La mia città.

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STORIA DI RIMINI

 

L'età comunale

Sulle origini del comune riminese sappiamo poco. Nel X secolo al conte, rappresentante dell'imperatore e del pontefice, si affianca il Pater civitatis, autorità municipale responsabile della regolamentazione dell'economia e della giustizia. Da Pater civitatis, volgarizzato in "Parcitade", deriverà il cognome della famiglia ghibellina dei Parcitadi. Intorno al 1130 il comune è già una struttura complessa. è retto da un Consiglio generale di circa trecento membri, presieduto da sei consoli; un agile Consiglio di credenza (o degli anziani), eletto dal Consiglio generale, ha funzioni esecutive e assicura il disbrigo degli affari correnti.

Alla fine del XII secolo, in sostituzione dei consoli, è introdotta a Rimini la figura del podestà, uno straniero con un incarico temporaneo (da sei mesi a un anno). L'innovazione ha un significato inequivocabile: la provenienza del podestà da un'altra città e la durata limitata della carica vorrebbero garantire da mire di potere e da pesanti ingerenze delle fazioni; è quindi un indizio dell'inasprimento delle lotte di parte.

Nel 1157 il comune di Rimini ottiene dall'imperatore Federico Barbarossa un privilegio che riconosce le magistrature municipali e concede alla "diletta e fedelissima città", ghibellina da sempre, ogni diritto sul suo territorio e facoltà di battere moneta. Nel 1204 ha inizio la costruzione del Palazzo del comune, o Arengo, destinato ad ospitare le adunanze del Consiglio generale. Al podestà sarà riservata una sede autonoma - il Palazzo del podestà, appunto - nel 1330. Intorno alla metà del XIII secolo il comune intraprende l'erezione delle nuove mura sia per difendersi meglio dai confinanti che per una più rigorosa esazione del dazio.

La fase comunale è breve e tormentata. Alle continue guerre con le città vicine (in particolare Cesena e Pesaro), si sommano i contrasti religiosi (Rimini ospita una forte comunità ereticale, i Patarini) e le lotte di parte. Va detto, in proposito, che quando si parla di Guelfi e Ghibellini non ci si riferisce a sostenitori convinti e fedeli del papa e dell'imperatore. Sotto le divisioni politiche, spesso palesemente pretestuose, affiorano le rivalità personali e familiari. Dagli scontri di fazione emergeranno, attraverso un progressivo controllo delle strutture comunali, le famiglie signorili. A Rimini come dovunque.