Deserti

 

 

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DESERTI (1982-1989)

 

  1. Spesso sogno cose strane

  2. Nuova alba

  3. Underground

  4. natale - devo

  5. Questi giorni

  6. Palazzo Ducale

  7. Uccelli di mare

  8. Istanti / Dalle stelle

  9. Ombre

  10. a Beirut Ovest

  11. Miraggio     Soweto

  12. topi

  13. Il peccato

  14. Cinque Requiem

  15. Non dal sole

  16. Disordine     Sotto i cieli

  17. Il mare (per Debussy)

  18. Miniature

  19. Sole

 

IN REAL TIME - altre poesie

  1. Sogno

  2. La mia rivoluzione

 

 

 

 

Spesso sogno cose strane

 

Talvolta la mente impazzisce

potrei fare cose anormali

cantare di gioia su vecchi tram

piangere nell’oscurità di una cattedrale

 

forse scrivere poesie.

 

            A volte il pensiero è narcotizzato

            la mente intasata

            come le pagine di un giornale

 

e rimango 

                 triste

come il vecchio

che guarda

                 muto

la barca che esce dal porto

e vola verso il cielo.

 

 

 

 

Nuova alba

 

Il vento pare immobile

nella bassa pianura

case dipinte sulla tela dell’orizzonte

e campi tagliati a spicchi da lunghe strade

come sterminate città

 

            uno stormo di ali

            scivola verso sud

            confidando in una nuova alba

            che riscaldi l’ansioso respiro

 

sole

sulle frontiere di triste terriccio

e la nebbia

che inghiotte la campagna

e pare che il mondo finisca.

 

 

 

 

Underground

 

            Polvere

            nidi di rondine

            e arbusti    strappati

 

sta soffiando un gelido vento

da nord

questa notte

copre

le grida disperate

di bocche impastate di terra

scalfisce le guance

entra dal collo

e dagli occhi

e non esce più.

 

 

 

 

natale - devo

 

luci

colori

sorrisi di cartapesta fra i lampioni del corso

 

riflessi di emozioni

sull’acqua ghiacciata

dell’asfalto

 

ricordi

rimpianti

nella speranza della festa

 

stelle

fuochi

bengala

illuminano l’anonimo luna park

coney island o betlemme, forse

 

come nel buio della via accanto

si nasconde la mano

tremante

del miserabile affamato

 

 

            nella strada ingombra di luci

            effimeri addobbi

            ubriaco di retorica quotidianità

            resto

            la mente oppressa

            da un invadente senso del dovere

 

 

 

 

Questi giorni

 

            Tutto

            si confonde

            nel cielo striato

 

            le sagome delle case

            le colline

            e gli alberi

            con le antenne della televisione

 

il tiepido torpore dell’asfalto assorbe

colori del giorno

brezza serale

 

grida, intorno

bambini giocano

qualcuno piange

 

            questi giorni li ricorderemo sempre

            con nostalgia

 

            sfiorando la strada vedo

            lucciole

            campi bui

            verde grano

            discariche di rifiuti.

 

 

 

 

Palazzo Ducale

 

                        Entrando in grandi sale

                                    ornate di sentimenti e umori

                                    tinte di storia

                                    profumate di mistero

                        come muri di un labirinto immaginario

 

            Tragedie e ricchezze

               affreschi di vita

               nella mente di ognuno

 

 

 

 

Uccelli di mare

 

Perle

bagliori

sudati declivi

gli uccelli di mare volteggiano

chiamando e inneggiando

 

cadono

urlano di terrore

potrebbe essere la notte

dell’ultima speranza

dell’inverno

 

giù

per le scale

nelle strade deserte

libero

dai tormenti del pensiero

 

avvolto nel vento umido

della nuova stagione.

 

 

 

 

Istanti / Dalle stelle

 

Eppure mi chiedo

qual è il mistero che fissa gli astri

al nulla

e quali mondi invisibili

crescono

nel nulla

e rimango senza fiato

perso sullo scalino del marciapiede.

 

 

Dalle stelle il mondo sembra un masso

senza fiumi    città

senza odio e amore

e non si vede la mano

tesa

dell’uomo misero e affamato.

 

 

 

 

Ombre

 

            speranze    dubbi

            sogni infranti

 

mentre cammino sul ponte deserto

e guardo

                sotto

l’acqua

torna verso il monte

come vomito

che sale nello stomaco

 

nell’oscurità

il vento caldo soffia piano

e ricordo

                visi e anime

paesaggi sfuggenti

nello spazio di un attimo

 

riflessi della corrente che si trascina lontano

 

pagine di giornali che i miei occhi

piangono

bollettini di guerra

alla radio mi dico convinto per la lotta

contro la fame

 

come nei film

dove poveri uomini muoiono

in miseria

e mi addoloro

e piango per essi

ma evidentemente sono cieco e sordo

a ciò che fingo di vedere o sentire

 

 

 

 

a Beirut Ovest

 

per creare un migliore tenore di vita

occorre forse uccidere i poveri ?

 

 

 

 

Miraggio    Soweto

 

            così     solo

 

corpo steso nella carezza del vento

maschere

quanta passione nel cenno di una mano

nessun rispetto per il tuo desiderio

 

            terra evaporata al sole

            nel miraggio

            del giorno dopo

 

 

sangue nell’estate di Soweto

tra una passeggiata

e un cinema all’aperto

 

astiose marionette si agitano appese alle loro bave di potere

 

mentre torno a casa

un bambino

gioca

solo

lontano

oscuri presagi     fiori sbocciano

riscaldati da un sole di appassionata vita

 

penso

e non ricordo più

penso

            quando tornerò a vedere andrò alla riva

            gli occhi fissi

            all’acqua

            toccherò il suo volto

            riflesso

 

 

 

 

topi

 

scatti convulsi di

topi che mordono

topi che mordono

me

fogne di ambizione

 

 

 

 

Il peccato

 

            Il peccato

            le colpe

            l’ansia

 

            il corpo accarezzato dalla brezza nel fosso

            dimenticato all’imbrunire

            anche i fiori crescono sulle tombe

 

            una bara

            grande

            come uno stadio

 

            basterà un minuto

            per pregare

 

lampioni ricurvi sotto il peso dell’oscurità

pozze di luce

avvelenate

scortano il ciglio della strada

gatti randagi

si avventano sulla preda

diventano preda

per un minuto d’amore.

 

 

 

 

Cinque Requiem

 

(1) Requiem

nel vento isterico di primavera

   torna la tua voce

con il tormento di un pomeriggio blu

 

(2)

acre

il sapore della terra

sprofonda

in lenta vertigine

 

(3) San Galgano

a volte ricordo quel cielo

   aggrottato

che riempie di umori la verde navata centrale

non l’incenso

   nell’aria

ma l’odore della terra dopo il temporale

 

(4) Lena

   ancora correrai

libera

   lungo verdi prati

   dove magici elfi ti hanno accompagnata

   per udire il respiro di una lontana giga

 

(5)

una volta sola vorrei essere là

quando il sole penetra la nebbia mattutina

cambia colore all’erba

ai campi

ai bianchi marmi

 

 

 

 

Non dal sole

 

nelle intense notti autunnali

non dovrei scriverti poesie

 

perché non sei bella come il sole

non sei perfetta come l’universo

non sei    mia

 

ma io ti amo.

 

 

 

 

Disordine      Sotto i cieli

 

Maestose canne d’organo

 

visi aggrottati di brina     occhi sgranati

nella corrente di abeti sazi che scivolano a valle

 

e quel velo scuro che era cielo

ora è fango

sul selciato

 

piccola nube di fuliggine

dove sei nata     dove ti dissolverai

 

 

                                                volare sulla luna

Ho visto un uccello    

                                                verso sera   tardi

 

alto

            sulle colline torbide

          un aereo di linea avvinghiato all’orizzonte

 

 

 

 

Il mare    per Debussy

 

            Lontano

come un velo cosparso d’oro

 

            Vicino

come una nube di luccicanti diamanti

 

il mare freme

sospinto dalla lieve brezza

sfiora le nude rocce

colma le profondità nascoste

 

Lievi

            le onde si rincorrono    si accoppiano    si dissolvono

 

                                                immenso

 

ai raggi del sole

o nell’oscurità

dove   trema

e

nervosamente invano

                       esplode

per vedere

il mondo        oltre la spiaggia.

 

 

 

 

Miniature

 

Maschere

            bocche aperte

            come melagrane al sole

rumori di festa

angoscia nel cuore

 

il tempo

negli occhi umidi della prostituta percossa

nel vento bagnato

e le strade, invase da carri armati

croci

martiri e cimiteri di automobili

il futuro

nel sacco di immondizia sotto casa

 

rintocchi di campane

e cascata di note

e ghiaccio sul bianco prato   gelosamente

eclissato dalla nebbia

 

tenace

  un albero

    aggrappato

      all’ultimo lembo di roccia

il cielo ne accarezza la sagoma

      fiero

 

quanto tempo sprecato

vita persa nella tristezza

affanno e noia

e solo basterebbe veder favole

nelle nuvole che passano all’orizzonte

 

sole sui coppi

e nell’aria intorno

sole sull’intonaco bianco

sole negli occhi

 

 

 

 

Sole

 

Seduto nell’aria di una fredda giornata

penso alla campagna

a verdi prati cosparsi di sole

 

ho negli occhi il pensiero di vecchi uomini

del sole nascente con l’alba

su antiche scogliere dorate

 

ed è ancora più bello della realtà.

 

 

 

IN REAL TIME

 

 

Sogno   (29 marzo 2003)

 

per la prima volta

ho sognato di bombardamenti

 

     ieri notte

 

aerei silenziosi

lanciavano bombe

di cartone

rimbalzavano sui tetti delle case

senza sangue

rumore

nessun morto all’orizzonte

sull’asfalto asciutto

 

     ieri notte

 

chissà cosa hanno sognato i bambini iracheni

 

 

 

 

La mia rivoluzione (3 maggio 2003)

 

            la mia rivoluzione è

chiudere il rubinetto un attimo prima

accendere una lampadina in meno

acquistare un prodotto superfluo in meno

utilizzare l’auto una volta in meno

 

            la mia rivoluzione è

riparare e riciclare

 

            la mia rivoluzione è

non dare ascolto alla pubblicità

non credere nel denaro

non fare la cosa sbagliata anche se mi conviene

ascoltare due versioni per ogni storia

 

            la mia rivoluzione è

pensare

 

 

 

per ulteriori informazioni

giancarlo.nanni@tin.it

 

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