DIMENSIONI DELLO SPIRITO | ||
Il fascino discreto di Piana Romana a Pietrelcina RITORNA A DIMENSIONE DELLO SPIRITO
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.da AVVENIRE - Domenica 11 Marzo 2001 DIVO BARSOTTI IL TEMA L'anziano mistico, fondatore della comunità dei «Figli di Dio», riflette sul grande
di Andrea Fagioli
FIRENZE. Nelle ultime pagine di un suo diario ha scritto di non saper pregare. Proprio lui, don Divo Barsotti , fondatore di una comunità contemplativa, conosciuto per i suoi studi di spiritualità e le
meditazioni sui misteri cristiani, che passa ore e ore nella cappella del suo piccolo eremo intitolato all'espressione più alta del monachesimo russo, San Sergio. «Quando uno vuol pregare - spiega a bassa voce l'anziano sacerdote, originario di Palaia, in provincia di Pisa -, gli sembra sempre di non saper pregare, perché pregare vuol dire entrare in comunione con Dio. E questo Dio ci sfugge. Da una parte ci attira e non possiamo fare a meno di cercarlo; dall'altra, quanto più lo cerchiamo tanto più Lui sembra allontanarsi. E' un gioco quello a cui Dio ci sottopone». E per spiegare il «gioco» Barsotti ricorre a Sant'Agostino, «che a proposito della Grazia divina, diceva che è come porgere una noce a un
bambino. Il bambino corre per prenderla e se ci allontaniamo lui corre Ancora una volta siamo saliti a Settignano, a Casa San Sergio, per ascoltare «il padre», come lo chiamano i «suoi», per ascoltare questo mistico che alla soglia degli 87 anni (li compirà il 25 aprile prossimo) stupisce per la profondità e la lucidità delle sue riflessioni. E' Ma se gli chiediamo cos'è la preghiera, lui risponde che dobbiamo prima chiederci se esiste: «Che rapporto possiamo stabilire noi con un Dio che è trascendenza infinita, che è al di là del tempo e dello spazio? Come mai l'uomo, nonostante tutto, ha sempre creduto di poter stabilire con Dio questo contatto che sembra impossibile?». Semplice e difficile al tempo stesso la risposta: «Perché il Dio in cui crediamo - dice Barsotti - è il Dio dell'alleanza, che ha voluto stabilire un rapporto, che ha reso possibile un incontro nostro con Lui. Ma ancora non è una risposta vera. La preghiera presuppone un grande mistero, Allora, se la preghiera è possibile, cos'è? «E' questa unione con Dio. E' vivere una unione per la quale noi ci doniamo a Lui e Lui si dona a noi. Ma tutto è possibile perché è Dio che ha preso l'iniziativa. Dunque, è lui che prega. La preghiera nostra presuppone Lui. Non potremmo parlare a Lui senza che prima Lui parli a noi. E la nostra preghiera tanto più è vera, quanto più noi sentiamo che è Lui il primo che parla, il primo che entra nella nostra vita. E ci dà la speranza, ci viene in soccorso, ci conosce e ci ama. La preghiera presuppone dunque prima di tutto la fede». E' la fede - prosegue don Barsotti - che dà la possibilità della preghiera. Il dono che l'uomo fa di sé a Dio è il dono della sua povertà e dei suoi peccati. Lui non può chiederci altro, anche perché l'unica cosa che non ha è il peccato. Lo riceve da noi. Si è fatto uomo Quando però avverte di essere amato, sente di possedere tutto. Chi è convinto di essere amato da Dio può fare a meno di tutto. In questo senso la preghiera ci spoglia dei nostri bisogni, perché è un dono più grande di quanto possono esserlo i bisogni dell'uomo». Andrea Fagioli
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