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    Pino Cacucci "Oltretorrente" Feltrinelli Editori
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
      
    “Parma, 25 agosto 1972. Alle 22.30, di fronte al cinema Roma di viale Tanara, un gruppo di neofascisti aggredisce il diciannovenne Mariano Lupo, militante di Lotta Continua. Il ragazzo viene colpito da una pugnalata al cuore”. Una folla impressionante partecipa al funerale del ragazzo e la memoria corre a cinquant’anni prima, a quei giorni eroici in cui Parma, i quartieri popolari dell’Oltretorrente, tentarono di opporsi all’ascesa del fascismo. È un uomo anziano, un partigiano, un Ardito del popolo, che racconta quegli avvenimenti, quando donne e uomini costruirono barricate e le difesero contro Roberto Farinacci e Italo Balbo e i loro uomini, costringendoli ad arrendersi e ad abbandonare Parma senza essere riusciti a superare il torrente Parma. 
    “L’Oltretorrente nacque e si sviluppò come insediamento di migranti, contadini senza terra venuti in città da ogni dove nella speranza di sopravvivere alla fame, alla pellagra, alla malaria. L’anima e il cuore della Parma più generosa [che] coltivava la schietta pratica quotidiana dell’accettarsi a vicenda rispettando le differenze di usi e abitudini”. 
    È in Oltretorrente che Antonio Cieri e Guido Picelli immigrano e diventano gli eroi delle storiche giornate del 1922. Giornate segnate dal coraggio dell’esigua popolazione di fronte a migliaia di squadristi armati e dalla solidarietà popolare a cui presto si uniscono il parroco che offre le panche della sua chiesa per costruire le barricate e le suore del convento come crocerossine. 
    “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita […] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”: le parole scritte da Antonio Gramsci nel 1917 aprono il libro di Cacucci, introducono una storia di fatti che dimostrano che l’indifferenza non è un atteggiamento neutro ma quello che fa sì che i fascismi possano svilupparsi e vincere. Se tante Oltretorrente avessero costellato l’Italia, forse Mussolini sarebbe stato sconfitto prima di poter tentare la sua triste avventura. 
    Il libro di Cacucci non è soltanto una precisa e puntuale ricostruzione storica, l’affettuoso racconto di persone coraggiose ma, soprattutto, un invito a non lasciarsi travolgere dall’indifferenza, a prendere partito, a opporsi ai tentativi di prepotenza e agli attentati alla democrazia. 
    Un libro bello e importante che racconta storie di trenta e di ottant’anni fa. Chissà come mai proprio oggi! 
      
    gabriella bona 
   
 
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