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    Andrea Aloi "Meteore" Edizioni Libri di Sport
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
      
    “La cometa lascia dietro una polvere di luce, una meteora no, passa e va a viaggiare nel buio dall’altra parte del cielo”. 
    Meteore, come i trenta calciatori narrati da Andrea Aloi e i loro sessanta compagni raccontati nei due volumi successivi: “Meteore 2” e “Meteore 3”. Storie di chi, al calcio che conta, nelle squadre che da sempre dominano il campionato, si è avvicinato soltanto per un momento, per caso o perché considerato una promessa che poi, sfortunatamente e per vari motivi, non poté essere mantenuta. Dimenticati e non perché fossero i protagonisti del calcio degli inizi: sono pochi quelli che hanno più di cinquant’anni, molti sono al di sotto dei quaranta, alcuni giocano ancora, anche se in piccole squadre, nel campionato dilettanti o in C2. 
    Novanta storie diverse non soltanto nei personaggi ma nelle vicende, nei ruoli, nel tempo, che Aloi ha saputo far riemergere dall’oblio. 
    Troviamo rabbia e rancore, verso chi ha promesso e mai mantenuto ma anche semplici rimpianti, la netta sensazione di essere capitati in una situazione che prevedeva e richiedeva doti diverse da quelle possedute. Troviamo chi ha avuto la strada sbarrata da campioni inamovibili e chi è rimasto vittima, nel momento in cui si cominciava a intravedere l’inizio di una luminosa carriera, di incidenti che hanno, invece, aperto la strada verso le serie minori e l’anonimato. Caratteri troppo miti e atteggiamenti spigolosi, incomprensioni con allenatori, compagni, presidenti, tifosi, spesso hanno portato all’esclusione, alla panchina o all’allontanamento dai grandi stadi, a una vita di sopravvivenza in periferia, lontano dai luoghi su cui sono puntati i riflettori e le penne dei giornalisti. Spuntano anche, qui e là, accuse di doping e di medicinali usati in modo eccessivo e improprio. 
    Da Strukely a Koetting, che di straniero hanno soltanto il cognome e, anzi, il secondo è canavesano di Issiglio, a Bertoneri, a Vagheggi, a Spadoni, a Zaninelli, a Zago, a Isparo Passione, a Mandressi: pochi momenti di gloria e un lungo silenzio. 
    “Meteore” è un atto di coraggio: Aloi e Libri di Sport ne hanno avuto davvero per decidere di investire non sui nomi dei grandi campioni – che sia la biografia di Del Piero o le barzellette di Totti – ma su quei campioni piccoli che hanno dimostrato un amore per il pallone talmente grande da farli rimanere per anni sui campi di calcio, nonostante tutto, con le loro corse, i loro gol, il loro entusiasmo e oggi anche per una lettura piacevole e interessante per tutti i veri appassionati di letteratura sportiva. 
      
    gabriella bona 
   
 
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