In questa pagina c'è la descrizione del patrimonio parrocchiale (che è quello di cui si occupa la nostra associazione) di Azeglio:

La chiesa parrocchiale di S. Martino

L'organo Serassi nella Chiesa Parrocchiale

L'antica chiesa di S. Martino (ex. parrocchiale)

Il santuario di S. Antonio di Monte Perosio

Le altre chiesette di Azeglio

Il bassorilievo "Processo e flagellazione di Gesù"



La chiesa Parrocchiale di S. Martino

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La chiesa fu progettata dall'ingegner Filippo Castelli e costruita negli anni 1787-90. Presenta una facciata neoclassica. L'interno è a pianta greca ed in stile barocco-rococo arioso e solenne, ricco di colonne e di altari in marmo. La chiesa presenta la particolarità di avere coretti posizionati sopra al cornicione collegati tramite passaggi aerei al vicino castello; questo permetteva ai castellani di assistere alle funzioni discretamente senza essere osservati.

L'organo SERASSI

La collocazione dell’organo nella Chiesa parrocchiale di Azeglio avviene nell’autunno del 1821 ad opera dei fratelli Serassi di Bergamo.
Lo strumento azegliese,pur rientrando nella categoria degli organi di medie dimensioni, denota alcune particolarità, frutto di un piano fonico elaborato in stretta collaborazione con don Boratti, sacerdote piveronese per molti anni convinto sostenitore e promotore del modello d’organo serassiano. Degna cornice, l’elegante cassa lignea scolpita dal minutiere piveronese Giovanni Godone.
L’organo, costruito con la solita perizia dagli artigiani bergamaschi, funziona senza grandi inconvenienti per l’intero secolo XIX; solo ai primi del 900, complice il mutato gusto organistico e i dettami dei nuovi ordinamenti in materia di Musica Sacra, si pensa ad un nuovo strumento.Ai primi di maggio del1908 Carlo Pera, organaro bergamasco già capofabbrica dei Collino, consegna al parroco di Azeglio un progetto che prevede la ricostruzione del vecchio Serassi mediante l’aggiunta di una seconda tastiera; nell’autunno del 1908 il Pera inizia i lavori: colloca una nuova consolle con sistema di registrazione a pomelli, pur conservando oltre 75% del materiale fonico Serassi, sostituisce i registri più caratteristici dell’organo ottocentesco. La seconda tastiera, per scarsità di fondi, si limita a pochissimi registri, di cui uno solo su tutta tastiera; questo corpo d’organo viene chiuso entro un enorme cassa espressiva (incombente sul somiere maestro) che pregiudicherà per sempre la naturale propagazione delle onde sonore all’interno della cassa.Alla fine del 1927 un nuovo ampliamento ad opera di Alfredo Cordone, la sostituzione di alcuni registri e il proseguimento del Flauto di 8’ nei bassi mediante l’aggiunta di un somiere pneumatico nel limitato spazio rimasto tra le canne del Grand’Organo e la cassa espressiva. Un ulteriore intervento consistente in alcune riparazioni e la posa dell’elettroventilatore avviene nel 1950 ad opera di Carlo Davico. Nel 1999, grazie all’instancabile attività dell’associazione azegliese ARTEV, si concretizza l’idea di un possibile recupero dello strumento ormai in pessime condizioni di funzionamento. Dopo ripetuti sopraluoghi e un approfondito studio della stratificazione del materiale storico, alla luce di alcune discutibili scelte operate dal Pera prima e dal Cordone poi, tra le quali l’utilizzo di diversi somieri a trasmissione pneumatica, anche in considerazione dell’elevata percentuale di materiale fonico serassiano conservato, si decide unanimemente il ripristino dello strumento nella sua configurazione di origine. I lavori, iniziati con lo smontaggio nel gennaio 2004, vengono affidati all’organaro Italo Marzi & Figli di Pogno, il quale oltre ai tipici lavori di restauro e pulitura ricostruisce l’intera consolle su modelli serassiani coevi e i registri mancanti. Nel corso del riordino del materiale vengono ricomposti con canne originali: il Clarinetto, i Timballi e i Corni dolci. Il restauro della cassa, col ripristino delle tinte originali è opera dello Studio Malachite di Paola Ponzetto & Gabriella Zordan di Orio Canavese. (segue scheda dello strumento)

L'antica chiesa di S. Martino (ex. parrocchiale)

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Questa chiesa è stata ricostruita durate il '700 sui resti dell'antica parrocchiale anteriore al 1194 (anno al quale risale il primo documento scritto). Fu chiesa parrocchiale fino al '300 quando fu edificato il nuovo borgo franco d'Azeglio in sede leggermente diversa spostata a quella del borgo precedente. A causa dello spostamento del paese fu edificato un nuovo edificio per il culto

In seguito ad anni ed anni di incuria le sue condizioni della struttura erano veramente gravi. I restauri, grazie all'operato di ARTEV, sono iniziati di recente (3 anni) e sono giunti al termine per il tetto, la parte esterna e la facciata.

Il santuario di S. Antonio Abate

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Risalente all'XII secolo era situato sulla via Frencigena "Romea" ed ospizio per il pellegrini che si recavano a Roma. Ebbe una grande importanza per tutto il medioevo tanto da essere citato in molti documenti dell'epoca. Perse la sua funzione di ospizio in seguito alla riduzione del traffico sulla strada per diventare Badia per molti secoli. Oggi è un santuario posto su un'amena e tranquilla collina sulle sponde del lago di Viverone. Restaurati piuttosto di recente ed in buono stato di conservazione sono visibili all'interno della chiesa affreschi antichissimi su S. Antonio.

Nel 1999 sul sagrato di questa chiesa è stata ospitata una conferenza sulla via Francigena "Romea" e sulle sue antiche funzioni d'ospizio, vedi le attività di ARTEV

E' inoltre disponibile un file contenente gli appunti presi durante la conferenza: confsant.rtf

Un ricco patrimonio di cappelle

Cappella si San Grato
Sul territorio di Azeglio sono sparse parecchie cappelle, oltre a quelle già illustrate sopra ci sono le chiesette di: S. Anna, Madonna di Lourdes, S. Grato, S. Rocco, S. Carlo, la chiesetta di Pobbia situata nell'omonima frazione. Alcune sono più recenti quali la chiesa della Madonna di Lourdes (costruita dalla popolazione come ringraziamento per la fine della I guerra mondiale). Altre sono autentici pezzi di storia minore importanti però per capire appieno lo sviluppo artistico di Azeglio e del Canavese. Alcune sono autentici gioiellini, come la chiesa di S. Anna nel quale si trova un altare ligneo del '600 con annessa pala. Esso necessiterebbe di un restauro il più presto possibile per evitare che venga perso per sempre. Come è successo alla chiesa di S. Rocco, precedente al XII secolo, costruita con uno stile simile al Santuario di S. Antonio, con porticato in colonne di pietra, che anni di incuria hanno ormai ridotta ad un rudere diroccato che difficilmente sarà recuperabile.

"Processo e flagellazione di Gesù"
Pannello in legno di noce di autore ignoto. Inizi XVII secolo.

Ritrovato nel 1995 e restaurato con cura, questo antico pannello in noce è ritornato alla condizioni originarie. Rappresenta due momenti della passione di Gesù Cristo inquadrate in due zone diverse dell'opera; quella soprastante è confinata all'interno di una loggetta.

La cura meticolosa dei particolari e l'inquadrazione prospettica ne fanno un'opera importante per testimoniare l'antica cultura artistica locale.

Per una spiegazione più dettagliata: bssrlv.rtf

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Ultimo aggiornamento: 09/03/2006 Progettato per: 800x600