La coltivazione dei Cypripedium


I Cypripedium, tra le orchidee più belle e desiderabili come forma, grandezza dei fiori, colori e profumi, sono anche, purtroppo tra quelle che pongono più problemi di coltivazione.
O meglio … pongono grossi problemi di coltivazione nei climi temperati. Infatti sono quasi tutte specie o da climi freddi o di alta montagna, richiedendo per cui temperature estive fresche ed inverni anche piuttosto rigidi.
Per chi vive in montagna, queste orchidee possono rivelarsi relativamente semplici da coltivare. Al contrario, chi vive in pianura o al sud, dovrà escogitare sistemi in grado di tenere le temperature estive piuttosto basse e dovrà pure stare molto attento alle temperature invernali, in genere fin troppo calde.
Molte specie ed ibridi infatti richiedono anche 4 mesi di temperature sotto i 5°, periodo in cui entrano in riposo e sopportano bene temperature di molti gradi sotto zero.

I Cypripedium si presentano come rizomi striscianti che crescono poco sotto terra, da cui nascono dei getti annuali, che spuntano in primavera e si seccano in autunno.
Per alcune specie i rizomi crescono di pochi cm all'anno, biforcandosi solo di tanto in tanto o facendo anche numerosi getti nuovi all'anno, mentre altre specie hanno rizomi che si allungano anche di 15/20 cm ad ogni stagione vegetativa.

Intanto un avvertimento. Comprare una pianta di Cypripedium vuol dire farsi carico di una notevole responsabilità. I Cypripedium sono piante spesso rare in natura, generalmente molto più rare di molte altre orchidee, di alcune specie sono stati trovati solo pochi esemplari, che a volte trovano difficoltà a moltiplicarsi nel loro stesso ambiente. Per di più i loro habitat naturali sono minacciati dall'espansione dell'uomo, dalle strade, dalle fabbriche, dai campi coltivati ... e da noi stessi amatori.
La mia e vostra responsabilità sarà quella di accudire queste piante come fossero (ed in effetti lo sono) gioielli, rare gemme della natura. Fare il possibile per farle sopravvivere e se possibile, per moltiplicarle e diffonderle. Non acquistate Cypripedium se non pensate di potergli dare le cure che richiedono.
Se ne acquistate 'per prova' scegliete le specie più 'facili'. Informatevi di ciò che richiedono PRIMA dell'acquisto.

Ok, adesso che ho fatto la doverosa predica, passiamo a vedere come si possono coltivare ;-)

Il composto

Considerando che deve stare quasi costantemente umido è di vitale importanza che abbia un drenaggio ottimale, che sia leggero, che non si compatti e che non soggetto a ristagni, pena marciumi in grado di uccidere la pianta in tempi anche brevi. Quindi sono fondamentali composti molto ben drenanti, che non rimangano zuppi a lungo dopo le annaffiature.
Un ottimo materiale di partenza, base di molti mix che vengono usati per i cypripedium, è la ghiaia di pomice. Un altro buon materiale è l'argilla espansa usata per l'idrocoltura. Altri materiali usati per i composti sono: sabbia, ghiaia, bark, aghi di pino, pezzetti di legno e terriccio di bosco.

Per le specie non acidofile (sezione Cypripedium in generale) che vogliono un pH neutro, sul 7, un composto che uso è:
3 parti pomice
2 parti sabbia
1 parte argilla espansa
1 parte bark fino
1 parte terriccio
Per le specie che richiedono composti più calcarei si può aggiungere sabbia o ghiaia calcarea, gusci d'uovo tritati, osso di seppia tritato (ma solo se molto ben lavato!).

Per le specie acidofile (reginae, formosanum ed altre) che amano un pH di circa 6/6,5 invece può essere:
2 parti pomice
2 parti sabbia silicea
1 parte bark fine
1 parte aghi di pino

Sul fondo del vaso va messo un strato di drenaggio di almeno 5/10 cm composto da argilla espansa (per le prime) o ghiaia silicea (per le seconde).
Per quanto riguarda le prime, in teoria dovrebbero gradire una stratificazione del composto, con il drenaggio, poi uno strato fondamentalmente minerale su cui si posa il rizoma e le radici, quindi uno strato superficiale con un po' di materiale organico.
Questo perché in natura i rizomi e le radici crescono al livello della separazione tra lo strato di humus e terricio superficiale con lo strato roccioso sottostante.
Questi composti possono essere usati indifferentemente in vaso o in giardino.

Vaso vs Giardino

Entrambi i metodi hanno pregi e difetti. Il primo presenta "un 'ambiente" più facilmente controllabile, ma più soggetto a variazioni repentine. In giardino (piena terra) sicuramente le condizioni sono più stabili, ma più difficilmente controllabili.
Un vaso si inzuppa e si asciuga più facilmente e velocemente, quindi va controllato costantemente, va fatta più attenzione. Ma ha il vantaggio di poterlo spostare in caso di 'bufera' e si possono controllare più facilmente attacchi di malattie e parassiti (dannosissime lumache e limacce, ghiotte di getti e rizomi, che possono falciare una pianta in pochi minuti).
Parassiti, piogge fuori stagione e bufere varie sono i pericoli maggiori della coltivazione in piena terra. Tuttavia, se si riesce a controllare questi elementi, le piante crescono solitamente più forti e grandi, il livello di acidità ed umidità del suolo varia molto più lentamente (con minor pericolo quindi di trovare il composto dannosamente asciutto) con gran beneficio di queste piante.

Le temperature

Praticamente utti i Cypripedium sono piante da climi freschi, anzi, diverse specie sono da climi freddi. Crescono ad altezze che vanno dal livello del suolo (in Alaska e Siberia) ai 5.000 metri (sulla catena himalaiana). Man mano che si scende verso l'equatore, e quindi verso climi più caldi, l'altezza a cui crescono aumenta.
Sono temperature più o meno assimilabili a quelle delle nostre montagne del centro-nord.
Si può ben capire quindi che coltivandoli in pianura si può andare incontro ad alcune difficoltà, la principale delle quali è di riuscire a tenerli freschi in estate.
Chi ha una serra provvista di cooler ad evaporazione può trovare condizioni ottimali mettendo i vasi proprio di fronte al flusso di aria fresca. Chi ne è sprovvisto può cercare di tenere fresca almeno la temperatura alle radici.
In questo secondo caso, è utilissimo il coccio. Infatti traspirando, l'evaporazione riesce ad abbassare le temperature all'interno del vaso almeno di qualche grado rispetto alla temperatura ambiente, a patto che non riceva sole diretto.
Un buon sistema di abbassarla di qualche ulteriore grado è quello di inserire il vaso in un altro più grande, mettendo dell'argilla espansa nello spazio tra i due. In questo modo, aumentando di non molto il volume, si aumenta tantissimo la superficie soggetta ad evaporazione, riuscendo a far abbassare la temperatura interna del composto in maniera notevole, perlomeno finanto che il coccio e l'argilla espansa restano umidi.
In inverno le temperature dovrebbero scendere per circa 3-4 mesi (per alcune specie anche di più, fino a sei) sotto i 5°.
Se le vostre zone non hanno inverni abbastanza freschi, è opportuno togliere i rizomi dal vaso in autunno (quando secca la parte aerea) e metterli a riposo in frigorifero, dopo averli 'imbustati' in compagnia di qualche ciuffo di sfagno umido e tenerceli da novembre/dicembre a febbraio/marzo.

Le annaffiature

E' consigliato usare un'acqua il più pura possibile. L'acqua piovana è in assoluto la migliore, altrimenti si può usare acqua da osmosi inversa. Per le specie che vivono in suoli calcarei è possibile usare anche l'acqua della conduttura, a patto di lasciarla decantare un paio di giorni per far evaporare il cloro. Se viene usata l'acqua della conduttura è di vitale importanza cambiare composto ogni anno. Questo perché le radici dei Cypripedium sono molto delicate e sono assolutamente intolleranti agli accumuli salini. Da evitare nel modo più assoluto l'acqua degli 'addolcitori' casalinghi.
Il composto deve rimanere costantemente umido, perché le riserve dei cypripedium consistono nel solo rizoma che è piuttosto 'smilzo', ma non costantemente zuppo, altrimenti si va incontro a marciumi.

Le fertilizzazioni

La frequenza e la concentrazione delle fertilizzazioni dipendono molto dalla composizione del composto. Se viene usato un composto molto ricco di humus o materie organiche, si può anche evitare le concimazioni, o al limite darne un paio all'anno. Se invece viene utilizzato un composto quasi totalmente inorganico, allora conviene fertilizzare ogni 2-3 annaffiature. Le concentrazioni devono essere in ogni la materia organica: ogni 2-3 annaffiature con concentrazioni da 1/10 a 1/20
In ogni caso prima di fertilizzare nuovamente conviene dare un'annaffiata molto abbondante, in maniera che l'acqua che fuoriesce dal vaso si porti via i residui della fertilizzazione precedente.

La luce

Contrariamente a quanto si possa pensare, la maggior parte dei Cypripedium amano alti livelli di luminosità. Anche se il sole diretto estivo può danneggiare le foglie con bruciature, qualche ora di sole al mattino è benefica. Conviene quindi trovare posizioni riparate ma molto luminose, più luminose di quelle che gradiscono la maggior parte dei loro cugini Paphiopedilum.

Le specie e gli ibridi

Le specie abitualmente coltivate sono relativamente poche. Questo per la difficoltà intrinseca che pone la coltivazione dei Cypripedium, per la difficoltà di reperire le piante e non ultimo per il costo che hanno. Alcune specie comunque sono in coltivazione da oltre un secolo, altre solo da pochi anni. Esistono inoltre anche alcuni ibridi.

Cypripedium calceolus
Il cypripedium più conosciuto e studiato, dato che il suo areale di crescita comprende anche l'europa occidentale. Il fatto di essere la più grande e vistosa orchidea europea ha causato non pochi problemi a questa specie, che è stata soggetta a raccolte almeno da un paio di secoli ed adesso rischia l'estinzione, almeno dalle nostre parti. Fa uno, raramente due, fiori piuttosto grandi, sui 10 cm, dal labello giallo, con sepali e petali scuri. Le piante arrivano ad un'altezza di anche 60/70 cm. Il C. calceolus richiede temperature fresche, terreni sostanzialmente neutri o leggermente acidi, con aggiunte di ghiaie calcaree, ben drenanti. Purtroppo la coltivazione non è assolutamente facile ed è sconsigliabile per chi non abbia esperienza con altri Cypripedium. In natura vive in boschi aperti, luminosi, su suoli natura calcarea, ma ricoperti da uno strato di humus, su cui spesso crescono muschi. Ecco perché gradisce anche composti leggermente acidi.

Cypripedium flavum
Anche questa specie proviene dalla Cina. Porta un fiore giallo, raramente due, a volte maculato di rosso, molto bello e di dimensioni notevoli, con un labello di 3-5 cm piuttosto sferico. La pianta viene alta fino a circa 60 cm e vive in Cina, tra i 2500 ed i 3500 metri, in boschi a perti o coste erbose, di natura calcarea. Vuole composti assolutamente molto drenanti, poveri di materia organica, con pH neutro o leggermente basico. Può essere coltivata anche in pomice pura. Visto che il terriccio contiene pochissimi elemente, va concimata blandamente ma molto spesso. Richiede temperature piuttosto fresche. Se si riesce a trovare un giusto equilibrio di composto, concimazioni e temperature, può emettere numerosi nuovi getti ogni anno. Composti troppo organici o che ritengono troppa acqua causano facilmente marciumi. Se si assicura un composto adatto questa specie cresce e si moltiplica facilmente.

Cypripedium formosanum
Solitamente è considerato il Cypripedium di più facile coltivazione. Proviene da Taiwan, dove cresce in montagne tra i 2000 ed i 3000 metri, in boschi aperti, in prossimità di ruscelli o sorgenti. La parte aerea è formata da uno stelo con due curiose foglie a ventaglio, dal cui centro parte lo stelo fiorale. Il fiore è piuttosto grande, sui 10 cm, di colore bianco rosato con macchioline rosa, con un labello che si presenta in posizione più o meno verticale.
Rispetto alle altre specie, perdona assai meglio eventuali errori di coltivazione, ma è più sensibile al freddo. La vegetazione annuale inizia il suo sviluppo verso febbraio, attenzione quindi alle gelate tardive, che possono far abortire il fiore e riportare severi danni alla pianta intera. Al limite può essere coltivato in serra fredda, considerato che pare siano sufficienti un paio di mesi a 10° o poco meno per il riposo.
Vuole fertilizzazioni più frequenti rispetto alle altre specie, quindi concimare (alla stessa bassissima concentrazione) ogni 15-30 giorni tra aprile e settembre, con una pausa tra luglio e agosto.
Il pur simile Cypripedium japonicum è di coltivazione assolutamente più difficile, tanto da dare notevoli grattacapi pure ai coltivatori più esperti.

Cypripedium henryi
Specie cinese, affine al calceolus, alta fino ad una sessantina di centimetri. Porta solitamente 2 fiori, snelli, di circa 10 cm, di colore verde uniforme. La mancanza di colori vistosi tuttavia è compensata da un'eccezionale ed intenso profumo, nonché dalla facilità di coltivazione. La specie cresce in Cina, tra i 1800 ed i 2800 metri, in boschi aperti o prati, su suoli calcarei. Al composto va quindi aggiunta ghiaia dolomitica o qualche altro materiale in grado di apportare calcio. Se si invasa in un composto leggero e drenante, con alti percentuali di pomice e ghiaia (o sabbia) calcarea e solo un po' di bark e terriccio, cresce e si moltiplica senza troppi problemi.

Cypripedium macranthos (o macranthum)
Questa bellissima specie ha un'areale di crescita molto vasto, che va dagli Urali al Giappone, dal circolo polare a Taiwan. La pianta, alta fino a 60cm, porta un singolo fiore, di dimensioni generalmente piuttosto grandi, fino ai 13-14 cm, con colori che variano dal porpora/magenta intenso al bianco puro, al crema. Sono conosciute molte varietà, la maggior parte delle quali valide solo ai fini orticoli, come la var. hotei-atsumorianum dal fiore enorme e dai colori intensi, proveniente dal Giappone. Gradisce composti da leggermente basici a leggermente acidi, con una buona percentuale di pomice. A seconda della provenienza richiede temperature piuttosto fresche anche in estate o può sopportare climi un po' più caldi.

Cypripedium parviflorum e pubescens
Le 'sorelle' nordamericane del C. calceolus, a cui assomigliano notevolmente. Si distinguono tra loro per pochi particolari, se si escludono le dimensioni. Il C. pubescens infatti arriva ad altezze di 80 cm, con fiori di dimensioni notevoli (petali lunghi fino a 10 cm, labello fino a 6x3 cm), mentre il C. parviflorum è notevolmente più piccolo, arrivando al massimo a circa 60 cm (ma generalmente è più piccolo), con fiori grandi circa la metà (petali fino a 5 cm, labello fino a 3x2 cm) . Nel pubescent sepali e petali sono solitamente più chiari che nel parviflorum, in alcune piante sono quasi gialli. Come coltivazione vogliono più o meno le stesse cose del calceolus anche se preferiscono terreni leggermente acidi, quindi privi del calcare e magari con aggiunte di aghi di pino, soprattutto il C. parviflorum. Il C. parviflorum gradisce e sopporta composti più umidi del C. pubescens. Sono adesso considerate come varietà della stessa specie e li troviamo quindi anche con i nomi C. parviflorum var. parviflorum e C. parviflorum var. pubescent.

Cypripedium reginae
La bellissima 'Showy Lady Slipper' nordamericana è una delle specie di coltura più semplice, oltre ad essere uno dei Cypripedium più grandi e dal fiore più vistoso. La pianta viene alta fino ad 85 cm e porta uno o due fiori di circa 10 cm, rotondeggianti, bianchi con il labello rosato che ricorda come forma e colori i cugini Paph. delenatii e Phrag. schlimii. Sopporta composti più bagnati di molti altri Cypripedium in quanto cresce solitamente in zone paludose. Il composto, in cui può entrare anche una forte componente organica, mista a sabbia silicea, deve risultare leggermente acido.

Cypripedium x ventricosum
Parte degli areali di C. calceolus e di C. macranthos si sovrappongono (Siberia e Manchuria) e dove questo succede, si assiste a fenomeni di ibridazione tra le due specie. Il C. x ventricosum è il risultato: l'ibrido naturale tra due dei Cypripedium più belli e grandi. Il C. x ventricosum assume caratteristiche intermedie tra le due specie progenitrici, con colori spesso rosati, fiori di dimensioni generose, dalla forma elegante, con petali affusolati e spiraleggianti, incantevole profumo. Pianta robusta, non pone eccessivi problemi di coltivazione. Alcune piante, chiamate C. manchuricum o C. barbeyi sono riconducibili al C. x ventricosum. Come coltivazione va trattato come il C. macranthos, quindi con composti ben drenanti e temperature fresche anche in estate. Si trovano anche piante riprodotte artificialmente che differiscono da quelle naturali solo per il nome: C. Ventricosum (in maiuscoletto)

Altri cypripedium scarsamente presenti in coltivazione:

Cypripedium himalaicum, tibeticum, smithii, corrugatum
Specie affini al C. macranthos, di difficile coltivazione nelle nostre zone. In natura infatti crescono sulle pendici dell'Hymalaia, ad altezze anche notevoli (fino ai 5.000 metri), dal clima rigido, con inverni lunghi e freddi ed estati molto brevi.

Cypripedium margaritaceum ed affini
Un bellissimo gruppo di specie cinesi che presenta corti fusti, due belle foglie ovali con maculature porpora e dei fiori particolari, di dimensioni non eccezionali ma altamente suggestivi. Purtoppo la loro coltivazione è difficile e non ancora molto sperimentata. In definitiva non consigliabili per chi comincia

Cypripedium irapeanum ed affini
Bellissima specie messicana, con fusti alti fino ad un metro e mezzo che porta diversi fiori gialli, molto grandi, che si aprono in successione. Altre due specie simili, ma di dimensioni più piccole sono originarie del MessicoNon si hanno notizie di coltivazione con successo al di fuori del Messico.

Altre specie affini al C. calceolus
Molte bellissime (e spesso rarissime) specie fanno parte di questo gruppo: C. montanum, C. fasciolatum, C. farreri, C. cordigerum, C. shanxiense, C. segawai ed altri.
Tra questi, quello più facilmente riscontrabile in coltivazione è il C. segawai, una rara specie nativa di Taiwan. Pur essendo molto piccolo rispetto ad altre specie (una vera miniatura) è relativamente frequente in coltivazione, a causa della relativa semplicità di coltivazione. Va trattato più o meno come il C. henryi di cui è stretto parente, anche se, per via delle sue piccole dimensioni, ha bisogno di maggiori attenzioni, soprattutto per quanto riguarda l'umidità. E' di vitale importanza infatti che il composto non si asciughi mai del tutto. La pianta, che viene alta solo 10-20 cm, porta uno o due fiori gialli, a volte macchiettati di rosso, molto carini.

Cypripedium acaule
Questa specie rappresenta un caso emblematico. Piuttosto diffusa in coltivazione si trova in vendita con una certa frequenza. Tuttavia è una delle specie più restie alla coltivazione. Alcuni riportano moderati successi coltivandola in sfagno puro o in un mix di sabbia silicea e sfagno. Tuttavia non sembra che in coltivazione riesca a sopravvivere più di due o tre anni. In ogni caso il composto deve essere terribilmente acido, con pH tra 3,5 e 4.

Ibridi artificiali
Oltre ad un certo numero di ibridi naturali, tra i quali il C. x ventricosum è il più famoso, sono stati registrati negli ultimi anni un certo numero di ibridi artificiali, creati quasi tutti da due sole persone: Carson Whitlow e Werner Frosch. Tra i più famosi abbiamo i C. Gisela (parviflorum x macranthos), Emil (parviflorum x calceolus), Rascal (kentuckiense x parviflorum), oltre ai primi due in assoluto che fecero, in qualche modo, scalpore: C. Genesis (reginae x pubescens, Whitlow 1987) e C. Promises (formosanum x acaule, Whitlow 1988).
Pur essendo solitamente più forti e robusti dei loro genitori, questi ibridi sono ancora piuttosto rari. La coltivazione di questi ibridi richiede condizioni più o meno intermedie rispetto alle specie genitrici, anche se sembrano sopportare assai meglio variazioni anche notevoli dall'optimum.

In definitiva, le specie che è possibile affrontare come 'prima prova' sono drammaticamente poche. La scelta si riduce a: C. reginae, C. formosanum, C. henryi e C. parviflorum. Se contiamo anche quelle 'quasi facili' possiamo aggiungere C. macranthos, C. segawai,C. flavum. Naturalmente è possibile cimentarsi con i vari ibridi. Tutte le altre specie sono altamente sconsigliabili per un primo approccio.

 

Prova pratica di coltivazione

Poniamo adesso che abbiate comprato un Cypripedium. Solitamente vengono spediti tra novembre e febbraio, durante il riposo.

 
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Ecco come si presentano i Cypripedium al momento dell'arrivo: un pezzo di rizoma (dai 3/4 cm fino ai 20/30 a seconda delle specie) con uno o più getti verdognoli (solitamente lunghi pochissimi cm) ed un certo numero di lunghe radici marrone chiaro che partono dal rizoma. Fate molta attenzione a come maneggiate le piante: le radici sono molto delicate e si spezzano facilmente e se vi si spezzasse il getto .. sappiate che è alquanto difficile che ne formi uno nuovo.
Adesso dobbiamo invasarlo il prima possibile.

Ecco qua i materiali che useremo per il nostro composto. Sono materiali assai eterogenei, che spesso tendono a rimanere separati. Occorre dunque prestare particolare attenzione e mescolarli bene. Anzi, una cosa utile sarebbe quella di preparare due o tre composti usando percentuali diverse, per poi porli a strati nel vaso, come, ad esempio: argilla espansa sul fondo, poi argilla espansa, ghiaia e pomice, poi ghiaia, pomice, sabbia e bark, infine, sopra il rizoma, pomice, sabbia bark e terriccio.
Tipo di composizione e di stratificazione variano, naturalmente, da specie a specie.

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Ecco l'esempio pratico: dopo aver messo insieme ghiaia, pomice ed argilla espansa, aggiungo il bark. Come si può vedere l'argilla espansa se ne va per conto suo mentre ghiaia e sabbia rimangono sul fondo del mucchio. Insomma, anche mescolare il composto non è così semplice come si pensi ;-)
Per alcune specie, può essere utile stendere uno strato di muschio vivo sulla superficie del composto. Muschio normale, *non* sfagno.
Conviene usare vasi piuttosto grandi, di 20-25 cm, che possono sembrare anche spropositati. Tenete però conto che alcune specie allungano il rizoma di anche 20 cm all'anno. Inoltre le radici cresceranno però in direzione perlopiù orizzontale.

I rizomi vanno ripuliti da quanta più materia morta possibile (radici morte, marce o spezzate, brattee secche ecc.) e poi posati sul composto. Altro composto va poi aggiunto fino a coprire completamente radici e rizoma. La punta del getto dovrebbe rimanere giusto al livello del terreno, appena sopra o appena sotto. Se rimane coperta da uno strato troppo alto di composto, può faticare per uscire e la fioritura può abortire. Il C. formosanum è famoso per questa sua caratteristica. Spesso i nuovi getti presentano la punta coperta da una guaina secca. Non vi preoccupate che non è nulla. I nuovi getti nasceranno in estate, subito dopo la fioritura e cresceranno fino a raggiungere la luce. Arrivati alla superficie del composto si fermano e la punta si secca quasi sempre per superare l'inverno.

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Finalmente, giunte le prime giornate calde dopo l'inverno, i Cypripedium iniziano a crescere. E lo fanno velocemente. In due mesi circa questi getti arrivernno alla taglia massima (dai 15/20 ai 50/60 cm a seconda della specie) e fioriranno. In questo periodo bagnate costantemente ma senza esagerare. Il composto deve essere sempre umido ma non zuppo, pena marciumi alle radici al colletto ed al rizoma. Usate un acqua più pura possibile (piovana o da osmosi inversa sarebbe il massimo) e date concimazioni regolari ma MOLTO diluite (normale concime per piante da interni, a UN DECIMO della concentrazione consigliata).

Siete arrivati a vedere il fiore? Perfetto! La visione di questi fantistici fiori nonchè il profumo gradevole ed intenso che la maggior parte di loro emettono è il giusto compenso di tutte le cure che richiedono :-)
Adesso la pianta non crescerà più. O perlomeno così sembrerà a voi. Infatti è proprio a partire dalla fioritura che i Cypripedium incominciano a svilupparsi veramente. Solo che il tutto succede sottoterra. Nuove radici nasceranno e si allungheranno per tutta l'estate, si formerà il nuovo getto (o i nuovi getti) ed il rizoma accumulerà le energie per l'anno successivo. Questo è il momento più importante e delicato. Grossolani errori di coltivazione in questa fase *non* verranno perdonati. Annaffiare abbondantemente e continuare a fertilizzare fino ad agosto/settembre. Non far mai asciugare completamente il composto. Tenere le piante in luoghi che forniscano ombra perlomeno nelle ore più caldo e cercate di tenerli più freschi possibile, magari utilizzando cooling, spruzzature e quant'altro.

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Ho iniziato da poco a coltivare alcuni Cypripedium, specie ed ibridi, per cui sono ancora in una fase di 'rodaggio'. Questa pagina l'ho scritta basandomi moltissimo sul "mi hanno detto che ..." e sul "ho letto che …". Purtroppo, le notizie sulla coltivazione di queste fantastiche piante sono tutt'altro che abbondanti e spesso anche in contraddizione tra di loro.
A questo proposito, ringrazio pubblicamente il Dr. Gianantonio Torelli (http://get.to/orchidee) per i suoi validissimi consigli che hanno consentito perlomeno la sopravvivenza delle mie piante. Utilissimo è anche il capitolo sulla coltivazione, scritto da Perner, che si trova nel libro "The Genus Cypripedium" di P. Cribb.
Altre notizie utili le ho potute trovare sul sito di Carson Whitlow (http://www.cyphaven.com), sul sito di Werner Frosch (http://www.w-frosch.onlinehome.de) e sul forum che trovate in http://www.cypripedium.de/forum/index.html, nonché sulle occasionali discussioni trattate sul newsgroup rec.gardens.orchids.

Spero che questa pagina, derivata dal mio fascicolo degli appunti, possa servire a qualcuno di voi. Spero inoltre, tra qualche anno, di potervi dare consigli derivati dalle mie esperienze.

 


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