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Minimo 7 pag.12
Cultura & Società
Dicembre 1995
Fino a qualche tempo fa avrei pensato che certe scene del vec­chio, leggendario West, fossero patrimonio della sola storia e di tutta quella pellicola cinemato­grafica, ricostruzioni fedeli di un passato ormai sepolto e ar­chiviato da più di un secolo. In­vece oggi devo ricredermi. Nes­sun riferimento alle immagini di quotidiana, gratuita violenza e di barbara ferocia, che sono pur sempre attuali, oggi, così come allora; mi riferisco a un altro particolare, sicuramente più frivolo, ma ugualmente in­quietante: il "duello dei telefo-nini". Che cosa c'entra questo col FAR WEST? Probabilmente nulla. Forse sono i troppi films a cui ho assistito che mi fanno lavorare di fantasia al punto da crearmi un'immagine comple­tamente distorta della realtà. Eppure vi invito a fermarvi un istante, e a immaginare insieme a me.
Cambiano gli scenari, cam­biano i costumi, cambiano i protagonisti, cambiano i conte­nuti; le scene, invece, quelle si ripetono: il Gringo del 2000 é un giovane, fra i 20 e i 25 anni,
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forza che ci vuole il telefo­nino...; ancora, c'è chi lo ha comprato perché "oggi come oggi, cosa vuoi, un telefonino è sempre utile in caso di biso­gno...".
Beh, forse qualcuno penserà che questi sono discorsi di una mente fossilizzata che guarda con nostalgia alle ormai obso­lete cabine telefoniche, rinne­gando la comodità che il pro­gresso offre, alla portata di tutti. In realtà queste mie parole vo­gliono essere solo una provoca­zione affinchè i miei coetanei che usano il telefonino abbiano l'onestà intellettuale di ricono­scere se l'oggetto che portano immancabilmente con sé sia uno strumento davvero necessa­rio, oppure solo un feticcio or­namentale, o peggio ancora un mezzo per chiamarsi il Sabato sera e dirsi : "Pronto, Giuseppe? Ciao! Dove siete?... Ah... No, niente, noi stiamo andando al cinema e poi in via Principe, a prendere un gelato. Voi che fate?... Vabbè, allora ci sen­tiamo più tardi... occhei, ciao... ciao ". CLIC.
di buona famiglia, agiate condi­zioni sociali, studente universi­tario oppure neo-lavoratore, da poco assunto grazie all'interes­samento del cognato dell'amico dello zio... Tiene al suo aspetto, è ben vestito, di bella presenza, si muove distintamente in so­cietà, è sicuro di sé, però, nono­stante tutto... va in giro "armato", il telefonino nella fondina. Uno squillo, poi le mosse lente, studiate, che cre­ano un'atmosfera quasi irreale: col braccio allontana la giacca dal fianco, la mano si muove, decisa, verso la fondina che viene aperta a memoria, senza guardare, fino ad estrarre la fati­dica "arma", e a sparare final­mente il "pronto?" che aveva già in canna... Lo sguardo, di­ritto di fronte a sé, ricalca quello del protagonista del film, che, sfidato a duello, forte della sua Colt e della sua mira infallibile, sa di poter freddare l'avversario con un solo colpo. Allo stesso
modo lui, Narciso, non abbassa gli occhi, e con malcelato com­piacimento esibisce il suo gio­iello davanti ad un pubblico che avversario non gli è, ma che vorrebbe pensare di avere ugualmente in pugno, schiavo del fascino che il potere "senza fili" gli conferisce. E così, come il gringo scendeva da cavallo, il cinturone pesante al fianco, le porte del saloon socchiuse di fronte a sé, il giovane col telefo­nino scende dalla sua Y10, in­serisce l'allarme, si assicura che la fondina lucida sotto la cintura sia ancora al suo posto, quindi si trascina lento verso quel nuovo pub di cui ha tanto sen­tito parlare... Al mare, al lavoro, in palestra, all'università, allo stadio. Ormai non si separa più dal suo telefonino. Lo ha com­prato, dice, per necessità: sta poco a casa, solo di passaggio, così questo è l'unico modo per farsi rintracciare; oppure, af­ferma, col lavoro che fa, per
Melo Campanella


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