La valigetta nera
SCENA 1. NEW YORK - ESTERNO-NOTTE
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Scorrono i titoli di testa.
La telecamera fa una lunga inquadratura di New York illuminata. Poi scende
verso un quartiere, poi una via. Infine la telecamera si ferma. Sul
sottofondo si sente una musica jazz. Una macchina scura si ferma davanti
ad una porta. Dall'auto scende una figura che apre un ombrello per
ripararsi dalla pioggia. La figura si sporge dentro la macchina, che dopo
pochi secondi riparte. La figura va verso la porta. La camera si abbassa
sulla porta, sulla quale si legge:
JACK CA TER- DETECTIVE P VATO.
Dissolvenza in nero. |
SCENA 2. INTERNO-NOTTE- STUDIO DI JACK CARTER.
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La figura chiude l'ombrello, e si vede che
è una donna bionda. La telecamera fa una panoramica della stanza. Si vede
una radio accesa, da cui proviene musica jazz. Poi c'e una scrivania, e
appoggiata su quella un uomo che sta dormendo. Sulla scrivania ci sono dei
piatti sporchi e degli avanzi. La donna avanza fino alla scrivania. Poi
batte un colpetto su questa. L'uomo che dormiva si alza di scatto, apre un
cassetto è fulmineamente tira fuori una pistola. |
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Jack: fermo o sparo! .. ma che ca… chi è
lei? |
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Jacqueline: chi sono io non ha molta
importanza. Piuttosto lei è Jack Carter? |
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Jack: per servirla signora…? Avrà pure
un nome? |
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Jacqueline: certo che ho un nome, mi chiami
Linda. |
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Jack: bene signora Linda: cosa vuole da me
alle 2 di mattina? |
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Jacqueline: è molto semplice, signor
Carter. (alza la ventiquattrore da terra e la mostra a Jack). Voglio che
lei porti questa valigia al Montrose Motel, sulla interstatale. Crede di
riuscirci? |
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Jack: non è che il compito appaia
particolarmente difficile da quello che mi ha detto… Ma, venendo alle
cose importanti, cosa ci guadagno io? |
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Jacqueline: questi (mette una mano in tasca
e tira fuori un rotolo di banconote). Sono 500 dollari, altri 1500 li
avrà a lavoro terminato. Ci sta? |
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Jack: certo che ci sto. (afferrando in
fretta le banconote) Posso farle una domanda? |
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Jacqueline: un momento prego, non ho ancora
finito di spiegarle ciò che lei dovrà fare. Prima di consegnare questi
soldi, deve andare a noleggiare una macchina. Per questa operazione deve
andare all'autonoleggio dell'Hertz, sulla 45esima strada. Qui troverà
tutto pagato, non deve far altro che prendere la macchina a nome mio:
Linda. Al motel poi, deve chiedere di una persona, chiamata PJ ed
attendere altri ordini. Ha capito? |
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Jack: ok …. Cioè si può fare, per 1500
dollari. Ora posso farle una domanda? |
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Jacqueline: certo, mi dica. |
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Jack: chi è lei per avere tutti questi
soldi da spendere per far trasportare una valigia? Cosa contiene? |
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Jacqueline: si fidi se le dico che meno ne
sa, meglio è. Lei si preoccupi di eseguire quanto le ho detto e di
intascare il denaro, nient'altro. |
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Jacqueline sta andando via, poi si gira. |
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Jacqueline: un'ultima cosa. Ovviamente la
valigetta non deve essere mai aperta ok? |
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Jack: certo. |
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Jacqueline: Bene. Arrivederci signor
Carter. Buona fortuna… (Jacqueline esce dalla porta e bisbigliando tra
se e se) ne hai bisogno…. |
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La telecamera si sposta fuori della stanza,
sulla strada. Si rivede la macchina che torna, la donna sale e l'auto
riparte silenziosamente. Poi la telecamera ritorna dentro l'ufficio di
Jack. |
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Jack: (parla da solo a voce alta e fuma una
sigaretta) Buona fortuna…. Mah… |
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Jack fissa la valigetta sul tavolo, mette
le mani sui gancetti di chiusura come per aprirla, poi cambia idea, si
alza, prende la valigetta, spegne la radio ed esce
Dissolvenza in nero. |
SCENA 3- NEW YORK- ESTERNO- GIORNO- AUTONOLEGGIO DELLA
HERTZ.
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Jack scende da la sua macchina, una
vecchia Ford, ed entra nell'autonoleggio. La telecamera lo segue. Dentro
l'autosalone è ovviamente pieno di macchine. Jack si guarda attorno, poi
vede un uomo grasso dietro un bancone.
Jack si avvicina al bancone. |
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Jack: salve. È lei che comanda
tutto qui? |
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Uomo: buongiorno. Si sono io,
piacere Gus Harte. |
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Jack: bene, sono qui per prendere
una macchina, a nome di Linda |
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Gus: ah Linda... bene, venga. |
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I due si allontanano, la telecamera esce
dalla stanza e li raggiunge fuori, ma li riprende dall'alto. Jack parla
con Gus, ma non li sentiamo, poi Jack sale su una grossa Mercedes, e
parte.
Dissolvenza in nero. |
SCENA 4- INTERSTATALE-INTERNO-CREPUSCOLO- AUTO JACK CARTER.
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La telecamera è all’interno della
macchina. Jack è al volante. Si sente la stessa musica jazz della prima
scena. Poi Jack mette la freccia, accosta a destra ed entra in uno
spiazzo. La telecamera esce dalla macchina e inquadra tutto il parcheggio.
Poi si allontana e inquadra l’edificio davanti al parcheggio. È un
palazzo e vicino sulla facciata c’è un’insegna luminosa in
rosso:
MONTROSE MOTEL
Dissolvenza in nero. |
SCENA 5- INTERNO-CREPUSCOLO-MONTROSE MOTEL.
SCENA 6-INTERNO-CREPUSCOLO-DAVANTI ALLA PORTA DELLA STANZA
203 DEL MONTROSE MOTEL
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Jack è davanti ad una
porta, sulla quale c'è scritto 203, si guarda intorno, poi bussa
leggermente alla porta. Nessuna risposta. Bussa di nuovo, più forte. Da
dentro si sentono dei passi, poi la porta si apre. La telecamera inquadra
lo spiraglio di porta, dalla quale esce una pistola, poi si vede la faccia
di una donna bellissima. Jack alza le mani, e lascia la valigetta a terra. |
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Donna: chi è lei? |
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Jack: (stupito)
sono Jack Carter, lei deve essere …. |
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Donna: chi la manda? |
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Jack: Linda |
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Donna: Bene. (abbassa
la pistola) entri. |
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Jack entra nella stanza, e
la donna richiude la porta. La telecamera inquadra la porta chiusa, poi
dissolvenza. |
SCENA 7-INTERNO- CREPUSCOLO- STANZA 203 DEL MONTROSE MOTEL
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Jack è seduto su una
poltrona, davanti ad un tavolino basso di vetro. Davanti a lui è seduta
la donna. Questa è vestita normalmente con un paio di jeans blu e una
maglietta a maniche corte. Il silenzio è imbarazzante. |
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Jack: lei è P.J.? |
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Patricia: si, perché? |
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Jack: niente……, solo
mi aspettavo che P.J. fosse un uomo. |
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Patricia: e invece è
una donna, spero non le dispiaccia (tende la mano verso Jack)
Patricia Jonshon. |
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Jack: Carter. |
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Patricia: ha incontrato
difficoltà durante il viaggio, ..voglio dire è sicuro che nessuno
l'abbia seguita? |
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Jack: no. Penso di no.
Se è successo non me ne sono accorto. |
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Patricia: bene, molto
bene. Posso avvertire il capo. Intanto lei si rilassi, da bere è dentro
quel mobile. Io torno subito. |
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Patricia esce dalla stanza
da un'altra porta. Jack intanto apre il mobile, trova una bottiglia, la
apre e si versa da bere. Poi si mette ad ammirare il panorama da una
finestra. Lo sguardo vaga per la strada che scorre davanti, poi però si
fissa su un uomo seduto vicino al distributore di carburante. La
telecamera zooma sull'uomo. Dopo pochi secondi si sente la porta che si
riapre, e la voce di Patricia. La telecamera ritorna dentro la stanza e
inquadra Patricia, è visibilmente scossa. Si ricrea il silenzio di prima.
Poi Jack si schiarisce la gola. |
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Jack: bene, il mio
compito è terminato, è stato un piacere conoscerla. Arrivederci (fa
per prendere la giacca da una poltrona) |
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Patricia: dove va? |
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Jack: me ne vado. Io ho finito:
la valigetta è stata consegnata, dunque ho fatto il mio lavoro no? |
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Patricia: no, il suo
lavoro non finisce qui. Ci sono stati dei problemi, lei viene con me a Los
Angeles. |
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Jack: dove? A Los
Angeles? Mi dispiace signorina Jonshon, ma ho altri programmi. |
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Jack si avvicina alla porta,
sta per aprirla. |
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Patricia: (estrae la
pistola) se lei fa un altro passo, le sparo, le giuro che lo faccio. |
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Jack: ( si allontana
dalla porta) ma è impazzita. Io sono stato pagato per portare qui
valigetta, non per andare a Los Angeles. |
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Patricia: bene. Cambio
di programma, lei viene a Los Angeles. |
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Jack: senta: io non so
che problemi abbia lei o chi per lei, ma io non ho nessuna intenzione di
attraversare tutta la dannatissima America a consegnare una valigetta che
non so nemmeno cosa contenga… Per quel che ne so potrebbe esserci droga
ed io…. |
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Patricia: poche
chiacchiere Carter, lei viene con me. ok? |
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Jack: non se ne parla
proprio, io me ne vado. |
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Jack si riavvicina alla
porta, ma sente il cane della pistola di Patricia scattare. Si ferma. |
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Patricia: se fa un altro
passo è morto. |
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Jack: non capisco…… |
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Patricia: lei non deve e
non può capire quanto sia importante quella valigetta. Se verrà con me
troverà a L.A. altri 1500 dollari ad attenderla. |
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Jack: 1500 dollari non
mi convinc… (Patricia punta la sua pistola alla testa di Jack) va
bene, è stata convincente (allontanandosi dalla porta). |
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Patricia: mi dia la sua
parola, non voglio passare il tempo a controllare che lei non scappi. |
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Jack: e va bene, va
bene! Le do la mia parola, contenta? |
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Patricia: bene. (posando
la pistola) Per stanotte dormiremo qui, poi domattina presto partiremo. La
sua camera è quella vicina. La 204, ma le porte sono comunicanti. |
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Patricia si avvicina ad una
porta laterale, la apre. La telecamera inquadra lo spazio che si vede
dalla porta aperta. C'è un'altra stanza uguale a quella dove sono
Patricia e Jack |
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Patricia: Chiaro? Questa
è la sua camera. |
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Jack (con malizia):
una camera tutta per me? Non doveva prendersi tanto disturbo, potevamo
dividere questa. E' una matrimoniale se non sbaglio. |
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Patricia: lei è un po'
troppo vecchio per farmi questo genere di proposte |
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Jack (sarcastico):
si, come no! |
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Patricia
(ignorandolo): C'è qualcos'altro che posso fare per lei? |
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Jack: si: spiegarmi cosa
diavolo andiamo a fare a L.A. |
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Patricia: mi dispiace,
non posso. Nient'altro? |
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Jack: darmi del tu? |
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Patricia: va bene Jack.
A domani. |
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Jack: (entrando nella
sua camera, con un'espressione poco convinta) a domani. |
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La porta della stanza di
Jack si chiude. Dissolvenza sulla porta. |
SCENA 8- WHASHINGTON- NOTTE- INTERNO- CASA BIANCA.
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La telecamera è alta sulla
casa bianca, poi si abbassa sempre di più. All'interno tutte le luci sono
spente, solo in una finestra c'è la luce accesa. La camera zooma su
quella e poi entra dentro la stanza. All'interno ci sono tre uomini: uno
dietro la scrivania, e altri due seduti su due comode poltrone. L'uomo
dietro la scrivania appare nervoso e si tocca continuamente la cravatta.
Il più vecchio degli altri due è vestito elegantemente, e fuma un
sigaro, mentre il più giovane beve whisky ed è vestito in maniera meno
elegante. |
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Uomo dietro la scrivania:
Frank, se questo succede, io sono fottuto, vuoi capirlo? |
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Frank: te lo ripeto Joe,
non preoccuparti, la donna è già sotto il nostro controllo. Lei e il
detective sono al MONTROSE MOTEL sulla interstatale. |
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Presidente: detective?
C'e anche un detective? |
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Uomo giovane: si, ma è
di poco conto, poco più di un dilettante. È proprio grazie a lui che
siamo riusciti a rintracciare la Jonshon. Per sicurezza sistemeremo anche
lui. |
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Frank: visto Joe? Tu sei
troppo apprensivo. Piuttosto cosa ne facciamo della tua segretaria, della
Flagg. |
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Presidente: oh cazzo,
cazzo,….. si potrebbe risparmiare almeno lei? |
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Frank: no. Penso proprio
di no. Ormai sa troppo, ma se vuoi lasciarla stare, fa come vuoi, la testa
che salta è la tua, non la mia. |
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Presidente: ok.
Uccidetela, ma senza fare troppi casini. |
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Frank: bene. Penso sia
tutto. Noi andiamo. (si alza e si mette il pesante cappotto, cosi fa
l'uomo giovane) andiamo Tony. |
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Tony: (si avvicina
alla porta) ok papà |
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Frank: Noi andiamo (stringe
la mano al presidente). Domattina leggi i giornali Joe, per averegli
ultimi sviluppi. Nel frattempo, dormi tranquillo, è tutto sotto
controllo. |
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I due escono, e il
presidente resta solo nella stanza a fissare il vuoto.
Dissolvenza in nero. |
SCENA 9-ESTERNO-NOTTE-WASHINGTON-CASA DI JACQUELINE FLAGG
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Una BMW scura, la stessa
della prima scena, si ferma davanti al portone di un palazzo, una figura
scende, dice qualcosa all'autista dell'auto. L'auto riparte, la figura va
ad aprire il portone. La telecamera si sposta su una Ford rossa
parcheggiata dall'altra parte della strada. Dalla macchina escono due
uomini e attraversano la strada. La telecamera si sposta in alto. La donna
che sta aprendo il portone si volta, e vede i due uomini. La telecamera si
abbassa e sulla faccia di Jacqueline (Arquette) si vede un'aria
spaventata. La donna corre dentro e sale di corsa le scale. I due uomini
fanno la stessa cosa ma senza correre, solo affrettanto il passo. La donna
inciampa in un gradino, e i due inseguitori sono sempre più vicini.
Jacqueline raggiunge una porta. La apre ed entra. Poi la richiude. La
telecamera si sposta fuori dall'appartamento. I due uomini sono davanti
alla porta, per la prima volta li vediamo chiaramente: Luke, snello,
elegante e affascinante, tipici lineamenti mediterranei (Calabro) e
Patrick, grosso e sulla sessantina, con uno stuzzicadenti in bocca, molto
tranquillo e sicuro di se (Viterelli). |
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Luke: cazzo, ci ha
chiuso fuori. ora cosa facciamo Pat? |
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Pat estrae una pistola e
spara due colpi alla serratura, che si frantuma in mille pezzi. |
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Pat: Attenzione ora,
potrebbe essere armata. |
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I due uomini entrano dentro
l'appartamento, che è completamente buio. Luke e Patrick avanzano a
tastoni per la stanza, poi improvvisamente una luce si accende e si sente
uno sparo. Luke viene colpito al braccio dal quale esce sangue. Pat si
getta dietro un divano. Luke lo imita in fretta. |
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Pat: maledizione. Ti
avevo detto di stare attento. |
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Luke: mi ha colpito al
braccio, la troia! |
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Jacqueline continua a
sparare, ma i due ora sono riparati dal divano. |
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Luke: Cazzo! |
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Luke emerge da dietro al
divano e spara un singolo preciso colpo. Il proiettile colpisce Jacqueline
al'avambraccio. La pistola le cade di mano. Lei urlando scappa in un'altra
camera. |
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Luke: E' inutile che
scappi, stronza! (a Pat, eccitato) Forza, andiamo a finire il
lavoro. |
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I due uomini escono da
dietro i divani. E seguono la donna nella stanza. La telecamera li segue.
Entrano nella camera da letto. Jacqueline sta rovistando negli armadi
cercando qualcosa con cui difendersi… vedendo i due arretra fino al muro
fissando i due assalitori terrorizzata. |
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Jacqueline: cosa volete?
La cassaforte è nell'altra stanza. Ecco la chiave (toglie la chiave
dal reggiseno e la getta ai due)
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Luke: (estrae un
coltello, con un sorriso maligno e compiaciuto in volto) la chiave non
ci interessa, però potresti farci vedere dove la custodivi, vero Pat? |
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Patrick: non perdiamo
tempo, Luke. (spara due colpi a Jacqueline, poi si avvicina al corpo
inerme e gli scarica addosso tutto il caricatore della pistola).
Andiamo. |
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