Poesie, racconti e aforismi

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FERNANDO PESSOA

 

Sogno

Era un luogo solitario
di silenzio e di luna.
Tutto come una laguna.
Non vi penetrava alcun affanno
tranne il vago deliquio del vento.

Paesaggio intermedio
tra sogni e terra.
Il vento si era placato, soffiando piano.
Ricche di alghe erano le acque
dove immergevamo la nostra mano.

Lasciavamo la mano vagare
nell'acqua non vista.
I nostri occhi erano abbagliati
dal meandro illuminato di luna
nello scenario della foresta.

Perdevamo lo spirito
del nostro quieto essere noi stessi.
Eravamo liberi come fate,
non avendo da ereditare
niente dall'essere.

Lì le fate e i folletti
imporporavano i loro strascichi illuminati dalla luna.
Lì per un po' conquisteremo
l'inafferrabilità dell'io
che non si può mai ottenere.

 

La poesia

Nella mia mente è sopita una poesia
che esprimerà la mia anima intera.
La sento vaga come il suono e il vento
eppure scolpita in piena chiarezza.

Non ha strofa, verso né parola.
Non è neppure come la sogno.
È un mero sentimento, indefinito,
una felice bruma intorno al pensiero.

Giorno e notte nel mio mistero
la sogno, la leggo e riprovo a sillabarla,
e sempre la parola precisa è sul bordo di me stesso
come per librarsi nella sua vaga compiutezza.

So che non sarà mai scritta.
So che non so che cosa sia.
Ma sono contento di sognarla,
e una falsa felicità, benché falsa, è felicità.

 

Suspense

Sogno, e strani poteri oscuri
assistono il mio sogno luminoso;
un suono quasi di pioggia incipiente
avanza verso di me con strepitoso sibilo;
ed ecco! tutte le mie ore dimenticate
giacciono attorno a me come un velo di nebbia.

I fantasmi dei miei morti io
intessono attorno a me una falsa rete;
i miei sogni non sognati, pallidi folletti,
fanno ora parte della mia carne;
e tutto quel che sono il mio non essere me stesso differisce
in sogni che non posso attingere.

Sfioro oggetti impalpabili;
sono lieto dei giorni passati;
rumori lontani come ali vicine
fiancheggiano i sentieri del mio cieco spirito;
e dall'altro lato dell'alta collina suona
una campana che invita a pregare.

Ma sono stufo di sognare,
stanco di essere lo stesso
negli spazi deserti dell'esteriorità,
indolente giocatore di una partita
con la vita, stella lontana, ma risplendente
su terre morte senza nome.

 

Sogni ardenti di qualcos'altro!
Frenesia di andare via,
(Oh, onda che in me si ingrossa!)
via dalla vita, dove la vita deve rimanere -
vita sempre fino a oggi!

Altre cose e altri luoghi!
Non una vita! Non la mia almeno!
Oh, essere il vento, un'ala,
un veliero che mi portino lì!

Dove? Se lo sapessi,
non ci vorrei andare.

 

Orizzonte

Sconosciuti abissi del profondo mare,
in oscuri antri freddi
(le spoglie della battaglia non sono per te)
riposano per sempre.

Né una visione dall'alto né un monte luminoso
ricompensano il tuo dolore.
L'angelo segreto non tiene conto
della tua perduta vincita.

Nella bocca della sfinge la storia è morta,
l'erba del sentiero è cresciuta.
Il nostro tormento arriverà dove l'hai guidato
attraverso l'Ignoto.

Aspetti nascosto o riposi tranquillo
in ciò che il silenzio proibisce?
Concedici almeno l'inesauribile ricerca di te
e i prati fioriti.

 

II

Il mare è ormai una linea bianca
che accompagna il mio desiderio,
e il vento giunge tenebroso e sottile
con la sua arcana capacità

di toccare la mia abituale disperazione e il mio dolore,
la mia meraviglia e la mia notte,
la chiara sensazione della pioggia imminente
e della mia smarrita gioia.

La perduta ragione di conquistare l'amore
si placa con quel che è
la segreta visione, il bosco splendente
e gli ultimi alberi.