Cypripedium
(Cypripedioideae)


I Cypripedium, sono le orchidee a scarpetta conosciute da più tempo, in quanto una specie il Cypripedium calceolus, è diffuso in tutto l’emisfero temperato settentrionale, Europa compresa. Tuttavia, in coltivazione è forse uno dei meno usuali, anche perché le sue specie non sono proprio di facile coltivazione e la loro riproduzione è alquanto difficile. Sono tutte orchidee terrestri, con un rizoma sotterraneo dal quale partono rosette di foglie che svilupperanno nel corso dell’anno lo stelo floreale, composto da uno ad alcuni fiori a seconda della specie.

Il Cyp. calceolus, chiamata anche Scarpetta di Venere è l’orchidea europea dai fiori più grandi e proprio per questo si ritrovaCypripedium calceolus in pericolo di estinzione per la raccolta che ne è stata fatta. In primavera/estate fa sbocciare su uno stelo alto fino a 60-70 cm da uno a cinque fiori larghi 10-12 cm con il labello giallo, mentre petali e sepali sono di colore marrone. In natura si trova (in Italia sulle Alpi e nel Parco Nazionale d'Abruzzo) in boschi con terreno calcareo. Se durante le vostre passeggiate montane vi capitasse di vederlo, non lo raccogliete, neanche il solo fiore, perché potrebbe fare qualche seme e dare vita a nuove piante. Per impossessarsi di questo fantastico fiore non c’è niente di meglio di una foto, oppure, se proprio non potete fare a meno di possederne una pianta, esistono alcuni vivai tedeschi o inglesi che ne vendono (vedere la pagina dei links) insieme ad altre orchidee spontanee europee. Inoltre, discorso già detto e ridetto, sono molto difficili da coltivare ed una pianta raccolta in natura è quasi sicuramente destinata alla morte. Più probabilità di sopravvivenza hanno le piante da vivaio, spesso provenienti da quelle pochissime piante sopravvissute alla raccolta in natura e spesso propagate con tanta cura per decine d'anni (piante che quindi hanno già dimostrato una resistenza molto superiore alla norma), quindi da tempo adattate alla vita in "cattività" oppure (ultimamente) piante nate da seme, già "autoselezionate" dalla fase della germinazione e successivamente dal "picchettamento" in vaso.

Altri Cypripedium molto apprezzati, e abbastanza coltivati, sono :
Il C. reginae dal fiore rosato, originario delle zone acquitrinose del Nord America
Il C. japonicum dal fiore bianco con piccole macchioline scure originario di Cina e Giappone che, insieme al simile C. formosanum, è uno dei più coltivati e più facili da coltivare in assoluto tra i Cypripedium
Il C. macranthos (o macranthum ?) dal bel fiore rosa/rosso.

Si stanno inoltre diffondendo un discreto numero di ibridi artificiali, come il Cyp. Gisela o il Cyp. Aki (ibridi del macranthum con parviflorum e pubescens, due specie molto vicine al calceolus) tutti recentissimi. Il primo in assoluto è stato il C. Genesis (reginae x pubescens) registrato da Whitelow nel 1987, seguito dai C. Ingrid (parviflorum x cordigerum) e C. Karl Heinz (calceolus x cordigerum) registrati da W. Frosch nel 1989. A questi sono seguiti un certo numero di altri negli anni novanta ed adesso siamo ad una ventina (credo) di ibridi registrati.

C'è da dire che dopo un oblio quasi assoluto sembra che si sia risvegliato un certo interesse per queste interessantissime anche se difficili scarpette.

Note colturali

I Cypripedium, che possono essere coltivati in vaso o in piena terra, amano un terreno vegetale ben drenato, sciolto e leggermente acido (consigliabile un terriccio a base di torba, pomice e perlite) ad esclusione del C. calceolus che preferisce terreni calcarei, da tenere sempre abbastanza umido durante il periodo vegetativo ed Cypripedium x ventricosum (ibr. natur. calceolus x macranthum)anche durante il riposo freddo non va comunque mai fatto seccare. Amano una buona luminosità anche se si devono proteggere dal sole pieno, soprattutto d'estate. D'inverno sono da tenere all'aperto o in serra alpina, e possono sopportare temperature anche abbastanza basse (alcuni gradi sotto lo zero) anche in considerazione del fatto che in inverno perdono le foglie, sviluppando nuove vegetazioni in primavera. Comunque se la temperatura scende al di sotto dello zero è altamente consigliabile affettuare una "pacciamatura". Alcuni riescono a coltivarle mettendo i vasi in frigorifero (!) per i tre/quattro mesi invernali. Queste piante presentano un rizoma strisciante da cui partono le vegetazioni ed è possibile moltiplicarle dividendo il rizoma lasciando però che ogni parte presenti alcune vegetazioni attive. Tenete presente però che, come ogni altra orchidea, le varie vegetazioni si danno forza l'un l'altra, quindi è bene dividerle il meno possibile.

Vedi anche Cypripedioideae ultime novità e Coltivazione dei Cypripedium

n.d.a.
C. calceolus Foto di Antonio di Pede


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