Riministoria© Antonio Montanari

Giovanni Bianchi (Iano Planco) studente di Medicina a Bologna (1717-19) in un epistolario inedito

 

Note

 

 

1 Le fonti documentarie sulla vita di Bianchi sono due autobiografie: quella latina, apparsa nel 1742 nei Memorabilia di G. Lami a Firenze; ed i Recapiti del dottore G. B. di Rimino (Pesaro 1751). Notizie inedite sulla famiglia Bianchi, qui sopra riportate, sono state da noi pubblicate ne La Spetiaria del Sole, Iano Planco giovane tra debiti e buffonerie, Rimini 1994. Nel XLV Convegno di Studi Romagnoli (1994), è stata presentata una nostra comunicazione intitolata Modelli letterari dell'autobiografia latina di Giovanni Bianchi (Iano Planco, 1693-1775).

2 Il Diploma è conservato nella Biblioteca Gambalunghiana di Rimini [BGR], SC-MS. 886.

3 Il contenuto di tali lettere è esaminato nel nostro "Quaderno di Storia n. 2", Rimini 1995, intitolato "Lamore al studio et anco il timor di Dio", Precetti pedagogici di Francesco Bontadini commesso della "Spetiaria del Sole" per Iano Planco, suo padrone. Il carteggio è conservato nel Fondo Gambetti, sezione Lettere al dottor Giovanni Bianchi, BGR.

4 Le cinque minute, che distingueremo con lettere alfabetiche, si trovano nelle epistole del 1718, che recano le seguenti date: A, 8 gennaio; B, 29 marzo; C, 16 aprile; D, 17 dicembre; E, 20 dicembre. Nessuna minuta ha una propria data. I testi sono riportati, come ogni altro documento, rispettando fedelmente gli originali, soltanto con integrazioni segnalate da [parentesi quadra]. Quali i destinatari? Per la minuta A, pare certo Carlo Antonio Battaglini del quale si parla in quattro lettere di Bontadini del novembre-dicembre 1717 (11 dicembre: "il Signor Battaglini aspetta la vostra risposta": è un accenno alle prime due fra le sette lettere dell'epistolario di Battaglini, che sono del 3 e 6 novembre; quest'ultima ha la stessa data della prima lettera di Bontadini). Le lettere di C. A. Battaglini a Bianchi, tutte del periodo 1717-19 (si veda pure infra, alla nota 8), sono anch'esse conservate nel cit. Fondo Gambetti, sezione Lettere al dottor Giovanni Bianchi. Nell'epistola di Battaglini del 3 novembre 1717, si legge: "God'io d'intendere come le piaccia il soggiorno di codesta felsinea città, vera Madre di Studj e di tante altre belle arti"; in quella del 6 novembre: "vengo a rallegrarmi del suo felice arrivo in cotesta gran Madre de Studj". Nella lettera del 14 febbraio (?) 1719 Battaglini scrive: "Bologna non è più tale. Io l'hò veduta vera e reale 60 anni sono ma in essi il mondo è talmente mutato in tutto e per tutto che non si conosce per quello [che] fu e senza citare tanti oggidì"; anche a Roma e Firenze si sta "andando di mal in peggio". C. A. Battaglini può forse essere identificato nel figlio di Scipione ed Orsola Benzi, che prese in moglie Elisabetta di Orazio Fagnani, e morì nel 1732. Cf. M. Zanotti, Genealogia di famiglie riminesi, SC-MS. 187, BGR, al n. 150 del casato Battaglini (cc. 116rv). Un Orazio Fagnani è ricordato nella Storia di Rimini di C. Tonini, vi, i, pp. 475-476, ove si riferisce di un omicidio da lui compiuto nel 1645. Per le minute B e C, possiamo ipotizzare come destinatario il dott. Michelini, del quale c'è una risposta a Bianchi nella lettera di Bontadini del 9 aprile 1718. Carlo Michelini, medico, era amico di Bianchi che ne anagrammò il nome in Marco Chillenio per firmare la Magnesia Arsenicale, opera che sarebbe stata finanziata nel 1722 dallo stesso Michelini; cf. C. Tonini, La Coltura letteraria e scientifica in Rimini, Rimini 1884, ii, p. 243.

5 Nell'Indice Alfabetico dell'Epistolario di Giano Planco Riminese compilato da D. Zeffirino Gambetti canonico della Cattedrale di Rimini nel 1845, SC-MS. 975, BGR, si riporta come prima data dell'epistolario "1714". Effettivamente sulla prima lettera appare "14 giugnio 1714". Ma si tratta di un errore di Bontadini, perché Bianchi a quel tempo era ancora a Rimini. Da un esame comparato di questa missiva datata "14 giugnio 1714" con le altre, è possibile correggere il "1714" con "1718". Infatti tale lettera contiene riferimenti ed agganci con quella immediatamente precedente (8 giugno) e con la successiva (3 luglio).

6 Poco dopo il garzone se ne va dalla "Spetiaria".

7 La minuta D è dedicata a questioni relative alla lingua greca, e non ha alcun particolare significato aldilà di elementi chiaramente legati alla scienza personale di Bianchi.

8 C. A. Battaglini, come si è visto; in data 27 aprile 1718, Battaglini scriverà a Bianchi: "Da Venezia di già hò avuto li due mesi di Gen.o e Feb.o 1718 del Mercurio Politico e istorico […] lo piglio per altri fuori di quà che mi [h]anno scritto per averlo".

9 I Primi disegni, pubblicati con lo pseudonimo di Lamindo Pritanio (nelle prime tre lettere di Lamindo incontriamo le iniziali di Lodovico Antonio Muratori), "furono causa di un grande bisbiglio fra i letterati d'Italia, non che di curiosità per saperne l'Autore". Muratori "con piacere ascoltava le dicerie, e i diversi pareri dei dotti intorno al progetto della suddetta Repubblica". Cf. A. Lazzari, Vita del preposto Muratori, in "Lettere, inediti ed elogi del Sig. Dottor L. A. M.", Venezia 1783, pp. 11-12.

10 Con lo stesso titolo era uscito tra 1686 e ’98 il periodico curato da B. Bacchini, poi proibito dall'Inquisizione: cf. F. Diaz, Politici ed ideologi, in "Storia della Letteratura Italiana, vi, Il Settecento", Milano 1968, pp. 81-82; e le relative voci in Gli autori. Dizionario bio-bibliografico e Indici A-G, I, "Letteratura Italiana", Torino 1990, pp. 902-903.

11 Cf. U. Bellocchi, Il fenomeno giornalistico, in "Storia dell'Emilia Romagna", Bologna 1977, ii, pp. 352-353. D'altra parte, lo stesso Muratori è debitore ad Apostolo Zeno del gran progetto dei Rerum Italicarum Scriptores. Si vedano al proposito la lettera di Zeno a Muratori del 9 maggio 1699 e la relativa risposta di Muratori del 20 maggio (cf. A. Cottignoli, "R. I. S." di L. A. Muratori, in "Letteratura Italiana, Le opere, II. Dal Cinquecento al Settecento", Torino 1993, p. 1015). Il 12 novembre 1703 Muratori redige una lettera fittizia in appoggio ai suoi Primi disegni, attribuendo tra l'altro a papa Clemente XI il progetto dei R. I. S. (ibidem, p. 1017), che usciranno a partire dal 1723. Collaboratore riminese di Muratori per i R. I. S. sarà Gabriele Soardi (ibidem, p. 1023). Il dottor Soardi nel 1698 fu tra i "Signori XII" di Rimini; e nel 1717 tra i quattro del Capitolo che doveva ovviare al "disordine introdotto da Barbieri, che pretendono medicare da Chirurgo" (cf. AP 870, e AP 872, in Archivio Stato Rimini).

12 Cf. R. Merolla, Lo Stato della Chiesa, in "Letteratura italiana, Storia e Geografia, II, ii, L'età moderna", Torino 1988, p. 1052.

13 Ibidem, p. 1063.

14 Cf. A. Turchini, G. Bianchi (Iano Planco) e l'ambiente antiquario riminese e le prime esperienze del card. Garampi (1740-1749), estratto [1975] dal volume "L. A. Muratori storiografo", Modena 1972. La citazione è tolta da p. 397, nota 65. La lettera è datata 8 settembre 1739. (Sul carteggio muratoriano, cf. Le lettere di L. A. Muratori al dottor Giovanni Bianchi cavate dagli autografi nella Gambalunghiana di Rimini, a cura di G. C. Battaglini, Rimini 1879.)

15 Cf. Turchini, G. Bianchi e l'ambiente antiquario, p. 385. Lettera del 27 giugno 1739.

16 Cf. Turchini, ibidem, p. 389.

17 Il resto dell'opera "è conservato manoscritto" in BGR: cf. P. Delbianco, La Biblioteca Gambalunghiana in "Storia illustrata di Rimini", 1989-91, p. 1126.

18 Cf. Turchini, G. Bianchi e l'ambiente antiquario, p. 390.

19 Cf. C. Tonini, La Coltura letteraria e scientifica in Rimini, cit., ii, p. 103.

20 La citazione è ripresa da C. Tonini, ibidem, p. 110.

21 Si tratta del Genio dei Letterati, cf. C. Tonini, ibidem, p. 109.

22 Cf. R. Merolla, Lo Stato della Chiesa, cit., p. 1062.

23 Cf. W. Binni, La letteratura nell'epoca arcadico-razionalista, in "Storia della Letteratura Italiana, vi, Il Settecento", cit., p. 331. Si veda, per un complessivo quadro italiano nel contesto europeo, il recente volume di E. Franzini, L'estetica del Settecento, Bologna 1995, passim; segnaliamo nel sesto cap. il paragrafo intitolato "Arte e gusto in Italia" (pp. 141-144).

24 Cf. R. Merolla, Lo Stato della Chiesa, cit., p. 1062

25 Ibidem.

26 Ibidem, p. 1122.

27 Cf. A. Battistini, L'io e la memoria, in  "Manuale di Letteratura italiana", a cura di F. Brioschi e C. Di Girolamo, ii, Torino 1994, p. 462.

28 Cf. A. Battistini-E. Raimondi, Retoriche e poetiche dominanti, in "Letteratura italiana, III, Le forme del testo, I - Teoria e poesia", Torino 1984, p. 135.

29 Il barocchismo della storia delle Accademie di Garuffi è confermato da giudizi odierni. Cf. C. Ossola, Autori, committenti, pubblico in "Manuale di Letteratura italiana", cit., p. 111, nota 67.

30 Cf. Turchini, G. Bianchi e l'ambiente antiquario, p. 393. Lettera del 7 luglio 1739. (Circa "i giornalisti di Lissia", il riferimento è agli Acta eruditorum lipsiensium, fondati nel 1682.)

31 Ibidem, p. 422.

32 Ibidem, p. 392.

33 Da una lettera di monsignor Davìa ad Eustachio Manfredi del 17 dicembre 1722, in A. Rotondò, La censura ecclesiastica e la cultura, in "Storia d'Italia", V, ii, p. 1486-1488. Davìa fu creato cardinale nel 1724, e nel ’26 rinunziò alla Chiesa riminese. Nei Primi disegni muratoriani, "l'esortazione conclusiva ai filosofi contemporanei aveva già un'implicazione di razionalismo sperimentale, che rivelava l'influenza di Locke e preannunziava il nuovo corso illuminista": cf. F. Diaz, Politici ed ideologi, cit., p. 108. Si ricordi pure, nelle Riflessioni sopra il buon gusto, il cap. XV che ha come titolo: "Filosofia universale necessaria a tutte le Scienze ed Arti. […] Sempre filosofare".

34 Sui Discorsi filosofici di Amaduzzi, cf. A. Montanari, Appendice a "La Filosofia alleata della Religione", ed. anast., Rimini 1993, pp. 54-59.

35 L'aggettivo "ripieno" è ripetuto nel testo.

36 La citazione è ripresa da Orazio, Epistole, I, vii, 23: "Vir bonus et sapiens dignis ait esse paratus/ nec tamen ignorat quid distent æra lupinis". Traduce E. Mandruzzato (Milano 1983, p. 119): "L'uomo buono e saggio è sempre pronto con chi ne è degno (né per questo confonde oro e similoro)…"; in nota 3, relativamente al passo riportato da Bianchi, si legge ancora: "O "denaro e lupini" come dice l'originale; immagine immediata per un romano e forse proverbiale, presa dalla scena teatrale, dove gli attori usavano lupini invece di monete".

37 Cf. F. Baldelli, Lo Studio bolognese tra Sei e Settecento, in "Scienza e letteratura nella cultura italiana del Settecento", a cura di R. Cremante e W. Tega, Bologna 1984, pp. 261-262.

38 Ibidem, p. 266.

39 L'Accademia degli Inquieti era "nata dalle riunioni organizzate dal quindicenne Eustachio Manfredi" e si era trasferita "nel 1694 presso il medico Sandri che non avrebbe mai tollerato di "essere il capo di una compagnia di peripatetici", con un proprio statuto redatto dal Morgagni sul modello parigino, e finalmente annessa, dopo una sosta nel palazzo marsigliano, all'Istituto, come Accademia delle Scienze nel senso previsto dal cap. XI delle sue Costituzioni". Cf. A. Santucci, Introduzione al cit. "Scienza e letteratura nella cultura italiana del Settecento", p. 18.

40 Cfr. W. Tega, "Mens agitat molem". L'Accademia delle Scienze di Bologna, in "Scienza e letteratura nella cultura italiana del Settecento", cit., p. 79.

41 Sulla realtà culturale in cui operarono il "vecchio Malpighi" ed il "giovane" Domenico Guglielmini, cf. E. Raimondi, Ragione ed erudizione nell'opera di Muratori, nel vol. ii de "I sentieri del lettore", Bologna 1994. Sull'importanza di Guglielmini nella storia scientifica, cf. N. Badaloni, La cultura, in "Storia d'Italia", iii, Torino 1973, p. 737.

42 Dei vortici, Cartesio parla nel cap. vi della parte v del Discorso sul metodo. Essi servono per spiegare la gravità o pesantezza della materia: cf. nota 7, p. 85 dell'ed. curata da G. De Ruggiero, Milano 1972. "Ignorando la nozione di "massa"", Cartesio definisce il corpo con la sola "grandezza", e come sola "estensione": cf. R. Lenoble, La révolution scientifique du XVII siècle, in "Storia della Filosofia" di F. Adorno, T. Gregori, V. Verra, ii, Bari 1973, p. 273.

43 Robert Boyle (1627-1691) fu assertore della nuova filosofia atomistica e sperimentale. Influenzò Locke (cf. Storia della Filosofia, cit., ii, p. 284).

44 L'esperimento qui descritto richiama alla memoria la descrizione dell'ebollizione fatta da G. Galilei: "Pigliate una palla di vetro col collo lungo e assai sottile, simile a quelle che i nostri fanciulli chiamano gozzi, e empietela d'acqua sino a mezzo ’l collo, e segnate diligentemente il termine sin dove arriva l'acqua; tenete poi tal vaso sopra alcuni carboni accesi, ed osservate […]" (cf. vol. iv, p. 654 delle Opere, ed. nazionale, Firenze 1929-1939).

45 E. Raimondi, Ragione ed erudizione, p. 141. (Sull'argomento si veda la nostra cit. comunicazione: Modelli letterari dell'autobiografia latina di G. B., ove ci siamo occupati di quanto operato da padre Bacchini nel trasferimento, dal piano della pura indagine scientifica a quello della formazione intellettuale del "letterato", del discorso che Malpighi aveva limitato alla Medicina.)

46 Cf. E. Raimondi, ibidem, p. 137.

 

All'indice del sito * Posta * il Rimino * Tam Tama * Riminilibri * Novità * Motori

Questo è l'unico sito con pagine aggiornate sull'Accademia dei Filopatridi e sul Centro studi intestato a Giovanni Cristofano Amaduzzi di Savignano sul Rubicone: Storia dell'Accademia dei Filopatridi, notizie sull'Accademia. Centro amaduzziano.

© riministoria - il rimino - riminilibri - antonio montanari nozzoli - rimini