Lasciate alle spalle le due abitazioni dellinfanzia e
delladolescenza di Francesco Forgione (Padre Pio), si affronta una semplice e
suggestiva scalinata che conduce al punto più alto del rione Castello.
Qui, con lo scorcio di un panorama verdeggiante disegnato dalle dolci
colline del Sannio, si trova la Chiesa di SantAnna.
E la chiesa più antica di Pietrelcina ed è stata per molto
tempo Chiesa
parrocchiale. Domina, dietro laltare maggiore, un quadro dedicato alla Madonna di
Loreto.
A sinistra entrando, cè un battistero in pietra e radica. Qui, il 26
maggio 1887, dalleconomo curato don Nicolantonio Orlando, viene battezzato Francesco
Forgione, il futuro Padre Pio. Fa da madrina la levatrice Grazia Formichelli .
Nella stessa Chiesa, posta sotto laltare di SantAnna, cè unurna
contenente le reliquie di San Pio, trasportate solennemente a Pietrelcina nel 1801. E
proprio il nome del santo martire sarà scelto da Francesco Forgione per la sua vita
religiosa.
La Chiesa di SantAnna è uno dei luoghi più importanti
nellitinerario mistico di Padre Pio.
Proprio qui, a cinque anni, gli appare Gesù e gli fa cenno di gradire la sua
offerta di consacrarsi per sempre a Lui .
Qui Francesco trascorre ore ed ore in preghiera davanti a Gesù Sacramentato.
Persino fuori della Chiesa, in una piccola piazzetta, si rifiuta di giocare con i compagni
per rispetto a Gesù sacramentato. Sempre qui egli farà tantissime esperienze mistiche.
Gli appaiono Gesù, Maria, langelo custode. Ed in questa chiesa, una volta
sacerdote, egli celebra spesso la Santa Messa e confessa le anime semplici di Pietrelcina.
I momenti belli di intimità con Gesù sacramentato, oltre che nella liturgia eucaristica
li vive anche quando resta solo in Chiesa, e si apre alle più tenere confidenze ed
espressioni di amore verso il Divino Ospite.
E sempre qui, a volte, la stessa Madre di Dio lo accompagna allaltare
per la celebrazione della Santa Messa.
Tuttora la Chiesa di SantAnna esercita un fascino particolare per chi
vuole pregare in silenzio e raccoglimento. Sarebbe auspicabile utilizzare questo piccolo,
mistico tempio, per lesposizione quotidiana del Santissimo Sacramento e quindi per
ladorazione silenziosa fino a sera.
(Padre Pio a padre Benedetto, 29/3/1911)
(Padre Pio a Padre Agostino, 1 maggio 1912)
Lasciata alle spalle la piazzetta antistante la Chiesa di S.Anna, si va
diritto in fondo al vicolo e, dopo aver visto la casa dove i genitori di Padre Pio hanno
vissuto solo un anno da sposati, si svolta a destra. Appare subito una piccola scalinata
che conduce ai piani superiori dello stesso edificio. Qui, in via Santa Maria degli Angeli
n.44, in una casetta decorosa formata da tre vani, abita padre Pio dal 1910-12 fino al 17
febbraio 1916.
La prima camera a sinistra ospiterà, successivamente, dal 1941 al 1943,
durante il suo soggiorno a Pietrelcina, Mary Pyle, figlia spirituale di Padre Pio . La
camera di Padre Pio è quella in fondo. Siamo, qui, in un altro luogo importantissimo
dellitinerario mistico e della vita del giovane padre Pio. E questa casa diviene
testimone di tantissimi fatti soprannaturali al punto che il frate di Pietrelcina,
ricordandola, dirà poi: “Se quelle pietre potessero parlare....
In questa casa Padre Pio, già debole nel fisico, è costretto ad affrontare
durissime lotte con lo spirito del male. Lotte spirituali, ma anche fisiche, costellate
da
botte, tentazioni, sofferenze inaudite e momenti di sconforto. Lo confida, Padre Pio,
a padre Agostino, suo Direttore spirituale: “Quei cosaggi non cessano di percuotermi e
di sbalzarmi alle volte anche dal letto, giungendo fino a togliermi la camicia e
percuotermi in tale stato. Ma oramai non mi fanno quasi più timore. Gesù è sempre
amoroso verso di me, giungendo fin anche alle volte ad alzarmi da terra ed adagiarmi sul
letto.
Tutte le mattine mamma Peppa va a trovare il Figlio. Gli porta la biancheria
pulita e gli ordina la casa. Spesse volte lo trova ammaccato e con qualche ferita.
Immaginiamo la preoccupazione di una madre di fronte a queste situazioni. Ma lui la
tranquillizza così: “Mamma non ci pensare. Non ti impressionare per me. Cè la
Madonna! Mi ha sempre aiutato e continuerà a farlo.
E infatti la Casa di Santa Maria degli Angeli diviene soprattutto luogo di straordinari
incontri soprannaturali. Gesù gli appare tantissime volte. Così come sua Madre, Maria
Santissima. Gli appare San Francesco, al quale chiederà più volte di tornare alla vita
conventuale. Anche il suo Angelo Custode gli appare spesso e viene spesso invocato da
padre Pio nei momenti di sofferenza e lotta con i Cosacci, i demoni che lo vessano
continuamente.
Frequenti sono gli incontri visibili di Padre Pio con il suo angelo Custode.
Avvenimenti soprannaturali che, potrebbero ingenerare, specialmente in chi vive lontano
dalla dimensione della fede, perplessità e scetticismo, ma che vengono giustamente
autenticati e suffragati da tutto ciò che, Padre Pio ha combinato nella sua
vita. Fenomeni di bilocazione, profumo, miracoli accertati e documentati in tutto il
mondo, gente che in confessione si sente leggere nel proprio cuore, annunci profetici
puntualmente avvenuti. Tutto questo, che è ampiamente certificato da credenti e
miscredenti, attesta chiaramente che il frate stigmatizzato ha coabitato col
soprannaturale sin dalla sua infanzia. E i brani delle lettere scritte da Padre Pio e che
ora riportiamo, sono stati scritti proprio in questa casa di S.Maria degli Angeli nella
quale il Padre ha scritto buona parte del suo Epistolario:
Questa notte scorsa poi lho
passata tutta intiera con Gesù appassionato. Ho sofferto anche assai; ma in un modo ben
diverso da quello della notte precedente. Questo è stato un dolore che non mi ha fatto
male alcuno; aumentava sempre pià in me la fiducia in Dio;, mi sentivo sempre più
attratto verso Gesù; senza nessun fuoco addosso, mi sentivo a Gesù stretto e legato; da
mille fiamme mi sentivo bruciare, che mi facevano vivere e mi facevano morire.
(Padre Pio a Padre Agostino, 28 giugno 1912)
Questa cara Mammina seguita a
prestarmi premurosamente le sue materne cure, specialmente in questo mese. Le di Lei cure
verso di me toccano la ricercatezza. Soltanto allorché le faccio cenno a quella grazia,
(quella di ritornare in convento, n.d.a.) che voi già sapete, il suo celeste volto si
contrae tutto; si rattrista e con solennità mi rinnova il divieto.
(Padre Pio a Padre Agostino, 6 maggio 1913)
Dal borgo Castello, scendendo giù per porta Madonnella e voltando a
destra, si giunge a contrada Pantaniello. Un pozzo indica il luogo dove Francesco Forgione
comincia a percorrere la stradina di campagna per raggiungere i genitori ed i parenti a
Piana Romana.
Piace ricordare questo ragazzo un po particolare, introverso, ma dotato
di ottimi sentimenti. Un ragazzo che sfugge le compagnie anche per evitare di sentire
bestemmie e parole volgari. A lui il Signore rivela i suoi tesori. Il Regno dei
cieli è dei bambini dice Gesù. E queste parole profetiche si realizzano pienamente
in Francesco.
Da piccolo comincia a percorrere da solo la via solitaria che porta a
Piana Romana. I suoi pensieri sono rivolti, mentre cammina, al Creato, alla
natura circostante, alle ombre fresche delle fronde degli alberi, al sole che col calore
riscalda il mondo. Via del rosario è un sentiero di campagna che ispira sentimenti di
amore e di gratitudine a Dio che tutto Provvede. Quante volte il giovane Padre Pio
percorre questa stradina con lincedere delle Ave Maria, mentre la mano scorre la
corona del rosario. Il ponte sul torrente Quadrielli è luogo di strani,
paurosi, incontri con i Cosacci. Vede le loro ombre nello specchio dacqua sotto il
ponte. Cercano di incutergli paura. Ma lui continua la strada che sale verso Piana Romana.
Lungo questa strada succede il fatto delle rape e dei fichi maturi. Francesco dice
alla mamma che è peccato prendere le rape in campo altrui, ma quando si trova sotto un
bellalbero di fichi maturi, se ne fa una bella scorpacciata.
Tutti i contadini erano sparsi per le campagne ed anche i pastori uscivano con i loro greggi. Gli usignoli piamente entro le macchie cinguettavano. Qua si sentivano belar pecore, là si vedevano saltellare agnelletti
(Padre Pio, Componimenti scolastici)
Salendo lerta che dal ponte conduce a Piana Romana, Francesco giunge
nel terreno dei suoi familiari. Li trova al lavoro e si assume il suo compito quotidiano
di pascolare lo sparuto gregge di famiglia.
Una volta si avvicina a lui Anna Fucci, una ragazza che ha delle pecore da
pascolare. Lo invita a chiacchierare con lei mentre le rispettive pecore brucano
lerba, ma Francesco mette subito in chiaro i suoi intenti: “Tu nel fondo tuo, io
nel mio. In realtà Francesco ha amicizia solo con Luigi Orlando, un ragazzo della sua età, che ha
la stessa passione di Francesco: modellare con largilla i pastori per il presepe.
A Piana Romana incontriamo Francesco Forgione impegnato nei compiti usuali di
ogni figlio di contadino. Il pozzo che si incontra, percorrendo il viale che porta alla
cappella dellOlmo, è stato voluto da lui. Un giorno, al padre che impreca per il
fatto che non riesce a trovare acqua, gli dice: “Papà, scava qua. E papà
Grazio, nella sua semplice e schietta parlata contadina: “Francì, io scavo, ma se
lacqua nun ghiesce, te ce votto a te dint u puzzo. Resa in italiano vuol
dire: “Francesco, io scavo, ma se lacqua non esce, nel pozzo ci butto te.
Invece lacqua esce e Francesco trae un sospiro di sollievo, soprattutto
perché così papà Grazio la finisce di imprecare.
A Piana Romana incontriamo, anni dopo, fra Pio da Pietrelcina che nel 1910
diverrà padre Pio. A favorire questa vocazione cappuccina è lincontro, da
ragazzo, nella masseria di Piana Romana, con fra Camillo, del vicino convento di Morcone.
Limmagine del frate si può ora riconoscere entrando nella masseria della famiglia.
E da sacerdote Padre Pio ogni mattina, quando la stagione lo permette, si
porta dal borgo Castello a Piana Romana, per stare vicino a mamma Peppa, a papà Grazio,
fratelli e parenti e
per respirare quellaria buona di campagna di cui ha tanto bisogno per la sua salute
malferma.
I parenti gli costruiscono, nel terreno che oggi è divenuto unaccogliente pineta,
una capannuccia di paglia, allombra di un Olmo. Lalbero, che ora è
stato liberato da un bel sostanze plastiche, si trova sul retro di una cappella costruita nel 1958.
Nella capannuccia che per Padre Pio è come una chiesetta, egli prega,
studia, fa catechismo ai ragazzi della contrada. E qui, nel 1910 riceve per la prima
volta, dal Signore, il Dono delle Stigmate:
Ieri sera poi mi è successo una cosa che io non so né spiegare e né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po di rosso quasi quanto la forma di un centesimo, accompagnato anche da un forte ed acuto dolore in mezzo a quel po di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po di dolore. Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva. Non sinquieti però se adesso per la prima volta glielo dico; perché mi sono fatto vincere sempre da quella maledetta vergogna
(Padre Pio a Padre Benedetto - 8/9/1911)
Qui a Piana Romana la famiglia Forgione ha, al
tempo di padre Pio, una masseria nella quale mamma Peppa prepara il pranzo per il marito
ed i figli. E giusto pensare che in questa casetta padre Pio ha spesso dormito,
mangiato, pregato, studiato.
Ma è nel contatto con la natura circostante che Padre Pio riconosce
maggiormente la Presenza di Dio. Quando si siede su due spuntoni di roccia adiacenti
allOlmo, , il famoso SEGGIOLONE, il suo sguardo Francescano si posa sulle dolci ed
ubertose colline che circondano Piana Romana, sulle variegate coltivazioni di tabacco
Beneventano, di grano, di carciofi (una specialità di Pietrelcina), sugli alberi di fico,
di Querce, di Olmi, di Olivo, e sui Vigneti. Sui monti del Sannio che sembrano facciano da
corona allassolata Piana Romana: dal Matese con il Monte Mutria a destra, al
Taburno, con Camposauro a centro, per finire al Partenio, a sinistra.
Lautunno è tutto ridente:
col suo modesto ammanto è assai più caro che quello della sterile primavera. Esso
rallegra tutti, allenisce i sospiri ed il sudore del povero campagnolo, perché vede
effettuarsi il frutto delle sue fatiche. Nessuno nellautunno sa più tenersi in
pace; tutti, ricchi e poveri, signori e contadini, allegramente si portano di
buonora nelle vigne per cogliere i rossi grappoli e chi le mature frutte
(Padre Pio, Componimenti scolastici)
Anni dopo, parlando di Piana Romana e di Pietrelcina, Padre Pio dirà:
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