(* ) C. Galeno,
Opera omnia, t. XIX, pag. 719, Hildesheim 1965) "
Coloro i quali
vengono colti dal morbo, chiamato lupino o canino, escono di notte
nel mese di febbraio, imitano in tutto i lupi o i cani, e fino
al sorgere del giorno di preferenza scoprono le tombe. Tuttavia
si possono riconoscere le persone affette da tale malattia da
questi sintomi. Sono pallidi e malaticci d'aspetto, e hanno gli
occhi secchi e non lacrimano. Si può notare che hanno anche gli
occhi incavati e la lingua arida, e non emettono saliva per nulla.
Sono anche assetati e hanno le tibie piagate in modo inguaribile
a causa delle continue cadute e dei morsi dei cani; e tali sono
i sintomi. E' opportuno invero sapere che questo morbo è della
specie della melanconia: che si potrà curare, se si inciderà la
vena nel periodo dell'accesso e si farà evacuare il sangue fino
alla perdita dei sensi, e si nutrirà l'infermo con cibi molto
succosi. Ci si può avvalere d'altra parte di bagni d'acqua dolce:
quindi il siero di latte per un periodo di tre giorni, parimenti
si purgherà con la colloquinta di Rufo o di Archigene o di Giusto,
presa ripetutamente ad intervalli. Dopo le purgazioni si può anche
usare la teriarca estratta dalle vipere e le altre da applicare
nella melanconia già in precedenza ricordate ".
Claudio Galeno
(129-200ca) di Pergamo, medico e filosofo greco, fu il medico
più famoso dell'antichità dopo Ippocrate, applicò un metodo sperimentale
per studiare, nervi, muscoli, sangue e numerose patologie. Ars
Medica, Metodo terapeutico.