Libri scritti da Arrigo Muscio |
Importanza del Santo Rosario Si consiglia l’integrale
lettura del documento di Giovanni Paolo II “Rosarium Virginis Mariae” “5. Il 16 ottobre 2002 ho proclamato
l'"Anno del Rosario" ed ho invitato tutti i figli della Chiesa a
fare di questa antica preghiera mariana un esercizio semplice e profondo di
contemplazione del volto di Cristo. Recitare il Rosario significa infatti
imparare a guardare Gesù con gli occhi di sua Madre, amare Gesù con il cuore
di sua Madre. Consegno oggi idealmente anche a voi, cari giovani, la corona
del Rosario. Attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi
guida con sicurezza verso il suo Figlio! Non vergognatevi di recitare il
Rosario da soli, mentre andate a scuola, all'università o al lavoro, per
strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei
vostri gruppi, movimenti e associazioni; non esitate a proporne la recita in
casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda
i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà ad essere
forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella
speranza.” MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II Riteniamo essenziale riportare alcune frasi
bibliche che evidenziano l’importanza della preghiera. Il Santo Rosario, dopo
la Santa Messa, è da considerarsi la preghiera più efficace come dimostrano
le sotto riportate affermazioni della Madonna, dei santi e le conferme del
demonio durante gli esorcismi. · "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova ed a chi bussa sarà aperto". (Mt. 7,7) · "In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". (Mt. 18,19) · "In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nel mio nome. Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena". (Gv. 16,23 seg.) ALCUNE PROMESSE di MARIA SS. ai devoti del Rosario (fatte al domenicano B. Alano de la
Roche)
Ø
A tutti coloro che
reciteranno il mio Rosario prometto la mia specialissima protezione. Ø
Il Rosario sarà un'arma
potentissima contro l'inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e
abbatterà le eresie. Ø
Chi si raccomanderà col
Rosario non perirà. Ø
Chiunque reciterà
devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se
peccatore, crescerà in grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna. Ø
Io libero ogni giorno
dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario. Ø
I veri figlioli del mio
Rosario godranno di una grande gioia in Cielo. Ø
Ciò che chiederai col
Rosario, l'otterrai. Ø
Coloro che propagano il
mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro necessità. Ø
La devozione del Santo
Rosario è un gran segno di predestinazione. (Il Santo Rosario meditato)- Ed. Parrocchia S. Antonio a Posillipo-Napoli-pag.3 seg.
· Maria in persona: "Premunitevi della corona come di un'arma e fate che nelle vostre case echeggi come un canto armonioso, canto d'amore, questa formidabile preghiera, formidabile per potenza, per forza e per grazia. Nessun devoto del mio Rosario perirà". (Dagli scritti di un Missionario della Consolata). · S. Vincenzo Dè Paoli: "Dopo la S. Messa, la devozione al Rosario ha fatto scendere nelle anime più grazie che tutte le altre devozioni, e con le sue "Ave Maria" compie più miracoli di ogni altra preghiera". · Il Santo Curato d'Ars: "Una sola "Ave Maria" ben detta fa tremare l'inferno". · San Luigi Maria De Montfort: "L'Ave Maria ben detta (con attenzione, devozione e modestia), secondo i Santi è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo schiaccia, la santificazione e fecondità dell'anima, la gioia degli Angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, la gloria della SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si dà...". · San Giovanni Bosco: "Il Rosario è una continuazione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell'inferno". · Lucia di Fatima: "Per il potere che il Padre ha dato, in questi ultimi tempi, al Rosario non c'è' problema personale, nè familiare, nè nazionale, nè internazionale, che non si possa risolvere con il Rosario". · Satana, costretto nel nome di Dio dall'esorcista, ha dovuto parlare del Rosario. · Ecco perchè, in un celebre esorcismo, Lucifero, cioè satana in persona, fu costretto ad affermare: "Dio ha dato a Lei (la Madonna) il potere di scacciarci, e Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per questo il Rosario è la preghiera (dopo la Santa Messa) più forte, la più esorcizzante. Esso è il nostro flagello (sic!), la nostra rovina, la nostra sconfitta... · Il Rosario ci vince sempre, ed è la sorgente di grazie incredibili per quanti lo recitano intero (15 misteri). Per questo noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma specialmente nelle Comunità (principalmente la famiglia, chiesa domestica - Concilio Vaticano II), la cui forza spezzerebbe ogni nostra resistenza. · Molte di esse lo sanno: non vi è male che possa resistere ad un Rosario intero comunitario (principalmente familiare - Veggente Viska di Medjugorje). · Lucifero (durante un altro esorcismo): "È più potente il Rosario (intero e recitato col cuore) dell'Esorcismo solenne. Il Rosario è più potente del bastone di Mosè!" · "Voglio che veniate qui il tredici del mese prossimo e che continuate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, perché soltanto lei vi potrà aiutare" · A questo punto fece alcune richieste che non ricordo bene. Quel che mi ricordo è che la Madonna disse che bisognava recitare il rosario per ottenere le grazie durante l'anno". (La Madonna ai bambini di Fatima) · "Cari figli! Oggi, come non mai, vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana è forte e vuole distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il pianeta su cui vivete, perciò cari figli, pregate per poter essere protetti, mediante la preghiera, con la benedizione della pace di Dio. Dio mi ha mandata tra voi per aiutarvi. Se volete, aggrappatevi al Rosario, giacché solamente il Rosario può ottenere il miracolo nel mondo e nella vostra vita..." (Giovedì 25 gennaio 1991 - Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje). · "...Cari figli, rivestitevi dell'armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano...." (Giovedì 8.8.1985 - Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje). · Il Santo Rosario è compendio di tutto il vangelo (Pio XII) · Il Santo Rosario è pratica perfetta (Paolo VI) PROMESSE DELLA
VERGINE MARIA A COLORO CHE PORTANO SEMPRE CON SE' LA CORONA DEL
SANTO ROSARIO 1) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me condotti a mio Figlio. 2) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me aiutati nelle loro imprese. 3) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, impareranno ad amare la Parola e la Parola li farà liberi. Non saranno più schiavi. 4) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, ameranno sempre di più mio Figlio. 5) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una conoscenza più profonda di mio Figlio nella loro vita quotidiana. 6) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un desiderio profondo di vestire con decenza per non perdere la virtù della modestia. 7) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, cresceranno nella virtù della castità. 8) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una coscienza più profonda dei loro peccati e cercheranno sinceramente di correggere la propria vita. 9) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un profondo desiderio di diffondere il messaggio di Fatima. 10) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, sperimenteranno la grazia della mia intercessione. 11) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nella loro vita giornaliera. 12) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno ripieni di un profondo desiderio di recitare il S. Rosario e meditare i Misteri. 13) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno confortati nei momenti di tristezza. 14) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, riceveranno il potere di prendere decisioni sagge illuminati dallo Spirito Santo. 15) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno invasi da un profondo desiderio di portare oggetti benedetti. 16) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, venereranno il mio Cuore immacolato e il Sacro Cuore di mio Figlio. 17) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, non useranno il nome di Dio invano. 18) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una profonda compassione per Cristo crocifisso e aumenterà il loro amore per Lui. 19) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno guariti da malattie fisiche, mentali ed emozionali. 20) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nelle proprie famiglie. (Promesse fatte dalla Vergine durante varie apparizioni) da "Tutti mi chiameranno Beata" di Padre Dario Betancourt - Ed. S. Michele (tel. 0974-845342 fax 845668), pag. 153 seg. LO STRANO
EPISODIO DI PADRE TARDIF Padre Michele Vassallo ha raccontato il misterioso episodio che segue, estremamente emblematico del potere del Santo Rosario in quanto gli è stato"donato misteriosamente" dal grande taumaturgo ed esponente del Rinnovamento Carismatico Cattolico mondiale Padre E. Tardif, considerato dall'Arcivescovo di Santiago (Mons. Flores)"…Uno dei più grandi uomini della Chiesa Cattolica negli ultimi decenni…". ·
Questo dono del Rosario costituisce una ulteriore
convalida del valore del Santo Rosario: la preghiera dei miracoli. - Durante la veglia di preghiera accadde un fatto strano: mi ritrovai a dialogare con P. Emiliano così come facevamo spesso durante la sua vita terrena. Gli dissi: "Padre, io non potrò più rivederti fino al giorno in cui avrò il privilegio di raggiungerti nella Gerusalemme Celeste. Mi resta di te solo il dolce ricordo del tuo paterno affetto, del tuo sorriso e della tua semplicità. Sei stato per me padre e maestro, il messaggero di Dio, la voce dello Spirito Santo. Ora mi lasci, così, all'improvviso senza darmi il tempo di accettare questo vuoto. Mi vergogno quasi a confessartelo, ma in tutti questi anni ho sempre desiderato chiederti un oggetto qualsiasi che ti appartenesse al fine di conservarlo in tuo ricordo…Avrei tanto voluto avere il coraggio di esternarti questo mio desiderio, ma ora è troppo tardi. Tu sei partito…" Dopo qualche altro minuto di silenzio mi resi conto di essere un po’ stanco, quindi decisi di recarmi in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Mi ero appena seduto quando arrivò una delle guardie che vegliava la salma e preoccupato mi disse: "Padre, dovrei chiederle un favore. Stranamente, nelle mani di Padre Emiliano, è capitata una corona del rosario. Al collo ne ha già una. Non capisco chi abbia potuto mettergliene una seconda nelle mani! Dovremmo toglierla ma non vorrei farlo io. Vorrei che lo facesse lei che è un sacerdote ed era un suo intimo amico-. Queste parole mi risuonarono come una risposta di P. Emiliano…Quella corona era il dono per me, ecco perché dovevo essere io a toglierla dalle sua mani per conservarla in suo ricordo. Tornai nella cappella, mi avvicinai alla bara e con molta attenzione presi la corona e la posi in un fazzoletto. Provai una dolce sensazione.Sembrava che Padre Emiliano mi stesse sorridendo. La posi in tasca e la conserverò gelosamente fino alla fine dei miei giorni. - Da "P. Emiliano Tardif- l'amico di Dio", di Padre Michele Vassallo, Ed. S. Michele (tel. 0974-845342 fax 845668), pag. 16/17 Poiché si sta diffondendo
sempre più l’abitudine di recitare il Rosario secondo libere interpretazioni
(ad esempio vengono sostituiti i misteri con altri episodi evangelici o
addirittura con accadimenti della vita moderna; oppure viene eliminata una
parte dell’Ave Maria e/o delle altre preghiere per essere sostituite da frasi
bibliche o commenti umani ecc.) conviene rammentare ai “liberi pensatori” le
sempre valide prescrizioni stabilite al riguardo da papa Paolo VI nella sua
enciclica “Marialis
Cultus” Indicazioni per il
"rosario" 42. Vogliamo ora, fratelli
carissimi, soffermarci alquanto sul rinnovamento di quel pio esercizio, che è
stato chiamato " il compendio di tutto quanto il vangelo ": la
corona della beata vergine Maria, il rosario. Ad essa i nostri predecessori
hanno dedicato vigile attenzione e premurosa sollecitudine: ne hanno più
volte raccomandata la recita frequente, favorita la diffusione, illustrata la
natura, riconosciuta l’attitudine a sviluppare una preghiera contemplativa,
che è insieme di lode e di supplica, ricordata la connaturale efficacia nel
promuovere la vita cristiana e l’impegno apostolico. Anche noi, fin dalla
prima udienza generale del nostro pontificato (13 luglio 1963), abbiamo
dimostrato la nostra grande stima per la pia pratica del rosario, e in
seguito ne abbiamo sottolineato il valore in molteplici circostanze,
ordinarie alcune, gravi altre, come quando, in un’ora di angoscia e di
insicurezza, pubblicammo l’epistola enciclica "Christi matri" (15
settembre 1966), perché fossero rivolte supplici preghiere alla beata Vergine
del rosario, per implorare da Dio il bene supremo della pace; appello che abbiamo
rinnovato nella nostra esortazione apostolica "Recurrens mensis
october" (7 ottobre 1969), nella quale commemoravamo il quarto
centenario della lettera apostolica "Consueverunt romani
pontifices" del nostro predecessore s. Pio V, che in essa illustrò e, in
qualche modo, definì la forma tradizionale del rosario. 43. Il nostro assiduo
interesse verso il tanto caro rosario della beata vergine Maria ci ha spinto
a seguire molto attentamente i numerosi convegni, dedicati in questi ultimi
anni alla pastorale del rosario nel mondo contemporaneo: convegni promossi da
associazioni e da persone che hanno profondamente a cuore la devozione del
rosario, ed ai quali hanno partecipato vescovi, presbiteri, religiosi e laici
di provata esperienza e di accreditato senso ecclesiale. Tra questi è giusto
ricordare i figli di s. Domenico, per tradizione custodi e propagatori di
così salutare devozione. Ai lavori dei convegni si sono affiancate le
ricerche degli storici, condotte non per definire con intenti quasi archeologici
la forma primitiva del rosario, ma per coglierne l’intuizione originaria,
l’energia primigenia, la essenziale struttura. Da tali convegni e ricerche
sono emerse più nitidamente le caratteristiche fondamentali del rosario, i
suoi elementi essenziali e il loro mutuo rapporto. 44. Così, per esempio, è
apparsa in più valida luce l’indole evangelica del rosario, in quanto dal
vangelo esso trae l’enunciato dei misteri e le principali formule; al vangelo
si ispira per suggerire, movendo dal gioioso saluto dell’angelo e dal
religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve
recitarlo; e del vangelo ripropone, nel susseguirsi armonioso delle Ave
Maria, un mistero fondamentale - l’incarnazione del Verbo contemplato nel
momento decisivo dell’annuncio fatto a Maria. Preghiera evangelica è, dunque,
il rosario, come oggi forse più che nel passato amano definirlo i pastori e
gli studiosi. 45. È stato, altresì,
compreso più facilmente come l’ordinato e graduale svolgimento del rosario
rifletta il modo stesso con cui il Verbo di Dio, inserendosi per
misericordiosa determinazione nella vicenda umana, ha operato la redenzione:
di essa il rosario considera, infatti, in ordinata successione i principali
eventi salvifici che si sono compiuti in Cristo: dalla concezione verginale e
dai misteri dell’infanzia fino ai momenti culminanti della pasqua - la beata
passione e la gloriosa risurrezione - ed agli effetti che essa ebbe sia sulla
chiesa nascente nel giorno di pentecoste, sia sulla vergine Maria nel giorno
in cui, dopo l’esilio terreno, ella fu assunta in corpo e anima alla patria
celeste. Ed è stato ancora osservato come la triplice partizione dei misteri
del rosario non solo aderisca strettamente all’ordine cronologico dei fatti,
ma soprattutto rifletta lo schema del primitivo annuncio della fede e
riproponga il mistero di Cristo nel modo stesso in cui è visto da s. Paolo
nel celebre inno della lettera ai Filippesi: umiliazione, morte, esaltazione
( Fil 2,6-11). 46. Preghiera evangelica,
incentrata nel mistero dell’incarnazione redentrice, il rosario è, dunque,
preghiera di orientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento
caratteristico - la ripetizione litanica del " Rallegrati, Maria "
- diviene anch’esso lode incessante a Cristo, termine ultimo dell’annuncio
dell’angelo e del saluto della madre del Battista: " benedetto il frutto
del tuo seno " (Lc 1,42). Diremo di più: la ripetizione dell’Ave, Maria
costituisce l’ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri: il
Gesù che ogni Ave, Maria richiama, è quello stesso che la successione dei
misteri ci propone, di volta in volta, Figlio di Dio e della Vergine, nato in
una grotta di Betlemme; presentato dalla madre al tempio; giovinetto pieno di
zelo per le cose del Padre suo; Redentore agonizzante nell’orto; flagellato e
coronato di spine; carico della croce e morente sul Calvario; risorto da
morte e asceso alla gloria del Padre, per effondere il dono dello Spirito. È
noto che, appunto per favorire la contemplazione e far corrispondere la mente
alla voce, si usava un tempo - e la consuetudine si è conservata in varie
regioni - aggiungere al nome di Gesù, in ogni "Ave Maria", una
clausola che richiamasse il mistero enunciato. 47. Si è pure sentita con
maggiore urgenza la necessità di ribadire, accanto al valore dell’elemento
della lode e dell’implorazione, l’importanza di un altro elemento essenziale
del rosario: la contemplazione. Senza di essa il rosario è corpo senza anima,
e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di
contraddire all’ammonimento di Gesù: " Quando pregate, non siate
ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro
loquacità " (Mt 6,7). Per sua natura la recita del rosario esige un
ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano all’orante la
meditazione del misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di
colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili
ricchezze. 48. Dalla riflessione contemporanea
sono stati, infine, compresi con maggior precisione i rapporti intercorrenti
tra liturgia e rosario. Da una parte, è stato sottolineato come il rosario
sia quasi un virgulto germogliato sul tronco secolare della liturgia
cristiana, per il quale gli umili venivano associati al cantico di lode ed
alla universale intercessione della chiesa; dall’altra, è stato osservato che
ciò è avvenuto in un’epoca - il declino del medioevo -, in cui lo spirito
liturgico era in decadenza e si verificava un certo allontanamento dei fedeli
dalla liturgia in favore di una devozione sensibile verso l’umanità di Cristo
e verso la beata Vergine Maria. Se in tempi non lontani poté sorgere
nell’animo di alcuni il desiderio di vedere annoverato il rosario tra le
espressioni liturgiche ed in altri, per la preoccupazione di evitare errori
pastorali del passato, una ingiustificata disattenzione verso il medesimo
rosario, oggi il problema si può facilmente risolvere alla luce dei principi
della costituzione "Sacrosanctum concilium": le celebrazioni
liturgiche e il pio esercizio del rosario non si devono né contrapporre né
equiparare. Ogni espressione di preghiera riesce tanto più feconda, quanto
più conserva la sua vera natura e la fisionomia che le è propria. Riaffermato
quindi il valore preminente delle azioni liturgiche, non sarà difficile
riconoscere come il rosario sia un pio esercizio che si accorda facilmente
con la sacra liturgia. Come la liturgia, infatti, esso ha un’indole
comunitaria, si nutre della sacra scrittura e gravita intorno al mistero di
Cristo. Sia pure su piani di realtà essenzialmente diversi, l’anamnesi della
liturgia e la memoria contemplativa del rosario hanno per oggetto i medesimi
eventi salvifici compiuti da Cristo. La prima rende presenti, sotto il velo
dei segni ed operanti in modo arcano, i più grandi misteri della nostra
redenzione; la seconda, con il pio affetto della contemplazione, rievoca
quegli stessi misteri alla mente dell’orante e ne stimola la volontà perché
da essi attinga norme di vita. Stabilita questa sostanziale differenza, non è
difficile comprendere come il rosario sia un pio esercizio che dalla liturgia
ha tratto motivo e, se praticato secondo la ispirazione originaria, ad essa
naturalmente conduce, pur senza varcarne la soglia. Infatti, la meditazione
dei misteri del rosario, rendendo familiari alla mente e al cuore dei fedeli
i misteri del Cristo, può costituire un’ottima preparazione alla celebrazione
di essi nell’azione liturgica e divenirne poi eco prolungata. È, tuttavia, un
errore, purtroppo ancora presente in qualche luogo, recitare il rosario
durante l’azione liturgica. 49. La corona della beata
vergine Maria, secondo la tradizione accolta dal nostro predecessore s. Pio V
e da lui autorevolmente proposta, consta di vari elementi, organicamente
disposti: a) la contemplazione in comunione con Maria di una serie di misteri
della salvezza, sapientemente distribuiti in tre cicli, che esprimono il
gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del
Risorto che inonda la chiesa; contemplazione che, per sua natura, conduce a
pratica riflessione e suscita stimolanti norme di vita; b) l’orazione del
Signore, o Padre nostro, che per il suo immenso valore è alla base della
preghiera cristiana e la nobilita nelle sue varie espressioni. c) la successione litanica
dell’Ave, Maria, che risulta composta dal saluto dell’angelo alla Vergine
(cf. Lc 1,25) e dal benedicente ossequio di Elisabetta (cf. Lc 1,42), a cui
segue la supplica ecclesiale "Sante Maria". La serie continuata
delle "Ave, Maria" è caratteristica peculiare del rosario, e il
loro numero, nella forma tipica e plenaria di centocinquanta, presenta una
certa analogia con il salterio ed è un dato risalente all’origine stessa del
pio esercizio. Ma tale numero, secondo una comprovata consuetudine, diviso in
decadi annesse ai singoli misteri, si distribuisce nei tre cicli anzidetti,
dando luogo alla corona di cinquanta Ave, Maria, la quale è entrata nell’uso
come misura normale del medesimo esercizio e, come tale, è stata adottata
dalla pietà popolare e sancita dai sommi pontefici, che la arricchirono anche
di numerose indulgenze; d) la dossologia Gloria al Padre che, conformemente
ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la
glorificazione di Dio, uno e trino, dal quale, per il quale e nel quale sono
tutte le cose (cf. Rm 11,36). 50. Questi sono gli elementi
del santo rosario. Ognuno di essi ha la sua indole propria che, saggiamente
compresa e valutata, deve riflettersi nella recita, perché il rosario possa
esprimere tutta la sua ricchezza e varietà. Detta recita, pertanto, diventerà
grave e implorante nell’orazione del Signore; lirica e laudativa nel calmo
fluire delle Ave, Maria; contemplativa nell’attenta riflessione intorno ai
misteri; adorante nella dossologia. E ciò deve avvenire nelle varie forme, in
cui si è soliti recitare il rosario: o privatamente, quando l’orante si
raccoglie nell’intimità con il suo Signore; o comunitariamente, in famiglia o
tra fedeli riuniti in gruppo, per creare le condizioni di una particolare
presenza del Signore (cf. Mt 18,20); o pubblicamente, cioè in assemblee nelle
quali è convocata la comunità ecclesiale. 51. In tempi recenti sono
stati creati alcuni pii esercizi, che traggono ispirazione dal rosario. Tra
essi, desideriamo indicare e raccomandare quelli che inseriscono nello schema
consueto delle celebrazioni della parola di Dio alcuni elementi del rosario
della beata Vergine, quali la meditazione dei misteri e la ripetizione
litanica del saluto angelico. Tali elementi acquistano così maggior risalto,
essendo inquadrati nella lettura di testi biblici, illustrati con l’omelia,
circondati da pause di silenzio, sottolineati con il canto. Ci rallegra
sapere che tali esercizi hanno contribuito a far comprendere più
compiutamente le ricchezze spirituali del rosario stesso ed a rivalutarne la
pratica presso associazioni e movimenti giovanili. 52. Vogliamo ora, in
continuità di intendimenti con i nostri predecessori, raccomandare vivamente
la recita del rosario in famiglia. Il concilio Vaticano II ha messo in luce
come la famiglia, cellula prima e vitale della società, "grazie
all’amore scambievole dei suoi membri e alla preghiera a Dio elevata in
comune, si riveli come il santuario domestico della chiesa". La famiglia
cristiana, quindi, si presenta come una chiesa domestica, se i suoi membri,
ciascuno nell’ambito e nei compiti che gli sono propri, tutti insieme
promuovono la giustizia, praticano le opere di misericordia, si dedicano al
servizio dei fratelli, prendono parte all’apostolato della più vasta comunità
locale e si inseriscono nel suo culto liturgico; ed ancora, se innalzano in
comune supplici preghiere a Dio: ché, se non ci fosse questo elemento, le
verrebbe a mancare il carattere stesso di famiglia cristiana. Perciò, al
recupero della nozione teologica della famiglia come chiesa domestica, deve
coerentemente seguire un concreto sforzo per instaurare nella vita familiare
la preghiera in comune. 53. Conformemente alle
direttive conciliari, i principi e norme per la liturgia delle ore
giustamente annoverano il nucleo familiare tra i gruppi, a cui si addice la
celebrazione in comune dell’ufficio divino: " È cosa lodevole (...) che
la famiglia, santuario domestico della chiesa, oltre alle comuni preghiere celebri
anche, secondo l’opportunità, qualche parte della liturgia delle ore,
inserendosi così più intimamente nella chiesa ". Nulla deve essere
lasciato intentato, perché questa chiara e pratica indicazione trovi nelle
famiglie cristiane crescente e gioiosa applicazione. 54. Ma, dopo la celebrazione
della liturgia delle ore - culmine a cui può giungere la preghiera domestica
-, non v’è dubbio che la corona della beata vergine Maria sia da ritenere
come una delle più eccellenti ed efficaci " preghiere in comune ",
che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare
e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di
preghiera, il rosario ne sia espressione frequente e gradita. Siamo ben
consapevoli che le mutate condizioni della vita degli uomini non favoriscono,
ai nostri giorni, la possibilità di riunione tra familiari e che, anche
quando ciò avviene, non poche circostanze rendono difficile trasformare
l’incontro della famiglia in occasione di preghiera. È cosa difficile, senza
dubbio. Ma è pur caratteristico dell’agire cristiano non arrendersi ai
condizionamenti ambientali, ma superarli; non soccombere, ma elevarsi.
Perciò, le famiglie che vogliono vivere in pienezza la vocazione e la
spiritualità propria della famiglia cristiana, devono dispiegare ogni energia
per eliminare tutto ciò che ostacola gli incontri in famiglia e le preghiere
in comune. 55. Concludendo queste
osservazioni, testimonianza della sollecitudine e della stima di questa sede
apostolica per il rosario mariano, vogliamo raccomandare, tuttavia, che nel
diffondere così salutare devozione non ne vengano alterate le proporzioni, né
essa sia presentata con inopportuno esclusivismo; il rosario è preghiera
eccellente, nei riguardi della quale però il fedele deve sentirsi serenamente
libero, sollecitato a recitarlo, in composta tranquillità, dalla sua
intrinseca bellezza.
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