Le Fan Fiction di croweitalia

titolo:  “Petali di rose arrugginiti dall’autunno” quarta parte
autrice: Cristina Fusi
e-mail: christinaf@tiscalinet.it
data di edizione: 23/06/2003
argomento della storia: Un incontro tra i petali delle rose. Seconda parte. Per leggere le altre storie di Cristina, consulta l'elenco della fanfiction
riassunto breve: Un uomo e una donna con addosso solo i vestiti delle loro emozioni. 
lettura vietata ai minori di anni: 
note:  Dedicata a Laura ed Elena.

 “Sono contenta anch’io…non me l’aspettavo questa sorpresa..mi sei mancato tanto”gli dissi alzando di scatto gli occhi verso i suoi.

I miei movimenti erano impacciati i suoi sicuri ma avvolte, come bloccati dai suoi pensieri.

“Ho fatto tante stupidaggini, in questi mesi...” gli dissi scalciando un sassolino.

“Ne ho fatti anch’io…e forse più di te”mi rispose fermandosi nel camminare.

“Ho passato un periodo con un uomo…che mi facesse dimenticare te…” gli dissi seria.

Russell ingoiò a fatica.

“E ci sei riuscita?”

“No...e alla fine, oltre a soffrire io,  ho fatto soffrire anche lui”gli dissi, smuovendo nervosamente le mani sul vestito di lana.

“Sono così importante per te?”mi domandò appoggiandomi una mano sul cuore.

Lo guardai fisso negli occhi…

La sua mano pigiava sul mio seno…

Avevo il cuore che batteva all’impazzata...

Rispondendo alla sua domanda.

 

“Mi sono lasciato con Danielle, tra noi non c’era amore… ma solo comprensione.”mi disse togliendo di scatto la sua mano.

“Le cose non funzionavano ormai da tempo…ma la verità è che mi sono messo con lei, per il tuo stesso motivo” mi disse tirandosi indietro i capelli ribelli.

“Perché ci siamo fatti così del male?” gli domandai con il vento che era tornato a soffiare sulle mie parole in equilibrio precario.

Russell, si sfilò una sigaretta dal giubbotto di pelle e l’accese, riparandosi dal vento con le mani.

Aspirò la prima boccata di fumo…e buttò fuori un respiro.

“Non lo so Lisa…non ho la risposta alla tua domanda..forse è stata colpa del mio orgoglio, della mia paura a lasciarmi andare…o la tua insicurezza nei miei confronti..”mi disse continuando a fumare tra le parole.

“Ho avuto paura anch’io Russell…ma più di tutto ho sperato fino all’ultimo che tu potessi aggiungere qualcosa al mio silenzio…ho sperato che mi lanciassi una boa di parole, mentre venivo trascinata via dalle onde del mare”gli dissi mentre una ciocca di capelli mi nascondeva l’espressione degli occhi.

“Perdonami Lisa…sono stato un vigliacco..sono scappato via senza convincerti a partire con me, non ho insistito, per averti con me” mi disse respirando appena.

 

La scena si ferma.

 

Mi avvicinai a lui…

Lo osservai in attesa…

Le sue mani giocavano con il mozzicone della sigaretta..

I suoi occhi appena socchiusi verso i miei aperti ad ogni possibile mossa.

Come in una scena a rallentatore..guardai cadere la sua sigaretta per terra, e il suo viso avvicinarsi al mio..

E poi un bacio…

Violento

Tormentato dal continuo vento…

Dato con forza, con rabbia, e in fine con dolcezza.

Un bacio, perso tra le labbra.

Che mangiavano, assaporavano, succhiavano, avide e senza più tempo, ma con tutto il tempo possibile.

 

Come in una lunga ed estenuante corsa, abbiamo tirato su i nostri visi…

Ed  incrociato i nostri occhi..

Senza più respiro..

Ci siamo parlati con le mani..

Ed è stato come incontrarsi per la prima volta..

E ricominciare.

Di nuovo, da capo, la favola.

 

 

“Sono venuto per restare Lisa..”mi disse improvvisamente squarciando il silenzio.

Ingoiai a fatica l’ultima goccia di saliva.

“Voglio stare con te…lavorerò qui con Fabrizio”

Lo guardai stordita e felice allo stesso tempo.

“Dimmi qualcosa Lisa…”mi disse serrando le mascelle.

“Non farmi ancora del male..non lo sopporterei”gli risposi con un filo di voce.

Russell mi abbracciò forte, ed io feci altrettanto.

Era mio..

Ed era qui per restare.

La contentezza si mischiava alla paura…

Di nuovo..

Arrivava, forte.

Ma non volevo sentirla..

Volevo vivermi questo momento, senza nessuna remora.

 

Lasciati andare Lisa…

L’autunno ti è complice.

Nessun colore potrà più spengersi.

Non arriverà l’inverno.

Ritornammo all’agriturismo con gli occhi che brillavano di emozione.

Il profumo dell’arrosto cucinato da Elena, metteva appetito.

Entrammo ridendo.

 

“Ah! finalmente….”ci disse Fabrizio intento a mettere i piatti sulla tavola apparecchiata.

“Il profumino dell’arrosto vi ha fatto tornare..” aggiunse Elena, disponendo le fette di carne su un grande piatto da portata.

“Ebbene si…siamo affamati”gli rispose Russell, facendo finta di addentare il restante arrosto sul tagliere.

“Smettila, o diventarai come Fabrizio”gli dissi togliendogli dalle mani, il forchettone con l’arrosto infilato..

“Cosa hai da dire al figurino qui presente?”mi disse Fabrizio facendo una giravolta su se stesso.

“Elena sostiene che la vita matrimoniale ti ha fatto mettere due chili”gli dissi bloccandolo nel girare.

“Elena!!!! Mi meraviglio di te..hai un popò di uomo al tuo fianco e osi lamantarti? E poi sono un buon gustaio, IO!”

“Ma che ne volete capire voi…” ci disse mettendosi in bocca una fetta di carne…

Ridemmo.

 

Il pranzo era ottimo.

Ovviamente la portata principale era l’  arrosto…

Servito con una salsa di crescione e patate novelle.

E poi carote in gelatina e faggiolini al formaggio fuso.

E per finire la mia torta…una superba..(non faccio per vantarmi) bavarese al caffè, con tanto di panna.

Era avanzata talmente tanta robba, che domani non avremmo avuto bisogno di cucinare.

 

Il pomeriggio era passato tra risate e birre.

E una distensiva passeggiata a cavallo..

Ero rilassata e serena come non lo ero mai stata.

Russell, il suo sorriso mi distendeva.

E la sua voce, continua…

Mi cullava di piacere.

 

 

“Non vorremmo deludervi, ma credo che andremo a dormire..”ci dissero Elena e Fabrizio sbadigliando.

“Di già?”gli rispose Russell, voltandosi con la testa verso di loro.

“Il letto chiama..”gli rispose Fabrizio, abbracciando Elena.

“Ah! bè..allora” borbottò Russell, bevendo a canna una bottiglia di birra.

“Buonanotte ragazzi..e grazie per la bella giornata”gli dissi, tirandomi su dal divano.

“Notte a voi..approposito la vostra stanza è quella accanto al bagno con la scritta “Rose di vetro” ci disse Elena, chinandosi per darmi il bacio della buonanotte.

Per un attimo io e Russell rimanemmo in imbarazzo..

STANZA?

DA SOLI?

UN UNICO LETTO?

“Cosa c’è..preferite dormire separati?”ci disse Elena con uno stano sorrisetto.

“Oh no! Va benissimo”gli rispose velocemente Russell

“E credo anche per Lisa…”aggiunse, guardandomi negli occhi.

“Va bene…Elena! “le  dissi strizzandogli un occhio.

 

“Allora notte”ci dissero salendo le scale.

“Notte”gli rispondemmo all’unisono.

 

“Bè che si fa?”mi disse Russell, venendomi più vicino sul divano.

Controllai l’orologio appeso al muro..

“In verità ho sonno anch’io”gli dissi sorridendo.

“Ho capito..letto arriviamo”mi disse mettendosi in piedi e cercando di prendermi in braccio.

“Smettila..so camminare da sola..”gli dissi ridendo, mentre lo sentivo armeggiare con le mani da  sotto le mie gambe.

“Voglio dirti una cosa.”mi disse fermandosi un momento.

“Cosa?”gli risposi bloccandogli le mani.

“Ho una gran voglia di fare una doccia con te…”mi disse facendo scorrere il pollice sulle mie ginocchia nude.

“ La faccio solo, se mi prometti che mi insaponerai la schiena”gli risposi fissandolo dritto negli occhi.

“ Vieni”mi disse afferrandomi per le braccia e tirandomi su dal divano bianco.

 

 

L’acqua era appena tiepida..

Guardai i rivoletti d’acqua scendere lungo il suo possente petto.

Russell, si insaponò le mani e me le passò lungo la schiena.

Mi teneva con un braccio, premendo il suo corpo verso il mio..

Sentivo la sbarra fredda della doccia, ghiacciarmi la pelle.

Inclinai la testa verso le sue mani, che continuavano a scivolare lente..

Accarezzandomi la pancia, e infilandomi un dito nell’ombelico pieno di schiuma.

Sentivo le sue dita, scivolare, tracciare sentieri sulla mia pelle umida.

Le gocce d’acqua scivolavano dai miei capelli lunghi come fili..e aderivano alla sua pelle.

Piegai una mano per toccarlo, sentii il suo respiro affannato sul collo e la sua mano che si muoveva ritmicamente all’interno delle mie cosce..

 

“Continua senza di me…un attimo, torno subito”mi disse uscendo nudo, dalla doccia.

Lo sentii armeggiare con le valigge..

Si precipitò di corsa nella doccia.

“Dove eravamo rimasti?”mi disse schiacciandosi contro di me.

 

Eravamo al centro dell’immenso letto, ricoperti di lenzuola, coperte, e  asciugamani.

“Uhmmmm, Russell”gli dissi respirando forte.

“Grandemente”mi rispose unendosi al mio respiro affannoso.

“Amami..per  sempre fin quanto puoi amarmi…” gli dissi voltando il mio viso verso il suo bagnato.

Solo un bacio come risposta.

L’unica e la più plausibile delle risposte.

 

 

Il mattino stava iniziando piano piano..

Aprii lentamente gli occhi verso il viso di Russell.

Sentii le sue mani indugiare sopra i miei fianchi e poi salire soffici verso il mio seno scoperto dalle lenzuola.

Si avvicinò lentamente verso le mie labbra…e lasciò scorrere il suo dito.

“Buongiorno” mi disse mordicchiandomi il labbro inferiore.

Sorrisi sulla sua bocca.

“Hai fame?”  mi domandò tirando su il viso.

“ uhmmmm, sono sazia di te” gli risposi allungando una gamba verso le sue.

Sorrise.

“Ho un programmino per la giornata, vuoi sentirlo?” mi disse stuzzicandomi i capezzoli con le dita.

“ Ho già qualche idea..” gli risposi come parlando in un sogno.

“Perché non c’è ne andiamo in riva al mare?”

“Uhmmmm…”

“Lisa, mi senti?” mi disse tracciando con le dita la curva della mia schiena.

“Ti sento…Russell”

Russell lanciò un sospiro.

“Ok!  Ti ci vuole un caffè..e poi ne riparliamo”mi disse alzandosi velocemente dal letto.

“Sei tu il mio caffè..vieni a svegliarmi” gli dissi allungando le braccia verso di lui.

 

 

 

Continua……


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