Il Covo

Avventure di una gatta Mannara
Ululati nella notte
Magia selvatica
I Mille volti della Luna piena
I Mannari di Lot
La CHAT del Covo
 

Le avventure di Lyonesse e Mannik a Lot

 

Mannik 1
La taverna del viandante... ritrovo d'anime e crocevia di genti. Vi si possono trovare persone di tutte le razze, cittadini e misteriosi stranieri, che mangiano, bevono o semplicemente ciarlano, con l'unico scopo di trascorrere alcune ora in compagnia... Quella mattina ero seduto al mio tavolo con davanti un grosso boccale di birra, mentre intorno le voci si incrociavano, sovrapponevano e, spesso, mescolavano: un vero torrente di suoni e parole. - Meooooowrrrrr Mannik! - Il saluto di Lyonesse mi colse di sorpresa, strappandomi ai miei pensieri. - Come mai da queste parti? - chiesi. - Non dovevi essere di servizio al campo? La gatta si accomodò al tavolo, appropriandosi del mio boccale e svuotandolo in un sol sorso. - Pessima birra! - commentò, passandosi la lingua sul muso. - Allora? - insistetti. - Cambio di programma... - fu la sua enigmatica risposta. Decisi di accontentarmi. Poi, dall'entrata si udì una voce forte e piena di boria. - Cos'hai da guardare tu, eh? - Ci voltammo. Un omone, alto più di due metri, sembrava sfidare tutti con lo sguardo: dietro di lui, tre suoi compari, lo spalleggiavano. Erano evidentemente Mercenari e della peggior specie... una delle tante squadre di bravacci che giravano ultimamente a Lot. Facemmo finta di ignorarli, ma questo dovette insospettirli perché ce li ritrovammo al nostro fianco. - I signori hanno qualcosa da dirmi? - iniziò ironico: aveva evidentemente alzato il gomito. - Va via - lo liquidò Lyonesse. - Puzzi da far schifo! - Come ti permetti! - ribatté un uomo smilzo e con una grossa cicatrice sul viso. - Vuoi una lezione? - intimò poi. La gatta ringhiò minacciosa. - Vi conviene sparire se non volete farvi male! - dissi, secco. - E tu chi saresti? - fece quello grosso, posandomi una mano sulla spalla. - Non sai chi siamo noi? Ragazzi, mi sa che le due guardie hanno bisogno di una ripassata... Mi alzai di scatto, fronteggiandolo. I miei occhi si piantarono nei suoi. Non lo conoscevo, ma già sapevo di odiarlo! - Fossi in voi non ci proverei... - minacciai. - Già... - confermò, ringhiando, la gatta.

Lyonesse 2
Il Mercenario più grosso mi alitò sul muso una zaffata pestilenziale di birra e aglio. "Perché sennò che vorreste fare, pulci?!" Ora... prima di tutto le pulci io le ho avute solo un paio di volte per essermi avvicinata troppo ad un letto non troppo pulito... ma nessuno poteva alitarmi in faccia e passarla liscia! Lasciai andare un pestone sul piede del mercenario, lì dove sapevo che gli umani hanno quei fastidiosi nervetti che se colpiti danno fitte lancinanti. Mentre il guerriero saltellava per la locanda su un piede solo minacciandoci di oscure e dolorosissime rappresaglie, Mannik e lo sfregiato sfoderarono le spade fronteggiandosi. "NEL NOME DI THEMIS! CHE STA' SUCCEDENDO??!" Capitava spesso che il nostro Capitano arrivasse sempre nei momenti meno opportuni, e anche quella volta arrivò giusto in tempo per vedere me, arpionata con le unghie sulla schiena del grosso mercenario e Mannik che pestava come un tamburo il guerriero sfregiato. "Stavamo discutendo Capitano" ripose Mannik torvo. "Ehm... era solo per scherzo" accennai io e incredibilmente anche i due mercenari abbozzarono delle scuse dicendo che ci stavano solo mostrando le tecniche di combattimento. A quanto pareva nessuno aveva voglia di passare la notte nelle prigioni granducali. Il Capitano si avvicinò a me e a Mannik, e sospirò. "Lanciere Lyonesse... vi avevo solo detto di chiamare Mannik in caserma. Si può sapere cosa non vi era chiaro?" "Ho avuto un imprevisto, Signore..." "Per cosa aveva bisogno di noi, Capitano?" intervenne Mannik. "Ho un incarico giusto giusto per voi... che vi terrà occupati quel tanto da evitare di causare altre risse da taverna." L'Ufficiale aveva l'espressione torva di chi non ammette repliche, né noi ne accennammo minimamente "Da alcuni giorni è scomparso il Mago Fitzban. Egli non si trova da nessuna parte, quindi recatevi a casa sua in Via dei Monti vicino alla Rocca e cominciate le indagini. Non voglio rivedervi finché non mi avrete portato dei risultati!"

Mannik 3
Conoscevo la casa e da quando ero giunto in città vi ero passato davanti decine di volte. Era un vecchio edificio a tre piani, dall'architettura gotica e inquietante. Due piccoli Gargoyles di grigia pietra erano appollaiati ai lati del grosso cancello nero che dava accesso alla proprietà. - Sai nulla di questo tale Fitzban? - domandai, mentre i miei occhi scorrevano lungo le forme rifinite delle due statue. - Solo che era un po' che non si faceva vedere in giro... un tipo riservato, a quanto pare - detto ciò, Lyonesse si avviò verso l'ingresso. Battemmo qualche colpo per sicurezza, quindi, sicuri che nessuno ci avrebbe aperto, scassin... ehm... entrammo in casa. All'interno due dita di polvere erano posate su ogni cosa, e il disordine regnava pressocché ovunque: libri e suppellettili erano sparsi sul pavimento, così come il contenuto di bauli e cassetti vari. - Sembra essere passato un uragano - commentai. ETCHI! Fu la risposta di Lyonesse. - Dannata polvere! - lamentò, quindi aggiunse: - O dei goblin, in base all'odore che sento... - - C'era da immaginarselo, si fanno sempre più invadenti! - - Come ci organizziamo, allora? - domandò la gatta. - Non saprei... vediamo... io vado su, tu controlla questo piano e le cantine - proposi, cominciando a salire le scale. Dopo un po' mi ritrovai in un ampio salone con tre grosse librerie appoggiate alle pareti. Sul quarto lato c'era un camino con davanti una comoda poltrona, mentre il pavimento era ricoperto di tappeti pregiati. Anche qui la devastazione era totale: libri stracciati e legna sparsa un po' dovunque. - Chissà cosa cercavano? - mormorai, quindi un rumore, come di qualcosa di pesante che si muovesse, salì dal basso. - MANNIK! - feci solo in tempo ad udire, quindi tornò il silenzio. Mi precipitai in basso, chiamando Lyonesse. - Lyonesse?! Rispondi! - Nulla... Trascorsero alcuni istanti, quindi sentii nuovamente lo strano rumore alle mie spalle. Mi voltai e... - Buh! - Lyonesse era sbucata alle mie spalle, dove prima c'era solo una parete. - Ma dov'eri finita?! - esclamai, riprendendomi dallo spavento. - Ho trovato un passaggio! - spiegò, soddisfatta la gatta, quindi indicò la parete. - Prova a spostare quel quadro e vedrai. --> Continua...

Lyonesse 4
Mannik inclinò il quadro raffigurante un brutto ritratto ad olio del padrone di casa: un arcigno mago attempato. Si udì un leggero scricchiolio e l'intera parete ruotò velocemente su se stessa portandosi dietro Mannik e dopo un paio di secondi davanti a me avevo una replica esatta della parete girante con lo stesso brutto quadro che mi fissava. Da dietro il muro udii una voce soffocata "Come faccio ad uscire?" "Cosa hai detto?" "C-O-M-E F-A-C-C-I-O A-D U-S-C-I-R-E?" "R-I-M-E-T-T-I A P-O-S-T-O I-L Q-U-A-D-R-O!" La parete ruotò ancora e riportò nella stanza Mannik, con gli occhi strabuzzati. "Wow... questo si che è un passaggio segreto... Lyonesse, prendi una torcia! Ho sentito odori di zolfo e libri muffiti, sembra che sia lo studio segreto del mago!" Dopo aver azionato nuovamente il passaggio, ci ritrovammo all'inizio di una lunghissima scalinata che si perdeva nel buio. "Mannik... nei racconti di paura che si fanno attorno al fuoco, quando i protagonisti arrivano alla fine delle scale succede sempre qualcosa di orribile..." "Non avrai mica paura, eh?" "Io? Dico, ma hai bevuto? Tzè!" Quell'umano mi aveva colpita nell'orgoglio così andai giù per prima di passo svelto... pentendomi ad ogni passo di aver trovato il passaggio segreto... Arrivammo in una piccola stanzetta, che pareva la biblioteca di un libraio pazzo, con volumi rilegati in pelle sparsi dappertutto, pergamene srotolate, libri accatastati, penne da scribacchino e appunti su cartapecora coprivano il pavimento. Un'altra porticina ci portò nel laboratorio alchemico da cui proveniva una nauseabonda puzza di Zolfo e fumo stantio e ci ritrovammo circondati da alambicchi e strani strumenti coperti di polvere e ragnatele. "Accidenti" disse Mannik " Sarà un impresa trovare qualche indizio in questo marasma..." Un piccola bottiglietta arancione posata sul tavolo da lavoro attirò la mia attenzione... era straordinariamente somigliante al colore di una di quelle ricercatissime Pozioni mente! Mi avvicinai indifferente mentre Mannik rovistava la stanza e quando non guardava nella mia direzione arraffai la bottiglietta con tutta l'intenzione di scolarmela il prima possibile! Stappai delicatamente il contenitore facendo meno rumore possibile e la avvicinai alla bocca... "PER TUTTI I DEMONI! FERMA!!!" Mi impietrii e per poco non mi cadde di mano la preziosa bottiglia per terra, chi aveva parlato? Mannik si voltò verso di me "Hey! Chi ha parlato?" "Sono dentro la bottiglia, idioti!" Ficcai nuovamente il tappo di sughero nella fiaschetta e la vocetta si azzittì leggermente come quella di un uomo con un cuscino in faccia.

CONTINUA