LA HAINE
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COPERTINA CD: Slight SLIGHT
POISONING THE WELL
Autoproduzione - 2000



Non vorrei lanciarmi in riflessioni a proposito della globalizzazione del mercato musicale, o della velocità con cui ormai i trend si affermano, si usurano, si riciclano, perché non voglio scrivere banalità e perché rischierei di essere addirittura più noioso del solito. Però una cosa semplice, praticamente innegabile, la dico: al giorno d'oggi la musica crossover fa schifo. Il sottoscritto apprezza moltissimo i primi due album dei Korn (se il terzo è decisamente mediocre, l'ultimo in fondo non è male), le produzioni dei Rage Against the Machine, dei Deftones, dei System of a Down: gruppi che, tra di loro, non avrebbero musicalmente molto da spartire se non fosse che tutti sono stati accomunati in quel calderone di successo oggi chiamato nu-metal, definizione che, nella propria insensatezza, mi sembra perfettamente rappresentativa di una tendenza di per sé contraddittoria, ovvero la canonizzazione in genere (ad uso e consumo dei media generalisti e di folle di ingenui adolescenti) di uno stile che nasceva come miscuglio, unione di sonorità diverse. Da ciò ecco nascere dozzine di gruppi anche meno che mediocri, artisticamente prossimi alla nullità e propositori di sonorità prevedibili e omogeneamente prive di originalità. Tutto è ancora più preoccupante se si pensa che ciò si combina ad una stereotipizzazione dell'immagine dei gruppi, del modo di vestirsi loro e dei fan (mi è capitato di assistere a certi concerti immerso in schiere di ragazzi in divisa), dei contenuti proposti e, addirittura, delle mosse e delle pose da adottare nei video o durante le esibizioni (in fondo si potrebbe tracciare un parallelismo con certo becero heavy metal degli anni '80, quello che sembrava essere stato spazzato via dai compianti Nirvana…).
Mi dispiace coinvolgere in questo inutile sfogo personale un gruppo emergente come i pesaresi Slight (i cui faccioni sorridenti presenti sul retro del cd, uniti all'indirizzo email che si sono scelti - slightmyfire@yahoo.it, me li rendono automaticamente simpatici), certamente incolpevoli di tale fastidosa degenerazione, ma purtroppo bisogna registrare come anche buona parte dei piccoli gruppi locali, facendosi attirare da qualcosa che inizialmente era di grande valore ma che rapidamente ha ottenuto un'esposizione tale da usurarsi quasi completamente, non siano lontani da questa mancanza di originalità.
Questo è, però, l'unico vero difetto degli Slight, forse anche non troppo marcato.
Il loro è infatti un crossover di base piuttosto classica, che unisce un rifferama tra RATM e Deftones allo sdoppiamento vocale melodico/incazzato di gruppi come Korn e - ancora una volta - Deftones (per intenderci, quello egregiamente interpretato dai nostrani Linea77), sul quale si innestano certi elementi post-hardcore di scuola inglese (non molto lontani dai grandi Earthtone9), come in "Tone" e "Pure Heart man", o parti più uniformemente melodiche, come in "That's All".
Ogni tanto l'uso delle due voci non sembra essere perfettamente coordinato, e qua e là si possono ascoltare le solite linee di basso prese di peso da una "Klown" qualsiasi (sembra che nessun gruppo underground riesca a resistere dall'inserire nei propri pezzi almeno uno stacco simile, e quello di "Pickwick", a dir la verità, è così evidente da farmi venire il sospetto che si tratti di una citazione voluta). Ma tutto è confezionato in ottima maniera, con grinta, sincerità, e una buona dinamicità delle costruzioni sonore, tanto che, vinta la ritrosia dei primi ascolti, il mio giudizio si è decisamente addolcito (insomma, è un cd il cui valore può crescere con gli ascolti). Inoltre qua e là è possibile ascoltare alcuni passaggi più personali, soprattutto quando il gruppo varia i riff principali con stacchi dal sapore meno abituale, come nella parte centrale di "Coalscience" o negli intrecci chitarristici verso la fine di "Fluid".
C'è ancora da lavorare, per lo meno sul piano dell'originalità, ma le basi sicuramente non mancano.

15/01/02, Marco


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