Lou Roch
Periodico indipendente e auto finanziato - Sbarca anche su Internet
N°1 - Novembre 1999

Editoriale di Larry Colliard
          Lou Ròc è una nuova proposta editoriale che ci auguriamo possa diventare una risorsa importante per il nostro territorio ed una voce per tutti, anche per chi generalmente non viene ascoltato.
          La Roccia è un progetto inizialmente partorito da tre ragazzi di Hône desiderosi solamente di "fare qualcosa" in un'epoca nella quale è luogo comune accusare i ragazzi di "fare niente".
          The Rock parte da Hône, a Hône resterà ma parallelamente ci auguriamo che spazi oltre i confini del nostro paese, ma anche (perché no ?) della nostra regione e del nostro Stato, alfine di saper accettare ed aprirsi alle culture diverse e di arricchire e valorizzare così la nostra.
          La Roche cercherà di essere un giornale semplice ed umile all'interno del quale chiunque lo desideri possa trovare casa. Un nostro desiderio è quello di abbattere i freddi muri che spesso separano o quanto meno smussare le difficoltà che regolano i rapporti fra le generazioni, fra le diverse classi sociali (concetto che, ahimoi, trova ancora riscontro nella realtà), fra popolazioni di territori diversi: Lou Roch potrebbe essere il campo ideale in cui seminare e coltivare pensieri e riflessioni di nonni, genitori, figli, nipoti, che operai o dirigenti, disoccupati o studenti, commentando avvenimenti accaduti a Hône, Petit Rosier, Verrès, Napoli o Buenos Aires...
          Perché "Lou Roch" ? Perché la roccia è la caratteristica più saliente del territorio nel qula prende il via questa iniziativa;la roccia ci circonda, fa parte di noi, del nostro modo di essere. Speriamo anche che lou roch ci fortifichi nella prosecuzione di questo progetto, che ci dia la forza necessaria per non abbandonare tutto quanto una volta incontrate le prime avversità.
          Chiariamo subito un concetto: Lou Roch non sarà un periodico politico, anche se ad alcuni abitanti di Hône, se non altro per il tipo di uscita e di distribuzione, a prima vista potrà ricordare quel "Fogliaccio" (periodico di utile informazione e di satira politica) che giungeva nelle nostre case qualche tempo fa. Personalmente non mi sembra costruttivo proporre dei discorsi di politica locale del tipo "questa Giunta sta lavorando bene o male". L'argomento di certo interessa, e probabilmente, anzi sicuramente Lou Roch, siccome nessuno è perfetto, potrà far notare alcune cose che inevitabilmente "stonano": ma questa non vuole essere una critica distruttiva, bensì al contrario costruttiva. Ovvero, per quanto riguarda la politica locale crediamo che: molto sia già stato fatto; qualcosa ancora non è stato fatto o è stato fatto in maniera poco ortodossa; qualcosa dunque è da correggere o migliorare; allora occorre lavorare sodo, tutti insieme; per fare ciò è necessario (e forse basterebbe), per esempio, partecipare maggiormente alle sedute di consiglio comunale. Se si conoscesse a priori l'argomento ed i relativi vantaggi o rischi, quasi sicuramente si eviterebbero molti malumori che sono soliti emergere a posteriori.
      Lou Roch semplicemente cercherà di sensilizzare la popolazione a far proprio questo principio: prevenire è meglio che curare, e non l'ha inventata il dottor Mentadent. Partecipare attivamente alla vita politica, esercitando così la democrazia effettiva, a Hône, in Italia e nel mondo significa elevare la società (cfr. Art. 2 della Costituzione). Lou Roch, quindi, non sarà un periodico politico, ma sfiorerà a volte la politica locale (e non locale) utilizzando i ragionamenti sopra descritti.
      Lou Roch, allora, cosa vorrebbe essere ? Lou Roch vorrebbe essere anzitutto un periodico di tipo culturale.
          Bella risposta. Ma cosa si intende per culturale, questo concetto che oggigiorno si sente citare fin troppo e forse alle volte a sproposito ? Secondo Lo Zingarelli, vocabolario della lingua italiana della casa editrice Zanichelli, cultura è un "complesso di tradizioni, cognizioni, procedimenti tecnici, tipi di comportamento trasmessi e usati sistematicamente, caratteristico di un dato gruppo sociale, o di un popolo, o di un gruppo di popoli, o dell'umanità intera" oppure "concezione acquisita, presa di coscienza, mentalità". Concordiamo con tali definizioni e crto è utile averle presenti, ma al contrario può rivelarsi limitativo fossilizzarsi su di esse.
          Perciò Lou Roch vorrebbe essere considerato un tentativo, un esperimento, un modo di "fare" cultura oltre le definizioni: invitando tutte le persone interessate a confrontarsi, a riflettere, a scrivere ciò che di significativo gli sta passando per la testa, in modo da creare un dialogo costruttivo e coscienzioso alfine di arricchire le nostre personalità e di conseguenza il nostro territorio. I campi di discussione possono essere i più disparati: cucina, scuola, lavoro, arredamento, ecologia, sport, economia, TV, radio, bioetica, religione, fede, scienza, storia, tradizione, medicina, diritto, arte, danza, musica, cinema, teatro, letteratura, femminismo, viaggi, moda, filosofia, esperienze vissute o immaginate e quant'altro di "culturale" vi ci venga in mente: Lou Roch è una porta aperta.
          Un altro aspetto cruciale che vorremmo chiarire in partenza è quello che concerne l'utilizzo della lingua. Dal punto di vista ortografico Lou Roch, come vi sarete accorti, è espressione inesatta: il titolo vuole rappresentare una sorta di sintesi fra le diverse parlate che tenteremo di utilizzare. Siccome ci troviamo in Valle d'Aosta riteniamo corretto provare ad inserire qualche articolo o frase in lingua francese, poiché questo codice rappresenta buona parte della nostra storia. Tenteremo di non cadere anche noi nel falso bilinguismo, ovvero nella strumentalizzazione del francese che purtroppo caratterizza la nostra regione in questa epoca: pare sempre più che il francese si "debba" studiare a scuola e si "debba" utilizzare per forza (e non per libera scelta) nelle grandi occasioni da parte delle autorità politiche come mero strumanto per legittimare la nostra autonomia.
          Consci di non poter mai raggiungere quel vero bilinguismo che invece è ben vivo per esmpio in Québec (francese e inglese), ci proponiamo almeno di considerare la lingua francese come un'importante risorsa (appunto) culturale, importantissima soprattutto ora in proiezione dell'acquisizione dell'effettiva cittadinanza europea. Anche per questa ragione i titoli di alcune rubriche che intendiamo proporvi -J'accuse!, Déjà vu, Les jeux sont faits- sono in francese, lingua che ci pareva più elegante in questi casi. Senza nulla togliere all'italiano, che come sappiamo è considerato essere un codice assai complesso, significativo, poetico: e quindi bellissimo. Ma pensate all'inadeguatezza di titoli come: Accuso!, Già visto, I giochi sono fatti...
          Un analogo tentativo di valorizzazione vorremmo proporre per quanto concerne il nostro patois, lingua non riconosciuta ufficialmente, ma, nonostante la scrsità di tradizioni scritte, fortunatamente ancora viva nel villaggio grazie ai nostri anziani. Purtroppo noi ragazzi abbiamo perso l'abitudine (e molti la capacità) di esprimerci utilizzando il codice che ha caratterizzato la vita delle generazioni antecedenti la nostra. Nonostante questo, il patois per noi ha ancora un senso, d'altra parte la sua esistenza è legittimata dalla storia e dalla prassi quotidiana. Raimondo Martinet nel primo numero (giugno 1999) del periodico comunale di informazione afferma: "Il nostro patois non deve morire". Simao perfettamente d'accordo, è una fetta importante della nostra identità, tant'è vero che il patois è utilizzato per intitolare questo giornalino. Perché non deve morire ? Alcune ragioni forse le abbiamo già accennate qui sopra. Esortiamo ora lo stesso Raimondo e quant'altri sono interessati alla questione affinché partecipino a tale dibattito sulle prossime pagine de Lou Roch. Aiutiamoci per comprendere appieno l'importanza e la portata del nostro antico ma sempre presente linguaggio tradizionale.
          Abbiamo anche provato, in questo primo numero sperimentale, ad utilizzare ("Carpe diem", "Honeste vivere") il classico Latinus, o "Latinorum", per dirla con Renzo de "I promessi sposi". Ovvero ci siamo espressi mediante una lingua ritenuta ai nostri giorni morta ed inutile. Ma, ricordaimolo, il latino rappresenta il substrato comune di molti linguaggi moderni: se non fosse esistito, si può dire che la letteratura, la storia, la cultura, la filosofia, il diritto sarebbero oggi concetti abbondantemente svuotati di significato.
          Alla vista di questi fogli quasi sicuramente qualcuno, magari più attempato di noi, avrà pensato: "Ma che impudenti questi ventenni! Sono nati ieri e pretendono di voler sapere già tutto!". Vorremmo precisare che noi, i promotori di questa iniziativa, non scriviamo per insegnare niente a nessuno. Anche se proprio lo volessimo, probabilmente non saremmo neanche in grado di farlo. Il nostro è semplicemente, come già detto, un tentativo di creare un dialogo in cui tutti se vorranno avranno la possibilità di esprimersi a proposito di qualunque cosa e di creare posizioni diverse rispetto allo stesso argomento o avvenimento, tutto ciò con la speranza, ripeto, di arricchire interiormente noi stessi ed il territorio in cui viviamo. Tutto qui.
         Lou Roch è indipendente e autofinanziato, dunque uscirà se e quando potrà. Il formato sarà quello più semplice immaginabile, ovvero una serie di fogli pinzati o solamente piegati. Certo, sarebbe più attraente un'impaginazione ordinata, magari con fotografie colorate... ma si farà quel che si potrà, d'altro canto anche le dispense universitarie hanno lo stesso formato de Lou Roch.
          Lou Roch sarà inizialmente distribuito a Hône, ma tenteremo di far giungere qualche copia anche a Saint-Vincent, Ivrea, Aosta, Torino, potendo trattare questo giornalino di temi generali di cultura, oltre che di temi specifici riguardanti il nostro territorio. Sarà inoltre possibile, o almeno ce lo auguriamo, prendere visione de Lou Roch anche su Internet e ricevere posta elettronica: stiamo lavorando in proposito. Tutto ciò non per presunte manie di grandezza, ma semplicemente per tentare di aprirci a più stimoli culturali possibili.
          Se questo progetto vi interessa, vi affascina, vi fa schifo fatecelo sapere. Siamo curiosi di tutto. Ci faranno molto piacere le collaborazioni, i commenti, i consigli, le denuncie che vorrete pubblicare, gli aiuti economici e morali. Le critiche negative ci serviranno da stimolo per migliorare.
         E' ora di dire la vostra. Confrontiamoci e discutiamone. Anche restando in anonimato, se preferite: sarà sufficiente inviarci o depositare i vostri scritti, firmati o meno, nelle nostre buche da lettera. Come diceva il Saggio: scrivete, scrivete, scrivete. E soprattutto non siate timidi.