio per istruirle, consigliarle, consolarle e dare loro le sue benedizioni.

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"Alcuni diranno che pregano, ma che non hanno risultati. Eccovi un modo semplice ma efficace per legarvi a Dio: quando desiderate pregare create l'immagine di una moltitudine di spiriti sparsi in tutto il mondo e che, ovunque si trovino, stanno concentrandosi sul creatore. Attraverso il pensiero vi unite a questi esseri per pregare con loro, cosicche' la vostra voce non e' piu' isolata nel deserto della vita poiche' sollecitate il cielo all'unisono con tutti questi esseri luminosi. Una tale preghiera e' sempre ascoltata grazie alla collettivita' e anche voi ne beneficerete. E' per il fatto che agite soli che il vostro pensiero non raggiunge il suo scopo e vi ritorna . Il segreto e' di collegarsi a tutti coloro che pregano, dal momento che vi e' sempre qualche essere in qualche parte del mondo in preghiera."

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"Non potete perdere quello che non vi appartiene veramente, cioè quello che non fa ancora parte di voi. Un momento avete fede, un momento dopo dubitate; un momento avete la luce e poi vi trovate nell'oscurità; un momento amate e poi non amate più. Il fatto è che né la fede né la luce né l'amore vi appartengono. Perché vi appartengano, bisogna che voi stessi diventiate fede, amore e luce. Quando Gesù diceva: ""Io sono la luce del mondo"", egli si identificava con la luce. Non diceva che la luce era in lui o con lui, ma che egli era luce. In questa formula c'è tutta una scienza su cui meditare e che possiamo applicare a tutti i settori della vita interiore. Sul piano fisico possiamo perdere molte delle cose che ci appartengono, ma ciò che è in noi, che è mescolato e fuso in noi e che è diventato per noi carne e ossa, non può essere perduto."

Estratti dai Pensieri Quotidiani (prosveta edizioni).

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Voi siete Dei


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Commento alla Apocalisse


Le parabole di Gesù interpretate dalla Scienza Iniziatica


Natale e Pasqua nella tradizione Iniziatica


La Pietra Filosofale


La seconda nascita




 




 




Lo Yoga della nutrizione

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"Il cibo è una lettera d'amore inviataci dal Creatore"

Omraam Mikhaël Aïvanhov