ANALISI DELLA MACRONARRAZIONI

ANALISI DELLA MACRONARRAZIONI

 

Negli anni ’60 comparsero le prime indagini semiologiche e psicoanalitiche sui contenuti dei racconti a fumetti, che si affiancarono alle fiabe, che già precedentemente avevano attirato filologi e psicoanalisti.

 

Eco (1964), già proprio Umberto, fornì il primo serio tentativo di analisi del messaggio, soffermandosi a dettagliare le undici inquadrature (vignette) della prima puntata di Steve Canyon, un personaggio disegnato per un quotidiano statunitense.

Chi volesse saperne di più può leggersi “Apocalittici e integrati” un tascabile Bompiani di facile reperibilità.

 

Imbasciati (1970) studiò approfonditamente i fumetti del genere nero, descrivendone gli elementi innovativi: la violenza fine a sé stessa ed un efficace montaggio. In molti di questi albi il protagonista uccide tutti, si appropria di tutto ma non è felice; non ha amici, affetti, e passa di partner in partner, senza riuscire ad imbastire una relazione d’amore.

Guarda caso, Diabolik è l’unico che ci riesce, ed è anche l’unico che tutt’oggi sopravvive in edicola.

In quegli anni (dal 68 in poi) si consolidò un profondo mutamento delle strutture familiari, che accompagnò quello delle forme psicopatologiche giovanili: non più nevrosi classiche centrate sul complesso edipico bensì patologie miste di tipo borderline con nuclei psicotici e caratteriali.

 

Battacchi e altri (1971), si dedicarono allo studio delle strutture macronarrative delle due testate nere più diffuse: Diabolik e Satanik. Diabolik e l’ispettore Ginko sembrano personificare rispettivamente l’Es ed il Super-Io; la relazione intercorrente tra questi due personaggi dai tratti somatici simili, che molti addirittura confondono alle prime letture, è di tipo protagonista-antagonista, in un alternarsi di vittorie e sconfitte che non sono mai totali. Satanik viene interpretata come una “favola moderna” dove si trasmettono i valori dell’efficienza e della riuscita; si rassicura (e si illude) che riuscire sui competitori è sempre possibile.

 

Mongai (1983) propose un’analisi che definì “semiseria” di alcuni personaggi dei fumetti.

Per esempio: Tex uccide in 30 anni 1.232 persone, partecipa a 346 scontri fisici e 93 duelli, riportando 37 ferite. Però, non si sa nulla della sua infanzia.    

 

 

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