Folletto lo-fi, un po' nostalgico col suo folk psichedelico, Plastik Explosion si ripropone, questa volta in maniera più oculata e leggermente più ambiziosa. Ovviamente si rimane nell'ambito delle registrazioni casalinghe a bassissima diffusione (come per buona maggior parte delle autoproduzioni, si capisce), e continua il gioco dell'autoproduzione, ma questa volta Dr Andrè Kafka recupera i brani contenuti nel precedente cd, teoricamente uscito in edizione limitata (ma tutte le autoproduzioni non sono, per definizione, in copie contate?), integrandoli con nuovi inediti ed una confezione arricchita dai testi.
Così, nella sua veste di riedizione pompata, Freudian pop non riesce a differenziarsi qualitativamente dal suo predecessore, ma, nella sua veste di maggiore ufficialità, si pone come capitolo essenziale del nostro (insomma, è questo il cd da avere nel caso non lo conosciate).
Per il resto, le nuove composizioni, da un punto di vista stilistico, possono tranquillamente essere accomunate alle altre, dato che la pianolina di "Neverending", o le vaghe dissonanze tra acustica ed effetti di "Dylan as Dylan Thomas", non aggiungono praticamente nulla di nuovo a quanto già ascoltato.
La sensazione generale è che, finché le ambizioni compositive non si eleveranno oltre a quanto già fatto, magari aprendo un poco di più la finestra o la porta della propria camera, i risultati non riusciranno a distaccarsi di molto dall'idea di gioco sonoro che aleggia spesso tra questi brani; e l'impresa potrebbe essere ardua, dato che, in fin dei conti, proprio quest'aria giocosa, unita all'idea folk-psichedelica di base, permette di instillare interesse. Insomma, Dr Andrè Kafka dovrebbe riuscire a guardare avanti, pur senza snaturare eccessivamente il proprio stile.
Fino ad allora, si può dire che il gioco funzioni; pur sempre all'interno del proprio modo d'essere, ma funziona.

28/07/02, Marco