dalla metafisica alla scienza

Il POSITIVISMO NEL CONTESTO STORICO
(da Contesto in Cioffi.., Corso di filosofia.., cit., pp.36 e 38)

Il positivismo è l'altro termine (anch'esso difficile da definire) che viene tradizionalmente proposto per caratterizzare l'epoca che si inaugura intorno alla metà del secolo, con il trionfo, pressoché simultaneo della borghesia liberale in campo politico, del capitalismo industriale in ambito economico, dello spirito scientifico e dell'ottimismo progressistico su piano culturale. Saint-Simon lo coniò intorno al 1830 per indicare il metodo delle scienze e la sua estensione alla filosofia.
Da Comte, che lo impiegò in un'identica accezione antimetafisica, passò a caratterizzare uno degli indirizzi filosofici dominanti nella filosofia e nella cultura europee nella seconda metà dell'Ottocento.
Tra gli aspetti più controversi nell'interpretazione e definizione del positivismo vi sono i rapporti di continuità e di opposizione col romanticismo:
- alcuni hanno visto una radicale opposizione tra positivismo (in quanto legittimo continuatore della "grande eredità dell'illuminismo settecentesco"), e romanticismo (che a quel eredità si contrappone polemicamente), considerando del tutto "marginali" i motivi romantici che si possono riscontrare in alcuni pensatori del positivismo, come Comte.
- Altri, all'opposto, hanno considerato tutt'altro che marginali tali componenti, arrivando a definire il positivismo come una variante del romanticismo, inteso come "romanticismo della scienza". (p.34)

La filosofia francese

Il positivismo è comunque il solo indirizzo filosofico originale prodotto dalla Francia nella prima metà dell'Ottocento. (vedi profilo storico il positivismo) Inizialmente, con Saint-Simon, muove da preoccupazioni di ordine prevalentemente sociale e politiche, ma con Comte assume i contorni di una nuova filosofia scientifica, ugualmente distante dalla coeva metafisica tedesca e dalle tendenze spiritualistiche dominanti nell'età della Restaurazione.
Il positivismo si può considerare come la prima espressione culturale coerente e solidale con le problematiche economiche, sociali, scientifiche della nuova Francia borghese e liberale, uscita dalla rivoluzione del 1830.
Non si deve dimenticare, inoltre il contributo della Francia alla nascita delle idee socialiste, sia tramite pensatori che proseguono l'opera di Saint-Simon come Fourie e Proudhon, sia per il ripensamento originale dell'economia inglese a opera di autori come Sismondi, che lasceranno un'impronta decisiva sulla formazione di Marx. (p.38 sgg. )

La filosofia inglese

Utilitarismo e positivismo

L'utilitarismo è la tradizione in cui è più immediatamente riscontrabile la presenza dello spirito nazionale britannico.
Jeremy Bentham, protagonista, traduce - nella matura formulazione di una teoria morale basata sul calcolo edonistico delle conseguenze vantaggiose o dannose di ogni azione - da in lato l'atomismo di Epicuro e Hobbes, dall'altro la lezione della coeva economia politica inglese. James Mill, seguace di Bentham, propone una elaborazione psicologica del principio utilitario facendo ricorso alla dottrina dell' associazione delle idee, ispirandosi in particolare ad Hartley e ad Helvetius. .
- Ma fu John Stuart Mill, figlio di James, considerato il fondatore del positivismo, a tirare le fila di tutti questi movimenti filosofici ( vedi prof.stor. Il positivismo) . A lui si devono alcune tra le più importanti trattazioni di logica dell'Ottocento, che fanno tesoro sia del principio utilitari si di quello associazionistico, e risentono nell'ispirazione di fondo (nonostante il dichiarato dissenso) dell'influenza del positivismo comtiano.. Mill va inoltre ricordato come il maggior rappresentante del pensiero politico liberale inglese dell'Ottocento. (p38 sgg.)

l'evoluzionismo di Darwin e Spencer

Nella seconda metà dell'Ottocento, la discussione filosofica assume un tono più uniforme; la tendenza ad appropriarsi delle acquisizioni degli altri prevale su quella all'affermazione della propria peculiarità e diversità. Influisce su ciò un'epoca di relativa stabilizzazione politica che caratterizza gli anni dal 1850 al 1870 circa. Un tono uniforme alla discussione filosofica viene impresso particolarmente dall'evoluzionismo, che riceve un decisivo impulso in Inghilterra alla metà del secolo dalle contemporanee (ma in larga misura indipendenti) ricerche di Charles Darwin ed Herbert Spencer :(v. profilo st. Il positivismo): Il primo con le sue rivoluzionarie teorie sull'origine delle specie viventi;
il secondo con la formulazione di una sintetica, che dà al positivismo quella visione sistematica ancora assente in Comte e Mill.
Spencer poté porsi come mediatore tra filosofia continentale e insulare, anche grazie al suo collegamento con l agnosticismo di Hamilton che, affermando (nello spirito della filosofia kantiana ) l'inconoscibilità dell'assoluto, segnava un limite invalicabile fra scienza e religione. .
Thomas Huxley fu il principale continuatore del positivismo inglese nella seconda metà dell'Ottocento, contribuendo a spogliarne la visione scientifica dalla implicazioni metafisiche ancora presenti i Spencer, riavvicinandolo piuttosto allo spirito dell'empirismo humeano.

Germania:
gli sviluppi del positivismo
e la critica della metafisica di Nietzsche

Il positivismo penetra in Germania solo all fine dell'Ottocento , intorno alla metà dell'Ottocento il panorama intellettuale tedesco è caratterizzato da diffusi atteggiamenti di reazione all'idealismo: dalla contestazione dell'hegelismo sviluppata da pensatori legati alla sinistra hegeliana (come Feuerbach, Stirner, Engels e Marx) (vedi PROF.STOR. Il dibattito sulla filosofia hegeliana e Karl Marx)alla più virulenta forma di materialismo scientifico di cui si fanno sostenitori pensatori come Buchner, Moleschott, Vogt e Czolbe.
Lo spirito positivo è rappresentato in Germania dall'opera diretta degli scienziati.
Non è estraneo alla cultura positivista nemmeno Nietzsche che, proprio sul finire dell'epoca considerata si atteggerà a giudice severo e a critico dissolutore dell'intera tradizione filosofica e scientifica dell'Ottocento.

Francia:
Renan e Taine

In Francia alla diffusione del positivismo contribuirono molto i diretti continuatori di Comte : Lafitte e Littré; ma fu soprattutto attraverso l'opera di Renan e Tine che tale indirizzo di pensiero giunse a permeare ogni ambito della cultura: dalla filosofia alla storia, dalla letteratura alle arti: - Renan, con i suoi studi di storia delle religioni e della filosofia, contribuì a introdurre in questo campo la mentalità e il rigore degli studi positivi (suscitando, in ambienti religiosi le stesse scandalizzate reazioni provocate in Germania dalle indagini di Strauss);
- Taine, oltre ad applicare la teoria positivista alla storia dell'arte e della letteratura, contribuì allo sviluppo in senso positivo della psicologia, la scienza che Comte, nella propria Enciclopedia, aveva avuto il torto di trascurare.

ITALIA

In Italia apporti al positivismo sono quelli di Roberto Ardigò, ma soprattutto di scienziati che si collocano in parte al di là dei limiti cronologici del periodo in esame: il criminologo Lombroso, i medici Tommasi e Murri, lo storico Villari, il pedagogista Gabelli.



PREMESSA
(sintesi da Cioffi.., Corso di filosofia.., cit., pp.205-206)

Il termine positivismo indica un orientamento filosofico che ebbe larga diffusione nell'Europa dell'Ottocento, influenzando non solo il pensiero filosofico in senso stretto, ma anche l pensiero scientifico, la giurisprudenza, la storiografia e la letteratura.
Tra il XVII e il XVIII assume sfumature di significati: preciso, cero, reale utile, che nella lingua corrente persona positiva indica chi ha il senso della realtà e anche dell'affidabilità.
NEL corso del Settecento viene associato al metodo sperimentale e ai progressi ella scienza. (v. Condorcet e Saint-Simon)
Ma fu COMTE, in particolare con il Corso d filosofia positiva (1830-1842) a fornire le basi teoriche e a sistematizzare l'orientamento positivista, creando una vera e propria "scuola" che ebbe ampia diffusione in Francia e in America latina.

A partire dalla metà del secolo, il positivismo si diffuse in tutta l'Europa assumendo progressivamente i tratti di una filosofia, di una concezione generale della realtà e di una ideologia capace di esercitare vastissima influenza.

Principali rappresentanti:
INGHILTERRA: J.S. Mill (1806-1873) e Spencer (1820- 1903)
GERMANIA: Haeckel 1834-1919)
ITALIA: Ardigò (1828-1920)
Alcuni vi fanno rientrare anche autori che svilupparono una riflessione critica sul sapere scientifico: come il CONVENZIONALISMO di Poincaré e l'EMPIRIOCRITICISMO di Mach e Avenarius.

Caratteri fondamentali relativamente comuni delle filosofie positiviste

Quanto detto fa sì che , al di là del positivismo di Comte, utilizzare il termine "positivismo " per indicare un fenomeno unitario, diventa molto difficoltoso e a volte arbitrario;
comunque, caratteri fondamentali relativamente comuni delle filosofie positiviste posso essere indicati distinguendo Tre aspetti: 1 - EPISTEMOLOGIA E METODOLOGIA - 2 - RAPPORTO SCIENZA/SOCIETÀ; 3 - CONCEZIONE DELLA STORIA.

1 - dal punto di vista EPISTEMOLOGICO E METODOLOGICO distingue le affermazioni che l'uomo fa sul mondo che lo circonda in due categorie: scientifiche e non scientifiche:
a) sono scientifiche quelle che rispettano alcuni criteri fondamentali:
- osservazione sperimentale dei fatti;
- formulazione di leggi e spiegazioni relative ai fenomeni;
- verifica di tali leggi;
- rifiuto di ipotesi non verificate.
b) Ogni affermazione al di fuori di tali regole è non scientifica, vale a dire che non produce reale conoscenza ( = è metafisica)
--INOLTRE il positivismo assoggetta alle stesse regole di conoscenza tutti fenomeni: sia di natura fisica , che di natura sociale o psicologica; cioè LE SCIENZE DELL'UOMO E DELLA SOCIETÀ SONO TALI IN QUANTO SI CONFORMANO AGLI STESSI CANONI METODOLOGICI ED EPISTEMOLOGICI DELLE SCIENZE DELLA NATURA.

2 - dal punto di vista del RAPPORTO SCIENZA/SOCIETÀ, il positivismo afferma con forza il tema (tipicamente illuminista) della destinazione sociale del sapere stesso.
La scienza, dunque, è capace e deve produrre strumenti di trasformazione della natura e di direzione dei processi sociali: questi ultimi, quindi, andranno sottratti alle influenze di tipo metafisico e religioso, per essere finalmente regolati in modo razionale e scientifico.

3 - riguardo alla CONCEZIONE DELLA STORIA occorre distinguere tra:
a) METODOLOGIA STORIOGRAFICA su cui il positivismo esercitò grande influenza sottolineando il primato dell'accertamento de fatti e dello studio delle fonti, su quello dell'interpretazione generale;
b) TEORIE DELLO SVILUPPO STORICO , riguardo alle quali con la legge dei tre stadi di Comte viene elaborata una filosofia della storia a centrata sull'idea di PROGRESSO, inteso e misurato sulla base dello sviluppo delle conoscenze e delle capacità intellettuali dell'umanità.

Ma fu Spencer a formulare in modo più compiuto una dottrina evoluzionistica della storia e della società, individuando nel PASSAGGIO dal semplice al complesso, dal disorganico all'organico, dall'eterogeneo all'omogeneo, LA LEGGE GENERALE DELLO SVILUPPO PROGRESSIVO DELLA VITA SOCIALE.
Tale dottrina di Spencer ebbe grande diffusione, e fu intessa per lo più, n senso MECCANICISTICO E DETERMINISTICO e si combinò con quella fiducia nel "progresso", inteso come tendenza ineluttabile e irreversibile, che caratterizzò gran parte della cultura europea negli ultimi decenni dell' Ottocento.

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