CATANIA: COME ARRIVARE A CATANIA

 

In aereo: Parecchi voli provenienti da Napoli, Milano, Roma, Palermo, Brindisi, etc. Aeroporto di Fontanarossa a 4 km. (tf. 311711). In treno: Linee da Messina a Siracusa, Caltanissetta, Palermo, Caltagirone. Per mare: Numerose linee fanno scalo a Catania e servizi regolari per Reggio Calabria e Napoli. Informazioni: Agenzia Tirrenia, Piazza Grenoble, 26 (tf. 316394). In macchina: Da Messina 97 km.; Siracusa 59 km.; Palermo 262km.; Enna 95km.;Taormina 52km.

CATANIA NELLA STORIA

Questa antica città sicula fu colonizzata dai Greci (729 a.c.), dai Romani (262 a.c.), dai Bizantini (535 d.c.), poi dagli Arabi (nell'anno 900) che la chiamarono Balad-eI4iI, "Città dell'Elefante". I Normanni l'occuparono nel 1071 e durante il periodo aragonese, divenne perfino capitale dell'isola. La storia di Catania è innanzitutto una lunga successione di catastrofi. Sembra che l'uomo e la natura si siano accaniti per distruggere questa città, ogni volta ricostruita e abbellita grazie alla tenacia e al coraggio della sua popolazione. La prima distruzione che si conosca risale al 476 a.c., allorquando il tiranno di Siracusa deporta gli abitanti. Essi ritornano quindici anni dopo e danno un tale sviluppo alla loro nuova città che un altro tiranno geloso della sua fama, si accanisce a sua volta e la saccheggia nel 403 a.c. Essa risorge, ma nell'anno 121 della nostra era un'eruzione dell'Etna la distrugge. lì 4 febbraio 1169 un terribile terremoto annienta la città, causando circa 15.000 morti. Catania rinasce dalle sue ceneri, ma non sfugge alla furia vendicatrice del figlio di Barbarossa che non perdona agli abitanti di aver sostenuto i Normanni. Gli Angiomi a loro volta non la risparmiano al tempo della guerra dei Vespri Siciliani. Dopo, arriva la peste nell 423 e nell 576; segue una nuova eruzione dell'Etna nel 1669. L'i 1 Marzo, la terra si squarcia per circa 15 km. nella regione di Nicolosi dove si trovano attualmente i Monti Rossi. lì fiume di lava scende verso la città, invade il porto e il mare per circa 2 km. L'eruzione non finisce che nel mese di maggio. In considerazione delle dimensioni della catastrofe, Carlo Il di Spagna esonera la città da imposte per 10 anni. L'i 1 Gennaio 1693, nel momento in cui si sta celebrando nel Duomo una funzione alla quale partecipa-no 12.000 fedeli, un nuovo terremoto distrugge la città e provoca la morte dii 8.000 persone, ossia i due terzi della popolazione. Soltanto l'abside della cattedrale, il Castello Ursino e alcune case resistono al cataclisma. Questa volta gli abitanti sono disperati ma decidono tuttavia di ricostruire ancora una volta la città. Vaccarini ne sarà il principale architetto. Nell 818 un nuovo sisma, e, nell 943, terribili bombardamenti dovevano ancora modificare l'aspetto di Catania che conta oggi 400.000 abitanti.

VISITARE CATANIA

Una giornata è largamente sufficiente per visitare la città. Vi proponiamo due itinerari che permettono di vedere i principali monumenti. Il primo può essere effettuato, preferibilmente, di mattina, dati gli orari di apertura dei musei; il secondo di pomeriggio. Ma è possibile eseguire i due itinerari in una sola mezza iornata se dedicherete poco tempo alla visita dei musei. meglio seguire a piedi questi itinerari. È preferibile, quindi, che lasciate la macchina in centro sempreche troviate un posteggio, dal momento che è molto difficile circolare a Catania e, spesse volte, il traffico, è completamente bloccato nelle ore di punta.

CATANIA: PRIMA PASSEGGIATA

Essa inizia in Piazza del Duomo, centro animato e pittoresco della città, dominato dall'imponente massa architettonica della cattedrale e fiancheggiata da edifici barocchi. Al centro, la fontana dell'elefante scolpita nell 736 da Vaccarini. Essa comprende una vasca con un piedistallo sul quale è posto un elefante scolpito in un blocco di lava. lì pachiderma, ricoperto da un drappo da sella in marmo bianco, porta in equilibrio sul dorso un obelisco egiziano sormontato da un globo che è, a sua volta, circondato da una fronde d'olivo e da un ramo di quercia. Una grande croce culmina in questo insieme curioso piuttosto che estetico. L'elefante, scultura del tardo periodo romano, proverrebbe da un tempio dell'antica Catania. Dall'alto del suo piedistallo, la proboscide in resta, esso sembra contemplare la città di cui è divenuto il principale simbolo e l'emblema del suo stemma. AI margine di Via Vittorio Emanuele si erge il Palazzo Municipale costruito nell 741 da Vaccarini; a destra del Duomo l'antico seminario del XVIII secolo, oggi Palazzo Arcivescovile e, un po' più giù, la porta Uzeda che da sulla zona del porto e sul cavalcavia della strada ferrata. lì Duomo è stato edificato nei secoli XI e XII sotto il regno dei Normanni e molte volte ricostruito, particolarmente dopo il terremoto dell 693. La sua ricostruzione, dovuta a Vaccarini, intrapresa nell 730, durò 6 anni. La facciata in stile barocco èsontuosa. L'interno maestoso comprende tre navate con cupola, un alto transetto e tre absidi. Scavi hanno permesso di riportare alla luce alcuni resti della costruzione originaria (a destra tra il secondo ed il terzo pilastro; a sinistra tra il primo il secondo e il terzo pilastro). Nel primo pilastro a sinistra, bellissima acquasantiera del XV secolo. Nel secondo pilastro di destra, tomba di Vincenzo Bellini (nato a Catania e morto nell 835 a Puteaux, all'età di 33 anni; sepolto prima a Parigi, le sue ceneri furono trasferite a Catania nell 876). Si possono vedere incise nell'urna funeraria le prime note di una romanza della Sonnambula. Sul bassorilievo di bronzo, lo scultore ha radunato tutte le eroine delle opere di Bellini. Nel transetto di destra si oltrepassa un bel portale di marmo scolpito da G. B. Mazzola nell 545 (scene della vita della Vergine) per penetrare nella Cappella della Madonna, che ha conservato la sua architettura originale dell'epoca normanna. A sinistra, tomba di Costanza d'Aragona con figura giacente ornata da bassorilievi del XIV secolo. Ritornando nell'abside e a destra del coro, cappella di 5. Agata, patrona della città. Bella cancellata di ferro battuto dietro il quale si scopre un insieme di opere barocche fra cui, sulla destra, il monumento a Ferdinando D'Acuna; sull'altare, una pala di marmo (queste due opere oltre al cancello sono dovute a Antonio Freri, XV secolo); a sinistra, il tesoro di 5. Agata visibile unicamente il 4 e il 5 Febbraio e il 17 Agosto. Comprende, tra l'altro, un busto d'argento dorato (oreficeria del XV secolo con smalti di Limoges) e una corona di pietre preziose che si dice sia stata donata da Riccardo Cuor di Leone. Nel coro, pitture che si riferiscono alla vita della santa e stallifinemente scolpiti da Scipione di Guido (1558). Nel transetto di sinistra, di fronte alla Cappella della Vergine, si trova la Cappella del Crocifisso in cui potrete vedere due colonne e due capitelli provenienti dalla costruzione originaria. Sul piano architettonico, questa parte del Duomo è di gran lunga la più interessante poiché dà un'idea di ciò che era l'antica basilica prima degli abbellimenti diVaccarini. Per terminare la visita potrete recarvi nella sacrestia dove si trova esposta una grande tela che rappresenta l'eruzione dell 669, opera del pittore Giacinto Platania, fu, egli stesso, testimone della catastrofe. Sotto il Duomo si trovano i resti delle terme Achilliane, di epoca romana. Non si visitano. Uscendo dal Duomo, è interessante andare a vedere sul fianco sinistro, il bel portale attribuito a Mazzola da Carrara (1577) e proseguire per alcuni metri in Via Vittorio Emanuele, per entrare nel cortile dell'arcivescovado (n. 159) ed ammirare le tre abisidi di lava e il transetto, vestigia della prima costruzione. Le due torri che incorniciano l'antica basilica normanna corrispondono alle due cappelle laterali della Madonna e del Crocifisso. In Via Vifforio Emanuele si erge la Chiesa della Badia di S. Agata dovuta, anch'essa, all'architetto Vaccarini e, un po' più lontano, in una piazzetta, la Chiesa di S. Placido (1769). Di fronte al Duomo, passate davanti alla bella fontana ornata dalla statua d'Amenamos, l'antico Dio Fluviale di Catania, opera di Tito Angelini (1867), per imboccare Via Garibaldi che conduce a Piazza Mazzini, circondata da un peristillo di 32 colonne proveniente da una basilica romana. Un po' più lontano, svoltate a sinistra per arrivare al castello Ursino. Questo importante edificio militare, costruito per ordine di Federico Il tra il 1239 e il 1250, doveva testimoniare tutta la storia della città. Nell 282, Pietro d'Aragona vi organizzò la resistenza contro gli Angiomi. Soggiorno dei vicerè, il castello fu trasformato e perse a poco a poco il suo carattere di fortezza per assumere quello di un vero palazzo. Gli appartamenti erano sontuosi, e si poteva arrivare al primo piano senza scendere da cavallo. Nell 669, la colata di lava doveva ancora modificare l'aspetto del castello allontanando il mare che prima lo circondava. Si presenta oggi come una cinta quadrata ogni angolo della quale è occupato da una torre rotonda alta 30 m. poiché, una torre semi-cilindrica è addossata nel mezzo di ogni lato. Queste potenti muraglie hanno più di 2m. di spessore. Restaurato, questo monumento ospita ormai le collezioni architettoniche, storiche e artistiche del Museo civico (aperto dalle 10.00 alle 14.00, e talvolta dalle 17.00 alle 19.00 in estate; chiuso il lune-di; ingresso gratuito). Non contiene opere notevoli come quello di Siracusa o di Agrigento. Tuttavia vi si possono vedere al pianoterra sculture e, al primo piano, nella sala del Parlamento, pitture tra cui una molto bella attribuita a Van Dyck che rappresenta 5. Sebastiano. Le altre sale sono generalmente chiuse; esse contengono collezioni di ceramiche, statuette di terracotta trovate a Centuripe ed un efebo greco del VI secolo a.c. A visita ultimata, ritornate in Piazza Marina che attraverserete per sboccare in Via Vittorio Emanuele, davanti a Piazza S. Francesco: a destra, Chiesa di S. Francesco di stile barocco; al centro, monumento al Cardinale Musmet; a sinistra, al n. 3, casa natale di Vincenzo Bellini il più celebre figlio di Catania. La casa (aperta dalle 9.00 alle 13.00, ingresso gratuito) ospita il Museo Belliniano che riunisce i ricordi del compositore: stampe di Catania del XIX secolo, piano, ritratti, manocritti, spartiti, autografi e un'importante biblioteca. Uscendo dal museo, salite per Via Vifforio Emanuele fino al n. 272 dove si trova l'ingresso del Teatro romano una volta inglobato fra le case e che è stato staccato nel corso del secolo. L'edificio, del V secolo a.c. e rifatto in epoca romana, è stato costruito in pietra di lava. Il diametro dell'emiciclo è di 97 m., quello della scena è di 29 m. I gradini che potevano accogliere 7.000 spettatori erano divisi in nove settori tagliati da due corridoi circolari. Si entrava da un grande ambulacro parallelo alla facciata. La cavea finiva con una galleria costituita da arcate poggianti su colonne. Sono, può darsi, quelle che furono utilizzate in seguito per la costruzione di Piazza Mazzini, che abbiamo visitato. Bisogna penetrare nei corridoi sotterranei che danno accesso ai vomitori e arrivare ai promontorio da dove si gode di una bella veduta d'insieme dell'edificio. La storia vuole che sia in questo scenario che Alcibiade abbia arringato gli abitanti di Catania per guadagnarli alla causa ateniese. Sulla sinistra, a pochi metri, si trova l'Odeon che risale alla stessa epoca. Questo monumento che faceva parte dell'acropoli oggi scomparsa poteva contenere 1.300 spettatori. Serviva per i discorsi dei filosofi, per i concerti e per le prove. Proseguite per Via Vittorio Emanuele e svoltate per la terza strada a destra, proprio all'angolo della Chiesa della S. Trinità per arrivare in Piazza Dante, di fronte ad un monumento incompiuto. La chiesa di 5. Nicolò doveva essere la più vasta di tutta la Sicilia. La pretesa dei suoi costruttori non doveva essere appagata. Essa faceva parte di un convento benedettino che occupava più dii 00.000 m2. Iniziata nell 558, fu distrutta nell 669.1 monaci avevano chiamato un celebre architetto romano per ricostruirla allorché il terremoto dell 693 li obbligò un'altra volta a ricominciare la loro opera di benedettini. Se l'interno poté infine essere completato, dopo molte peripezie, la facciata non fu mai terminata. Le sei colonne avrebbero dovuto sostenere un frontone alla maniera dei templi greci. Una vera maledizione deve pesare su quest'edificio; minaccia nuovamente di crollare e i lavori di restauro dureranno anni. Entrate tuttavia per curiosità nella chiesa la cui estensione vuota è impressionante (105 m. di lunghezza per 48 m. di larghezza al transetto). Anche le 2.916 canne d'organo hanno dovuto essere smontate; lo strumento a 5 ordini e 72 registri era costato 12 anni di lavoro al costruttore Donato Del Piano. li convento dei benedettini adiacente alla chiesa è stato trasformato nell'ultimo secolo in caserma e in scuola. Triste fine per un convento che era stato il più importante d'Europa dopo quello di Mafra in Portogallo. Da Piazza Dante imboccate Via Gesuiti e svoltate poi a destra in Via Crociferi, una delle più antiche strade di Catania e che aveva la reputazione di essere mal frequentata. Essa è ormai calma e fiancheggiata da chiese. A sinistra, S. Giullano, dovuta a Vaccarini (nel coro, sopra l'altare, croce dipinta del XV secolo); a destra, Chiesa dei Gesuiti con facciata barocca a colonne, e, proprio accanto, la chiesa 5. Benedetto (1710). Passate poi sotto un arco che collega i due lati della strada. Esso fu costruito in una sola notte per collegare le due parti di un monastero. Arrivati alla Chiesa di 5. Francesco svoltate a sinistra, per ritornare in Piazza Del Duomo.

CATANIA: SECONDA PASSEGGIATA

Da Piazza del Duomo, imboccherete Via Etnea, principale arteria della città, molto animata e piena di negozi. Fu la prima delle quattro grandi strade ricostruite dopo il 1693. Essa attraversa le Piazza del~Universftà circondata da begli edifici: a destra il Palazzo 5. Giuliano (1745) occupato dal Credito Italiano; a sinistra, l'Università dell'inizio del XVIII secolo con, all'interno, molto elegante nella sua sobrietà, un cortile ad arcate di Vaccarini. AI di là della Piazza, sulla sinistra, si erge la Collegiata (affreschi di Sciuti nell'interno) tra due palazzi del XVIII secolo. Arrivate in seguito ai Quattro Canti dove Via Etnea incrocia Via Antonio di San Giuliano che conduce, a sinistra, alla Chiesa di 5. Nicolò e, a destra, al Teatro Bellini. Questo teatro sorge su una piazzetta nella quale si accede da una strada sulla destra. La facciata, ispiratà allo stile classico, è piena di busti di musicisti, di fauni, di lire e di aquile. L'interno merita una visita se avete la possibilità di assistere ad uno spettatolo lirico. La stagione inizia a gennaio e termina generalmente a fine maggio. Beniamino Gigli dichiarava che questa sala era la più bella di tutti i teatri del mondo. E vero che con i suoi quattro ordini di palchi, le sue dorature, il suo soffitto dipinto e il suo sipario che raffigura "il trionfo di Catania sui Libici", questa sala, inaugurata il 31 maggio 1890 con una rappresentazione della Norma, è un bellissimo omaggio della città al suo compositore Bellini. Proseguendo per Via Etnea, passate davanti alla Prefettura e alla Chiesa di 5. Michele, prima di arrivare in Piazza Stesicoro ornata dal monumento a Bellini. A destra, si apre Corso Sicilia, larga arteria fiancheggiata da palazzi di costruzione recente (banche, agenzie di viaggio e negozi). A sinistra, davanti ad una chiesa, i resti dell'anfiteatro romano. Queste rovine danno una pallida idea dell'ampiezza di questo monumento che poteva contenere fino a 16.000 spettatori. Non misurava meno di 125 metri per 105 m. di diametro, con un'arena di 71 m. persi. Se l'ossatura era in lava, il suo rivestimento era di marmo. Ma già ai tempi di Teodorico, l'anfiteatro era in tale stato di abbandono che i cittadini ne rubavano il marmo per abbellire le loro case. In fondo alla piazza, si sale a destra della chiesa per Via dei Cappuccini che conduce alla Chiesa di S. Domenico. All'interno, nel primo altare di sinistra, una delle più belle madonne scolpite da Gagini; nel secondo altare di destra, Vergine del Rosario di Francuccio da Ravenna (1531). Procedendo lungo il fianco sinistro della chiesa di 5. Domenico, arrivate all'ingresso della Villa Bemni. Questo vasto giardino costituisce un'oasi di pace nel cuore della città con la sua decorazione floreale, i suoi begli alberi e i busti di uomini celebri erti sui loro piedistalli nei viali. Attraversatelo per arrivare in Viale Regina Margherita che, a sinistra, conduce alla Chiesa di S. Maria di Gesù, costruita nei secoli XV e XVI, ma trasformata nel XVIII secolo. Della costruzione primitiva, potrete vedere, a sinistra entrando, un bel portale scolpito da Gagini e, nel secondo altare di sinistra, una Vergine con il Bambino Gesù e due angeli inginocchiati, dello stesso artista. Ritornate dal Viale Regina Margherita per raggiungere sulla vostra destra Via Etnea che vi permetterà di arrivare in Piazza del Duomo. Queste due passeggiate vi avranno permesso di vedere i principali monumenti che Catania possiede, inoltre, circa 25 chiese, musei di geologia e di mineralogia nonché numerose fontane la più celebre delle quali è quella del ratto di Proserpina (1904) di fronte alla stazione.

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