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CAPITOLO 4°

CRITERI METODOLOGICI E DIDATTICI

DIDATTICA MODULARE

Obiettivo primario del lavoro didattico è creare un ambiente di apprendimento che dia vita a "una comunità di discenti e docenti impegnati collettivamente nell’analisi e nell’approfondimento di oggetti e di studio e nella costruzione di saperi condivisi" (Commissione Marigliano).

L’oggetto dell’intervento formativo generale è la crescita dello studente in tutte le sue dimensioni: cognitiva, operativa, relazionale. Questo significa porre lo studente al centro dell’attività didattica come singola persona, ma anche come parte di una comunità solidale, come studente, ma anche come "ragazzo" che richiede attenzione agli aspetti emotivi e non solo cognitivi della soggettività.

È per questo motivo che la scuola, nella sperimentazione e nell’attuazione dell’autonomia, ha avvertito la necessità di adottare - unitamente al lavoro scolastico tradizionale - una organizzazione didattica modulare (disciplinare e pluridisciplinare) che risponde a nuove e diverse esigenze:

- differenziare l’offerta formativa con interventi di approfondimento e di recupero;

- favorire la flessibilità nella suddivisione del monte ore fissato;

- introdurre dei criteri oggettivi ed omogenei di valutazione;

- favorire una programmazione attenta e puntuale da parte del docente.

L’organizzazione modulare del lavoro didattico è una strategia di facilitazione dell’apprendimento che permette di impostare le discipline per nodi concettuali e di fissare obiettivi delimitati e precisi e, quindi, verificabili e valutabili. Questo tipo di attività consente interventi didattici mirati e rispondenti ai bisogni degli alunni; permette di uscire dalla sequenzialità temporale del programma, di acquistare in profondità e specificità didattica, e di evitare, cosi, il rischio della polverizzazione e della dispersività. Consente, inoltre, di istituire una fitta rete di comunicazioni e di scambi fra l’educazione e le varie forme logico-discorsive delle discipline.

Nell’organizzazione modulare l’attività didattica è pertanto:

a) Una didattica negoziata

perché l’apprendimento è il prodotto dell’atto di riorganizzazione tra ciò che è nuovo e ciò che era già conosciuto, e gli studenti, confrontandosi con il docente e tra loro, imparano in un processo a "spirale" che si allarga continuamente.

b) Una didattica collaborativa

il docente collabora con lo studente, aiutandolo a organizzare gli stimoli, e a riflettere sul processo personale della loro elaborazione in modo da farlo giungere alla costruzione consapevole del proprio sapere.

c) Una didattica del processo

- al centro dell’attività didattica stanno vari passaggi (compresi i possibili "intoppi", gli errori o i problemi da risolvere) attraverso i quali si sviluppa il processo di apprendimento:

il processo di apprendimento ha come meta finale non solo "il premio d’arrivo" ma anche la consapevolezza del percorso fatto, quindi non si conclude nell’acquisizione di singole competenze, ma modifica l’atteggiamento conoscitivo dello studente e si traduce in un’ulteriore spinta ad apprendere;

per questo motivo oltre i contenuti e le competenze acquisite rimangono, come apprendimento significativo, la coscienza del processo compiuto, le procedure attivate per conseguirli e le modificazioni indotte nell’atteggiamento conoscitivo.

d) Una didattica orientativa

induce gli studenti, attraverso percorsi disciplinari e trasversali, ad interrogarsi e a riflettere sulla propria vocazione

 

ORIENTAMENTO, DISPERSIONE SCOLASTICA E RIORIENTAMENTO

La lotta alla dispersione scolastica rappresenta il punto centrale dell’azione che i docenti ogni giorno svolgono.

La legge N° 9 del gennaio 1999, nell’innalzare l’obbligo scolastico, ha imposto l’esigenza di creare le condizioni affinché l’allievo non assolva l’obbligo solo in modo formale, ma gli venga creato un percorso "su misura" che gli permetta di conseguire un risultato concreto sia nell’istruzione secondaria, sia nella formazione professionale.

L’Istituto, per far fronte alla dispersione scolastica, ha approntato uno specifico progetto di intervento che prevede la creazione di percorsi scolastici adeguati alle esigenze di ciascun ragazzo e, se è necessario, anche la strada del riorientamento.

Si è deciso, quindi, di istituire delle "passerelle" per l’identificazione delle competenze di base comuni ai diversi curricula e la creazione di moduli unitari di base e di momenti di integrazione per favorire i passaggi.

Combattere la dispersione è innanzitutto orientare.

L’orientamento è, infatti, un nodo fondamentale della formazione in tutto l’itinerario scolastico, una finalità comune a tutte le discipline e si attua attraverso strategie mirate che fanno sì che l’alunno "si orienti", cioè prenda consapevolezza delle proprie capacità particolari e delle sue aspirazioni, e sia informato sulle possibilità che gli si aprono davanti, sia in campo scolastico che in relazione al mondo del lavoro.


VERIFICA E VALUTAZIONE

Da quando si è detto risulta chiaro che la valutazione scolastica non si può risolvere nel semplice giudizio di merito da attribuire agli alunni in base ai risultati conseguiti.

Essa, infatti, deve:

fornire un controllo non solo sui prodotti (se i risultati corrispondono agli obiettivi), ma anche sui processi (se c’è riflessione sul proprio apprendimento).

Avere una funzione di controllo sull’intero processo di apprendimento - insegnamento e, quindi, essere uno degli elementi che regola la programmazione didattica e l’attività che la mette in atto nelle classi:

individuando le condizioni di una classe per potere avviare una procedura didattica efficace

verificando il grado di avanzamento dell’apprendimento a cui sono giunti i singoli alunni e la classe nel suo insieme;

avere funzione di stimolo di processi di tipo "metacognitivo";

portare gli alunni a riconoscere il proprio modo di apprendere e alla consapevolezza dei propri cambiamenti.

La valutazione non può limitarsi ad osservare il percorso dell’alunno e a registrare i risultati, ma deve essere in grado anche di individuare le cause che provocano risultati di fallimento per poter predisporre strategie di recupero e piani di intervento differenziati secondo i problemi.

Nella pratica didattica esistono due momenti strettamente legati tra loro:

a) Verifica formativa: se si tratta di una verifica che si svolge contestualmente al percorso di insegnamento - apprendimento con lo scopo di avere informazioni su come lo studente apprende, per orientare e adattare il processo formativo in maniera che sia più efficace;

b) Verifica sommativa: se si tratta di una verifica che serve, soprattutto, ad accertare se le competenze che caratterizzano il curriculo di una disciplina in un certo tratto del percorso sono state acquisite e se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti.

Tutte le verifiche sono strettamente legate agli obiettivi della programmazione e realizzate in modo da poter accertare con sufficiente chiarezza quali delle competenze proposte l’alunno sia stato in grado di raggiungere. Si utilizzano molti e diversi strumenti di verifica, dalle prove strutturate (disciplinari e pluridisciplinari) alla osservazione sistematica dei comportamenti, la cui utilità è diversa secondo lo scopo e il contesto in cui si opera.

Valutare significa dunque esprimere un giudizio complessivo a cui concorrono più elementi, sia il raggiungimento di specifiche competenze, misurato attraverso verifiche mirate, sia una serie di comportamenti di apprendimento che rispondono a obiettivi trasversali fatti propri dal C. d. c. secondo le indicazioni del collegio.

 

COSA VALUTIAMO

•  Valutiamo obiettivi generali raggiunti tra quelli preordinati e fissati;

•  Valutiamo obiettivi didattici raggiunti.

Gli obiettivi di cui ai punti a) e b) sono quelli elencati successivamente e che il consiglio di classe farà propri ad ogni inizio di anno scolastico, adattandoli alle particolari situazioni.

OBIETTIVI GENERALI

•  Corretto ed equilibrato comportamento verso compagni, professori e personale della scuola;

•  Rispetto delle cose degli altri e delle attrezzature della scuola;

•  Acquisizione dei contenuti di ogni disciplina;

•  Padronanza dei mezzi espressivi e comunicativi;

•  Utilizzazione e applicazione in concreto delle conoscenze acquisite;

•  Collegamento e rielaborazione degli argomenti studiati.

essi possono essere raggiunti a diversi livelli:

pienamente - in modo soddisfacente - sostanzialmente - solo in parte - in modo non adeguato - in modo assolutamente insufficiente .

 

OBIETTIVI DIDATTICI

•  Consolidamento metodo di studio e prerequisiti di apprendimento (attenzione - concentrazione - osservazione - memorizzazione - precisione);

- Potenziamento delle conoscenze nelle singole discipline (esporre concetti in modo chiaro e corret­ to sia in forma orale che scritta - utilizzare con padronanza i linguaggi specifici delle singole di­scipline - capacità di documentazione ed approfondimento nei lavori individuali e di gruppo).

- Sviluppo, potenziamento e rielaborazione delle conoscenze acquisite (capacità di analisi - sintesi - utilizzare conoscenze e metodi acquisiti anche in situazioni nuove - rielaborare in modo per­sonale le conoscenze acquisite - correlare le conoscenze in ambiti differenti);

- Potenziamento della capacità critica attraverso:

organizzazione del proprio tempo - articolazione del pensiero in modo logico e critico - utilizzo

delle conoscenze in modo critico e razionale - elaborazione di un sistema autonomo di riferi­menti culturali e di valori.

DEFINIZIONE DI OBIETTIVI DIDATTICI MINIMI
(Al fine di esprimere un giudizio di promozione)

Se l'allievo dimostra di aver acquisito le parti essenziali degli argomenti trattati e applica le conoscenze in modo non approfondito ma senza gravi errori .

 

COME VALUTIAMO

TENENDO CONTO DI:

•  Situazione di partenza (ottima - buona - discreta - sufficiente - insufficiente - ecc.);

•  Puntualità di esecuzione dei compiti orali e scritti;

•  Conseguimento degli obiettivi di conoscenza dimostrata in tutte le prove, nelle capacità linguisti che, espressive e logico-critiche, nelle capacità di assimilazione, rielaborazione, di collegamento, di analisi e sintesi;

•  Comportamenti socio-affettivi quali: impegno (diligente - rigoroso - notevole - lodevole - ade guato - costante - saltuario - modesto - scarso - ecc.), partecipazione al lavoro di gruppo (trai­ nante - vivace - costruttiva - stimolante - convinta - originale - marginale - scarsa - ecc.), fre­ quenza (assidua - regolare - discontinua - irregolare - molto irregolare - ecc.), comportamento (responsabile - corretto - poco responsabile - ecc.), interesse (notevole - considerevole - vivo - accentrato - particolare - modesto - debole - ecc.);

•  Assenza alle verifiche scritte. si prende in considerazione il recupero delle prove e, se non vengono recuperate si abbassa la media di tanti punti quanti sono i compiti non recuperati;

•  Assenze dalle interrogazioni programmate: si abbassa di un punto la valutazione se l'assenza non è stata dovuta a causa di forza maggiore;

•  Frequenza senza strumenti di lavoro: si procede ad annotazione sul registro e, in caso si ripetano i comportamenti, si abbassa la media dei voti;

•  Miglioramento crescente dell'allievo: si può alzare la media dei voti finali;

•  Quanto di positivo riescano ad esprimere gli allievi nelle varie prove.

Si raccomanda di far crescere la pratica del lavoro in équipe e, soprattutto, di organizzare la propria attività in modo tale che tutti gli allievi siano messi in condizione di poter fruire del servizio di valutazio­ ne.

 

INTERVENTI DIDATTICI, EDUCATIVI, INTEGRATIVI

La programmazione, come si è già detto, deve provvedere nella sua strutturazione interventi per il sostegno e il recupero, sia nel momento in cui si predispongono le attività didattiche, sia in dipendenza delle ricorrenti attività di valutazione .

La nostra scuola, nel rispetto delle norme attualmente in vigore, utilizza tutti gli spazi di autonomia disponibile per diversificare e rendere efficaci tali interventi e si impegna a rafforzare l’idea di una programmazione che tenga conto delle concrete esigenze di una didattica differenziata.

Le attività di sostegno e recupero si realizzano, pertanto, attraverso soluzioni organizzative e didattiche diverse finalizzate ad innalzare il tasso di successo scolastico.

Si propongono quindi:

attività rivolte alla classe nel suo insieme, con interventi ricorrenti concentrati in periodi di pausa didattica, durante i quali si opera in direzione del recupero e del consolidamento delle conoscenze.

Attività rivolte a piccoli gruppi o a singoli, sia in orario antimeridiano che in orario pomeridiano, per il recupero di competenze specifiche.

Tuttavia, qualunque sia la soluzione che i singoli docenti o i consigli di classe adottano per il recupero e il sostegno, è di importanza fondamentale che alunni e genitori comprendano con chiarezza l’attività che viene proposta e i suoi obiettivi.

In modo particolare, per quello che riguarda i debiti formativi che gli studenti possono essersi portati dietro nell’accesso alla classe successiva e le proposte di recupero che devono essere attivate, i docenti delle singole discipline assegnano generalmente un lavoro estivo mirato, mettono in opera i percorsi di recupero secondo le modalità individuate dal consiglio di classe, attuano forme di verifica appropriate ed esprimono una valutazione entro il mese di ottobre.

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