LA HAINE
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COPERTINA CD: Slight SLIGHT
FOUR SONGS
Autoproduzione - 2002



Tornano gli Slight, band pesarese dedita a composizioni musicali pesanti. Provengono dal mondo della musica crossover nazionale, e con questo cd, dal titolo programmatico, registrano i mutamenti avvenuti ultimamente, ovvero il cambiamento di formazione e, soprattutto, dell'orientamento musicale.
La strada intrapresa dagli Slight è proprio una di quelle che, di questi tempi, sembrano presentarsi con maggiore facilità ai gruppi crossover desiderosi di redenzione: c'è, infatti, chi si concentra sulle melodie "emo" (non senza sfiorare un altro stereotipo, rischiando di passare dalla padella alla brace), e chi asciuga il proprio suono, come fanno i nostri, riscoprendo l'hardcore (anche se, ad onor del vero, qualche passo lo fanno anche sull'altra strada).
Sulla carta, essendo, di fatto, la musica hc uno degli ingredienti di composizione del crossover, questo cambiamento potrebbe sembrare, più che un'evoluzione, un'involuzione, eppure vi assicuro che, almeno per quanto riguarda gli Slight, vale esattamente il contrario: più che di ritorno alle origini (l'hc, in fondo, si poteva ascoltare anche nel precedente Poisoning the well) potremmo parlare di apertura, di allargamento della propria visione musicale e, soprattutto, di abbandono di formule musicali codificate in maniera ormai fastidiosa (lo so, sembra una grande contraddizione, ma sono proprio gli elementi che avevano reso la parola "crossover" antipatica a molti).
Il primo dei 4 brani del cd è, di fatto, illuminante, e un poco anche spiazzante, nel presentare il cambiamento: misto tra hc vecchio (grezzo) e nuovo (più dinamico), con voce urlatissima e riff pesanti, ma più lineari e quadrati rispetto a prima. Andando avanti con l'ascolto si passa da atmosfere ben più melodiche di "Porcupine Skin " ai riff saltellanti di "One Hour" (forse il pezzo migliore del lotto), per concludere con un misto di tutto ciò, come avviene in "Last Days Of August" (il brano più vicino a quanto fatto in passato dal gruppo).
Il risultato complessivo, c'è però da dire, non è ancora al suo meglio: se le intuizioni melodiche della voce sono egregie, la parte urlata, a volte un po' fuori fuoco, andrebbe sistemata, meglio calibrata. Al contrario, la scrittura si fa interessante soprattutto nelle parti più concitate, mentre quelle dal sapore più emo tendono ad abbandonarsi al già sentito. Inoltre, la confezione sonora di questo demo, casalinga e lo-fi, non aiuta ad apprezzare maggiormente le quattro composizioni, e il mixaggio, addirittura, rischia di penalizzarne l'ascolto, mettendo fin troppo in primo piano le voci rispetto alla parte musicale.
In definitiva, 4 songs si presenta come un'istantanea - a dir la verità un po' mossa - di ciò che gli Slight sono in questo momento: il gruppo ha saputo inquadrare il proprio obbiettivo, ora bisogna solo aggiustare la mira.


01/10/02, Marco


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