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materiali didattici - religione 3

La concezione veterotestamentaria del mondo e dell'uomo
Un confronto con i miti extrabiblici

 

1. IL MONDO

L’uomo biblico è un uomo molto concreto. Questo si manifesta da subito nella concezione che egli ha del mondo

Un mondo che non è però il cosmo greco, ordinato e autosufficiente, ma opposto all'uomo, bensì una realtà in divenire dove, da un lato, egli vede direttamente l’opera di Dio e, dall’altro, il suo contributo, come leggiamo in Genesi 2.

Gen 2,4b-8.15: "Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata  perché il Signore Dio non aveva  fatto  piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo; allora il Signore Dio plasmò  l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici  un  alito di  vita  e l'uomo divenne un essere vivente. Poi  il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente,  e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. […] perché lo   coltivasse  e  lo custodisse".

Lo schema cosmologico presente in Genesi 1 è comune a tutti i popoli antichi: cielo-terra; due oceani, uno al disotto del cielo e uno al disotto della terra; il firmamento come volta solida.

Gen 1, 1-10: " In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora

la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano

l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse:  «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento  e  separò  le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano  in  un  solo  luogo e appaia l'asciutto». E così  avvenne. Dio  chiamò  l'asciutto  terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona".

 

2. L'UOMO

L'uomo dell'Antico  Testamento si vede unitario in se stesso. Troviamo differenti termini ebraici che designano l’uomo quali nefesh, basar, leb, ruah,  ma non sono quattro dimenzioni bensì quattro modi per indicare sempre la sua unitarietà. Le innumerevoli stratificazioni culturali che noi uomini “moderni” ci portiamo addosso, pur inconsapevolmente, ci hanno fatto perdere quella visione unitaria che ha di se stesso l’uomo dell’Antico Testamento.

                      

La cultura occidentale che si basa sulla filosofia greca ha posto una visione dualistica dell’uomo, “anima” e “corpo”, con tutta una problematica che sicuramente ha sottolineato la divisione tra l’elemento materiale e quello spirituale, e soprattutto lo svantaggio dell’uno rispetto all’altro, o a favore dell’anima sul corpo oppure, come maggiormente si assiste proprio nella nostra visione contemporanea, a favore del corpo contro tutto ciò che è spirituale.