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Intervista a Sergio Cofferati "e ora un grande sciopero generale"(da la Repubblica 31 agosto 2002)

"Un governo incapace rivogliamo il fiscal drag" intervista a Guglielmo Epifani(da la Repubblica 23 agosto 2002)

Le valutazioni della CGIL sul Depf(Audizione alla Commissione Bilancio della Camera 16 luglio 02)

Intervista a Sergio Cofferati dopo l'accordo separato(da la Repubblica 8 luglio 02)

Il commento di Eugenio Scalfari sull'accordo separato(da La Republica 6 luglio 02)

Cofferati: accordo pessimo, gravissimo firmare(da sito di Rassegna online 5 luglio 02)

Accordo separato, Epifani un patto per Forza Italia(ufficio stampa CGIL 5 luglio 02)

Il testo del 'Patto per l'Italia siglato tra Governo, CISL e UIL e Confindustria(dal sito di Rassegna online 5 luglio 02))

Le dimissioni di Scajola, il dibattito in Parlamento le strumentalizzazioni di Berlusconi, le reazione dell'Opposizione e della CGIL(da l'Unità online del 3 luglio 02)

 La CGIL raccoglierà 5 milioni di firme...conferenza stampa Cofferati (da la Repubblica 25 giugno 2002)

Intervista a Epifani(da la Stampa 24 giugno 2002)

La proposta del Governo su modifica art.18(testo integrale del 20 giugno 2002))

Intervista a Cofferati(da l'Espresso 13 giugno 2002)

Lettera a La Repubblica di Cofferati I pericoli che corre il sindacato(15 Giugno 2002)

La sintesi della relazione di Epifani al direttivo nazionale CGIL (12 Giugno 02)

Intervista a Cofferati (da la Stampa 6 giugno 2002)

Intervista a Epifani (da la Republica 3 giugno 2002)

Intervista a Cofferati  (da l'Unità 2 giugno 2002)

Intervista Cofferati (da la Stampa 2  giugno 2002)

Intervista a Cofferati (dal Corriere della sera 2 giugno 2002)

La rottura(da La Repubblica del 1 giugno 2002)

L'accordo senza la CGIL(Il testo 31 maggio 2002)

Sui diritti non si tratta:

 

Ufficio stampa CGIL Nazionale tutte le informazioni sulle iniziative

 

Dall’Emilia Romagna 850.000 firme per la petizione Cgil “DUE NO al lavoro come merce, DUE SI ai diritti e tutele per tutti” 29 giugno 02

 

Comunicato FLAI CGIL Parma dopo accordo separato 5 luglio 02

 

Si prepara lo sciopero dell'11 luglio in Emilia Romagna, assemblee iniziative in tutte le province 1 luglio 02

 

Sciopero degli straordinari per due sabati(29 giugno e 13 luglio) indetto da FLAI e FIOM Emilia Romagna

 

6 ore di sciopero generale 4+2 proclamate dalla CGIL 4 Giugno

 

Altre iniziative a Parma nelle aziende agroalimentari 4 giugno


Art. 18 - Forte reazione nei luoghi di lavoro in tutta la regione 3 giugno

 

Comunicaro FLAI Modena 4 giugno

Comunicato FLAI CGIL PARMA 1 giugno

Comunicato CGIL Modena 1 giugno

Un patto per l'Italia? Decidano i
lavoratori e i pensionati italiani

Angeletti, un uomo che le dice e che le mantiene

Berlusconi e i suoi ministri: campioni di toni moderati...

Le decisioni della segreteria Nazionale CGIL: Cofferati rimane fino a settembre

Le ultime parole famose di Pezzotta e Angeletti

Tra il dire e il fare....di Pezzotta

No alla trattativa col Trucco Sciopero Generale di 4 ore in Emilia Romagna 11 Luglio, il volantone con le motivazioni

Scarica il giornalino della FLAI CGIL di Parma numero speciale sullo sciopero dell'11 luglio

La Repubblica 3 giugno 2002
 
 Epifani: "Un patto scellerato le fabbriche lo puniranno"
 
La spaccatura Il dialogo con Cisl e Uil riprenderà quando loro capiranno di aver fatto un grave errore
 
LUISA GRION

ROMA - Perde il sindacato, che sulla questione si è diviso, ma perdono anche le aziende. Anzi, perde il paese. Nella trattativa che si va aprendo Guglielmo Epifani, ancora per poco numero due della Cgil (a fine mese ne diventerà il segretario generale) vede un solo vincitore: il governo. Ma è una vittoria, quella dell´esecutivo, che farà male allo sviluppo.
Epifani, domani si apre il tavolo sul lavoro e la Cgil non ci sarà. Non è una rinuncia a difendere le proprie ragioni?
«Semmai è il contrario. Se avessimo deciso di prendere parte alla trattativa avremmo condiviso la scelta fatta dal governo di attaccare il sistema di diritti dei lavoratori»
Cisl e Uil sono convinti però che sull´articolo 18 si è perso fin troppo tempo e che ora semmai c´è bisogno di fatti sul fisco, sul sommerso, sul Mezzogiorno.
«Chi dice questo dimentica che a far perdere tutto questo tempo è stato il governo. Se invece di affannarsi a modificare per forza un diritto che non avrà sviluppi sull´occupazione avesse deciso di affrontare i veri nodi che ne bloccano lo sviluppo sarebbe stato meglio per tutti»
Comunque sia siete rimasti isolati, pensa che ci saranno difficoltà a spiegare questa posizione nelle fabbriche?
«Non credo proprio, anzi mi risulta che nei luoghi di lavoro siano ben consapevoli dell´errore commesso da chi ha tradito lo sciopero fatto»
Ma Pezzotta ha detto che siede al tavolo per far cambiare idea al governo e che se l´intesa non ci sarà tornerà in piazza
«Qui bisogna essere chiari. Pezzotta dice che se toccano l´articolo 18 torna in piazza. La Uil assicura che non accetterà modifiche a quel diritto. Il sottosegretario Sacconi dichiara che quell´articolo, comunque sia cambierà. Qualcuno non dice la verità»
Chi?
«Lo scopriremo fra due mesi. Il tempo è galantuomo».
Con Cisl e Uil intanto il dialogo è rotto. Non era una cosa da evitare comunque?
«Faremo il possibile per ritrovare l´unità, ma il dialogo deve partire dalla consapevolezza che accettare la proposta del governo è stato un grave errore»
Anche se sugli altri fronti aperti i sindacati dovessero portare a casa risultati? Il governo parla di un nuovo patto sociale
«Credo poco a quanto si potrà ottenere sugli altri tavoli, anche se vi parteciperemo. Il fisco, per esempio: la trattativa è sui criteri generali, le decisioni vere le prenderà Tremonti. Tra l´altro visto che a questo esecutivo piace paragonarsi con la Spagna, ricordo che la riforma di Aznar è ben diversa da quella delineata da ministro delle Finanze. Là si è passati da 6 a 5 aliquote, Tremonti ne vorrebbe 2 sole. Aznar ha fissato il prelievo maggiore al 45 % Tremonti lo vorrebbe al 33. Quanto al resto il governo non ha voluto parlare di scuola, sanità, nemmeno di quella decontribuzione che rovinerà i conti Inps. Ma quale patto sociale! Questo sarà un accordicchio dove a perdere saranno e le aziende e il paese a vincere solo il governo»
A dire il vero Confindustria in un modo o nell´altro si metterà in tasca quello che voleva: la modifica dell´articolo 18
«Che non servirà a nulla. Il patto fra Berlusconi e D´Amato non servirà alle imprese. Le aziende non hanno ancora capito che fino a quando non si affronteranno i veri problemi che frenano lo sviluppo il loro sistema sarà destinato a soffrire. In più questa modifica che otterranno sull´articolo 18 avvelenerà il clima nelle fabbriche, dove inizieranno le mobilitazioni per i diritti. E la nostra divisione penalizza anche loro: trattare con un sindacato spaccato è impossibile»
La vostra divisione appunto, adesso da dove si riparte?
«Da un confronto franco e trasparente dove noi diciamo che Cisl e Uil hanno fatto un tragico errore. I segnali sbagliati erano arrivati subito, nei giorni successivi allo sciopero generale quando ci siamo accorti che stava partendo una trattativa divisa. Potevamo aspettarcelo dalla Confindustria, non da Cisl e Uil. E´ stato controproducente e ridicolo»
L´avrebbe immaginato un debutto alla guida della Cgil difficile come questo?
«Cofferati, io e una parte del gruppo dirigente apparteniamo ad una generazione che ha vissuto il terrorismo degli anni ´70 e la divisione dell´84. Siamo temprati. La differenza è che oggi la qualità del confronto interno è scaduta. Allora si litigava sulle grandi sfide, ora vedo solo operazioni di basso profilo interne ai rapporti fra i sindacati».

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L'Unità 2 giugno 2002

Sergio Cofferati considera la decisione presa l’altra sera da Cisl e Uil, - e cioè quella di firmare il verbale che mette i paletti alla trattativa col governo su articolo 18, mercato del lavoro e altro – un atto gravissimo, che spezza l’unità sindacale e può provocare all’Italia danni devastanti che dureranno nel tempo. Danni - dice Cofferati - ancora più grandi di quelli prodotti dalla rottura, nell'84, sulla scala mobile.
«Più gravi perché stavolta si rischia di modificare in modo permanente la stessa natura del sindacato». Col rischio di «consegnare del paese nella mani della Confindustria».

 

E allora? Cofferati crede che la risposta deve essere durissima, non c’è altra strada. Lo sciopero generale? Il primo sciopero generale proclamato da un solo sindacato dopo il 1968? Deciderà la Cgil – risponde – nei prossimi giorni metterà a punto un programma di mobilitazioni e di lotte e valuterà le iniziative di sciopero da prendere. Ma «è nell’ordine delle cose che si decida un secondo sciopero generale, sugli stessi obiettivi e con la stessa piattaforma dello sciopero generale unitario di aprile».

Poi, nel merito del difficile pomeriggio di venerdì a Palazzo Chigi, il leader della Cgil dice così: «Il disegno di legge invece della delega non è una conquista, anzi peggiora le cose. La delega autorizza il governo a varare i provvedimenti entro 24 mesi, e in teoria il governo potrebbe anche decidere di non vararli. Il disegno di legge è operativo al momento stesso dell’approvazione parlamentare. Tu capisci cosa vuol dire, adesso, trattare con la Confindustria in queste condizioni, cioè sotto la spada di Damocle di un disegno di legge che stabilisce la fine dell’articolo 18? Ti pare che la Confindustria nella trattativa accetterà di portare a casa anche un grammo meno di quanto è scritto su quel disegno di legge pronto ad essere portato in Parlamento alla fine di luglio? Che trattativa è, se c’è il ricatto di una conclusione già pronta e favorevole a una delle due parti? Un sindacato serio non può accettare di trattare in queste condizioni capestro».

Di più, su Cisl e Uil. «Noi avevamo rifiutato di aprire qualsiasi trattativa con governo e industriali finché non fosse stato tolto di mezzo l’ostacolo della modifica dell’articolo 18. Giusto? Questo lo sanno tutti in Italia, mi pare. Ci abbiamo fatto uno sciopero generale insieme. La modifica non è stata tolta di mezzo, e allora che senso ha firmare per l’avvio della trattativa? Io trasecolo».

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 La Stampa 2 giugno 2002

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL SPIEGA IL SUO «NO» AL GOVERNO E RIBATTE ALLE CRITICHE

Cofferati a D´Alema:

non mi lascio cooptare Il «Cinese» respinge l´ultimo invito di Berlusconi a riaprire il dialogo e accusa: «Punta a costruire un sindacato di maggioranza» «Cisl e Uil mi devono spiegare perché trattano, cos´è cambiato?»


SARÀ pure come dicono alcuni: che rischio di diventare noioso. Ma non posso che ripetermi: non siamo disponibili a negoziare la modifica dell´articolo 18. Quindi, non ci sarà nessun patto sociale che porti la firma della Cgil e che abbia al suo interno modifiche all´articolo 18». Sono le cinque del pomeriggio e piazza Santa Maria Liberatrice, cuore del popolare quartiere Testaccio, è battuta da un sole africano. Sergio Cofferati se ne sta seduto all´aperto, in maniche di camicia, al tavolino di un bar: e rispondendo così all´offerta del ministro Maroni, conferma - effettivamente - che il rischio-noia è un pericolo davvero incombente. Quel "presepio" - intendiamo appunto ogni possibile modifica all´articolo 18 - non gli piace: e in qualunque modo gli venga formulata la domanda e in qualunque lingua ciò avvenga, la risposta sarà indubitabilmente la stessa. Ma il tempo passa: e quanto meno ne intercorre, ormai, dall´addio di Cofferati alla Cgil, tanto più lo si trova disponibile a parlare del futuro. Del suo futuro e di quello del suo sindacato. Del suo futuro e di quello dell´unità sindacale. Del suo futuro e di quello del centrosinistra. Di quest´ultima questione, in particolare - e cioè della nota vicenda "Cofferati entra in politica" - si sente a questo punto costretto a parlare quasi per legittima difesa: nel senso che la questione, oltre ad aver determinato - a suo dire - una qualche distorsione nelle relazioni sindacali, ha rischiato di produrre danni alla sua azione e a quella della Cgil. In più, si è francamente stufato di rispondere sempre alla stessa domanda e di fronteggiare l´interesse sospettoso di amici e compagni (anche autorevoli compagni...) che in politica ci stanno già e che non è detto che siano poi davvero così felici del suo ipotetico arrivo.


Signor segretario, riconoscerà - però - che l´interesse su quel che farà da fine giugno in poi è legittimo, no?

«Io vorrei parlare della dolorosa rottura dell´unità tra Cgil, Cisl e Uil. E aggiungo che solo a chi vive la politica come "affare di Palazzo" può sfuggire che quel che è successo avrà riflessi rilevanti anche e proprio sulla politica».

Di questo, naturalmente, parleremo: ma converrà che fingere di ignorare che ogni sua mossa viene ormai letta da amici e avversari in chiave tutta politica, forse non è utile nemmeno a lei...

«Convengo. E quel che lei dice è tanto vero che io me ne lamento da tempo. Qui, però, c´entrano molto anche i giornali. Che continuando a non credere a quel che dico - e cioè che lascerò il sindacato per tornare al mio vecchio lavoro - rischiano di alterare il mio ruolo».

In che senso, scusi?

«Nel senso che favoriscono un´interpretazione della mia posizione che è, da un po´ di tempo, molto cara al governo: e cioè che io sarei contro questo esecutivo non per le cose che propone ma per il fatto che appartengo allo schieramento politico avverso. Schieramento, appunto, all´interno del quale tra un po´ andrei ad assumere incarichi di responsabilità. Non è così».

Guardi, non è per mettere in dubbio la sua parola: ma qualche giorno fa lei ha incontrato a lungo l´onorevole D´Alema che ha poi assicurato: "Cofferati non si ritirerà a vita privata... A noi spetta chiedergli un impegno, poi deciderà lui cosa fare". Che le pare?

«Mi pare di esser già stato molto chiaro: io sono contrario da sempre a ogni ipotesi di cooptazione. Ricorda quando scrivevate che mi sarei candidato alla guida dei Democratici di sinistra? Non è accaduto. E non è accaduto perché cooptazioni e passaggi repentini dal sindacato alla politica creano un danno grave prima di tutto alla rappresentanza sindacale».


Non sarebbe certo il primo caso, il suo...

«Io parlo per me. E parlo di passaggi alla politica effettuati senza l´esame elettorale, senza la legittimazione del voto popolare. Le vie e gli strumenti non sono indifferenti. Altrimenti il rischio è quello di alterare e confondere ruoli e funzioni».

Comunque sia, è almeno consapevole che non è solo Berlusconi ma anche il centrosinistra, ormai, ad analizzare le sue mosse in chiave tutta politica?

«La risposta è sì. Ne sono consapevole. E´ vero: anche dal centrosinistra a volte arrivano letture della linea della Cgil identiche, ma naturalmente speculari, a quelle di Berlusconi. Lo considero sbagliato per due ragioni. La prima è che, appunto, si prescinde dal merito delle questioni in ballo. La seconda è che, così ragionando, si fa un gran favore a Berlusconi».

Cioè?

«Il governo punta precisamente a questo: e cioè alla bipolarizzazione del sindacato, alla fine della nostra unità e alla nascita, per sintetizzare, di un sindacato di maggioranza e di un altro di opposizione. Lo hanno scritto in documenti ufficiali e perseguono l´obiettivo quotidianamente con dichiarazioni provocatorie e atti ancor più gravi delle dichiarazioni. Mi chiedo che cosa dimostrino, se non questo, anche gli ultimi avvenimenti: e mi riferisco a certi accordi preventivi e ai documenti di intesa già scritti prima del confronto tra governo e sindacati. Ed è di questo che finalmente dovremmo parlare non crede?».

Ci dica, allora, se ritiene possibile un riavvicinamento delle posizioni con Cisl e Uil.

«Me lo auguro. Se non tornano sui loro passi, le distanze tra noi inevitabilmente aumenteranno, e con esse i rischi. Vede, io ancora aspetto che Cisl e Uil spieghino a me e ai milioni di lavoratori che abbiamo mobilitato assieme cos´è cambiato. Sento parlare di passi indietro del governo, ma io non ne vedo. L´unica novità che scorgo è negativa: e cioè il trasferimento delle modifiche all´articolo 18 dalla delega a un disegno di legge ad hoc».

In verità, anche nel centrosinistra c´è chi ha considerato la mossa del governo un passo indietro. A lei non pare?

«E´ solo un escamotage. E anche pericoloso. Dopo l´eventuale approvazione della delega, il governo - ragiono in astratto - potrebbe perfino scegliere di far decadere o non intervenire su alcune delle materie delegate. Un disegno di legge, invece, una volta approvato diventa immediatamente esecutivo. Ditemi dove sarebbe la novità positiva, il passo indietro. Questa manovra serve solo al governo: magari per guadagnare tempo e impedire un referendum sull´art.18».

Insisto: nel centrosinistra c´è chi sostiene che lei, stavolta, sta sbagliando.

«Se si riferisce alle affermazioni dell´ex ministro Enrico Letta, le dico che le conosco. C´è da restare allibiti. Per altro, lui è firmatario di una proposta di statuto per i nuovi lavori presentata in pompa magna non troppi giorni fa: bene, quel disegno di legge prevede il mantenimento delle garanzie dell´articolo 18. Allora dico che non capisco il merito delle critiche che mi vengono mosse. E ripeto che accordi a prescindere dal merito, io non ne sottoscrivo».

Che significa, scusi?

«Che ci sono questioni, come quelle relative ai diritti delle persone, sulle quali non sono possibili mediazioni politiche. Sa quante volte ci siamo accordati sulle diecimila lire in più o in meno? Stavolta è diverso, perché è diverso il merito. E le dico in tutta franchezza che su questioni come quella in discussione, piuttosto che firmare perché bisogna firmare, preferisco perdere, essere battuto da una legge approvata in Parlamento o magari da un accordo separato».

Già, ma lei tra un mese lascia: e questa vicenda non sarà certo conclusa...

«Sì, io lascio. E non cambierà niente. Lo so che nessuno ci crede, ma il tempo è galantuomo. Io lascio, non entrerò in politica e la Cgil non cambierà la propria linea. Da questo grande sindacato sono andati via segretari che hanno contribuito a fare la storia del paese. La Cgil è una cosa troppo grande e troppo seria per legare la propria linea e i propri destini a un uomo solo».

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 Il Corriere della Sera 2 giugno 2002

«Il verbale di intesa? L’avevano già scritto prima»

Cofferati: Palazzo Chigi è riuscito nell’intento di dividerci. «Una frattura che peserà negli anni»

 

 
ROMA - Il leader della Cgil, Sergio Cofferati, è un fiume in piena. Basta porgli la prima domanda perché inizi una vera e propria catilinaria. «Se penso che ci sia stato un complotto ai nostri danni? Non ho mai usato questa parola per definire l’intesa trovata ieri dal governo con alcune parti sociali. Dico solo che la ricostruzione del vertice di maggioranza che anche il vostro giornale ha pubblicato chiarisce cosa è avvenuto: il documento conclusivo dell’incontro con i sindacati era stato già preparato in precedenza. E con il consenso di chi è stato coinvolto in quella operazione. Si sono tenute dunque delle trattative precedenti». Con l’esclusione della Cgil. Un’esclusione che, per Cofferati, il governo ha teorizzato e tenacemente ricercato. «Lo scopo era dividere il sindacato e ieri indubbiamente il governo c’è riuscito». Il segretario racconta che il testo che gli è stato sottoposto venerdì sera a Palazzo Chigi «era abbondante e ricco e non poteva materialmente essere stato scritto in qualche secondo, l’ho anche fatto presente al presidente Berlusconi». Insomma nel palazzo del governo è andata in scena una recita con parti già assegnate e battute imparate a memoria. «Hanno finto di costruire lì per lì un’intesa che era stata già definita in precedenza». Ma il leader della Cgil pensa che l’accordo del governo con Cisl e Uil riguardi solo il metodo o sospetta che ci sia anche un accordo di massima per modificare l’articolo 18 almeno in una fattispecie? «Alcuni giornali sostengono che l’intesa di merito ci sia già. Ho letto, ma non faccio il processo alle intenzioni. Mai come questa volta il tempo sarà galantuomo». Dettagli a parte, il governo ha portato a casa un doppio risultato: ha diviso il sindacato e trovato orecchie attente anche all’interno del centrosinistra, vedi le posizioni aperturiste assunte da alcuni esponenti della Margherita. «Il mio parere? Le componenti del centrosinistra sono libere di esprimere le opinioni che vogliono, ma attenti all’autolesionismo. Dire che il governo ha fatto "un passo indietro" è francamente ridicolo». Cofferati, infatti, giudica l’inserimento delle nuove norme sull’articolo 18 in un disegno di legge ad hoc «un rimedio peggiore della delega» e spiega perché. «La delega può essere approvata e mai applicata, è successo in passato. Un disegno di legge una volta votato in Parlamento è cogente». E poi la Margherita, a detta del segretario, è in contraddizione. «Hanno presentato pochi giorni fa lo Statuto dei nuovi lavori. Beh, nel testo c’è l’intangibilità dell’articolo 18. E ora che fanno? Giudicano positivamente una trattativa che si propone di modificarlo? Enrico Letta dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso».
L’invito al centrosinistra è ad analizzare bene tre mosse del governo: a) Silvio Berlusconi concede tempo al negoziato sugli ammortizzatori sociali e il mercato del lavoro fino al 31 luglio, ma il Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria che dovrebbe recepire i risultati delle trattative, deve essere presentato entro il 30 giugno; b) il prolungamento dei tempi del negoziato ha l’obiettivo di rendere impossibile che si vada a votare nel 2003 un eventuale referendum abrogativo; c) si vuole arrivare a una modifica dell’articolo 18 negli ultimi giorni di luglio in modo che avvenga a fabbriche chiuse. «Il centrosinistra - annota Cofferati - dovrebbe cogliere il filo che lega queste intenzioni del governo perché crea problemi a noi, ma anche a loro». Il messaggio è chiaro: quale opposizione pensate di fare se abboccate alle finte di Berlusconi? Piuttosto dovreste sottolineare «come anche il governatore Antonio Fazio abbia detto all’esecutivo che i conti pubblici vanno male» e di conseguenza il governo non ha risorse da dispensare negli altri tavoli di trattativa (fisco, sommerso e Mezzogiorno) aperti con il sindacato. Cofferati, dunque, apprezza le parole di Fazio? «E’ passato dall’esaltazione di un presunto boom economico a segnalare la crisi della finanza pubblica senza fare nemmeno un secondo di autocritica» è la risposta gelida del Cinese.
Ma da domani cosa succederà nei luoghi di lavoro? «Vedremo» è l’unico commento che si ottiene. Di sicuro il gruppo dirigente della Cgil è del parere che Cisl e Uil stiano tradendo il mandato avuto con lo sciopero generale proclamato per chiedere la modifica delle deleghe fiscale e previdenziale e lo stralcio dell’articolo 18. «Ebbene, il Parlamento ha già votato l’impianto della delega fiscale, al tavolo non si parlerà di previdenza per richiesta della Confindustria e in più si è accettato di negoziare le modifiche all’articolo 18. Che racconteranno ai lavoratori che hanno scioperato?». Quella che si prospetta, dunque, è «una rottura profonda dell’unità sindacale, una rottura destinata a pesare negli anni». Per Cofferati se Cisl e Uil da qui al 31 luglio non cambieranno idea sulla possibilità di modificare le norme sui licenziamenti individuali «ci saranno conseguenze negative sulla stessa struttura del sindacalismo italiano». Il leader della Cgil intravede «un modello di sindacalismo bipolare», una trasformazione negativa di cui «a sinistra non c’è percezione» e invece «questa rottura ha un significato diverso rispetto a quella dell’84 sulla scala mobile». Allora si confrontarono, anche se duramente, due linee di politica sindacale.
Oggi no. E invece sarebbero molte le cose da fare per mettere alle strette «un governo che sta portando allegramente il Paese verso la rottura sociale e il declino economico».
Se le cose andranno come le ha descritte Cofferati si potrebbe arrivare a fine luglio con un doppio show down: l’accordo separato sull’articolo 18 e l’avvicendamento alla guida della Cgil. Non pensa che la sua uscita di scena in questo quadro possa costituire un danno per la confederazione? «E’ possibile che vada in questo modo. Ma in ogni caso la Cgil che lascio è solida come una roccia». Per evitare di chiudere il colloquio in maniera un po’ retorica il Cinese cambia registro: «La vuol sapere una curiosità? Lo sa nel primo incontro messo in calendario dal governo di cosa si parlerà? Del mercato del lavoro! E hanno la faccia di dire che hanno stralciato l’articolo 18».

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La Repubblica 1 giugno 2002

ROMA - Doppia rottura sul tema del mercato del lavoro. Alla fine della riunione fra le parti sociali a Palazzo Chigi, il governo ha firmato con Cisl e Uil un verbale d'intesa che apre la strada a quattro tavoli di confronto, su politica fiscale, economia sommersa, Mezzogiorno e lavoro. Il documento non è stato firmato dalla Cgil, che si è detta pronta a dialogare su tutti i temi tranne l'ultimo e ha duramente criticato l'apertura degli altri due sindacati. Al momento della firma Cofferati si è alzato e ha detto: "Presidente, ci risparmi questa pena. Questo è un testo palesemente preparato e concordato prima tra i suoi collaboratori e qualcun'altro". Una pesantissima accusa rivolta a Cisl e Uil, ma anche al governo: "Puntava a dividere i sindacati e c'è riuscito, è una drammatica rottura", ha detto Cofferati.

Una rottura che ancora una volta si è consumata sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che prevede il reintegro dei licenziati senza giusta causa. Silvio Berlusconi ha proposto la creazione di tavoli di confronto separati sui temi della riforma fiscale, del sommerso, del Mezzogiorno. Il premier ha poi detto di voler creare un quarto tavolo, quello in cui dovrebbero confluire i punti più controversi della legge delega per la riforma del mercato del lavoro (cioè la 848), compreso il tema della riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il risultato di questo quarto tavolo, nelle intenzioni del premier, dovrebbe essere un disegno di legge.

Ma la Cgil non accetta il compromesso e torna a chiedere lo stralcio dell'articolo 18 da ogni forma di trattativa. "E' irrilevante lo strumento, - ha dichiarato Sergio Cofferati - la Cgil non è disponibile a nessuna discussione sull'articolo 18. La Cgil non parteciperà a nessuna trattativa sul mercato del lavoro. L'articolo 18 va mantenuto così come è". Cofferati ha poi sancito la distanza dalle posizioni di Csil e Uil (che hanno tenuto conferenze stampa separate): "Le altre organizzazioni sindacali hanno fatto altre considerazioni - ha spiegato - noi ne prendiamo atto. Ma consideriamo la scelta di avviare un negoziato un grave errore". "La Cgil considera utile anche il ricorso allo sciopero generale come strumento di lotta", ha poi concluso.

Per il segretario della Uil Luigi Angeletti, un nuovo sciopero non serve, poichè il sindacato ha già vinto la partita e la proposta del governo sull'articolo 18 è di fatto uno stralcio. "Il sindacato - ha detto - quanto fa uno sciopero deve ottenere un risultato. Non abbiamo perso. Se avessimo perso il governo non avrebbe stralciato le modifiche all'articolo 18. Cofferati fa un grave errore politico. Non è credibile che la moltiplicazione degli scioperi farà avere risultati migliori".

Sullo stesso tono le parole di Savino Pezzotta. "Formalmente c'è stato lo stralcio", ha detto il segretario della Cisl. "Ma il problema non è lo stralcio - ha concluso - piuttosto è importante che sia stata tolta dal tavolo una questione, ma si tratta di uno stralcio a tutti gli effetti".

Da parte sua, il premier sottolinea che l'apertura sull'articolo 18 non è una resa. "Non è uno stralcio, ma una separazione temporale - ha detto Berlusconi - indica la volontà del governo di dialogare con le parti".

Nei piani del governo le discussioni sui quattro tavoli dovranno terminare entro il 30 giugno e avranno una tappa intermedia il 18 giugno quando ci sarà una verifica: i contenuti dell'eventuale accordo sarebbero poi recepiti in un disegno di legge.

(31 maggio 2002)

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L'ACCORDO SEPARATO (il testo 31 maggio 2002)

"Il governo ribadisce l'importanza della politica dei redditi e di coesione sociale così come definita nel protocollo del 23 luglio 1993. Il governo si impegna altresì a convocare le parti sociali prima della presentazione del Dpef per un approfondito confronto sulla definizione di obiettivi comuni in merito alla crescita del Pil e dell'occupazione nonchè ai tassi d'inflazione programmati.

In relazione alla riforma del mercato del lavoro, il governo proporrà al Parlamento la immediata approvazione delle materie contenute nel ddl 848 ad eccezione delle disposizioni in materia di riordinoo degli incentivi, ammortizzatori sociali, art.18 e arbitrato. Il governo proporrà al parlamento di trasferire le norme relative a tali materie dal ddl 848 ad un separato disegno di legge il cui esame sarà avviato alla conclusione del confrotno con le parti sociali che dovrà svolgersi entro il 31 luglio 2002.

Il governo proporrà al parlamento emendamenti a questo secondo ddl coerenti con l'esito e lo svolgimento del negoziato.

Il governo crede in relazioni collaborative tra le parti sociali e a questo scopo intende favorire e incentivare lo sviluppo di tutte le modalità che essi liberamente intendono adottare, con particolare attenzione al recepimento delle direttive europee in materia.

Il governo nel quadro di una complessiva regia della presidenza del Consiglio dei ministri aprirà articolate sedi di confronto con le parti sociali sulla riforma fiscale, sulla politica per il mezzogiorno e sulla lotta all'economia sommersa oltre a quella dedicata ai sovraindicati temi del lavoro.

In materia fiscale lo scopo del confronto è quello di condividere con le parti sociali gli obiettivi di riduzione della pressione fiscale, definire le modalità e i tempi di attuazione della riforma, rendere evidenti le compatibilità di finanza pubblica.

Per il mezzogiorno, infine, il confronto verterà sull'utilizzo dei fondi strutturali, sulle politiche e le procedure di delocalizzazione produttiva, sulla infrastrutture e sulla sicurezza. Per la lotta al sommerso il confronto ha lo scopo di realizzare il pieno e attivo coinvolgimento delle parti".

(31 maggio 2002)

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COMUNICATO STAMPA

 

Art. 18 - Forte reazione nei luoghi di lavoro in tutta la regione –

Domani a Ferrara 1 ora di sciopero proclamata da Fim, Fiom, Uilm -

Confermato sciopero 4 ore a Reggio Emilia mercoledì mattina -

Venerdì 7 giugno attivo delegati Cgil Modena con Cofferati

 

Preoccupazione e rabbia, ferma condanna per la firma del verbale con il governo da parte di Cisl e Uil e richiesta a gran voce di ulteriori iniziative di lotta: sono le reazioni che vengono espresse da centinaia di ordini del giorno approvati nei luoghi di lavoro dell’Emilia Romagna e in gran parte usciti da rapide assemblee svolte nel corso di scioperi spontanei. Molte di queste iniziative sono unitarie. In particolare nelle fabbriche metalmeccaniche della regione, ma anche tessili, della ceramica, agroindustria, nel commercio e altre, sono state effettuate fermate di un quarto d’ora, mezz’ora o un’ora intera già nella giornata di oggi, mentre altre astensioni dal lavoro sono annunciate per domani e mercoledì. Particolarmente importante l’iniziativa unitaria assunta a Ferrara da Fim, Fiom e Uilm che hanno proclamato per domani, martedì, un’ora di sciopero in tutte le aziende nell’ultima ora di lavoro (due ore di sciopero alla Berco di Copparo, la più grossa fabbrica metalmeccanica della regione). Le proteste si levano alte di fronte – come si legge qua e là nei tanti ordini del giorno -  a “un pasticcio che non trova spiegazioni tra i lavoratori”, a sindacati “che vanno avanti senza rispettare il mandato ricevuto e decidendo sulle nostre teste il nostro futuro”, di fronte “a un gesto che lascia mano libera a confindustria e cancella i passi importanti fin qui registrati unitariamente.”

Intanto a Reggio Emilia è al momento confermato lo sciopero di 4 ore da tempo proclamato da Cgil, Cisl e Uil territoriali per mercoledì mattina, con al centro un intreccio di temi locali (contrattazione articolata) e nazionali (art. 18 e deleghe governo, no alla legge Bossi Fini). E’ prevista una manifestazione con corteo (ore 9,30 da Porta S. Stefano fino alla sede dell’associazione industriali) con l’intervento di Guglielmo Epifani, vice segretario Cgil nazionale.

A Modena si sta preparando per venerdì 7 giugno l’attivo dei delegati della Cgil (Salone Corassori della camera del lavoro), che sarà concluso da Sergio Cofferati.

Di seguito l’elenco sommario delle aziende metalmeccaniche interessate alla mobilitazione.

Bologna,  da mezz’ora ad un’ora di sciopero nelle seguenti aziende: Acma 400 dipendenti, BFB, Corazza 350 dipendenti, Giesse 300 dipendenti, GD 1400 dipendenti, Arcotronics 1200 dipendenti, Weber Magneti Marelli 650 dip., 3F, Bitelli, OAM, Calzoni (unitario), Casmatic, Beghelli, Caterpillar, Verlicchi, Lamborghini 500 dip., Dicati E. 400 dip., Motori Minarelli 420 dip., Cesab 380 dip., Petroni, Morara, Euroricambi, Borghi, Mape, Teleinvest, Mecc. Nova, Siderit, Varvel, Firbimatic, FXT, HSD, Rainer, Realstar.

Rimini, un’ora di sciopero alla: SCM 720 dipendenti, Casadei, Lazzari. Domani si fermeranno per un’ora DMC, Gabbiani, Masterwood, Isedit, Tender, ZgZ, Paglierani.

Parma, un’ora di sciopero oggi Faba-Sirma 300 dip., Manzini 180 dip., Alfa Derivati (unitario), domani Ocme, Geaf, Trancerie Emiliane, Sma, Gonnarri e Dulevo, Alsim. 

Modena: oltre ottanta aziende metalmeccaniche sono coinvolte in scioperi e fermate (a Carpi: Lugli, Goldoni, Angelo Po, Areilos, Centauro, MG, Federal Mougul, Omga, Partena, Sicar, Steton, Sueri, Zadi; nella Bassa: Digitek, Arvin, Titan, Fiori, Wam, Mantovani Benne, Barbi, Cima: a Sassuolo: Terim, Nuova Fima, Tecnoferrari, System, Sacmi, Rcm, Sitcar, Wogas, gm, Lala, Tellure Rota, Panini, Manfredini Schianchi, Barbieri e Tarozzi. a Modena: New Holland S.Matteo (sciopero unitario di mezz'ora), New Hollad Pico della Mirandola (sciopero Unitario di un'ora), Ferrari (sciopero Unitario di un'ora) Maserati (Fiom, Uilm), Rossi Motoriduttori, Autogru Pm, MD, Fox Bompani, Smalti Modena, Utit, Cistelaier, Better, Dinamic Oil, Nuova Siderurgica, Usco, Bedini, Galvan Tubi, Schiavi, Rapid Press, Tetra acciai, Ata Bergamini, Tractorbronzo, Safim, Ocs, Kverneland, Edi System, Erreelle, Pfb, Caprari, Salami, Iris Bus, Annovi E Reverberi, Yale Corni, Cbm, Rizzi, Gnl, Gb Ricambi, Nacco, Italkero; a Castelfranco: Glem Gas, Manitu, Omg, Axial Pump, Ossidan, Borghi; a Vignola: Italtractor, Sitma, Superbox).

Nei territori di Piacenza, Ravenna, Imola, Forlì, Cesena si stanno predisponendo le iniziative per utilizzare il pacchetto di 4 ore di sciopero proclamato dalla segreteria nazionale della FIOM, da farsi entro il 14 giugno 2002.

Sempre a Modena, oltre alle iniziative dei metalmeccanici, i ceramisti attuano 1 ora di sciopero (ultima di ogni turno) tra oggi e domani; nelle aziende alimentari (Italcarni e Dilat di Carpi, Civ &Civ - Gruppo Coltiva, Unibon, ecc.) un quarto d'ora/mezz'ora o un'ora tra oggi e domani; nel commercio mercoledì 5 giugno 15 minuti di sciopero a inizio turno in tutto il settore (commercio, pulizie, turismo, ecc.); martedì 4 giugno sciopero nell'ultimo quarto d'ora di lavoro per ogni turno (o l'ultimo quarto d'ora del mattino) e META Spa, AIMAG, SAT, e in tutte le aziende dei servizi gas acqua elettricità e ambiente; nelle aziende industriali del settore grafico - cartario – cartotecnico 1 ora di sciopero tra oggi e domani; nel tessile abbigliamento scioperi di mezzora o un'ora tra oggi e domani (in particolare alla Sicem, Sima Fashion, Fontana assemblee e presidi. Adesioni anche dalle aziende private di trasporto (Saima Avandero , MTN,  ecc.)

A Parma azioni di lotta oggi anche nelle aziende alimentari Greci, Ibis, Pioner.   

UFFICIO STAMPA CGIL EMILIA ROMAGNA

Mayda Guerzoni 

Bologna, 3 giugno ’02

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Comunicato stampa FLAI CGIL MODENA

04/06/2002

 

Significative e importanti le manifestazioni di dissenso dei lavoratori e delle lavoratrici delle industrie Agro Alimentari di Modena sugli sviluppi della trattativa con il Governo per lo stralcio dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. 

Il coinvolgimento nelle settimane scorse dei lavoratori Agro Alimentari della nostra provincia nella difesa dei diritti è servito a far comprendere immediatamente nei luoghi di lavoro la gravità delle decisioni che il Governo, le Associazioni Imprenditoriali e purtroppo CISL e UIL hanno assunto con la firma, venerdi 31 maggio, del verbale di intesa che non prevede lo stralcio dell'Art. 18.           

Una immediata risposta, nella giornata di lunedi 3 giugno,  è venuta attraverso ordini del giorno e fermate dal lavoro da parte dei lavoratori e delle lavoratrici delle più importanti aziende del settore Agro Alimentare Modenese come Villani, Dumeco, INALCA, Granterre, Unigrana e per la giornata del 4 giugno sono previste altre fermate e ordini del giorno negli stabilimenti Unibon, , CIV e CIV, Gruppo Coltiva, Italcarni, Dilat, Progeo e in molte altre aziende della provincia di Modena.          

Alla FINI-Chiari e Forti con un comunicato sottoscritto dai delegati CGIL e CISL della RSU ( uniche due sigle presenti in azienda ) è stata proclamata un'ora di sciopero " contro la scelta di CISL e UIL di accettare il confronto con il Governo per la modifica dell'Art 18 …….. e a sostegno della coerenza dimostrata dal segretario della CGIL  Cofferati ". 

E' grave che si pensi di disilludere o peggio di tradire le aspettative che si erano create su una piattaforma che unitariamente aveva portato i lavoratori, tra l'altro,  a fare uno sciopero generale di 8 ore il 16 aprile. 

E' importante il segnale che viene dai lavoratori e delle lavoratrici del comparto Agro Alimentare Modenese, un segnale che mette in evidenza come sulla difesa dei diritti non si possa giocare sulla testa dei lavoratori, utilizzando magari altri strumenti legislativi o spostando nel tempo le modifiche all'Art. 18 : sui diritti non si tratta. 

Per questo nei prossimi giorni la FLAI CGIL di Modena sarà impegnata a svolgere tutte le iniziative di informazione e mobilitazione per tenere alta la tensione dei lavoratori su temi cosi cruciali per la loro dignità nel lavoro.

FLAI CGIL di Modena  

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FLAI CGIL PARMA 4 giugno

Iniziative locali contro la proposta del governo sostenuta da Cisl e Uil

Sono state effettuate fermate spontanee in 6 Aziende (hanno coinvolto circa 1000 lavoratori).

Verrà attivata una campagna di assemblee come Flai.

Il Direttivo è convocato per il 7 Giugno.

Si propongono 4 ore di Sciopero per Venerdì 14 Giugno unitamente ai metalmeccanici
 


5 giugno  2002
Cgil:
Comunicato della Segreteria Nazionale
"Con l’intesa separata realizzata nella serata di venerdì scorso il Governo inasprisce la sua strategia di attacco a fondamentali diritti delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, a partire dalla tutela reale contro il licenziamento immotivato".
Inizia così il comunicato emesso al termine della riunione della Segreteria nazionale della Cgil che si è riunita questo pomeriggio.
"Ciò -prosegue la nota- è reso particolarmente grave ed inquietante dal sostegno esplicito di tutte le associazioni imprenditoriali e dalla inspiegabile acquiescenza delle altre organizzazioni sindacali, segnatamente di Cisl e Uil che nei mesi scorsi, insieme alla Cgil, hanno ripetutamente chiamato alla lotta i lavoratori italiani per respingere quelle stesse proposte a cui oggi esplicitamente accedono.
La Segreteria Confederale della Cgil ravvisa in ciò una gravissima degenerazione delle relazioni sociali e si rivolge all’intero mondo del lavoro riaffermando la propria immutata determinazione a respingere ogni arretramento sul fronte dei diritti e delle tutele per le persone che lavorano e per affermare, invece, la necessità della loro estensione.
Ai lavoratori “parasubordinati”, ai giovani che si affacciano al mercato del lavoro, vogliamo offrire una prospettiva di affermazione personale e professionale fondata su diritti individuali e collettivi certi; a tal fine già la Cgil ha formalmente avanzato importanti proposte.
Per i lavoratori delle piccole e piccolissime imprese, analogamente, va indicato un percorso certo e realistico per l’estensione dei diritti e delle tutele fondamentali; a tal fine la Cgil sta predisponendo concrete proposte da discutere con quei lavoratori e attorno a cui costruire consenso nel Paese e nel Parlamento.
In ragione di ciò la Segreteria proporrà alla riunione del Comitato Direttivo un programma di mobilitazione e di lotta di tutti i lavoratori e le lavoratrici, compreso lo sciopero generale.
Inoltre la Segreteria Confederale della Cgil si rivolge a tutti i cittadini italiani, al mondo della cultura, dell’economia, alle forze politiche affinché si rafforzi ulteriormente il vasto sostegno già espresso alla sua azione in occasione della storica manifestazione del 23 marzo e dello sciopero generale del 16 aprile scorsi.
Soprattutto al fine di meglio tutelare chi vive nella marginalità e nella precarietà servono iniziative propositive attorno a cui costruire consenso e mobilitazione; perciò la Segreteria della Cgil non condivide l’iniziativa del “referendum abrogativo dei limiti di applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori” e rivolge un caldo appello al Comitato Promotore e a quanti hanno fin qui espresso il loro sostegno a quell’iniziativa affinché recedano dalla stessa". Su quest'ultimo capoverso, i segretari confederali Paola Agnello Modica e Gian Paolo Patta hanno espresso il loro dissenso.
"Lo strumento referendario, per sua natura, -conclude la Segreteria della Cgil- meglio si presta al fine di abrogare norme inique che la maggioranza parlamentare approvi, nonostante la ferma opposizione del mondo del lavoro, e a tale prospettiva la Cgil stessa si predispone in caso di intervento legislativo sull’art. 18 o su altra norma che intacchi i diritti fondamentali"

 

Cgil:
la Segreteria nazionale decide 6 ore di sciopero
4 ore di sciopero generale articolato per regioni, secondo un calendario già definito, e 2 ore ulteriori di astensione dal lavoro con modalità che saranno stabilite successivamente: è quanto ha deciso la Segreteria nazionale della Cgil nella riunione di oggi, in piena coerenza con il mandato che milioni di lavoratrici e lavoratori hanno conferito al sindacato con le iniziative di questi mesi culminate nello sciopero generale del 16 aprile scorso. Tale decisione vuole, quindi, proseguire nella lotta contro la scelta del governo di non attuare lo stralcio delle norme relative all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ed all'arbitrato, ed a sostegno della piattaforma sindacale in tema di fisco, pensioni, Mezzogiorno, scuola, sanità ed immigrazione.
Di seguito riportiamo l'articolazione regionale delle prime 4 ore di sciopero generale.

Regione Data sciopero
LOMBARDIA 20-giu Giovedì
CAMPANIA 20-giu Giovedì
LIGURIA 26-giu Mercoledì
PIEMONTE 27-giu Giovedì
V. AOSTA 27-giu Giovedì
SARDEGNA 28-giu Venerdì
BASILICATA 28-giu Venerdì
MARCHE 02-lug Martedì
UMBRIA 02-lug Martedì
SICILIA 04-lug Giovedì
TOSCANA 04-lug Giovedì
LAZIO 04-lug Giovedì
ABRUZZO 04-lug Giovedì
MOLISE 04-lug Giovedì
ALTO ADIGE 05-lug Venerdì
CALABRIA 05-lug Venerdì
FRIULI V.G. 05-lug Venerdì
PUGLIA 05-lug Venerdì
VENETO 05-lug Venerdì
TRENTINO 05-lug Venerdì
EMILIA R. 11-lug Giovedì

Le singole segreterie regionali decideranno, entro il 6 giugno, le concrete modalità organizzative dello sciopero.
Per quanto riguarda l'astensione dal lavoro nel settore della scuola, verranno garantiti gli scrutini e gli esami.
La gestione delle ulteriori due ore di sciopero sarà valutata congiuntamente tra le categorie e le strutture confederali ai vari livelli al fine di permettere la più ampia mobilitazione dei lavoratori per la necessaria ulteriore continuità dell’iniziativa sindacale, anche oltre la data dell'11 di luglio, giorno in cui si fermerà l'Emilia Romagna.
Per quanto riguarda, infine, il trasporto ferroviario, aereo e marittimo, le Poste, la Rai, la stampa, i lavoratori parteciperanno alla mobilitazione sulla base delle indicazioni della rispettive categorie; mentre i lavoratori dell’energia sciopereranno secondo le decisioni regionali, ad esclusione delle Centrali di produzione che sciopereranno sulla base delle indicazioni della segreteria della categoria.

vap
 
Lo ha deciso la Segreteria nazionale dopo la riunione di oggi
La Cgil annuncia un nuovo sciopero generale
Quattro ore di astensione articolate per regioni gia' definite e due ore ulteriori con modalita' che saranno stabilite successivamente
 
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Roma, 4 giu. (Adnkronos) -

Quattro ore di sciopero generale articolato per regioni, secondo un calendario già definito, e 2 ore ulteriori di astensione dal lavoro con modalita' che saranno stabilite successivamente: lo ha deciso la Segreteria nazionale della Cgil nella riunione di oggi, ''in piena coerenza con il mandato che milioni di lavoratrici e lavoratori hanno conferito al sindacato con le iniziative di questi mesi culminate nello sciopero generale del 16 aprile scorso''.

''Tale decisione -afferma la segreteria- vuole, quindi, proseguire nella lotta contro la scelta del governo di non attuare lo stralcio delle norme relative all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ed all'arbitrato, ed a sostegno della piattaforma sindacale in tema di fisco, pensioni, Mezzogiorno, scuola, sanita' ed immigrazione''. La segreteria lascia alle singole segreterie regionali l'incarico di decidere, entro il l6 giugno, le concrete modalita' organizzative dello sciopero.
Per lo sciopero nella scuola, verranno garantiti gli scrutini e gli esami. La gestione delle ulteriori due ore di sciopero sara' ''valutata congiuntamente tra le categorie e le strutture confederali ai vari livelli al fine di permettere la piu' ampia mobilitazione dei lavoratori per la necessaria ulteriore continuita' dell'iniziativa sindacale, anche oltre la data dell'11 di luglio, giorno in cui si fermera' l'Emilia Romagna. Per quanto riguarda, infine, il trasporto ferroviario, aereo e marittimo, le Poste, la Rai, la stampa, i lavoratori parteciperanno alla mobilitazione sulla base delle indicazioni della rispettive categorie; mentre i lavoratori dell'energia sciopereranno secondo le decisioni regionali, ad esclusione delle Centrali di produzione che sciopereranno sulla base delle indicazioni della segreteria della categoria''.
Ecco l'articolazione regionale delle prime 4 ore di sciopero generale.
LOMBARDIA 20 giugno Giovedi'
LOMBARDIA 20 giugno Giovedi'
CAMPANIA 20 giugno Giovedi'
LIGURIA 26 giugno Mercoledi'
PIEMONTE 27 giugno Giovedi'
V. AOSTA 27 giugno Giovedi'
SARDEGNA 28 giugno Venerdi'
BASILICATA 28 giugno Venerdi'
MARCHE 02 luglio Martedi'
UMBRIA 02 luglio Martedi'
SICILIA 04 luglio Giovedi'
TOSCANA 04 luglio Giovedi'
LAZIO 04 luglio Giovedi'
ABRUZZO 04 luglio Giovedi'

EMILIA ROMAGNA 11 luglio

 
   
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