Viene l’autunno.
Tra distanti saette
anneghi, luna.
Fugge la nube:
trasportata dal vento
ara il cobalto.
I monti apuani
si protendono plumbei
al cielo terso.
Ecco settembre.
Lo accarezzano l’uva
ed il maestrale.
Uva ubertosa.
Si scagliano all’attacco
i moscerini.
Monti, colline
s’azzurrano indistinti
al tenue occaso.
La notte alta
in stelle effervescente.
Guarda: Venere!
Sferza, cavalca
Libeccio le sue onde.
Osa un gabbiano.
Falce di luna -
le nuvole arruffate
il suo guanciale.
Spiaggia deserta.
Di rondini di mare
archi nuziali.
Fiammeggiante
tuffo dal cielo terso.
E poi, penombra.
Notte silente.
Affrescata di nebbia,
umida insonnia.
Rade, le gocce
allietano i cespugli.
Alacre un ragno.
Drappo di stelle.
Esangui le mie labbra
un bacio allieta.
Sul lungo prato
torturato di ghiaccio
il merlo plana.
Pioggia nel vento.
Il senso dell’onore
uccide un’ape.