Riministoria© Antonio Montanari

Centro Studi Amaduzziani

presso l' Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone.

Coordinatore, prof. Antonio Montanari, accademico ordinario.

La corrispondenza personale va indirizzata esclusivamente in via Emilia 23, 47900 Rimini. Oppure servirsi di e-mail monari@libero.it.

 


Seconda giornata di Studi Amaduzziani

Domenica 8 aprile si tiene la II giornata di Studi Amaduzziani, organizzata dall'omonimo centro fondato da Antonio Montanari.

Il programma prevede quattro interventi, rispettivamente di Stefano De Carolis, Giulia Cantarutti, Isabella Amaduzzi e Giancarlo Donati.

Non potrà essere presente Antonio Montanari, il sunto del cui intervento è già in rete a questo indirizzo:

http://digilander.iol.it/monari/amaduzzi.compiti.html.

Per ulteriori informazioni:

http://digilander.iol.it/monari/ilrimino66.html.


Consiglio del Centro Studi. Riunione del 20 gennaio 2001.

Sono stati nominati Collaboratori del Centro, Isabella Amaduzzi ed Elio Raboni.

Sono stati preannunciati i due primi volumi della "Collana amaduzziana" realizzati da Giancarlo Donati, Bibliotecario dell'Accademia, gli Odeporici autunnali e le lettere ai famigliari.

La prossima Giornata Amaduzziana si terrà l'8 aprile 2001.
 


Pistoia, il Convegno su Corilla Olimpica

Servizio de il Rimino (n. 58)

Il Convegno sul Bicentenario della morte di Corilla Olimpica, svoltosi a Pistoia il 21 e 22 ottobre, è andato bene come partecipazione, benissimo come livello degli interventi.

Il concerto è stato una vera e propria apoteosi con la basilica colma di "intendenti" e di popolo, e con tanto di richiesta di bis. Luciana Morelli ha parlato di "Fascino, genio, mistero e "affari di Stato": il successo italiano ed europeo di Corilla Olimpica.

Di particolare interesse nella vita di Corilla, come ha spiegato la Morelli, è l'avversione dimostrata nei suoi confronti in diverse occasioni dal cosiddetto partito lojolista. "Corilla Olimpica improvvisava su vari argomenti di carattere culturale cantando con una bella voce ed accompagnandosi con il violino", seguendo una moda molto diffusa in tutt'Europa. Papa Clemente XIV la onorò con un Breve in cui celebrava "il suo sapere" e le dava la facoltà di leggere i libri proibiti, colmandola nel frattempo di indulgenze. In Campidoglio Corilla fu incoronata in Campidoglio.

Amaduzzi, in una lunga lettera a Bertola sulla poesia estemporanea, ha spiegato Luciana Morelli, descrive dettagliatamente le improvvisazioni di Corilla dal punto di vista letterario, artistico e psicologico, "facendone un ritratto davvero lusinghiero ed anche credile per il rigore scientifico ed il sincero stupore entusiastico con cui viene magistralmente delineato".

Al convegno è intervenuta anche Isabella Amaduzzi, da cui riceviamo questa sintesi della sua comunicazione.


Corilla Olimpica ed il mio avo

Giovanni Cristofano Amaduzzi

di Isabella Amaduzzi

L'intenzione di questo breve intervento è quella sottolineare come dal carteggio tra Corilla Olimpica e l'Amaduzzi, ma più in generale, dai loro percorsi artistici e intellettuali – ciascuno nella propria individualità e completa originalità - emergano con una certa nitidezza i caratteri di quel clima e dinamismo culturale che portò alla nascita dell'estetica nella sua accezione moderna.

Si potrebbe arrivare a dire - senza rischiare eccessivamente - che nell'epistolario tra la poetessa e l'abate si delinea, sul piano del quotidiano e dell'individuale quel dialogo che caratterizzò tutta la cultura del XVIII secolo; quello scambio continuo tra ragione, riflessione, spirito analitico e sensazione, passione, eccessi e immaginazione. A mio avviso si potrebbero dunque leggere proprio le personalità, e dunque non solo le loro "opere", di Corilla e l'Amaduzzi, come specchi di un'epoca che troppe volte è stata etichettata come illuminista, trionfo di una ragione acritica e che invece ha visto la fruttuosa convivenza tra la ragione e molteplici manifestazioni eccedenti, indiscrete che non accettavano una sola regola e un solo volto. In questo quadro, caratterizzato dunque dalla complessità, dalla molteplicità e dalla pluralità delle "ragioni", l'estetica, come è stato da più parti ormai sottolineato, è stata senso di questo dialogo; è infatti nell'estetica che si affrontano le questioni del sentimento, della vita, delle passioni, dell'arte come creazione, ma anche come fruizione e più in generale del gusto.

L'estetica nasce nel 1735, quando il filosofo tedesco Gotlieb Alexander Baumgarten nelle Meditazioni filosofiche su alcuni aspetti del poema, un'opera dedicata alla poetica e all'oratoria, suppone l'esistenza di una logica "altra" rispetto a quella della conoscenza filosofica, "una scienza la quale diriga la facoltà conoscitiva inferiore: o scienza del conoscere sensitivo" (1), per poi concludere, nel paragrafo successivo, che se le rappresentazioni noetiche si conoscono attraverso la facoltà conoscitiva superiore, oggetto della logica, quelle estetiche "sono oggetto della scienza estetica ovvero dell'estetica" (2). Una questione che verrà ripresa e chiarificata dallo stesso Baumgarten nel 1750 quando nell'opera Estetica fornisce una vera e propria definizione della disciplina da lui stesso scoperta; "L'Estetica (ovvero teoria delle arti liberali, gnoseologia inferiore, arte del pensare bello, arte dell'analogo della ragione) è la scienza della conoscenza sensitiva" (3).

Una premessa di carattere storico necessaria non tanto e solo perché Baumgarten ha dato un nome e una definizione a tutta una serie di ricerche che percorrevano da secoli la storia della tradizione occidentale, ma per il fatto che ha individuato quale cifra dell'estetica il carattere incerto dei suoi confini, la "confusione" che sembra esserle connaturata, in altre parole il carattere polisemantico del termine. Una definizione che conoscerà fasi di assestamento, ondeggiamento nonché di contestazione, come nel caso di Kant, ma che è estremamente indicativa delle direttive culturali che caratterizzarono tutto il Settecento. Nella definizione di Baumgarten è infatti tangibile tutto lo spirito del secolo, quello della fortunata definizione leibniziana dell'unità nella varietà. Una prospettiva di analisi che può essere interessante anche per leggere in filigrana il carteggio tra Corilla e l'Amaduzzi.

L'epistolario tra la celebre improvvisatrice e l'abate può essere sicuramente letto, come è stato sottolineato nella presentazione al volume, come testimonianza esistenziale con una indubbia portata storica, ma anche come materiale culturale di un'epoca che mai ha negato le passioni, il sentimento, gli istinti, le diversità ma le ha volute comprendere ricercandone una genesi formativa e una costruttività. Un percorso di conoscenza che può nascere solo dal confronto con l’altro, con il diverso rispetto a noi, con tutto quello che va al di là dei confini della nostra ragione

Per questo potrebbe essere interessante come prospettiva di lettura dell'epistolario tra la poetessa e l'abate quella del paradigma del viaggio; Paul Hazard, nel suo libro La crisi della coscienza europea, ha identificato proprio nel passaggio dalla stasi al movimento il cambiamento radicale che caratterizzò il passaggio tra Seicento e Settecento. Il viaggio non è solo quello del grand tour, il viaggio è il viaggiare di idee, di volumi e di persone. Il viaggio è importante per l'antropologia, per la conoscenza di popoli e culture differenti rispetto a quella europee, ma il viaggio ha anche delle ripercussioni di carattere etico filosofico: la conoscenza della diversità è non a caso uno dei paradigmi su cui si arrovellerà tutta l'estetica del Settecento, nata - come abbiamo visto - sotto il segno dell'analogia e della differenza rispetto, di un modello altro di sapere.

L’epistolario è un viaggio nelle umane passioni di una donna delusa dall’amato e amareggiata dalla patria e dalle malelingue, le lettere sono un viaggio nella dotta prosa di un pensatore che cerca di consolarla, ma sono anche un viaggio nella vita romana dell’epoca, sono indirettamente pagine in cui si accenna ai tre viaggi nella conoscenza – i tre discorsi pronunciati in Arcadia - e sono il viaggio di due spiriti liberi dell’epoca che fecero del relativismo, nell’accezione più positiva del termine, un dimensione reale e culturale

Il viaggio però forse più bello e anche commuovente è quello che l'Amaduzzi compie quando descrive l'arte di Corilla al Bertola in una lettera del 29 aprile del 1777. E' il viaggio nella dimensione della sensibilità, nell'arte, nei sensi, è il viaggio nella gradazione del fuoco poetico così proprio di Corilla. Un entusiasmo nascente, progressivo e sublimato a norma di quei gradi coi quali la stessa natura procede. Un viaggio descrittivo nella sensibilità in tutta la potenzialità dell'immediatezza. Un autentico documento, come è stato già sottolineato – di vera psicologia dell’improvvisatore. La descrizione dell'arte della poetessa sembra inoltre non discostarsi molto dalla definizione che Locke diede nel suo Saggio sull'intelletto umano, più volte citato dall'Amaduzzi e mandato all'indice negli anni Trenta del secolo, del wit quale fulcro dell'attività elaborativa; il wit è quella capacità di raccogliere idee con rapidità e varietà formando nella fantasia quadri piacevoli e gradevoli. Dove il giudizio separa il wit, con echi baconiani, unisce e si muove nell'ambito dell'immaginazione, dove regna il mondo confuso della metafora, la lingua immaginosa che gioca con il concetto e la sensazione.

L'Amaduzzi ammira poi il verseggiare di Corilla perché non ha nulla di meccanico e mediato; è invece un qualcosa di progressivo e graduale in grado di contagiare, coinvolgere il pubblico. La descrizione di Amaduzzi che rivela dunque una grande acutezza psicologica sembra quasi poi assumere connotati romantici in particolare quando si sottolinea l'individualità e l'unicità dell'esperienza poetica. Il poetare di Corilla non conosce limiti, è espressione delle facoltà produttive dell’immaginazione. Nelle sue liriche trovano forma concreta e sensibile, l’invisibile e l’inesprimibile. Le parole non scritte di Corilla non dovevano essere all’epoca, come non dovrebbero esserlo nemmeno per noi oggi, un muro, un limite, bensì condizioni di infinita possibilità creativa ed espressiva. Una ricerca tutta settecentesca delle ragioni dell’arte e del mondo sensibile.

Le lettere sono dunque testimonianza non di un interesse superficiale, momentaneo, bensì profondo e duraturo; uno scoprire, un addentrarsi nelle differenti espressioni della natura, della sensibilità e non solo della ragione.

Note

G. A. Baumgarten, Meditazioni filosofiche su alcuni aspetti del poema, a cura di F. Piselli, Vita e Pensiero, Milano 1992, p. 102.

2 Ivi, p. 104.

3 G. A. Baumgarten, Estetica, a cura di F. Piselli, Vita e Pensiero, Milano 1992, p. 17.


La nostra redazione si associa al dolore della famiglia per la scomparsa dell'esimio studioso prof. Giancarlo Susini, la cui ultima conferenza in Accademia fu proprio dedicata ad Amaduzzi.


Questo libro, al 1° ottobre, si trovava nelle seguenti biblioteche (scheda del SBN):

BO0098 - Biblioteca Universitaria - Bologna - BO

BO0199 - Biblioteca comunale - Imola - BO

FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI

FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI

FI0213 - Biblioteca di scienze della formazione dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI

FO0011 - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - FO

FO0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FO

MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI

PD0343 - Biblioteca del Centro interdipartimentale di servizi di Palazzo Maldura dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD

PV0121 - Biblioteca della Facolta' di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV

RM0521 - Biblioteca dell'Istituto della enciclopedia italiana Giovanni Treccani - Roma - RM

Successivamente è stato inserito anche nella Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, dopo un'attesa duranta cinque mesi dalla consegna di due copie del volume.

BIBLIOTECA GAMBALUNGA - RIMINI

Il carteggio tra Amaduzzi e Corilla Olimpica 1775-1792

Inventario: 228892

Collocazione: M 0400 01529 Documento per sola consultazione interna Inventario: 228895

Collocazione: M 0400 01149 Connessione con la banca dati non disponibile (1)

Rete Bibliotecaria di Romagna

Titoli da 1 a 3 di 3

1 [Titolo analitico] *Amaduzzi, Scipione De' Ricci ed il "giansenismo" italiano / Antonio Montanari.  

2 [Titolo analitico] *Aurelio De' Giorgi Bertòla / Antonio Montanari.  

3 [Titolo analitico] *Scipione De' Ricci / Antonio Montanari  


 

Il Centro Amaduzziano 'partito'

con la Provincia di Firenze 28 maggio 2000

Partenza alla grande del Centro Studi Amaduzziani, fondato da Antonio Montanari presso l’Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone, e presieduto dal prof. Sergio Foschi: il 28 maggio è stata accolta una delegazione della Provincia di Firenze che ha presentto un proprio volume, curato da Luciana Morelli e dedicato alla corrispondenza tra Giovanni Cristofano Amaduzzi e la poetessa Corilla Olimpica (coronata in Campidoglio).

Il libro è il frutto di un importante e complesso lavoro di ricerca durato vari anni, e condotto da Luciana Morelli con grande attenzione e passione culturale nei confronti della figura di Corilla.

Il volume contiene una biografia di Amaduzzi, un breve articolo su Scipione De' Ricci (con cui Amaduzzi fu in rapporti) ed una biografia del poeta riminese Aurelio De' Giorgi Bertòla. Ne è autore Antonio Montanari.

Alla presentazione del libro di Luciana Morelli, curata dall'autrice, è seguita una dissertazione della prof. Giulia Cantarutti, docente dell'Università di Bologna e vicepresidente del Centro Studi Amaduzziani, su "Erudizione e socievolezza".
 


Il Centro Studi Amaduzziani.

Nell'anno 1999 l'impegno culturale dell'Accademia dei Filopatridi si è arricchito di una nuova attività. Su indicazione del prof. Antonio Montanari e per volontà dell'Assemblea accademica, è sorto il "Centro per lo studio e la diffusione della conoscenza e valorizzazione dell'opera di Giovanni Cristofano Amaduzzi".

Scopo del "Centro" è, in particolare, lo studio e la catalogazione dei manoscritti conservati nella Biblioteca accademica, molti dei quali ancora inediti e poco conosciuti agli studiosi. L'Assemblea ha eletto il "Comitato scientifico" che guiderà questo "Centro": prof. Sergio Foschi presidente, professoressa Giulia Cantarutti vice-presidente, prof. Antonio Montanari coordinatore, grand'uff. Fermo Fellini, prof. Angelo Turchini, avv. Corrado Vincenzi e dottor Giancarlo Donati segretario.

E' stato anche approvato lo Statuto che regola l'attività del "Centro", il quale prevede per gli studiosi interessati la possibilità di partecipare come 'collaboratori' alle attività del "Centro" stesso.

Il Comitato scientifico si è subito messo al lavoro ed ha previsto per la prossima primavera una giornata di studio, dedicata alla figura dell'abate Amaduzzi. Preceduta da una lettura della professoressa Giulia Cantarutti sul valore europeo dell'attività e degli studi dell'illustre savignanese, sarà presentato il libro della prof. Luciana Morelli sui rapporti fra l'Amaduzzi e Corilla Olimpica, la prima donna cinta dell'alloro poetico in Campidoglio.

In collaborazione con l'Accademia dei Filopatridi e con il patrocinio del Comune di Savignano, è stato inoltre deciso di porre una lapide ricordo sulla facciata della sua casa natale a Fiumicino, in occasione della ristrutturazione della stessa. L'iscrizione, dettata dal prof. Giancarlo Susini, è la seguente:

"Qui nacque Giovanni Cristofano Amaduzzi

1740-1792

Apostolo della ricerca storica

Studioso degli alfabeti antichi.

La Rubiconia Accademia dei Filopatridi

Ne ricorda il generoso intelletto".
 
 
Giancarlo Donati, Segretario del Centro e Bibliotecario della Rubiconia

(Dal "Notiziario" accademico, n. unico 1999)
 
 


CENTRO  STUDI  AMADUZZIANI

Dal 1999 l’attività dell’Accademia si è arricchita per la nascita di un centro di studi dedicato alla valorizzazione dell’opera di G. Amaduzzi.  Il centro, il cui nome ufficiale è "CENTRO  PER  LO  STUDIO  E  LA  DIFFUSIONE  DELLA  CONOSCENZA  E  VALORIZZAZIONE  DELLA  FIGURA  E  DELL’OPERA  DI  GIANCRISTOFANO  AMADUZZI" è diretto da un ristretto numero di Accademici ed è aperto alla collaborazione di tutti gli studiosi interessati: propone conferenze pubbliche sulla figura e l’opera dell’Amaduzzi e la stampa di inediti dello stesso.

(Dal sito ufficiale dell'Accademia)


 

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Aggiornamento, 28 ottovre 2000