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Marzo 1997
Satira
Minimo 7 pag. 11
Durante uno dei soliti camminamenti spinti, negli andirivieni (quotidiani del classico universitario, bar, aula, bar, Alba, mi imbattei in un pilastro duro, molto duro, pure troppo (era mattino presto e l'ingresso del Bar è poco visibile ai più). Gingiscando labiali senza consecutio ripresi il mio stato analitico di vergine sacrificale sul talamo del docente di turno, e mi rivolsi, incuriosito, verso l'ingresso buio e tetro di uno stanzone.
Ecco, il talamo, ero giunto a nozze finalmente. Tremendi sofferenze ed incubi ricorrenti avevano ostacolato il mio cammino di volontà, ma adesso, ero li e lui là.
Beato, sereno, sguardo rassicurante, l'uomo dei miei sogni, l'incubo concupiscente (molto ricorrente).
"Si accoffoli sulla Balata!!!" queste le parole di alto profilo, unite al gesto preciso del suo moncherino, che uscirono dalle sue labbra, e che mi disgustarono al punto che quasi mi innamorai di cotal bruttezza... era troppo bella!!!
Seguendo il suo invito mi
incubo-1.jpg
sconforto dalle ascelle.
Mi alzai, lo guardai dritto nella sua palla di vetro e gli dissi con timore e vergogna: "Non sapevo che lei avesse un coglione artificiale!"
A quel punto andai proprio fuori tema e cominciai a scrivere sul banco, ma non avevo più neanche la sedia, ero precipitato in braccia a loto che afferrandomi per i padiglioni auricolari cercò di usarmi come il suo crick. Alla 78-ma craniata sulla marmitta del lapino mi posò per l'ora del te, e fu allora che riuscii a fuggire. Scesi le scale due alla volta e mi ritrovai in due portoni diversi ma salvo!! La luce mi inondava di speranza. Altri sei mesi di cammino per ritornare là, dove vendevano i biglietti, e poi... e poi avrei preso il volo, forse, sulle ali della [libertà, verso un nuovo orizzonte di carte, cartine, fotocopie e matite colorate, penne e spaghetti, giochi e merletti, canne fumanti e fumi di navi in transito in viaggio...
Cazzarola che testata!!! L'ho sempre detto che il caffè prima degli esami fa male!!! Va bè oggi prendo solo il cornetto...
avvicinai indeciso e con timida riverenza e soggezione domandai all'entità: "Scusi, passa di qui il 23 sbarrato?"
Il sorriso apparve sulle sue cicatrici ed allora capii che lo dovevano aver picchiato a sangue da piccolo, cosi per gioco o forse per amore dei suoi libri in lingua polacca con le note in sanscrito.
"Certo! Passa di qui!" a queste parole mi sentivo sollevato, e pensai - nessuno e in grado di sollevarmi come fa lui - e al mio pensiero seguì una voce         lontana:
"loto... stacca il crick che stai sfondando          il
tetto..." era la voce degli invidiosi miei colleghi!!!
"Bene mi dia il biglietto!!" No. non è possibile, non avevo il biglietto, 6 mesi di viaggio
incubo-2.jpg
senza il biglietto. Ero spacciato. Mi sentivo insiringato, ed anche un poco tagliuzzato, ero polvere ed ero bianco, ero angelo, ero io, ero no, eroina, non lo so!
Pietrificato, con il viso bianco al centro e giallo ai lati, osservai lui che allora mi rispose inaspettatamente con un gesto veloce e semplice del suo indice e del suo pollice che si sfregavano vicendevolmente e mi disse: "Basta solo 100 mila e te ne vai felice più di prima, basta solo un centone ed io ti dono il mio gettone..."
Grande è la gloria               dei
signore...         più
grande la sfiga del busone... (detto cinese            degli
emigranti di Forlì). Ero al verde, anche in viso e cominciai a sudare
I
Giancarlo Baio (forse!)


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