La
regione guidata da Formigoni segue la linea di Storace
"Incentivi a chi riscrive la Storia"
Censura dei libri
scolastici
dopo il Lazio, la Lombardia
Polemica alla Camera,
Violante: "Questa è una democrazia"
Fini: "La sinistra cerca di strumentalizzare il caso"
ROMA
- Dopo il Lazio, la Lombardia.
Le giunte regionali amministrate dal centrodestra si uniscono nella battaglia
per la censura dei testi scolastici adottati alle superiori. Al Pirellone una
mozione della stessa linea di quella approvata dal consiglio del Lazio è stata
presentata da An, insieme alla Lega Nord. Poi è stata firmata anche da Forza
Italia. La Casa delle libertà chiede di istituire una commissione di esperti
che svolga "un'analisi attenta" dei testi scolastici
"evidenziandone carenze e ricostruzioni arbitrarie". Il documento
prevede anche lo studio di "forme di incentivazione per autori che
intendano elaborare nuovi libri di testo o sussidiari".
Un'iniziativa, quella lombarda, destinata a far crescere il livello di tensione
politica già altissimo durante tutta la mattinata. La proposta di
"rivedere" ed eventualmente bandire i libri di testo "filo
marxisti" è partita mercoledì da un consigliere regionale del Lazio. Il
presidente della Regione, Francesco Storace (An) l'ha sostenuta a spada tratta e
la mozione è passata in consiglio.
Questa mattina, poi, l'intera vicenda è montata tra le polemiche ed è stata
oggetto di dibattito alla Camera. Il presidente Luciano Violante nel chiudere la
discussione, ha avvertito: "Sarebbe particolarmente grave che un organismo
politico decidesse cosa è giusto o non è giusto in in un libro di testo.
Questo lo abbiamo visto nei regimi totalitari. Non è la repubblica
democratica". Gli risponde Fini che, chiaramente, dopo aver consultato i
dirigenti del Lazio, ha deciso di avocare a sé la questione e di cavalcarla
almeno in parte. Due gli argomenti del presidente di An: non è censura ma
normale controllo ed è la sinistra che ha deciso di montare il caso e di
strumentalizzarlo.
A metà giornata interviene il ministro della Pubblica istruzione Tullio De
Mauro: "Mi pare un'interferenza assolutamente condannabile. Mi pare
indebito che il Consiglio regionale pretenda di entrare nelle scuole e di
dettare legge agli insegnanti". Il presidente del Consiglio, Giuliano
Amato, risponderà sulla questione martedì prossimo in aula a Montecitorio.
La sinistra insorge: "Frammenti di fascismo" bolla Fabio Mussi, capo
dei deputati diessini, "è il ripristino del Minculpop, una follia",
infierisce l'ex ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer. E via di
seguito con i diessini schierati a difendere i paletti piantati in mattinata dal
segretario Walter Veltroni: "La destra che governa la Regione Lazio e che
vorrebbe tornare a governare l'Italia mostra senza vergognarsi il suo volto
intollerante, pericoloso e inquietante".
I diessini chiedono che il governo riferisca in aula ed è Furio Colombo a dare
fuoco alle polveri. "Quella commissione ha cessato di esistere dopo la
Liberazione", ha detto il giornalista che ha anche ricordato che la mozione
di An nasceva proprio nell'anniversario della "notte dei cristalli, quando
in Germania iniziarono i roghi dei libri e i primi pestaggi. E proprio il 9
novembre volete venirci a proporre la censura?".
(10 novembre 2000)
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