La Cgil scuola minaccia uno sciopero contro la censura
politica dei libri di testo: "Aggressione alla Costituzione"


Berlusconi, "No ai libri
con deviazioni marxiste"

ROMA - "No ai libri di scuola con deviazioni marxiste". Si aspettava da un momento all'altro l'intervento del leader della Casa delle Libertà Silvio Berlusconi sui libri di testo scolastici. Nella polemica innescata dal presidente della regione Lazio Storace, rimbalzata poi in Sicilia e sostenuta dalle mozioni presentate da An e Lega in Lombardia, il Cavaliere si è inserito oggi, scegliendo Genova e i rappresentanti della Federalberghi come platea per le sue argomentazioni in materia.

Illustrando il suo programma economico e sociale, Berlusconi ha spiegato che "nei primi 100 giorni del nostro governo punteremo l'attenzione sui giovani", e proprio attorno ai giovani ruota il discorso scuola che è, per il leader del Polo, "da rifare completamente. Ci vogliono buoni insegnanti, buone strutture, buoni programmi". Quindi, secondo Berlusconi, "i nostri figli non dovranno ad esempio più studiare su testi di storia con deviazioni marxiste. Bisognerà giungere a quella che io definisco 'la patente delle tre "I": inglese, informatica, impresa". Il Cavaliere, puntando su una scuola concorrenziale, tiene a precisare che va fatta salva la tradizione, "come la nostra buona scuola elementare".

L'intervento del leader del Polo segue, superandola, la posizione espressa oggi da Pierferdinando Casini: "Non credo che la storia possa essere determinata dalle commissioni insediate dai Consigli regionali", aveva detto stamane il leader del CCd invitando a "rimettere un po' di ordine a questa vicenda, con una riflessione a livello nazionale". La riflessione, almeno quella del centrodestra, l'ha fornita prontamente il Cavaliere.

Sulla vicenda libri di testo sono intervenute oggi altre voci, aumentando il clima di tensione sul difficile tema della scuola. Alle considerazioni aggiuntive del presidente Storace - "i giovani devono poter leggere le verità storiche che sono state nascoste per anni e studiare tutta la storia" - ha risposto Rocco Buttiglione dicendo che "i presidenti delle Regioni non hanno alcuna possibilità di decidere un controllo dei libri di testo. E' un'iniziativa grezza, anche se ha sollevato un problema vero". "Inaudite", per il segretario popolare Pierluigi Castagnetti, iniziative come quella di Storace che rivelano "una concezione molto preoccupante della democrazia. Io non voglio difendere a tutti i costi la qualità dei libri di testo. Ma dico semplicemente che i politici non hanno la competenza per giudicarli. La scelta compete agli insegnanti e alle famiglie".

Una vicenda, quella dei libri di testo, che si scalda e scalda la Cgil scuola che oggi ha minacciato uno sciopero contro quella che il sindacato chiama una vera e propria "censura politica" ai testi scolastici. Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola, ha parlato di "una aggressione alla scuola pubblica" che potrebbe provocare, se "necessario", la proclamazione di uno sciopero con le altre organizzazioni confederali "per sostenere i valori della nostra Costituzione". Secondo la Cgil scuola la decisione del consiglio regionale del Lazio offende l'intelligenza degli insegnanti. "E' un fatto gravissimo - ha detto Panini - che offende, oltre che la storia del nostro Paese, la responsabile libertà professionale degli insegnanti. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa aggressione alla scuola pubblica".

(12 novembre 2000)

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